Rivista Anarchica Online
Prima della pioggia
di Frank Mintz
Si tratta di un film duro e il titolo "prima della pioggia»
sottende chiaramente alla guerra e alla
distruzione che, dall'inizio del secolo, gravano in forma latente ed endemica sulla Macedonia.
Costruito attorno a tre episodi - che si incastrano per creare un'atmosfera circolare che si
conclude inevitabilmente con l'omicidio - il film non lascia spazio ad alcuna speranza.
La presenza delle forze militari internazionali non ha altro scopo che la conta dei morti.
Gli unici
due personaggi neutrali che conservano la capacità di riflettere - il medico e il
fotografo -
concordano di trovarsi di fronte a un "manicomio» e di ignorare certe stupide tensioni; da qui
la miscela di colpa - suicidio - provocazione del macedone tornato dall'estero, evitato da parte
della sua famiglia per il suo rifiuto di odiare gli albanesi. Il film riprende gli scalcagnati
c1ichés dell'etnocentrismo macedone: la lotta contro i Greci e i
quattordicimila soldati accecati nel Medio Evo (il problema è che all'epoca la
dicotomia
Bulgaria-Macedonia non era ancora di moda); i cinque secoli di dominio turco (ancora una
semplificazione storica tenendo anche conto che esso viene riferito agli albanesi, anch'essi
oppressi benché per la maggior parte musulmani); l'odio dei cristiani nemici
dell'lslam (il
problema è che storicamente i periodi di tolleranza sono stati molto più
lunghi di quelli dei
fanatismi integralisti degli uni o degli altri). Il film mostra l'odio dei Macedoni ortodossi
contro gli Albano-Macedoni musulmani e il rifiuto
delle unioni miste. La violenza cieca segna anche i rapporti umani all'estero: la strage nel
ristorante mette sullo stesso piano l'accecamento dei Macedoni e degli Irlandesi, difensori di
un
nazionalismo manipolatore e religioso. Il film, senza parteggiare per l'una o l'altra delle
cricche
di assassini sulla scena, denuncia nello stesso tempo gli errori del passato e l'assenza di
soluzioni
per il futuro. Il film, girato nei pressi del lago di Okhrid, in uno scenario molto bello, che
accentua la violenza
raccontata, è un opera molto interessante che ha vinto il Leone d'Oro al Festival del
Cinema di
Venezia del 1994. Si tratta di una co-produzione anglo-macedone diretta dal regista
macedone
Milcho Manchevski.
(traduzione di Giuseppe Gessa)
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