Rivista Anarchica Online
Processo (sommario) al sig. Wojtyla Karol
di Dada Knorr
«a sua Nullità, il Papa» (Mary Daly)
Nessuno di noi ha tempo da perdere. Perciò di fare un processo al Papa non ce lo saremmo mai
sognati! Eppure,
varie circostanze ci spingono a replicare con questo strano (per noi) metodo. In questo mese di maggio
1994, Francesca Palazzi Arduini e Federico Sora, due compagni noti per la loro
attività anticlericale, sono stati condannati ad un anno (ridotto ad otto mesi per le attenuanti generiche)
per
«offesa a capo di Stato estero», sulla base di due immagini (una di Vauro ed un'altra de «Il Male») raffiguranti
Papa Wojtyla. A nulla è valso che neppure il Pubblico Ministero sia riuscito a dimostrare: 1) che le
immagini
erano realmente offensive; 2) che la responsabilità della loro diffusione fosse degli accusati; i compagni
sono
stati comunque condannati. Dieci anni di attività anticonformista, anticlericale, irriverente, bisogna farli
pagare
a qualcuno. Ed ovviamente, anche se è illegale, la condanna verrà usata dagli ex-DC
(& c.) locali per far restringere ancor
di più gli spazi a quelle attività che non «aggradano» sua ... Santità. Vittime della
lupara vaticana? Beh, nel frattempo il Capo di Stato Estero in questione continua ad essere
denunciato per offese e ingiurie da semplici cittadini, che si sentono rispondere che Wojtyla abita sì in
Italia
(e si fa curare al Gemelli) ma in Vaticano, e la legge italiana non lo tocca (né lui né Marcinkus
né tanti altri).
I113 marzo scorso Doriano Galli, della Lega per i Diritti Sessuali, e la più volte deputata Adele Faccio,
hanno
denunciato Kar1 Wojtyla. Ma i cittadini italiani rischiano la galera ogni qualvolta fanno una vignetta sul Papa,
e ... il Papa può permettersi di dire qualsiasi enormità ed ingiuriare qualsiasi categoria sociale
fregandosene
altamente di chicchessia: è o non è lui uno...che parla a nome di Dio? È proprio
con questo quesito che vogliamo per una volta (ma che sia una tantum) aprire noi un processo.
Chiaramente, non faremo un processo alla Chiesa, né alla sua religione, dimostrandoci così
molto più corretti
del giudice che ha condannato i compagni Francesca e Federico presumendoli responsabili (ma non si diceva
«mandanti»?). Faremo solamente un piccolo processo, aperto al pubblico e a chi si vorrà prenotare per
la difesa,
anche se già i capi d'accusa sono tanti, il Papa infatti, servendosi della sua grande influenza sui
mass-media, ha:
- offeso i cristiani autonominandosi loro portavoce e definendo «cristianità»
l'intruglio di cattolicesimo
e Diosacosa che la Chiesa va pubblicizzando;
- offeso in più riprese i comunisti, la loro filosofia e la loro dignità politica e
morale;
- offeso atei, agnostici, non credenti e liberi pensatori oltreché appartenenti ad altre
religioni definendo
la religione (e naturalmente quella cattolica) l'unica in grado di portare alla dignità la persona (o
l'Uomo, come dice lui);
- offeso lesbiche e gay tramite la ripetizione ossessiva della obbligatorietà della
eterosessualità;
- offeso tutte le donne che ci tengono al diritto di decidere della propria fertilità con la
contraccezione,
ed intervenendo in continuazione per ostacolare la libera scelta di contraccezione ed aborto;
- offeso tutte le donne che non riconoscono nell'essere «mogli e madri» il loro miglior destino
esistenziale;
- offeso la dignità di tutti coloro che operano per la salvaguardia della vita su questo
Pianeta chiamando
«permissivismo» la liberazione sociale delle popolazioni del Terzo Mondo ed il controllo demografico;
- offeso tutti gli ebrei con discorsi antisionisti e di copertura alla legittimità e alla
protezione offerta ai
nazisti dalla Chiesa cattolica;
- offeso gli antifascisti, e molte altre vittime di regimi dittatoriali, celebrando i peggiori capi della
destra
mondiale;
- offeso tanti pacifisti e non violenti attraverso discorsi strumentali sulle guerre, sul servizio
militare,
sulla «Patria», e propagandando un concetto di «pace nel mondo» essenzialmente consistente nella
spartizione del mondo tra Chiesa cattolica e potenze capitaliste.
