Rivista Anarchica Online
L'anarchismo iberico tra repressione e lotte
operaie
di U. Monte
Intervista con un giovane spagnolo sfuggito all'arresto
Un anarchico, fuggito
recentemente dalla Spagna, è venuto a trovarci in questi giorni in redazione. Ne
abbiamo approfittato per farci raccontare di prima mano qual è oggi la situazione in Spagna. Il
compagno
non si è fatto pregare: sta girando l'Europa appunto per denunciare, ai giornali che non
manipolano le
notizie, le nefandezze del regime franchista e la blanda opposizione della sinistra cosiddetta "ufficiale".
Il
compagno che si chiama Paco T. e militava in un gruppo di Barcellona ha ventitré anni e fa, o
meglio faceva,
l'impiegato. Ora, esule, fa diversi lavori occasionali. Un mattino dello scorso luglio stava andando in
ufficio
in taxi quando si è accorto che nelle vicinanze erano appostati dei poliziotti. Ha subito capito che
aspettavano lui e con il pretesto di aver dimenticato una borsa in un bar, ha chiesto al tassista di
proseguire
senza fermarsi davanti alla ditta. "Sono stati attimi di vera paura - confessa Paco - perché ho avuto la netta
sensazione che anche il tassista
aveva notato i poliziotti appostati e si era accorto che la borsa dimenticata non era che un pretesto per
non
fermarmi. Comunque ha proseguito e per tutto il percorso ha continuato a parlare di
corride.
Ti aspettavi di essere
arrestato?
La repressione si era acuita fin dall'inizio dell'estate colpendo
il movimento anarchico soprattutto in Catalogna.
Moltissimi compagni sono finiti in carcere, moltissimi hanno scelto, come me, la via dell'esilio, altri
ancora sono
rimasti a lottare nella clandestinità pur sapendo di correre gravi rischi. Io sono rimasto fino
all'ultimo, ma quando
mi sono visto scoperto ho dovuto andarmene perché ero diventato un pericolo per i miei
compagni. Resistere alla
tortura pare sia impossibile...
Come sei riuscito a lasciare la
Spagna?
Non è stato troppo difficile perché in
momenti come questo i nostri gruppi sono organizzati per far espatriare
clandestinamente i compagni in pericolo. Comunque ho dovuto fare un'estenuante camminata attraverso
le
montagne, per mulattiere e sentieri perché ai posti di frontiera la polizia è attentissima
e il passaporto falso può
diventare una trappola.
Sei quindi arrivato felicemente in Francia.
Com'è, lì, la situazione per i rifugiati politici?
Noi libertari ci troviamo abbastanza bene perché
abbiamo l'appoggio del movimento anarchico in esilio che è ben
organizzato e sempre disponibile alla solidarietà. Non dobbiamo però dimenticare che
c'è una stretta
collaborazione tra la polizia francese e quella spagnola per cui i primi giorni è pericoloso rivelare
la nostra
presenza soprattutto nelle provincie di frontiera. Ma una volta chiesto l'asilo politico (io sto per farlo)
siamo
abbastanza a posto. Nel senso che non ci possono più restituire alla polizia spagnola.
(Avviene infatti spesso che
i fuoriusciti sorpresi dai gendarmi francesi in paesini dei Pirenei, appena scappati dalla Spagna, vengono
catturati e consegnati ai poliziotti spagnoli, i quali tra l'altro spesso sconfinano in Francia tranquillamente
per inseguire dei fuggiaschi n.d.r.).
Ma ora parlaci un po' della Spagna. E' proprio
così dura la repressione?
C'è stato proprio un durissimo giro di vite dopo la
morte di Carrero Blanco. Non bisogna dimenticare che il suo
successore, Arias Navarro, durante la rivoluzione era stato autore di numerosi e sanguinosi massacri.
Navarro ha
subito dotato i corpi di polizia, fino allora armati alla buona, di moderni strumenti di repressione.
