Rivista Anarchica Online
Il preservativo del nonno
di Giorgio Sacchetti
Nel 1911 l'anarchico aretino Secondo Giorni pubblicò un opuscolo su "l'arte di non far figli"
Un opuscolo da scandalo L'opuscolo di cui parliamo
- L'Arte di non far figli. Neo-malthusianismo pratico, autore Secondo Giorni - è la
quarta edizione, anno 1914, uscita appena dopo tre anni dalla prima e già reduce da una clamorosa
assoluzione
in un processo per oltraggio al pudore (Tribunale di Torino, 10 aprile 1913). La produzione 'neomalthusiana' del
Giorni comprende tre opere pubblicate dal 1911 al 1921 e varie relazioni a conferenze patrocinate dalla
Associazione Razionalista fiorentina. L'opuscolo in questione fu davvero un best-seller visto che in dieci anni
raggiunse ben sette edizioni per una tiratura complessiva di 85.000 copie! La prima ebbe come editore lo stesso
autore, mentre le altre come gli scritti successivi furono pubblicati dalla Società Editoriale
Neo-Malthusiana di
Firenze. Su Il Pensiero (Roma, n.3/1911) Luigi Berta - medico, direttore a Torino della rivista
scientifica
L'Educazione sessuale - commenta che se fino ad allora si "aveva ragione di scrivere che in Italia
non vi è la più
piccola opera del neomalthusianesimo, ora però tale mancanza è stata appunto riparata da
Secondo Giorni, che
col suo opuscolo si è prefisso di esporre brevemente e chiaramente le pratiche necessarie per impedire
la
fecondazione". Il recensore inoltre, rispondendo a coloro che ritenevano tali pratiche 'spoetizzanti', afferma che
"bisogna vincere diffidenze, consuetudini inveterate che richiedono qualche piccolo sacrifizio, e una spesa
minima, ma che offrono la sicurezza al proletariato di liberarsi finalmente da quella forma di schiavitù
che il suo
nome ricorda, per generare solamente quel numero di figli che gli è consentito dalle sue condizioni
economiche". Gli altri due titoli pubblicati dal Giorni, nel 1916 e nel 1921, riguardano rispettivamente: il
rapporto fra le note
teorie di Malthus sulla popolazione e l'evento bellico in corso, e le istruzioni per l'uso dei preservativi. Questi
e L'Arte di non far figli rappresentano classici esempi di letteratura sociale da primo Novecento;
strumenti delle
biblioteche popolari per la divulgazione delle idee socialiste e libertarie. Opuscoli che trovano il loro posto a
fianco di autori come Kropotkin, Bakunin, Pietro Gori, dei romanzi di Leda Rafanelli, ma anche di Stirner,
Nietzsche, Marx e magari de L'amore libero di Podrecca. Per il lettore di oggi non mancano
le curiosità nelle descrizioni dei metodi antifecondativi all'epoca consigliati
o anche di quelli sconsigliati (come la tormentosa "legatura" o il "mezzo-ritiro" alla spagnola). I "pères
de famille"
- che durano parecchi anni a condizione che non si lascino ossidare tenendoli inattivi - o il robusto preservativo
tubolare sono soltanto alcune fra le trovate geniali di questo antesignano del sesso 'sicuro'.
Il neo-malthusianesimo Furono i traumatici mutamenti sociali, conseguenti
alla rivoluzione industriale inglese, ad ispirare il pessimismo
del reverendo Thomas Robert Malthus e la sua celebre teoria sulla popolazione che espose su An Essay
on the
Principle of population as it Affects the Future Improvement of Society del 1798. L'analisi, suggestiva ma
in
definitiva lugubre, approdava alla insostenibilità dell'aumento ulteriore della popolazione basandosi sul
contrasto
fra due progressioni: aritmetica per l'incremento della produuzione alimentare, geometrica per quello
demografico. Pragmaticamente i 'freni' proposti dal reverendo furono da lui classificati in: positivi (alzare il tasso
di mortalità) e preventivi (ridurre il tasso delle nascite), risolvendosi tutti in "limitazioni morali, vizio e
miseria".
