Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 4 nr. 34
dicembre 1974


Rivista Anarchica Online

L'anarchismo iberico tra repressione e lotte operaie
di U. Monte

Intervista con un giovane spagnolo sfuggito all'arresto

Un anarchico, fuggito recentemente dalla Spagna, è venuto a trovarci in questi giorni in redazione. Ne abbiamo approfittato per farci raccontare di prima mano qual è oggi la situazione in Spagna. Il compagno non si è fatto pregare: sta girando l'Europa appunto per denunciare, ai giornali che non manipolano le notizie, le nefandezze del regime franchista e la blanda opposizione della sinistra cosiddetta "ufficiale". Il compagno che si chiama Paco T. e militava in un gruppo di Barcellona ha ventitré anni e fa, o meglio faceva, l'impiegato. Ora, esule, fa diversi lavori occasionali. Un mattino dello scorso luglio stava andando in ufficio in taxi quando si è accorto che nelle vicinanze erano appostati dei poliziotti. Ha subito capito che aspettavano lui e con il pretesto di aver dimenticato una borsa in un bar, ha chiesto al tassista di proseguire senza fermarsi davanti alla ditta.
"Sono stati attimi di vera paura - confessa Paco - perché ho avuto la netta sensazione che anche il tassista aveva notato i poliziotti appostati e si era accorto che la borsa dimenticata non era che un pretesto per non fermarmi. Comunque ha proseguito e per tutto il percorso ha continuato a parlare di corride.

Ti aspettavi di essere arrestato?

La repressione si era acuita fin dall'inizio dell'estate colpendo il movimento anarchico soprattutto in Catalogna. Moltissimi compagni sono finiti in carcere, moltissimi hanno scelto, come me, la via dell'esilio, altri ancora sono rimasti a lottare nella clandestinità pur sapendo di correre gravi rischi. Io sono rimasto fino all'ultimo, ma quando mi sono visto scoperto ho dovuto andarmene perché ero diventato un pericolo per i miei compagni. Resistere alla tortura pare sia impossibile...

Come sei riuscito a lasciare la Spagna?

Non è stato troppo difficile perché in momenti come questo i nostri gruppi sono organizzati per far espatriare clandestinamente i compagni in pericolo. Comunque ho dovuto fare un'estenuante camminata attraverso le montagne, per mulattiere e sentieri perché ai posti di frontiera la polizia è attentissima e il passaporto falso può diventare una trappola.

Sei quindi arrivato felicemente in Francia. Com'è, lì, la situazione per i rifugiati politici?

Noi libertari ci troviamo abbastanza bene perché abbiamo l'appoggio del movimento anarchico in esilio che è ben organizzato e sempre disponibile alla solidarietà. Non dobbiamo però dimenticare che c'è una stretta collaborazione tra la polizia francese e quella spagnola per cui i primi giorni è pericoloso rivelare la nostra presenza soprattutto nelle provincie di frontiera. Ma una volta chiesto l'asilo politico (io sto per farlo) siamo abbastanza a posto. Nel senso che non ci possono più restituire alla polizia spagnola. (Avviene infatti spesso che i fuoriusciti sorpresi dai gendarmi francesi in paesini dei Pirenei, appena scappati dalla Spagna, vengono catturati e consegnati ai poliziotti spagnoli, i quali tra l'altro spesso sconfinano in Francia tranquillamente per inseguire dei fuggiaschi n.d.r.).

Ma ora parlaci un po' della Spagna. E' proprio così dura la repressione?

C'è stato proprio un durissimo giro di vite dopo la morte di Carrero Blanco. Non bisogna dimenticare che il suo successore, Arias Navarro, durante la rivoluzione era stato autore di numerosi e sanguinosi massacri. Navarro ha subito dotato i corpi di polizia, fino allora armati alla buona, di moderni strumenti di repressione. Conoscendo il suo passato non ci siamo stupiti del ritorno alla linea dura. Ma il fatto più sconcertante è dato dalla selettività della sua politica repressiva. Mi spiego meglio: Navarro ha messo in atto due tipi di repressione, uno abbastanza blando verso l'opposizione tradizionale "integrabile", quella che attualmente recita la commedia delle Giunte Democratiche e della pseudo-apertura, e un'altra repressione, durissima, verso l'opposizione radicale.

