Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 3 nr. 22
giugno 1973


Rivista Anarchica Online

Si chiude l'ultimo asilo
a cura della Redazione

Svezia: proposta di legge contro i rifugiati politici

Stoccolma, 3 gennaio 1973. Il rivoluzionario spagnolo José Luis Rodriguez Olivar, esiliato politico in Svezia, viene condannato dal Tribunale di Stoccolma a 14 mesi di carcere per una rapina effettuata per motivi politici ai danni della Cassa di Risparmio delle Asturie, in Spagna. La rapina era avvenuta senza alcun spargimento di sangue.
Certo, il comportamento del governo svedese può sembrare assurdo se si pensa che José Luis Rodriguez Olivar aveva chiesto e ottenuto l'asilo politico dal governo svedese, che aveva preso le debite informazioni sul suo conto. Ma tanto assurdo poi questo comportamento non è; anzi si allinea perfettamente con la logica repressiva e totalitaria esistente ormai in quasi tutti i paesi.
La S.A.C. (il Sindacato libertario svedese), in una lettera inviata al governo svedese e al partito socialdemocratico si chiede: "... I tribunali e la polizia svedese saranno forse costretti a fornire alla dittatura spagnola le informazioni sui rivoluzionari della resistenza spagnola che si rifugiano in Svezia? Come può un tribunale svedese accettare del materiale d'accusa e delle informazioni dalla polizia spagnola che, come è noto, è solita ottenere tali informazioni ricorrendo alla tortura?". E ancora: "Bisogna dunque pensare che, in base alle misure legali in preparazione, gli antifascisti spagnoli, greci, turchi, che si trovano in Svezia possano venire condannati per delle azioni contro le dittature dei rispettivi paesi, come è accaduto per José Luis Rodriguez?".
Appare chiaro, dunque, che anche la Svezia, abbandonata la maschera di "democraticità" sbandierata per anni, ha creduto bene di uniformarsi al disegno repressivo internazionale.
Una ulteriore prova, ancor più significativa, della involuzione autoritaria in atto in Svezia è costituita da una proposta di legge per la prevenzione della violenza politica, presentata da una commissione parlamentare su incarico del Capo del Governo nel gennaio scorso, a seguito di un dirottamento aereo avvenuto a Malmö ad opera di un gruppo di ustascia (neo-nazisti croati).
La proposta di legge inizia con un breve quadro illustrativo del terrorismo internazionale, con particolare riferimento ai Tupamaros, a Settembre Nero e ai neonazisti croati. Nel paragrafo che studia "i gruppi estremisti e le azioni politiche violente in Svezia" si contesta che "nella nostra nazione c'è un piccolo numero di cittadini stranieri che sono impegnati in organizzazioni politiche o in gruppi la cui attività è diretta verso le altre nazioni". Non si sa molto su questi gruppi estremisti, poiché "spesso essi hanno un'organizzazione molto labile e... conducono la loro attività in forme cospirative e sotterranee". Viene elencata una serie di reati di una certa importanza, dovuti a "una serie di azioni disturbatrici dell'ordine pubblico di diverso tipo.... In questo rapporto non può essere taciuta l'azione che portò all'occupazione dell'ambasciata etiopica a Stoccolma".
Nella parte che tratta della collaborazione internazionale per la lotta contro il terrorismo si parla, fra l'altro, di una proposta americana presentata al Consiglio Nazionale Generale delle Nazioni Unite secondo la quale gli stati firmatari si sarebbero impegnati a condannare e a riconsegnare alle rispettive nazioni coloro che, senza un valido motivo, uccidono, feriscono, rapiscono o collaborano a tali delitti.
Nel paragrafo sulle leggi svedesi esistenti si dice tra l'altro che l'Ufficio di Immigrazione è già in possesso di un elenco di tutti i cittadini non scandinavi muniti di permesso di residenza in Svezia. Tale elenco annovera anche tutte le persone che la polizia di stato, l'Interpol e i diversi uffici sociali considerano non gradite e registra anche quegli individui che presumibilmente lo diverranno.
Lo straniero, per poter rimanere in Svezia, deve essere munito di un particolare permesso (turistico, di soggiorno, di residenza). Con alcune nazioni esiste già un reciproco accordo di eliminazione del permesso turistico; il permesso di soggiorno può essere limitato ad un determinato centro abitato e può contenere altre norme restrittive; per ottenere il permesso di residenza bisogna aver risieduto nel paese senza interruzioni per due anni. La commissione ritiene che nei casi in cui vengano avanzati motivi politici per ottenere il permesso di soggiorno, l'attuale prassi sia difettosa, soprattutto perché "la polizia locale è priva di competenze".
La proposta continua constatando che oggi, per liberarsi dagli stranieri indesiderabili, è possibile l'applicazione di una serie di provvedimenti: il rifiuto di far superare la frontiera, l'espulsione, l'invito a lasciare il paese. Se lo straniero però si appella a motivi politici, tali motivi debbono essere valutati dalla polizia locale: se essa ritiene che il caso sia urgente, a lei spetta la decisione in merito.
Se lo straniero, dopo aver abitato in Svezia per sette anni senza il minimo incidente, richiede la cittadinanza svedese, la polizia locale procede ad un approfondito esame-interrogatorio dell'interessato, esamina lo schedario della polizia statale e, contemporaneamente, richiede che il problema venga anche esaminato dall'Ufficio Immigrazione che, a sua volta, controlla lo schedario della polizia statale e, qualora ve ne sia motivo, chiede alla Säpo (il corrispondente svedese del SID: Säkerbets Polis) di riesaminare il tutto.