Malthus fu in contrasto con gli utopisti del XVIII secolo, influenzò successivamente il pensiero di
Darwin, le sue
idee sono ritenute rilevanti nell'ambito della evoluzione della scienza economica moderna ma, soprattutto, gli
fu riconosciuto il merito di aver posto in evidenza la questione demografica. Solo in quest'ultimo senso si
può
intendere il nesso fra Malthus ed il neo-malthusianesimo. Questo si era sviluppato all'inizio del nostro secolo
anche nel movimento operaio e certo non si ispirava alle idee del reverendo inglese circa la inevitabilità
della
divisione della società in classi (i ricchi che possono sposarsi anche da giovani, i poveri soltanto se avanti
negli
anni). Quindi, come confermano ad esempio studi come quelli di Stassart, notevole è la distanza fra
Malthus e
la corrente di pensiero che ne ha preso il nome e colto l'importanza della questione demografica. Il concetto
quindi di 'limitazione delle nascite' viene posto alla attenzione, in quanto idea sistematica, con Malthus che
però
dà come risoluzione quella della astinenza sessuale e del matrimonio tardivo dichiarandosi contrario a
qualsiasi
sistema antifecondativo. La prima Lega malthusiana fu fondata a Londra nel 1877, non senza l'opposizione
dei settori conservatori, con
l'obiettivo di modificare leggi e consentire il libero uso dei metodi antifecondativi. Dall'Inghilterra il movimento
si diffuse in America e nel resto dell'Europa, arrivando in Italia soltanto nel primo decennio di questo secolo. In
questo periodo, dopo che in Spagna era stato fucilato il pedagogista libertario Francisco Ferrer, era presente nel
nostro paese un forte sentimento anticlericale sia negli ambienti liberali e democratici che nelle organizzazioni
del movimento operaio. Probabilmente questo clima contribuì a che fossero affrontati con minor
timidezza temi
ostici come quello della limitazione delle nascite. Nel novembre del 1910 si tenne infatti a Firenze il Congresso
per la questione sessuale che pose le basi per la successiva fondazione della Lega Neomalthusiana, con sede a
Torino, e dell'Istituto Neomalthusiano di Firenze. Ed è qui che si inserisce il singolare contributo
dell'operaio toscano, autodidatta, Secondo Giorni che anticipa su
questo argomento gli scritti di Luigi Fabbri e di di altri esponenti socialisti e anarchici del periodo. Il
fascismo con la sua propaganda demografica, i pregiudizi di origine religiosa, impedirono successivamente il
progredire di questo dibattito che risultò allo stesso punto di partenza allorché si riaffacciò
pian piano dopo 30-40
anni in una società italiana certo differente.
Secondo Giorni L'autore, a parte questa sua singolare attività
pubblicistica nella quale si trova impegnato per tutto il decennio
precedente al fascismo, assumerà il ruolo di vero protagonista della vita politica nel movimento
sovversivo locale
e tra i fuoriusciti italiani in Francia. Giorni Secondo Francesco nasce il 19 settembre 1885 da Bernardo e da
Novembri Geltrude a Sansepolcro
(Arezzo), dove frequenta le scuoluole elementari. La famiglia si trasferisce ben presto a San Giovanni Valdarno,
cittadina industriale nella quale Secondo risiederà poi a lungo e tornerà spesso in tutta la sua vita
di
peregrinazioni. Abbraccia in giovanissima età le idee socialiste e sindacaliste rivoluzionarie per approdare
poi
all'anarchismo, salvo rientrare più tardi ancora nei ranghi del partito socialista in esilio. La polizia lo
iscrive al
Casellario politico centrale dei sovversivi fin dal 1905 quando, per alcuni mesi, esercita la funzione di segretario
in una sezione socialista a Marsiglia, città in cui si trova emigrato per lavorare come operaio verniciatore.