Che cosa intendi per opposizione "integrabile"?

L'opposizione "integrabile" è rappresentata dal Partito Comunista e da tutta una serie di gruppi che non costituiscono un pericolo per la sopravvivenza del sistema se non perché possono rappresentare una alternativa di tipo riformista all'attuale regime franchista. L'opposizione radicale, cioè quella non integrabile, è rappresentata da tutta una serie di gruppi che vanno dal F.R.A.P. (Fronte Rivoluzionario Antifascista Patriottico, di ispirazione marxista-leninista) all'E.T.A. (indipendentisti baschi), oltre naturalmente agli anarchici.

Puoi farci qualche esempio dei due tipi di repressione?

Certo, esempi molto significativi. In questi ultimi mesi c'è stata una massiccia serie di arresti di componenti della Assemblea di Cataluña che è l'espressione catalana del parlamento, proposta dal Partito Comunista. La cosa è stata gonfiata con molta pubblicità, ma i detenuti a poco a poco sono stati liberati dopo aver pagato multe più simboliche che reali. Ricordo il caso di un arresto, il più recente; in un convento, dove com'è il loro costume, sono solito rifugiarsi questo tipo di "oppositori", sono state arrestate 67 persone. Erano tutti membri dell'Assemblea di Cataluña, tra essi molti avvocati, architetti e altri professionisti. Ebbene in quell'occasione il Governatore Civile di Barcellona ha fatto una pubblica conferenza stampa in cui ha sottolineato il trattamento gentile a cui erano sottoposti gli arrestati e ha rassicurato che sarebbero stati rimessi in libertà presto e che si sarebbe cercato di non dar loro multe, eccetera eccetera. Questo dimostra fino a che punto la posizione di compromesso del Partito Comunista sia arrivata.

E la repressione contro i rivoluzionari?

Beh, in questo caso, come ho detto, la musica cambia. La repressione si è scatenata in forma durissima, soprattutto in Catalogna, contro gli anarchici e una serie di gruppi che, anche se non si dichiarano anarchici, possono essere definiti antiautoritari e libertari. Contro il M.I.L. (Movimento Iberico di Liberazione), i G.A.A.C. (Gruppo Autonomi Antifascisti di Combattimento), la O.L.L.A. (Organizzazione Libertaria per la Lotta Armata, un nome inventato dalla polizia per etichettare un gruppo libertario), e tutti gli altri gruppi che si oppongono al regime con la lotta armata e che hanno creato in Catalogna una situazione che in un certo senso può essere paragonata a quella dei Paesi Baschi, anche se meno generalizzata, la repressione è durissima. Fin dalla prima ondata di arresti di compagni del M.I.L., nel 1973, la polizia ha cominciato a usare in Catalogna, come già faceva da anni nei Paesi Baschi, la tortura sistematica dei detenuti, usando il "quirofano" e altri sistemi di marca fascista.

Cos'è il "quirofano"?

Consiste nel legare il detenuto stesso su un'asse di dimensioni inferiori al suo corpo in modo che gli arti e la testa penzolino fuori, poi lo picchiano a sangue e versano sul suo corpo piagato acqua ora bollente, ora gelata. Il "quirofano", però, non è la tortura più feroce, un'altra sevizia praticamente normale consiste nell'appendere il detenuto per le mani al soffitto senza che i suoi piedi tocchino terra, per non parlare delle scariche elettriche ai genitali.
Navarro ha istituito delle brigate speciali che hanno il compito specifico di distruggere i gruppi di tendenza anarchica. L'Assassinio di Puig Antich, è un chiaro esempio della durezza repressiva. Il caso Antich, d'altro canto, ha anche dimostrato l'estremo disinteresse della sinistra riformista per gli anarchici. Infatti Antich, anche se non si era mai dichiarato anarchico, era considerato tale e la sinistra ufficiale spagnola non ha fatto nulla di concreto per cercare di salvarlo. In questi ultimi mesi, come ho detto, la situazione si è di nuovo inasprita: attualmente nelle carceri di Barcellona sono rinchiusi una trentina di anarchici.