Conoscendo
il suo passato non ci siamo stupiti del ritorno alla linea dura. Ma il fatto più sconcertante
è dato dalla selettività
della sua politica repressiva. Mi spiego meglio: Navarro ha messo in atto due tipi di repressione, uno
abbastanza
blando verso l'opposizione tradizionale "integrabile", quella che attualmente recita la commedia delle
Giunte
Democratiche e della pseudo-apertura, e un'altra repressione, durissima, verso l'opposizione
radicale.
Che cosa intendi per opposizione
"integrabile"?
L'opposizione "integrabile" è rappresentata dal
Partito Comunista e da tutta una serie di gruppi che non
costituiscono un pericolo per la sopravvivenza del sistema se non perché possono rappresentare
una alternativa
di tipo riformista all'attuale regime franchista. L'opposizione radicale, cioè quella non integrabile,
è rappresentata
da tutta una serie di gruppi che vanno dal F.R.A.P. (Fronte Rivoluzionario Antifascista Patriottico, di
ispirazione
marxista-leninista) all'E.T.A. (indipendentisti baschi), oltre naturalmente agli anarchici.
Puoi farci qualche esempio dei due tipi di
repressione?
Certo, esempi molto significativi. In questi ultimi mesi
c'è stata una massiccia serie di arresti di componenti della
Assemblea di Cataluña che è l'espressione catalana del parlamento, proposta
dal Partito Comunista. La cosa è
stata gonfiata con molta pubblicità, ma i detenuti a poco a poco sono stati liberati dopo aver
pagato multe più
simboliche che reali. Ricordo il caso di un arresto, il più recente; in un convento, dove
com'è il loro costume,
sono solito rifugiarsi questo tipo di "oppositori", sono state arrestate 67 persone. Erano tutti membri
dell'Assemblea di Cataluña, tra essi molti avvocati, architetti e altri professionisti.
Ebbene in quell'occasione
il Governatore Civile di Barcellona ha fatto una pubblica conferenza stampa in cui ha sottolineato il
trattamento
gentile a cui erano sottoposti gli arrestati e ha rassicurato che sarebbero stati rimessi in libertà
presto e che si
sarebbe cercato di non dar loro multe, eccetera eccetera. Questo dimostra fino a che punto la posizione
di
compromesso del Partito Comunista sia arrivata.
E la repressione contro i
rivoluzionari?
Beh, in questo caso, come ho detto, la musica cambia. La
repressione si è scatenata in forma durissima,
soprattutto in Catalogna, contro gli anarchici e una serie di gruppi che, anche se non si dichiarano
anarchici,
possono essere definiti antiautoritari e libertari. Contro il M.I.L. (Movimento Iberico di Liberazione), i
G.A.A.C.
(Gruppo Autonomi Antifascisti di Combattimento), la O.L.L.A. (Organizzazione Libertaria per la Lotta
Armata,
un nome inventato dalla polizia per etichettare un gruppo libertario), e tutti gli altri gruppi che si
oppongono al
regime con la lotta armata e che hanno creato in Catalogna una situazione che in un certo senso
può essere
paragonata a quella dei Paesi Baschi, anche se meno generalizzata, la repressione è durissima.
Fin dalla prima
ondata di arresti di compagni del M.I.L., nel 1973, la polizia ha cominciato a usare in Catalogna, come
già faceva
da anni nei Paesi Baschi, la tortura sistematica dei detenuti, usando il "quirofano" e altri
sistemi di marca fascista.
Cos'è il
"quirofano"?
Consiste nel legare il detenuto stesso su un'asse di dimensioni
inferiori al suo corpo in modo che gli arti e la testa
penzolino fuori, poi lo picchiano a sangue e versano sul suo corpo piagato acqua ora bollente, ora gelata.
Il
"quirofano", però, non è la tortura più feroce, un'altra sevizia
praticamente normale consiste nell'appendere il
detenuto per le mani al soffitto senza che i suoi piedi tocchino terra, per non parlare delle scariche
elettriche ai
genitali. Navarro ha istituito delle brigate speciali
che hanno il compito specifico di distruggere i gruppi di tendenza
anarchica. L'Assassinio di Puig Antich, è un chiaro esempio della durezza repressiva. Il caso
Antich, d'altro
canto, ha anche dimostrato l'estremo disinteresse della sinistra riformista per gli anarchici. Infatti Antich,
anche
se non si era mai dichiarato anarchico, era considerato tale e la sinistra ufficiale spagnola non ha fatto
nulla di
concreto per cercare di salvarlo. In questi ultimi mesi, come ho detto, la situazione si è di nuovo
inasprita:
attualmente nelle carceri di Barcellona sono rinchiusi una trentina di anarchici.