Rientrato in Valdarno partecipa come delegato al congresso giovanile nazionale socialista di Firenze del febbraio
1907 e qui interviene nella discussione proponendo e facendo approvare una mozione sull'anticlericalismo; nel
1910 tiene comizi antimilitaristi nella stessa zona mineraria nell'ambito della c.d. campagna contro le compagnie
di disciplina. L'anno successivo risiede per brevi periodi prima a Parigi, poi a Torino ed infine a Bologna. Nel
capoluogo piemontese si concretizza il suo interessamento al movimento neomalthusiano appunto con la
pubblicazione de L'Arte di non far figli per la quale, come abbiamo già visto, viene subito
incriminato per il reato
previsto dall'art.339 del C.P. A Bologna diventa segretario della Lega Cementisti aderente alla locale Camera del
lavoro sindacalista-rivoluzionaria e membro del Comitato pro-vittime politiche. Scrive sulle testate di tendenza
più importanti fra cui "L'Azione Sindacale", "L'Agitatore" e "Alleanza Libertaria". Nel 1912, maturata
ormai la
rottura con il PSI, continua la sua attività nei gruppi anarchici bolognesi; è presente a Modena
al congresso di
fondazione dell'Unione Sindacale Italiana, scissione di sinistra dalla Confederazione riformista. Rientra ancora
a San Giovanni dove, da esponente dell'Unione Anarchica Valdarnese (gruppo 'Pietro Gori') partecipa negli anni
successivi al vivace dibattito politico locale prendendo posizione sia contro la corrente 'individualista' ed a favore
di quella 'comunista' e 'sindacalista' dell'anarchismo, sia per l'espulsione dalla organizzazione di quei militanti
che avevano già manifestato l'intenzione di votare socialista alle elezioni politiche del 1913 (le prime a
suffragio
universale maschile). Tale è la fama e la fiducia che si guadagna nel movimento che ritroviamo il suo
nome tra
i dodici relatori designati per il Congresso Comunista-Anarchico Italiano che avrebbe dovuto tenersi a Firenze
l'8 agosto 1914, ma che non si tiene a causa dello scoppio della guerra europea. Questo il punto 6 dell'o.d.g. della
mancata assise nazionale: "Congresso Anarchico Internazionale, relatore Secondo Giorni di San Giovanni
Valdarno". Collabora in questo periodo con i leader più conosciuti del movimento fra cui Errico
Malatesta,
Armando Borghi ed Attilio Sassi. Durante la guerra viene chiamato alla visita insieme ai riformati della sua
classe e, dichiarato abile, viene
assegnato ai primi del 1916 al 3° Genio in Firenze. Ottiene un lungo periodo di convalescenza e, rientrato al
corpo, decide di disertare e, colpito da mandato di cattura emesso dal tribunale militare di Milano, di rifugiarsi
in Svizzera. Da Zurigo, dove frequenta l'ambiente cosmopolita e assai stimolante degli artisti e degli scrittori
dell'avanguardia, invia articoli antimilitaristi alla stampa socialista ed anarchica. La sua presenza viene segnalata
per un breve periodo in Germania dove si sta sviluppando un importante movimento consiliarista; da quii viene
espulso quale "agente della propaganda bolscevica". Rientra in Italia nel 1919 beneficiando dell'amnistia. Si
stabilisce a Firenze dove apre una libreria 'neomalthusiana' e - annota la polizia, già assidua nelle
perquisizioni
domiciliari - "Milita nel campo anarchico e predilige in modo speciale la compagnia degli anarchici fra i quali
ha una discreta influenza sia nel Regno che all'estero. Parla e scrive correttamente il francese ed è lettore
assiduo
di dottrine e di opuscoli sovversivi. E' in relazione con gli organi dirigenti dei partiti sovversivi". L'anno
successivo si sposa con la fiorentina Maria Paci e rientra a San Giovanni Valdarno impiegandosi come operaio