Abbiamo visto che la situazione repressiva è estremamente drammatica in questo momento in Spagna; vorremmo avere ora una tua valutazione della situazione politica.

Con l'uscita dalla scena di Carrero Blanco si è iniziata una nuova fase politica nella evoluzione del franchismo. Infatti, se dopo la clamorosa eliminazione fisica del braccio destro di Franco si è verificata una crisi istituzionale, il regime è stato presto in grado di superarla: ha eliminato il gruppo dirigente del paese fino a quel momento (cioè i tecnocrati dell'Opus Dei) e parallelamente, come conseguenza della salita al potere di Arias Navarro, l'ha sostituita con un nuovo gruppo dirigente, costituito da un insieme di vecchi falangisti e di tecnocrati non legati all'Opus Dei. Comunque, quella che poteva sembrare una svolta a destra ha portato, almeno in apparenza, all'inizio di un processo di pseudo-liberalizzazione che è stato poi chiamato "apertura politica". Questa "apertura" si è concretizzata soprattutto nei settori della censura sulla stampa, della censura cinematografica, censura sull'editoria, eccetera. L'uscita dalla scena politica dell'Opus Dei non ha avuto come conseguenza, come molti pensano, l'accesso al potere degli ultras, poiché il franchismo ha trovato con la nomina di Arias Navarro un suo equilibrio nella continuità.
Questa "apertura" non ha significato naturalmente una democratizzazione reale del paese bensì un inganno creato in funzione della necessità da parte del capitalismo spagnolo di fronte all'Europa per entrare nella C.E.E. e quindi nell'economia europea. Quelli che hanno pensato che questo processo avrebbe portato direttamente a una democrazia in Spagna hanno commesso l'errore di non analizzare sufficientemente il ruolo che in Spagna gioca l'esercito. Un esercito politicizzato, un esercito in cui la tendenza di destra e fascista è ancora predominante e che pertanto non è disposto a fare concessioni che favoriscano un regime in cui perderebbe i suoi privilegi.
Un esempio dell'illusorietà delle speranze di coloro che sopravvalutano il processo pseudo-liberalizzatore è dato dalla destituzione di Diez Alegria, un uomo che occupava un'alta carica nell'esercito e che fu deposto senza tanti riguardi quando diede l'impressione di andare troppo "lontano" (in senso democratico). Questo è anche un tipico esempio della forza che i falangisti stile 1936 hanno ancora nel 1974. Riassumendo, si possono distinguere oggi in Spagna tre tendenze nettamente differenziate. Innanzitutto la tendenza "liberalizzatrice" (Opus Dei), favorevole a un cambio democratico e ad un'alleanza con la sinistra tradizionale, la sinistra dell'ordine. Poi c'è una tendenza di centro, pragmatica e circostanzialista. Infine c'è la tendenza fascista in senso storico, legata ai concetti di "crociata nazionale", ai "principi del 18 luglio", ecc.; è una tendenza questa che non bisogna sopravvalutare, ma neppure sottovalutare, perché essendo diffusa nell'esercito ne può influenzare le scelte. La situazione comunque è tale da far ritenere improbabile in Spagna una svolta democratica sul tipo di quella verificatasi in Portogallo.

Qual è esattamente la politica del Partito Comunista Español oggi?