Abbiamo visto che la situazione repressiva
è estremamente drammatica in questo momento in Spagna;
vorremmo avere ora una tua valutazione della situazione politica.
Con l'uscita dalla scena di Carrero Blanco si è
iniziata una nuova fase politica nella evoluzione del franchismo.
Infatti, se dopo la clamorosa eliminazione fisica del braccio destro di Franco si è verificata una
crisi istituzionale,
il regime è stato presto in grado di superarla: ha eliminato il gruppo dirigente del paese fino a quel
momento (cioè
i tecnocrati dell'Opus Dei) e parallelamente, come conseguenza della salita al potere di
Arias Navarro, l'ha
sostituita con un nuovo gruppo dirigente, costituito da un insieme di vecchi falangisti e di tecnocrati non
legati
all'Opus Dei. Comunque, quella che poteva sembrare una svolta a destra ha portato,
almeno in apparenza,
all'inizio di un processo di pseudo-liberalizzazione che è stato poi chiamato "apertura politica".
Questa
"apertura" si è concretizzata soprattutto nei settori della censura sulla stampa, della censura
cinematografica,
censura sull'editoria, eccetera. L'uscita dalla scena politica dell'Opus Dei non ha avuto come
conseguenza, come
molti pensano, l'accesso al potere degli ultras, poiché il franchismo ha trovato con
la nomina di Arias Navarro
un suo equilibrio nella continuità. Questa
"apertura" non ha significato naturalmente una democratizzazione reale del paese bensì un
inganno creato
in funzione della necessità da parte del capitalismo spagnolo di fronte all'Europa per entrare nella
C.E.E. e quindi
nell'economia europea. Quelli che hanno pensato che questo processo avrebbe portato direttamente a
una
democrazia in Spagna hanno commesso l'errore di non analizzare sufficientemente il ruolo che in Spagna
gioca
l'esercito. Un esercito politicizzato, un esercito in cui la tendenza di destra e fascista è ancora
predominante e
che pertanto non è disposto a fare concessioni che favoriscano un regime in cui perderebbe i suoi
privilegi. Un esempio dell'illusorietà delle
speranze di coloro che sopravvalutano il processo pseudo-liberalizzatore è dato
dalla destituzione di Diez Alegria, un uomo che occupava un'alta carica nell'esercito e che fu deposto
senza tanti
riguardi quando diede l'impressione di andare troppo "lontano" (in senso democratico). Questo è
anche un tipico
esempio della forza che i falangisti stile 1936 hanno ancora nel 1974. Riassumendo, si possono
distinguere oggi
in Spagna tre tendenze nettamente differenziate. Innanzitutto la tendenza "liberalizzatrice" (Opus
Dei), favorevole
a un cambio democratico e ad un'alleanza con la sinistra tradizionale, la sinistra dell'ordine. Poi
c'è una tendenza
di centro, pragmatica e circostanzialista. Infine c'è la tendenza fascista in senso storico, legata ai
concetti di
"crociata nazionale", ai "principi del 18 luglio", ecc.; è una tendenza questa che non bisogna
sopravvalutare, ma
neppure sottovalutare, perché essendo diffusa nell'esercito ne può influenzare le scelte.
La situazione comunque
è tale da far ritenere improbabile in Spagna una svolta democratica sul tipo di quella verificatasi
in Portogallo.
Qual è esattamente la politica del
Partito Comunista Español oggi?
Il P.C., come ho detto, rappresenta l'opposizione tradizionale
e la sua ultima trovata politica opportunistica, cioè
la Giunta Democratica, dimostra fino a quale punto sia disposto a scendere a compromessi col potere:
si allea con
la destra, scende a patti con la borghesia liberale. La Giunta Democratica suppone infatti una alleanza
politica
con una parte dell'Opus Dei e il Partito Carlista che è tradizionalmente reazionario
(anche se oggi parla di
autogestione!).
