Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 35
gennaio 1975


Rivista Anarchica Online

Parla il difensore di Gian Franco Bertoli
a cura della Redazione

Il 18 febbraio inizierà il processo contro Gian Franco Bertoli, l'autore dell'attentato davanti alla Questura di Milano del 17 maggio 1973. Per cercare di capire e per avere più elementi sulla figura di G.F. Bertoli, sulle motivazioni del suo attentato e sugli eventuali retroterra politici, abbiamo ritenuto utile, per dovere di informazione, intervistare l'avvocato Dionisio Messina, difensore d'ufficio del Bertoli. Riportiamo fedelmente quanto ci ha detto l'avvocato Messina, il quale ci ha premesso di non appartenere a nessun partito e di essere orientato a sinistra.

Avvocato, qual è stata la sua prima impressione quando, dopo essere stato nominato suo avvocato difensore d'ufficio, ha incontrato Gian Franco Bertoli?

La precisa sensazione di trovarmi di fronte ad un anarchico. Il suo atteggiamento di fronte ai giudici, la sua calma, la padronanza di sé a poche ore dalla strage mi hanno impressionato. Con il pensiero sono riandato a Ravachol, Henry... e la persona che avevo d'innanzi sembrava quasi la reincarnazione di quei personaggi. Dalle due del pomeriggio fino a tarda sera ha tenuto testa ai giudici affermando i suoi principi di anarchico individualista con coerenza e chiarezza.

Come intende impostare il processo?

In primo luogo c'è un problema tecnico, che prescinde dalle idee politiche del Bertoli, un problema tecnico che posso affrontare autonomamente come difensore: chiederò la sospensione del processo affinché l'accusa giustifichi e dimostri coi fatti le ventilate collusioni con i fascisti. Infatti questa ombra grava sul mio assistito ma nel processo non se ne parlerà chiaramente perché negli atti ufficiali non c'è niente a questo riguardo. Gli appartenenti alla Rosa dei Venti non saranno coimputati con il Bertoli nonostante tutto quello che è stato scritto sui giornali. Lei capisce che in queste condizioni le difficoltà della difesa sono maggiori: come posso confutare qualcosa che non viene attribuita ufficialmente al Bertoli?
Da un punto di vista più generale mi rifarò, come è giusto e naturale, alle motivazioni del Bertoli, cioè di un anarchico individualista, cioè di un individuo che lotta con ogni mezzo contro il potere, contro lo Stato. Inoltre inquadrerò questo suo gesto nel conteso sociale attuale, nella violenza del potere che genera violenza da parte di chi subisce il potere e le ingiustizie. E il Bertoli di ingiustizie ne ha subite molte nella sua vita... Questo gesto, per me sbagliato e irrazionale, si cala però nella storia della società attuale, cioè in una storia che è fatta di ingiustizie, di soprusi, di violenze... non è eccessivo ma Bertoli è u battitore della storia, perché è una risposta violenta alle violenze del potere attuale.

Tutto quanto lei ha detto, avvocato, contrasta, e di molto, con l'immagine che la stampa, soprattutto di sinistra, ha dato del Bertoli: come motiva questa sua posizione?

Guardi, in tutti questi mesi, quasi due anni, ho avuto modo di conoscere molto bene il mio difeso... poi c'è da aggiungere che se fosse stato un provocatore, com'è logico, avrebbe dovuto generare una provocazione che, a quanto mi risulta non c'è stata; nessun militante della sinistra è stato coinvolto, dopo il suo gesto sconsiderato non ci sono stati arresti, perquisizioni, tentativi autoritari... sul piano processuale poi, non si può accusare il Bertoli di essere un elemento della strategia della tensione e non dargli la possibilità di difendersi da queste accuse. Perché, torno a ripetermi, queste accuse non rientrano nel processo. Dalla ricostruzione che il giudice istruttore ha fatto non c'è alcun elemento, dico nessuno, che possa provare la collusione del Bertoli con i fascisti. Tutte le supposizioni del giudice istruttore scaturiscono dalle conoscenze che il Bertoli aveva quando era un delinquente comune. Gli individui che allora frequentava erano delinquenti che erano o sono diventati fascisti, mentre il Bertoli ha evoluto la sua personalità, ha preso coscienza di sé, del suo stato ed è divenuto un ribelle cosciente.
Nulla prova che al momento del suo gesto fosse in contatto o guidato da elementi di destra. Allora l'unica cosa onesta è attenersi alle sue affermazioni di anarchico individualista. Non c'è altra via, io penso.

Comunque le vittime non furono uomini del potere.