Anche l'immissione dei profughi nella vita sociale avviene secondo metodi che la commissione non ritiene completamente sicuri. Essa propone pertanto che poliziotti e interpreti fidati della polizia entrino a far parte della commissione che preleva gli stranieri dai campi profughi. I profughi che non vengono accettati nella comunità debbono essere già segnati sul registro dell'Ufficio Immigrazione come indesiderabili.
Secondo la proposta di legge, lettere e altri oggetti inviati a stranieri possono essere requisiti dalla polizia se essa ha qualche sospetto; inoltre gli stranieri possono essere sottoposti a controllo telefonico se il tribunale lo ritiene necessario.
Come giustificazione alle contromisure proposte la commissione precisa che la Svezia non deve diventare la base per lo svolgimento delle attività terroristiche internazionali. Tenendo presente l'importanza della opinione pubblica, essa dichiara che le misure proposte debbono ottenere una larga approvazione fino a che "non si verifichino delle usurpazioni sostanziali della giustizia e della libertà nei diritti dei cittadini".
La commissione prosegue dicendo che "il successo della lotta contro il terrorismo internazionale presuppone non soltanto grandi risorse ma anche un notevole allargamento delle competenze e dei poteri della polizia, e propone una serie di provvedimenti che concedono anche al singolo poliziotto la possibilità di procedere a perquisizioni personali, perquisizioni domiciliari, controllo della corrispondenza, controllo telefonico, eccetera. Tali provvedimenti vengono previsti solo per i presunti terroristi appartenenti a gruppi politici estremisti tra i 130.000 stranieri residenti in Svezia.
La commissione per quanto riguarda il diritto di asilo propone l'adozione di una prassi simile a quella vigente nella Germania Occidentale, secondo la quale chi desidera chiedere asilo politico deve esporne i motivi alla sua entrata nel paese.
Poiché non sembra possibile né opportuno impedire agli stranieri di svolgere attività politica, perché "i gruppi terroristi sarebbero scoperti solo in casi eccezionali con i normali servizi di vigilanza e quindi si correrebbe il rischio di colpire stranieri completamente innocenti", la commissione propone di puntare 1) su un aumento della collaborazione poliziesca a livello internazionale, così da evitare che possibili terroristi possano entrare in Svezia, 2) aumentare le possibilità di espellere gli stranieri indesiderabili, 3) inasprire il controllo di quegli individui che possono "essere sospettati di svolgere attività terroristiche ma che a causa del diritto d'asilo non possono essere espulsi dal paese".
La proposta della commissione di reintrodurre il visto d'entrata nei confronti degli jugoslavi è già stata accettata.
Viene inoltre chiesto che i motivi necessari per richiedere l'espulsione siano allargati e che sia sufficiente il convincimento di colpevolezza della polizia straniera per procedere all'espulsione dello straniero sospettato da parte delle locali autorità di polizia. Quindi la valutazione verrebbe completamente passata alle polizie straniere e alla polizia svedese.
Per poter respingere o espellere stranieri che si appellano a motivi politici per ottenere l'asilo, è necessaria l'autorizzazione del governo e dell'Ufficio Immigrazione; se però la polizia ritiene che "la questione è urgente", la decisione spetta alla stessa polizia. Un'altra "interessante" opinione espressa dalla commissione è che gli individui che sarebbero stati respinti o espulsi se non avessero ottenuto l'asilo politico, debbano essere sottoposti obbligatoriamente a perquisizioni personali e domiciliari, controllo telefonico e controllo della corrispondenza a lunga scadenza. Inoltre essi non potranno spostarsi in tutto il territorio di un comune ma solo in una parte di esso. Quindi deve essere concesso alla polizia il diritto di effettuare tutti i controlli perché essa possa rendersi conto dell'eventuale pericolo. E, si badi bene, si ritiene di poter attuare tali provvedimenti "con soddisfacenti garanzie di giustizia,... e di controllo parlamentare e giuridico".
Per concludere il suo capolavoro, la commissione propone che la legge abbia la durata di un anno e che, alla scadenza del termine fissato, il parlamento debba porla nuovamente in discussione.
Dall'esame di questa proposta di legge risulta evidente la sua natura liberticida ma, per avere un quadro completo della situazione, bisogna anche pensare che, ancor prima della sua approvazione, essa è stata applicata di fatto nei tribunali (come nel caso del rivoluzionario spagnolo José Luis Rodriguez).
Con la sua approvazione definitiva la libertà degli stranieri, ma anche degli svedesi che si occupano attivamente di politica, sarà talmente limitata da essere quasi nulla mentre, parallelamente, aumenteranno in modo notevole i poteri della polizia. Lo stato poliziesco svedese è pressoché pronto.
È da rilevare che nella commissione incaricata di stendere la liberticida proposta di legge hanno avuto un peso determinante individui che già nel passato si erano fatti notare per le loro prese di posizione decisamente reazionarie.
Ma la cosa più scoraggiante è l'assoluto disinteresse provocato dalla proposta. A rigor di logica un fatto di questo tipo, capace di dare una svolta decisiva ad un'ordinamento sociale, avrebbe dovuto provocare intensi dibattiti e vivaci reazioni sui giornali, prese di posizione, manifestazioni, ecc. Niente di tutto questo.
Alcuni articoli, molto moderati, sui quotidiani svedesi sono stati l'unica reazione.
Dobbiamo rilevare che la socialdemocrazia e lo stato assistenziale hanno dato i loro risultati negativi sugli svedesi, che si sono adagiati, sino a rimanerne invischiati, nel benessere e nella fasulla libertà elargiti dal potere.
Ironia della sorte, l'unica dichiarazione contraria decisa ed esplicita alla proposta di legge è stata fatta dal Primo Procuratore Generale dello Stato!