nella locale ferriera. Perseguitato dai fascisti, si trova obbligato ad espatriare in Francia nel 1925. Assunto
come bracciante delle
ferrovie, si stabilisce definitivamente a Nizza. Considerato dalle autorità consolari come "uno dei
maggiori
esponenti dell'antifascismo locale" e "ammiratore di Schirru e di tutti gli individui dediti alla violenza contro i
gerarchi fascisti", ricopre le cariche di segretario del Club franco-italiano nizzardo e della locale Federazione della
LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo). In questa veste intrattiene stretti rapporti con Nenni, Pertini, Carlo
Rosselli, Silvio Trentin e Saragat. Nel 1930 chiede invano di essere naturalizzato francese e gli viene anche negato
il visto sul passaporto per recarsi in Spagna. Continua ad essere iscritto nel Bollettino delle Ricerche del ministero
dell'interno italiano per essere eventualmente arrestato in caso di rimpatrio. Nel 1934 risulta iscritto al movimento
"Giustizia e Libertà" e coinvolto nell'attività di propaganda clandestina per l'introduzione in Italia
di materiali
a stampa. Allo scoppio della guerra civile spagnola si fa promotore di un comitato di solidarietà a livello
regionale. Nel 1939 risulta ancora iscritto dalla polizia italiana in rubrica di frontiera, sempre con la dizione 'da
arrestare', quale dirigente del Partito socialista unitario. L'ultiltima segnalazione circa la sua presenza in
Francia porta la data del 12 aprile 1942. Non si conosce il luogo
e la data di morte. Nei registri dell'ufficio anagrafe del comune di nascita non risultano annotazioni nel merito.
Nel Valdarno qualcuno ancora racconta di quel bizzarro autore de L'Arte di non far figli
continuamente arrestato
che, dichiarando le generalità ai carabinieri, sembrava volesse intendere che il nome cambiava, appunto,
secondo
i giorni!
Anarchia e condom
T.R.MALTHUS, Saggi sul principio della popolazione, Utet, Torino 1946; J.STASSART,
Malthus et la population, Liegi 1957; L.FABBRI, Generazione cosciente. Appunti sul
neo-malthusianesimo, Istituto editoriale "Il Pensiero", Firenze
1914; G.BERNERI, C.ZACCARIA, Controllo delle nascite. Mezzi pratici per avere figli solo quando
si vogliono, ed.
Ethos Milano 1955, pp 19-25 (Cenni storici sul birth control); M.ANTONIOLI, Il movimento
anarchico nel 1914, in "Storia e Politica" Milano, n.2/1973; G.SACCHETTI,
Sovversivi in Toscana (1900-1919), Altre Edizioni Todi 1983, ad indicem; G.SACCHETTI,
Secondo Giorni / Un valdarnese "divulgatore" di Malthus, in "Notiziario Turistico"
Arezzo,
n.108/1985; ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Ministero dell'Interno, Direzione Generale di
Pubblica Sicurezza,
Divisione Affari Generali e riservati, Casellario Politico Centrale, busta n. 2432, fascicolo "Giorni Secondo fu
Bernardo"; ARCHIVIO DI STATO DI TORINO, Tribunale Penale 1913, busta n.1059, Processo c/ Giorni
Secondo et altri; S.GIORNI, L'Arte di non far figli: neomalthusianismo pratico, edit. l'autore,
San Giovanni Valdarno 1911; 3a
ediz. prefaz. di Achille Belloni, Soc. Ed. Neo-Malthusiana, Sesto Fiorentino 1913; 4a ediz. prefaz. dott. Luigi
Berta, Soc. Ed. Neo-Malthusiana, Firenze 1914; 7a ediz. ivi s.d.; S.GIORNI, Come si prepara la classe
del 1916: il neo-malthusianismo e la guerra tra le nazioni, Soc. Ed.
Neo-Malthusiana, Firenze 1916; 2a ediz. ivi s.d.; S.GIORNI, Preservativi sessuali ed antifecondativi:
loro uso, loro valore pratico, loro pericoli, secondo i dati
più recenti della scienza medica, Soc. Ed. Neo-Malthusiana, Firenze 1921.
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