Il P.C., come ho detto, rappresenta l'opposizione tradizionale e la sua ultima trovata politica opportunistica, cioè la Giunta Democratica, dimostra fino a quale punto sia disposto a scendere a compromessi col potere: si allea con la destra, scende a patti con la borghesia liberale. La Giunta Democratica suppone infatti una alleanza politica con una parte dell'Opus Dei e il Partito Carlista che è tradizionalmente reazionario (anche se oggi parla di autogestione!).

E le altre forze dell'opposizione tradizionale di "sinistra" che cosa pensano di questo compromesso del P.C.E.?

Sono forze riunite nella Assemblea de Cataluña ed è sintomatico il fatto che questa assemblea, che era sempre stata egemonizzata dal P.C., abbia preso posizione contro l'iniziativa della Giunta Democratica. Gruppi riformisti come quello di Carrillo o Bandera Roja hanno rifiutato di seguire il P.C. su questa strada perché temono di mettersi contro tutta la loro base militante. Anche i socialisti (P.S.O.E.) si sono schierati contro l'iniziativa e questo è stato il secondo gran fallimento del P.C. con la Giunta Democratica.

Qual è la situazione del mondo operaio, come si sviluppano le sue lotte?

Vi sono due tipi di lotta operaia. Da un lato quella delle Comisiones Obreras, controllate e manipolate da diversi gruppi politici e dall'altro la lotta autonoma che pone praticamente di nuovo in atto i principi dell'azione diretta proposta tradizionalmente dagli anarco-sindacalisti, anche se non si può dire che esista ancora un vero e proprio movimento anarco-sindacalista.
Le Comisiones Obreras quindi non controllano tutti i lavoratori. Anche se l'apparato esteriore dell C.O. è controllato dal P.C., il che le fa apparire come un sindacato comunista, in realtà sono controllate da tutti i gruppi politici esistenti che si spartiscono i vari settori. Le C.O. sono strumentalizzate al massimo e la manipolazione al loro interno ha raggiunto livelli incredibili.

Esiste attualmente una presenza anarchica nelle lotte operaie?

Come ho già accennato da tre/quattro anni si stanno sviluppando lotte autonome non controllate da gruppi politici, lotte nelle quali in questi ultimi tempi la presenza di molti libertari si è fatta sentire. In molte aziende catalane in lotta si sono formati gruppi di lavoratori che si sono dichiarati apertamente libertari e altri addirittura anarcosindacalisti.

Puoi citarci qualche esempio di presenza anarchica nelle lotte operaie?

Il più recente e il più significativo è il noto sciopero che per cinquanta giorni ha paralizzato l'intero comune di Bajo Llobregat alla periferia di Barcellona. E' il tipico esempio di uno sciopero iniziato spontaneamente dai lavoratori di una azienda, con un grado abbastanza elevato di coscienza e che non viene manipolato in nessun modo. I nostri compagni presenti hanno giocato un ruolo molto importante in funzione di stimolo e di esempio. A questo proposito vorrei denunciare l'aperta collaborazione della C.O. di questa azienda con il sindacato verticale del regime. La C.O. infatti ha proposto, fin dall'inizio della vertenza, un dialogo aperto con i padroni attraverso il sindacato verticale pur sapendo che le aspirazioni dei lavoratori erano ben diverse. La C.O. dopo aver tentato in un primo momento di restringere la lotta a obiettivi puramente economici per poterla controllare, visto fallire il suo tentativo l'ha poi sabotata apertamente invitando a più riprese gli operai a riprendere il lavoro. Non è questo comunque un caso unico: esistono a Barcellona e nel suo circondario industriale molte fabbriche in cui lavorano militanti anarchici e in cui c'è una presenza reale degli anarcosindacalisti.

Sono quindi ancora vive le tradizioni anarcosindacaliste nelle masse operaie?

