Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 28 nr. 245
maggio 1998


Rivista Anarchica Online

Fine pena 2024

A Bologna, presso i1 Centro di Documentazione Anarchico Ripicchio in via Mascarella, dal 23 febbraio al 28 marzo è stata all'estita a cura del C.D.A. Ripicchio un'esposizione di 20 opere grafiche realizzate al computer da Horst Fantazzini. All'inaugurazione erano presenti diversi compagni, alcuni giornalisti e i bravissimi musicisti del "Quartetto Zappalà" che hanno dedicato un concerto a Horst.
Per raccontare Horst ci vorrebbe lo spazio di un'enciclopedia (magari su CD Rom), più difficile poterlo fare in poche righe... ma più della quantità esorbitante di aneddoti e di fatti che riguardano la sua straordinaria esistenza - a partira dalla sua nascita scomoda e "ribelle" e la prima infanzia trascorsa sotto le bombe nella Germania mortoriata dal nazismo e dalla guerra: sua madre, Bertha, era tedesca e suo padre era l'anarchico Libero, figura ormai leggendaria a Bologna e legata anche alla rivoluzione spagnola del '36 - che pure meritano un libro e un film di prima qualità (che presto usciranno), colpisce la densità e la ricchezza del suo mondo interiore.
Horst è sempre stato una persona espressiva e creativa, dolcissima, mai banale. Una persona che ha vissuto senza risparmiarsi, pagando sempre care le sue scelte, e che non ha mai rinnegato le sue idee e i suoi sentimenti, anche quando c'erano i "saldi di fine stagione" e il pentitismo dilagava.
Da diversi anni con abilità e fantasia, aggiornandosi sempre su nuove tecniche grafiche, usa il computer come una finestra, la sua personalissima finestra sul mondo.
Realizza progetti grafici per il Comune di Alessandria, ma non gli permettono di mettere il naso fuori. Neanche per vedere i suoi bellissimi manifesti applicati ai muri di quella città. Lui deve stare teoricamente rinchiuso fino al 2024 circa, per un'assurda trappola che ancora non gli riconosce un "cumulo" di condanne, ma tante condanne messe in fila indiana che fanno molto più di un ergastolo.
Ma Horst resiste. In un ambiente carcerario sconosciuto alla gente esterna - una sorta di mondo parallelo al nostro, immagini stereotipate copiate forse dai telefilm americani, tanto per allontanarlo ancora di più - ma purtroppo tremendamente vicino e reale: negli ultimi anni anestetizzato dall'eroina, reso ancora più trite dall'AIDS, torre di babele di tanti sfortunati stranieri soprattutto africani (un quinto della popolazione detenuta in Italia è costituita da persone provenienti dall'Africa), sempre meno politicizzato e sempre più "normalizzato", con ipocrisia definito educativo (ma in realtà pattumiera senza possibilità di riciclaggio), fatiscente in quelle strutture militaresche costruite coi soldi di carceropoli, assediato da regolamenti folli, anacronistici, persino sadici, e da ancora più assurdi guardiani dell'umanità, quelle guardie o "guardioni" tanto arroganti quanto stupide ( altro che barzellette sui carabinieri) che vengono arruolate in base al grado di insensibilità cerebrale...
L'indomabile e tenerissimo Horst, strafregandosene (o quasi) delle miserie penitenziarie, continua a scrivere a disegnare per non dimenticare e per non farci dimenticare mai d'essere vivi. Gli "omaggi" agli artisti del nostro secolo, le dediche, i racconti di un'angoscia e solitudine congelata fra quqtro mura, quasi a rallentare emozioni che altrimenti sarebbero devastanti, questi disegni a volte un pò freddi ma solo all'apparenza - in realtà questo ghiaccio è fatto di mille cristalli di fuoco, pronti ad accendersi nei colori più allegri e vivaci - talvolta evanescenti e delicatissimi proprio come ali di farfalle, raccontano il suo sogno di libertà, un unico filo ininterrotto che attraversando spazi e tempi recintati dal filo spinato lo ha accompagnato nel corso di tutti questi interminabili anni... anni di ideali, di letture, di ricordi, di speranze, di immagini vivissime proiettate contro un muro ammuffito... anni di lotte, di sangue di passione, di sacrifici, di vera amicizia e di solidarietà con gli altri (troppi) compagni carcerati. Qualcuno, come Angelo Froglia - quello dei falsi Modigliani - è morto ma è sempre presente fra di noi.
Anni d'amore e di grande tenerezza, di riconoscenza e di autentica poesia verso quelle persone che l'hanno riconosciuto e aiutato, in circostanze a dir poco avverse, a volte ferendosi nel tentativo di raggiungerlo ma sempre con grande dignità e mai arresi davanti alla macchina che vorrebbe stritolare le nostre esistenze...
Libertà per Horst, libertà per tutte le compagne e i compagni!!!

Pralina Tuttifrutti
(Firenze)