E le altre forze dell'opposizione tradizionale
di "sinistra" che cosa pensano di questo compromesso del
P.C.E.?
Sono forze riunite nella Assemblea de
Cataluña ed è sintomatico il fatto che questa assemblea, che era sempre
stata egemonizzata dal P.C., abbia preso posizione contro l'iniziativa della Giunta Democratica. Gruppi
riformisti
come quello di Carrillo o Bandera Roja hanno rifiutato di seguire il P.C. su questa strada perché
temono di
mettersi contro tutta la loro base militante. Anche i socialisti (P.S.O.E.) si sono schierati contro l'iniziativa
e
questo è stato il secondo gran fallimento del P.C. con la Giunta Democratica.
Qual è la situazione del mondo operaio,
come si sviluppano le sue lotte?
Vi sono due tipi di lotta operaia. Da un lato quella delle
Comisiones Obreras, controllate e manipolate da diversi
gruppi politici e dall'altro la lotta autonoma che pone praticamente di nuovo in atto i principi dell'azione
diretta
proposta tradizionalmente dagli anarco-sindacalisti, anche se non si può dire che esista ancora
un vero e proprio
movimento anarco-sindacalista. Le
Comisiones Obreras quindi non controllano tutti i lavoratori. Anche se l'apparato esteriore
dell C.O. è
controllato dal P.C., il che le fa apparire come un sindacato comunista, in realtà sono controllate
da tutti i gruppi
politici esistenti che si spartiscono i vari settori. Le C.O. sono strumentalizzate al massimo e la
manipolazione
al loro interno ha raggiunto livelli incredibili.
Esiste attualmente una presenza anarchica nelle
lotte operaie?
Come ho già accennato da tre/quattro anni si stanno
sviluppando lotte autonome non controllate da gruppi
politici, lotte nelle quali in questi ultimi tempi la presenza di molti libertari si è fatta sentire. In
molte aziende
catalane in lotta si sono formati gruppi di lavoratori che si sono dichiarati apertamente libertari e altri
addirittura
anarcosindacalisti.
Puoi citarci qualche esempio di presenza
anarchica nelle lotte operaie?
Il più recente e il più significativo è
il noto sciopero che per cinquanta giorni ha paralizzato l'intero comune di
Bajo Llobregat alla periferia di Barcellona. E' il tipico esempio di uno sciopero iniziato spontaneamente
dai
lavoratori di una azienda, con un grado abbastanza elevato di coscienza e che non viene manipolato in
nessun
modo. I nostri compagni presenti hanno giocato un ruolo molto importante in funzione di stimolo e di
esempio.
A questo proposito vorrei denunciare l'aperta collaborazione della C.O. di questa azienda con il sindacato
verticale del regime. La C.O. infatti ha proposto, fin dall'inizio della vertenza, un dialogo aperto con i
padroni
attraverso il sindacato verticale pur sapendo che le aspirazioni dei lavoratori erano ben diverse. La C.O.
dopo aver
tentato in un primo momento di restringere la lotta a obiettivi puramente economici per poterla
controllare, visto
fallire il suo tentativo l'ha poi sabotata apertamente invitando a più riprese gli operai a riprendere
il lavoro. Non
è questo comunque un caso unico: esistono a Barcellona e nel suo circondario industriale molte
fabbriche in cui
lavorano militanti anarchici e in cui c'è una presenza reale degli anarcosindacalisti.
Sono quindi ancora vive le tradizioni
anarcosindacaliste nelle masse operaie?
E' difficile affermare che esiste una coscienza
anarcosindacalista nelle masse operaie in senso tradizionale, in
quanto sono passati trentacinque anni dalla fine della rivoluzione e i vecchi militanti o sono in esilio o in
situazioni tali che non gli consentono una presenza attiva nelle lotte. C'è stata poi la generazione
intermedia del
dopoguerra assolutamente spoliticizzata e alla quale il regime ha potuto fare un lavaggio del cervello
quasi
completo. I giovani di oggi, coloro ai quali si deve la rinascita e lo sviluppo delle lotte attuali, sono arrivati
alle
posizioni anarcosindacaliste autonomamente, senza aver conosciuto il fenomeno storico
dell'anarcosindacalismo,
e questo mi pare un fatto molto positivo.