E' difficile affermare che esiste una coscienza anarcosindacalista nelle masse operaie in senso tradizionale, in quanto sono passati trentacinque anni dalla fine della rivoluzione e i vecchi militanti o sono in esilio o in situazioni tali che non gli consentono una presenza attiva nelle lotte. C'è stata poi la generazione intermedia del dopoguerra assolutamente spoliticizzata e alla quale il regime ha potuto fare un lavaggio del cervello quasi completo. I giovani di oggi, coloro ai quali si deve la rinascita e lo sviluppo delle lotte attuali, sono arrivati alle posizioni anarcosindacaliste autonomamente, senza aver conosciuto il fenomeno storico dell'anarcosindacalismo, e questo mi pare un fatto molto positivo.

Quali sono i rapporti tra i vecchi e i giovani militanti del movimento anarchico spagnolo oggi?

Il movimento anarchico spagnolo oggi è essenzialmente un movimento giovane, non solo per l'età relativamente giovane della maggior parte dei suoi militanti, ma perché la sua ricomparsa è recente, Fino a tre anni a questa parte erano rimasti quei pochi militanti che non erano finiti all'esilio o in una bara. Per comprendere a fondo i rapporti esistenti tra il movimento giovane, quello sviluppatosi da tre anni a questa parte, e i vecchi, bisogna tener presente l'inesistenza di una generazione intermedia. C'è stato cioè un salto che non ha permesso da un lato il trasferimento da parte dei vecchi dell'esperienza da loro vissuta e dall'altro non ha permesso un ricambio che sarebbe stato vitale per il movimento e senza il quale molti compagni anziani si sono ridotti all'inattività totale.
La divisione creatasi nell'esilio per una serie di circostanze che sarebbe troppo lungo esaminare si è proiettata all'Interior su i vecchi rimasti ed ha influenzato per un certo tempo anche il movimento anarchico che stava rinascendo. Pertanto per diverso tempo il movimento giovane si trovò diviso sulla base di problemi che non erano suoi e che si proiettavano dall'esilio su di lui. E' passato molto tempo prima che si potesse proporre una Conferenza Libertaria che aprisse un dialogo tra tutti i giovani libertari spagnoli superando i problemi dei vecchi militanti. E' a partire da questa conferenza che appare una serie di pubblicazioni quali C.N.T. - Informa, Opcion, Action Anarcosindacalista. Alla Conferenza Libertaria parteciparono alcuni gruppi di Barcellona, alcuni di Madrid e quelli di Saragozza. A partire da questa Conferenza, superare le divisioni importate dall'esilio e lasciati fuori gli elemento non maturi, l'evoluzione del nuovo movimento è stata rapida ed ha portato, come dicevo prima, al formarsi di combattivi gruppi di fabbrica a Barcellona e nei dintorni. Nuovi gruppi si sono poi formati a Madrid, Valencia, Valladolid, in Galizia. Sono tutti gruppi con i quali manteniamo contatti diretti e con cui lavoriamo nella prospettiva di un futuro reale coordinamento. Conosco anche l'esistenza di gruppi anarchici in Andalusia e nel Nord della Spagna, ma di questi non posso dirvi di più perché non abbiamo la possibilità di aver contatti diretti. Purtroppo le nostre attività di propaganda ed editoriali sono molto ridotte per la mancanza completa di mezzi economici. Negli ultimi anni tuttavia sono state pubblicate diverse riviste come "Action Directa" si Saragozza, "Tribuna Libertaria" di Barcellona, "Negro y Rojo", "Ascatasuna" nei Paesi Baschi, oltre a "C.N.T. - Informa" ed "Opcion" nella quale noi riponiamo molte speranze per un dibattito approfondito all'interno del movimento. Purtroppo poche di queste riviste hanno potuto continuare le pubblicazioni.

Cosa pensate tu e il tuo gruppo sull'avvenire del movimento anarchico in Spagna?