Dal punto di vista del Bertoli si tratta di un incidente tecnico e non di un errore politico. Mi spiego. Secondo quanto il Bertoli mi ha riferito fu un agente a deviare la bomba con un calcio, mentre lui l'aveva gettata verso un gruppo di autorità. Un "incidente" di cui lui non riesce a darsi pace.

Il memoriale di Bertoli è stato pubblicato su "Gente", cioè su un giornale di destra: tutto questo non contrasta con quello che lei mi sta dicendo?

Le dico subito che si tratta di un fatto occasionale; il giornalista di "Gente" è stato il primo che mi ha contattato e si è dichiarato disposto a pagare per poter pubblicare qualcosa sul Bertoli. E' stata una leggerezza, forse. D'altro canto dubito che gli altri giornali di sinistra avrebbero pubblicato quel memoriale. Da quel servizio ho ricavato un milione e quattrocentomila lire e questi soldi mi servono per versare mensilmente dalle cinquanta alle centomila lire al Bertoli, a comprargli delle cose, eccetera. Quest'uomo non ha nessuno, né famiglia né compagni, devo pensare io alle sue necessità.

Con parte di quei soldi si è risarcito delle spese giudiziarie?

No! Ho speso cinquantamila lire per le copie degli atti e per le varie pratiche, ma li ho spesi di tasca mia. Dopo tutto si tratta di un caso umano... quest'uomo non ha nessuno, non ha niente, non mi sembrerebbe giusto togliergli anche questi pochi soldi.

Avvocato, qual è la sua opinione personale sul Bertoli?

Come personalità umana ha dentro di sé tutte le ingiustizie subite. Il giudice che lo condanna solo in base alle testimonianze della polizia (mi riferisco ai suoi precedenti) senza tener conto delle sue parole, le ingiustizie... tutto questo ha sviluppato in lui la sensibilità che si acquisisce solo quando si è "oggetti" del potere. Ma non è tanto la sua figura di vittima della società, del potere, che mi impressiona, piuttosto quel suo modo di essere, di comportarsi oggi, quella sua calma e quel suo disprezzo per quel potere che lo condannava, con il solito freddo rituale, anche quando non aveva commesso alcun reato. Inoltre mi ha molto impressionato il fatto che non abbia mai trovato affetto nelle persone. Tutto il suo affetto è rivolto verso i personaggi dell'anarchismo individualistico. Pensi che quando mi parla di Ravachol, sembra quasi che parli di un amico.

Come passa le sue giornate il Bertoli in carcere?

Legge molto, moltissimi libri e quasi tutti i giornali, soprattutto segue la campagna contro di lui e le invenzioni che i giornalisti escogitano par collegarlo ai fascisti.

Ma avvocato, abbiamo tutti visto le foto di Bertoli che conversa con Freda nel carcere di S. Vittore.

Ecco un fatto che va chiarito. In primo luogo è bene precisare che Bertoli è stato messo nel raggio dove sono raggruppati tutti i fascisti, per lo più picchiatori e mazzieri. E' umano quindi che a un certo punto abbia scambiato qualche parola, è comprensibile; bisogna provare mesi e mesi di isolamento come li ha subiti il Bertoli, poi si potrà giudicare, comprendere la necessità di parlare con qualcuno, chiunque esso sia, per non sentirsi già morti.

Avvocato, terminando questa intervista, come pensa si comporterà Bertoli al processo?

Per prima cosa reagirà contro le accuse che lo vorrebbero legato ai fascisti. Spiegherà che è un anarchico individualista e che quindi non ha nessun collegamento con il movimento anarchico organizzato, poi farà una dichiarazione di tipo politico che spiegherà il significato del suo gesto e riaffermerà i suoi principi anarchici.

La posizione delle federazioni anarchiche sull'attentato

Le componenti organizzative del Movimento Anarchico Italiano, F.A.I. (Federazione Anarchica Italiana), G.I.A. (Gruppi d'Iniziativa Anarchica), G.A.F. (Gruppi Anarchici Federati):

1) dichiarano che G.F. Bertoli non risulta aver mai fatto parte del movimento anarchico organizzato;

2) condannano l'attentato, in primo luogo perché ha colpito degli innocenti, in secondo luogo perché da fatti come questi l'anarchismo non può che riceverne danno e non può che avvantaggiarsene la falsa ideologia degli opposti estremismi, trovatasi recentemente sbilanciata a destra per le note vicende;

3) dichiarano che quest'ultimo episodio di violenza si comprende solo se inserito nell'atmosfera di terrorismo e violenza generalizzata ed istituzionalizzata instaurata dai fascisti e dallo stato negli ultimi mesi, con le bombe del 25 aprile, le bombe ai treni, la strage di piazza Fontana, l'assassinio dell'anarchico Pinelli, l'assassinio dell'anarchico Serantini, ecc.

17 maggio 1973