Quali sono i rapporti tra i vecchi e i giovani
militanti del movimento anarchico spagnolo oggi?
Il movimento anarchico spagnolo oggi è
essenzialmente un movimento giovane, non solo per l'età relativamente
giovane della maggior parte dei suoi militanti, ma perché la sua ricomparsa è recente,
Fino a tre anni a questa
parte erano rimasti quei pochi militanti che non erano finiti all'esilio o in una bara. Per comprendere a
fondo i
rapporti esistenti tra il movimento giovane, quello sviluppatosi da tre anni a questa parte, e i vecchi,
bisogna tener
presente l'inesistenza di una generazione intermedia. C'è stato cioè un salto che non ha
permesso da un lato il
trasferimento da parte dei vecchi dell'esperienza da loro vissuta e dall'altro non ha permesso un ricambio
che
sarebbe stato vitale per il movimento e senza il quale molti compagni anziani si sono ridotti
all'inattività totale. La divisione creatasi
nell'esilio per una serie di circostanze che sarebbe troppo lungo esaminare si è proiettata
all'Interior su i vecchi rimasti ed ha influenzato per un certo tempo anche il movimento
anarchico che stava
rinascendo. Pertanto per diverso tempo il movimento giovane si trovò diviso sulla base di
problemi che non erano
suoi e che si proiettavano dall'esilio su di lui. E' passato molto tempo prima che si potesse proporre una
Conferenza Libertaria che aprisse un dialogo tra tutti i giovani libertari spagnoli superando i problemi dei
vecchi
militanti. E' a partire da questa conferenza che appare una serie di pubblicazioni quali
C.N.T. - Informa, Opcion,
Action Anarcosindacalista. Alla Conferenza Libertaria parteciparono alcuni gruppi di Barcellona,
alcuni di
Madrid e quelli di Saragozza. A partire da questa Conferenza, superare le divisioni importate dall'esilio
e lasciati
fuori gli elemento non maturi, l'evoluzione del nuovo movimento è stata rapida ed ha portato,
come dicevo prima,
al formarsi di combattivi gruppi di fabbrica a Barcellona e nei dintorni. Nuovi gruppi si sono poi formati
a Madrid,
Valencia, Valladolid, in Galizia. Sono tutti gruppi con i quali manteniamo contatti diretti e con cui
lavoriamo
nella prospettiva di un futuro reale coordinamento. Conosco anche l'esistenza di gruppi anarchici in
Andalusia
e nel Nord della Spagna, ma di questi non posso dirvi di più perché non abbiamo la
possibilità di aver contatti
diretti. Purtroppo le nostre attività di propaganda ed editoriali sono molto ridotte per la mancanza
completa di
mezzi economici. Negli ultimi anni tuttavia sono state pubblicate diverse riviste come "Action
Directa" si
Saragozza, "Tribuna Libertaria" di Barcellona, "Negro y Rojo",
"Ascatasuna" nei Paesi Baschi, oltre a "C.N.T. -
Informa" ed "Opcion" nella quale noi riponiamo molte speranze per un dibattito
approfondito all'interno del
movimento. Purtroppo poche di queste riviste hanno potuto continuare le pubblicazioni.
Cosa pensate tu e il tuo gruppo sull'avvenire
del movimento anarchico in Spagna?