Noi riteniamo ancora perfettamente valido l'anarcosindacalismo e ne vediamo una prova nella nascita spontanea di molti gruppi libertari di fabbrica. Riteniamo che dovranno essere proprio questi gruppi, r in genere tutti i gruppi che vedono nell'anarcosindacalismo un utile strumento di lotta, ad autorganizzarsi quando crederanno che sia opportuno. Che decidano di chiamarsi C.N.T. o di darsi qualsiasi altra sigla per noi non ha nessuna importanza: la C.N.T. ha un glorioso passato di lotte ma non è la sigla la cosa più importante, bensì la realtà che ci sta dietro.
Io credo che esistano in spagna condizioni favorevoli allo sviluppo del movimento anarchico; lo si può notare dall'estendersi di un fenomeno generalizzato di rifiuto di tutte le forme gerarchiche e di tutti i fenomeni autoritari e questo fenomeno si verifica tanto a livello di gruppi politici, che sono continuamente abbandonati dai loro militanti, quanto a livello di tutte le strutture autoritarie: la famiglia, la scuola, la fabbrica. Questo fatto dà molte speranze al nostro movimento, ma è necessario che su questo rifiuto genericamente antiautoritario si inserisca una propaganda anarchica più continua e più massiccia, affinché questi giovani possano trovare uno sbocco alla loro ribellione, possano passare dalla fase passiva del rifiuto alla fase attiva e vitale della lotta anarchica.

U. Monte

NELLE GALERE DI BARCELLONA

Elenco dei compagni attualmente detenuti in carcere per "attività anarchica" a Barcellona.

ENRIQUE CONDE MARTIN a disposizione del tribunale per l'Ordine Pubblico. Chiesti dal P.M. 11 anni
MANOLO JURADO ARJONA a disposizione del T.O.P. e del Tribunale Militare
LUIS ANDRES EDO a disposizione del T.O.P.
LUIS BURRO MOLINA a disposizione del T.O.P.
DAVID URBANO BERMUDEZ a disposizione del T.O.P.; ha già condanne precedenti pendenti per 4 anni
JUAN FERRAN SERAFINI a disposizione del T.O.P.
FRANCISCO JAVIER GARRIGA PAITUVI a disposizione del T.O.P.; chiesti dal P.M. 5 anni
ORIOL SOLE SUGRANES condannato a 46 anni. Ha cause pendenti con il T.O.P. e con il Tribunal Militar
JUAN VINYOLAS a disposizione del T.O.P. e del Tribunal Militar
RAMON CARRION a disposizione del T.O.P. e del Tribunal Militar
PEDRO BATRES a disposizione del T.O.P. e del Tribunal Militar
ROBERTO SAFONT a disposizione del T.O.P. e del Tribunal Militar
VENTURA ROMERO TAJES a disposizione del T.O.P. e del Tribunal Militar
JOSE' LLUIS PONS LLOBET condannato a 52 anni. Cause pendenti con il T.O.P. e nel Tribunal Militar; condotto il 16.10.74 al centro di osservazione (Carabanchel).
CARLOS MONGES a disposizione del T.O.P.
RODRIGUEZ DIONISIO FABRIANI BERNARDI a disposizione del T.O.P.; chiesti dal p.m. 4 anni
SANTIAGO SOLE AMIGO a disposizione del T.O.P.; chiesti dal p.m. 5 anni
JORGE ESPINET BORNAT a disposizione del T.O.P.
JULIAN HERRERO LORENTE condannato a morte gli è stata commutata la pena. Gli restano da scontare 19 anni e 5 mesi.
RAIMON SOLE SUGRANYE a disposizione del Tribunal Militar
JOSE ANTONIO GELABERT BASSA a disposizione del Tribunal Militar
JOSE ANTONIO PINEIRO HUGUET a disposizione del Tribunal Militar
JOSE MARIA VIVES MARCARO a disposizione del Tribunal Militar
NURIA BALLART chiesti dal P.M. del T.O.P. 8 anni e a disposizione del Tribunal Militar
GEORGINA NICOLAU a disposizione del T.O.P. e del Tribunal Militar
FERNANDEZ ANGUSTIAS MATEO condannata a 5 anni dal Tribunal Militar