Come fare a gestire un processo al quale dovranno essere riportate tante prove, lette o prese in visione, e
discussi
tanti punti? E soprattutto, quale pena richiedere e per quali reati? Vilipendio, ingiurie, millantato credito...? E
dobbiamo prendere in considerazione anche le oscure faccende finanziarie del Vaticano, Stato del quale
comunque il sig. Karol Wojtyla è monarca? Attendiamo consigli, suggerimenti, incitamenti, dai
quali escludiamo comunque la pena di morte alla quale (al
contrario del Vaticano) siamo contrari. Vorremmo fare un'ultima annotazione: i religiosi ed i potenti capi
di stato usufruiscono in Italia di appositi
articoli di legge che li proteggono dalla critica e dalla satira, o perlomeno consentono di punire in maniera
sommaria chi osa contestare. Parliamo degli articoli al capo IV del Codice Penale (artt. 297/299), validi anche
per il Papa grazie (tante grazie) alla legge concordataria (art. 8, 27/5/1929), e degli articoli al titolo IV capo I
n. 402 e seguenti, che perseguono chi offende i «sentimenti religiosi». Chi decide quando e come un sentimento
religioso può essere offeso? La larga discrezione che questi articoli lasciano ai giudici è quasi
da inquisizione,
soprattutto in questi tempi, quando non si riesce nemmeno a delimitare il potere economico e finanziario di un
presidente del consiglio, i reati di opinione divengono un tragico trabocchetto che può tagliare le gambe
a
chiunque faccia una critica non del tutto benevola a un potente Capo di Stato, al Papa, o alla Chiesa cattolica.
Il concetto stesso di «vilipendio» implica (come giustamente fa notare Ida Magli nel suo ultimo saggio
sulla
dignità della donna) una concezione tutta maschilista del dominio sugli individui, ai quali è
vietato mettere in discussione la superiorità «del cazzo» di chi comanda. Nel caso di Francesca
e Federico, la motivazione della
sentenza contro di loro manipola strumentalmente i contenuti delle vignette incriminate, in modo da dimostrare
forzatamente che il Papa era in esse collegato a situazioni non-decenti: una classica vignetta di Vauro, che
disegna in modo stilizzato il vestito papale, diventa così una «allusione alle funzioni corporali», mentre
altro
non era che il volto del Papa inserito in una banconota da mille lire, con ben evidenziato «8 per Mille»! Ci
chiediamo se il reato di vilipendio sia stato mai applicato per punire l'offesa ad una donna: scommettiamo
di no, perché è la fobia tutta maschilista del Sacro, dell'intoccabile, dell'immateriale Potente che
nulla ha a che
vedere col mondo materiale che si vuole «preservare». O forse, sarà la Pivetti, che parla sempre al
maschile,
la prima a servirsi di questo articolo, del quale NOI CHIEDIAMO L'ABOLIZIONE: che i religiosi e i capi di
stato si servano della legge usata da tutti gli altri cittadini, se proprio si sentono ingiuriati od offesi!
Già in Inghilterra (tramite l'associazione Article 31, che difende anche Rushdie) ed in Germania
(con la lotta
contro il paragrafo 166) esiste una mobilitazione simile alla nostra. Sarà possibile coinvolgere in questa
campagna anche associazioni di altri Paesi per fare il punto sulla libertà d'espressione (non scordiamo
che con
l'unificazione europea la legislazione degli altri Paesi potrà fornire buono o cattivo esempio al nostro,
come già
è successo per i diritti di gay e lesbiche, tanto osteggiati da Chiesa e destra anche in barba al parlamento
europeo). Chiediamo inoltre a tutti coloro che ci leggono di esprimersi in solidarietà a Francesca e
Federico,
richiedendo il materiale del processo (la dispensa dossier sarà pronta in giugno), oppure il materiale per
autodenunciarsi per gli stessi reati (ricordiamo che, mentre scriviamo, è in preparazione il ricorso alla
Corte
d'Appello). Per il processo al Papa, proponiamo la data dell'8 dicembre, giorno dell'Immacolata Concezione,
della quale ricorre quest'anno il 140ennale della promulgazione del dogma, e in occasione della quale potremmo
leggere alcune amene pagine de «L'Immacolata Concezione dei Papi» dello scrittore bavarese Oskar Panizza,
in cui è abilmente dimostrata l'origine ... divina dei Papi, ed altre interessanti parti di quella vasta
produzione
di pensiero che si è fertilmente esercitata in ricerche e giudizi sui potenti Papi e sulla loro storia.
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