Noi riteniamo ancora perfettamente valido
l'anarcosindacalismo e ne vediamo una prova nella nascita spontanea
di molti gruppi libertari di fabbrica. Riteniamo che dovranno essere proprio questi gruppi, r in genere tutti
i gruppi
che vedono nell'anarcosindacalismo un utile strumento di lotta, ad autorganizzarsi quando crederanno
che sia
opportuno. Che decidano di chiamarsi C.N.T. o di darsi qualsiasi altra sigla per noi non ha nessuna
importanza:
la C.N.T. ha un glorioso passato di lotte ma non è la sigla la cosa più importante,
bensì la realtà che ci sta dietro. Io
credo che esistano in spagna condizioni favorevoli allo sviluppo del movimento anarchico; lo si
può notare
dall'estendersi di un fenomeno generalizzato di rifiuto di tutte le forme gerarchiche e di tutti i fenomeni
autoritari
e questo fenomeno si verifica tanto a livello di gruppi politici, che sono continuamente abbandonati dai
loro
militanti, quanto a livello di tutte le strutture autoritarie: la famiglia, la scuola, la fabbrica. Questo fatto
dà molte
speranze al nostro movimento, ma è necessario che su questo rifiuto genericamente
antiautoritario si inserisca una
propaganda anarchica più continua e più massiccia, affinché questi giovani
possano trovare uno sbocco alla loro
ribellione, possano passare dalla fase passiva del rifiuto alla fase attiva e vitale della lotta
anarchica.
U. Monte
NELLE GALERE DI
BARCELLONA
Elenco dei compagni attualmente detenuti in carcere per
"attività anarchica" a Barcellona. |
ENRIQUE CONDE
MARTIN |
a disposizione del tribunale per l'Ordine Pubblico.
Chiesti dal P.M. 11 anni |
MANOLO JURADO
ARJONA |
a disposizione del T.O.P. e del Tribunale
Militare |
LUIS ANDRES
EDO |
a disposizione del T.O.P. |
LUIS BURRO
MOLINA |
a disposizione del T.O.P. |
DAVID URBANO
BERMUDEZ |
a disposizione del T.O.P.; ha già condanne
precedenti
pendenti per 4 anni |
JUAN FERRAN
SERAFINI |
a disposizione del T.O.P. |
FRANCISCO JAVIER
GARRIGA PAITUVI |
a disposizione del T.O.P.; chiesti dal P.M. 5
anni |
ORIOL SOLE
SUGRANES |
condannato a 46 anni. Ha cause pendenti con il T.O.P.
e
con il Tribunal Militar |
JUAN
VINYOLAS |
a disposizione del T.O.P. e del Tribunal
Militar |
RAMON
CARRION |
a disposizione del T.O.P. e del Tribunal
Militar |
PEDRO
BATRES |
a disposizione del T.O.P. e del Tribunal
Militar |
ROBERTO
SAFONT |
a disposizione del T.O.P. e del Tribunal
Militar |
VENTURA ROMERO
TAJES |
a disposizione del T.O.P. e del Tribunal
Militar |
JOSE' LLUIS PONS
LLOBET |
condannato a 52 anni. Cause pendenti con il T.O.P. e nel
Tribunal Militar; condotto il 16.10.74 al centro di
osservazione (Carabanchel). |
CARLOS
MONGES |
a disposizione del T.O.P. |
RODRIGUEZ DIONISIO
FABRIANI BERNARDI |
a disposizione del T.O.P.; chiesti dal p.m. 4
anni |
SANTIAGO SOLE
AMIGO |
a disposizione del T.O.P.; chiesti dal p.m. 5
anni |
JORGE ESPINET
BORNAT |
a disposizione del T.O.P. |
JULIAN HERRERO
LORENTE |
condannato a morte gli è stata commutata la pena.
Gli
restano da scontare 19 anni e 5 mesi. |
RAIMON SOLE
SUGRANYE |
a disposizione del Tribunal Militar |
JOSE ANTONIO GELABERT
BASSA |
a disposizione del Tribunal Militar |
JOSE ANTONIO PINEIRO
HUGUET |
a disposizione del Tribunal Militar |
JOSE MARIA VIVES
MARCARO |
a disposizione del Tribunal Militar |
NURIA
BALLART |
chiesti dal P.M. del T.O.P. 8 anni e a disposizione del
Tribunal Militar |
GEORGINA
NICOLAU |
a disposizione del T.O.P. e del Tribunal
Militar |
FERNANDEZ ANGUSTIAS
MATEO |
condannata a 5 anni dal Tribunal
Militar |
|