Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 3 nr. 24
ottobre 1973


Rivista Anarchica Online

Per Marini
di C. N.

Giovanni Marini, l'anarchico salernitano detenuto da quindici mesi ed in attesa di giudizio per aver ferito a morte in stato di legittima difesa il dirigente fascista Falvella, continua la sua via crucis tra le carceri italiane. Sottratto al carcere-lager di Caltanissetta (dov'era stato seviziato e tenuto in isolamento in un cunicolo sotterraneo per oltre un mese) dagli esposti-denuncia dell'avvocato Spazzali e trasferito a Salerno, è stato immediatamente ritrasferito a Potenza, dove (al momento in cui scriviamo, ma non si sa fino a quando, visto che sinora in media non è stato lasciato più di un mese nella stessa galera) è tuttora rinchiuso.La perizia medica, chiesta ed ottenuta dagli avvocati difensori, per documentare le sevizie inflitte a Marini dai carcerieri di Caltanissetta, ha riscontrato, oltre un mese dopo i fatti, lividi alle caviglie ed ai polsi (attribuiti ai ferri del letto di contenzione) ed altri lividi in tutto il corpo (di natura non specificata dai periti, ma evidentemente attribuibili a percosse). Inoltre la vista di Marini risulta gravemente indebolita, a seguito dei maltrattamenti e della prolungata detenzione in buie celle sotterranee.Diventa sempre più drammaticamente necessario suscitare un movimento di opinione pubblica per sottrarre il giovane anarchico alle incredibili persecuzioni cui è sottoposto. L'agitazione sul "caso Marini", si presenta non solo come un dovere morale per gli anarchici e per tutti gli antifascisti ma anche come una battaglia sociale su un caso esemplare per almeno tre aspetti. Innanzitutto, perché è una verifica pratica dell'antifascismo degli antifascisti (una verifica che ha già visto a Salerno, per esempio, alcune sezioni del PCI partecipare ad una manifestazione per Marini nonostante il divieto dei vertici provinciali). Poi, perché essa significa l'affermazione del diritto-dovere alla difesa diretta dalle aggressioni e provocazioni squadriste in quei casi ed in quelle situazioni locali, soprattutto nel sud, in cui l'uso terroristico dei neofascisti mira a spazzare sul nascere il sorgere di "infezioni sovversive". Infine, perché il "caso Marini" è la proiezione pantografata della situazione carceraria, delle abiezioni, della violenza istituzionale (spesso aggravata dalla bestialità di singoli carcerieri, vera feccia dell'umanità): non dimentichiamo che Marini in ogni carcere è perseguitato non solo perché ha ucciso un fascista (ed i carcerieri a tutti livelli sono spesso fascisti o para-fascisti), non solo perché è un anarchico, ma anche perché coraggiosamente partecipa alle lotte dei carcerati per difendere ed estendere i loro diritti di esseri umani.In questa triplice articolazione si è in effetti caratterizzata la campagna di agitazione del movimento anarchico, che negli ultimi mesi si è andata intensificando. Il 7 ottobre gli anarchici italiani si sono riuniti a convegno, a Carrara, per fare il punto sulla campagna pro-Marini e per concordare iniziative comuni nell'ambito del suo sviluppo futuro. Al convegno, promosso dalla Croce Nera Anarchica, dal Comitato Politico-Giuridico di Difesa e dal Comitato Pro Vittime Politiche, hanno partecipato oltre duecento delegati di gruppi d'ogni parte d'Italia, aderenti o meno alle tre federazioni nazionali (F.A.I., G.A.F., G.I.A.), ed i vari comitati locali pro-Marini. Dal convegno è emerso l'impegno crescente del movimento anarchico su questo tema e la volontà di sviluppare una mobilitazione unitaria pur nella varietà delle situazioni locali.

C. N.