Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 4 nr. 33
novembre 1974


Rivista Anarchica Online

LETTURE
a cura della Redazione

THE ANARCHISTS IN THE RUSSIAN REVOLUTION ,
a cura di Paul Avrich, Cornell University Press, Ithaca (New York, U.S.A.), 1973, pp. 179 prezzo non specificato.
E' un vero peccato che finora esista solo l'edizione in lingua inglese di questo volume dedicato a Gli anarchici nella rivoluzione russa, poiché esso è valido sia per lo studio sia per la propaganda. Si tratta infatti di una antologia di scritti e documenti anarchici molti dei quali sconosciuti al lettore italiano, raccolti e organicamente sistemati da Paul Avrich, un professore universitario statunitense, anarchico, che ha già pubblicato alcuni studi sull'anarchismo (fra i quali ne ricordiamo uno sulla rivolta di Kronstadt ed un altro sulla figura e l'opera di Pietro Kropotkin).
All'inizio del volume vi è un saggio introduttivo di una ventina di pagine, utile alla presentazione della tematica trattata e soprattutto come "un filo rosso-nero" per collegare i molti brani che compongono l'antologia. Quest'ultima è divisa in nove capitoli dedicati ai seguenti temi: la rivoluzione di febbraio, aspetti dell'anarchismo, il controllo operaio, la rivoluzione sociale, l'insurrezione di ottobre, la guerra civile, Makhno, anarchici in prigione, Kronstadt. Ognuno di questi capitoli è preceduta, a sua volta, da una nota specifica introduttiva. E' veramente impossibile esaurire in queste poche righe la presentazione di un libro come questo che costituisce sia una miniera di informazioni inedite e comunque interessanti, sia uno stimolo allo studio della storica esperienza russa del 1917-21. Ci limiteremo quindi a citare alcuni dei documenti riportati nel volume. Innanzitutto la risposta, redatta da un gruppo di esuli anarchici russi a Ginevra (nell'agosto 1916), in polemica con l'interventismo di Kropotkin e di altri rinomati anarchici. Interessante pure la dichiarazione sulla questione del controllo operaio da parte dell'Unione di propaganda anarco-sindacalista di Pietrogrado; una nota sul sindacalismo di Karelin; alcuni scritti di Shapiro, Volin Maksimov ed altri militanti anarchici russi; il testo delle tre rivoluzioni dalla prima conferenza pan-russa degli anarco-sindacalisti (tenutasi nell'agosto 1918), duramente polemica con le scelte politiche ed economiche dei bolscevichi. Concludiamo la presentazione di questo volume segnalando i quattro documenti che formano l'ottavo capitolo, quello dedicato agli anarchici in prigione: una lettera dal carcere di P. Mogila, la descrizione di una giornata trascorsa nelle celle della famigerata CEKA da parte di G. P. Maksimov; due lettere inviate a Lenin da Kropotkin in data 4 marzo e 21 dicembre 1920; infine, il messaggio ai lavoratori occidentali, scritto dallo stesso Kropotkin nel giugno 1920.
Degna di nota è pure la veste grafica del volume, decisamente migliore della medie delle edizioni anarchiche: molte foto inedite corredano il testo, contribuendo anch'esse ad avvicinare il lettore a quella immagine veritiera dell'anarchismo russo che mezzo secolo di propaganda bolscevica (e borghese) ha cercato di cancellare.

INSEGNAMENTI DELLA RIVOLUZIONE SPAGNOLA (1936-1939),
di Vernon Richards, collana "V.Vallera", Pistoia 1974, pp. 224, lire 1.500.
Moltissimi libri sono stati scritti da protagonisti e storici di ogni parte politica su quel grandioso avvenimento che fu la rivoluzione sociale spagnola, scoppiata il 19 luglio 1936 e soffocata nel sangue dai falangisti di Franco (mentre all'interno dello schieramento anti-fascista le forze filo-borghesi, capeggiate dai comunisti stalinisti, facevano di tutto per stroncare il carattere libertario assunto dal moto rivoluzionario). Purtroppo vi sono ben poche opere di parte anarchica in lingua italiana sull'argomento, mentre in spagnolo ed in francese (ed in misura minore anche in inglese) la pubblicistica anarchica annovera alcuni libri di fondamentale importanza. Basti citare i tre volumi su "LA C.N.T. nella rivoluzione spagnola" di José Peirats, pubblicati solo in spagnolo, che costituiscono una base indispensabile per chiunque si avvicini allo studio della rivoluzione spagnola.
In questa generale carenza di scritti, la ripubblicazione dell'ormai esaurito Insegnamenti della rivoluzione spagnola (prima ediz.: Edizioni R.L., Genova 1957) non può che essere salutata con favore, data la serietà e l'interesse del volume. L'autore, anarchico di vecchia data, non prese parte direttamente agli avvenimenti di cui scrive, ma ciò nulla toglie alla validità del bilancio che cerca di trarre da una attenta analisi del comportamento degli anarchici e degli anarco-sindacalisti. Il volume, infatti, è un'analisi ben documentata, vivacemente polemica nei confronti delle gravi deviazioni burocratiche ed accentratrici che caratterizzano tante scelte politiche degli anarchici, soprattutto di quelli più influenti nella F.A.I. ed ancor più nella C.N.T. Certo alla lettura di questo volume va aggiunta quella di altri testi, specificamente dedicati alle grandi realizzazioni pratiche messe in atto dai lavoratori libertari spagnoli in quegli anni: questo perché, se indubbiamente giuste sono le richieste mosse dal Richards ad ampi settori della C.N.T.-F.A.I. per scelte politiche gravemente sbagliate ed a volte suicide, è pur sempre innegabile (lo stesso Richards ne conviene, ma dedica all'argomento solo poche pagine) che nel suo insieme le realizzazioni dell'anarchismo iberico nel periodo dal 1936-39 restano quanto di meglio gli sfruttati sono riusciti a realizzare nel lungo e faticoso cammino verso l'emancipazione totale.
Per concludere segnaliamo l'interessante bibliografia ragionata nella quale l'autore prende in esame le più significative opere sulla rivoluzione spagnola pubblicate dall'uscita della prima edizione del volume fino ai giorni nostri.