Rivista Anarchica Online
Noi, superba minoranza
Riflettendo circa i problemi generati dal disequilibrio dei rapporti tra Nord e Sud (lo spunto
mi è dato dalla
lettera di Giordano Giglioli su "A" 197), è forse naturale che agli occhi di noi europei, arricchiti
materialmente
in modo spettacolare negli ultimi quarant'anni, le frange di poveri e di extra-comunitari che "invadono i nostri
paesi" non generino particolare sicurezza. Chiaramente, se fino a pochi anni fa, la situazione (mi riferisco in
particolare all'Italia), era abbastanza
"controllabile" (il termine non è dei più appropriati) ora, con l'ondata massiccia di persone
provenienti dai vari
angoli della terra, la preoccupazione da parte dei popoli ospitanti cresce, mentre l'intolleranza comincia
velocemente a germogliare, non solo tra i gruppi di destra ma anche (e purtroppo), tra i cittadini apparentemente
democratici. Pochi però tra noi fanno un attento esame di coscienza, informandosi attraverso i canali
che ormai
esistono, al fine di comprendere come e da dove è generata questa vera e propria ingiustizia, tra uomini
appartenenti a zone diverse del pianeta. Voglio ricordarlo ancora, sia per comunicarlo a quanti non ne sono a
conoscenza, sia per quanti hanno bisogno
di rinfrescarsi le idee e voglio ribadirlo anche a me stesso, al fine di non lasciare cadere il discorso nei troppi
angoli oscuri della memoria. Sostanzialmente, la causa che ha generato e che mantiene il problema della fame
nel Sud del mondo è data dal fatto che noi popoli occidentali, pur formando solo il 30% della
popolazione
umana globale presente sulla faccia della terra, consumiamo spensieratamente circa il 70% delle risorse naturali
totali. Tutto qui! Niente di più semplice che fornire indicazioni numeriche per comprendere appieno
e con estrema chiarezza il
problema in questione e.., "chi ha orecchie per intendere intenda"! A questo punto, seguendo il caldo filo logico
della ragione, si arriva al primo nodo della matassa, sciolto il quale si evidenzia immediatamente come anche
il problema ecologico sia strettamente legato alla questione Nord-Sud: non si accusano impunemente i popoli
africani ed asiatici di incrementare in modo sconsiderato la popolazione, facendo ricadere solo su essi il peso
del collasso ecologico. Siamo noi, questa superba minoranza di ricchi annoiati dall'eccesso di materialismo, a
dovere fare retro-front,
a ridurre drasticamente i nostri consumi che, nella maggior parte dei casi, sono scandalosamente superflui e
distruttivi, sia per noi stessi, in qualità di uomini liberi (liberi al più presto, non solo dalle varie
autorità più o
meno passivamente accettate, ma anche dalla droga del consumismo che ci inaridisce interiormente,
nonché
esternamente), sia per i popoli del Sud, che per l'intero pianeta. Essendo vegetariano da qualche anno,
soprattutto per motivi strettamente legati alla sacralità ed al diritto alla
vita di tutti gli esseri viventi, ai quali mi sento di estendere senza alcuna fatica quel principio di
anti-autoritarismo e non violenza che altri riterrebbero stranamente opportuno legittimare esclusivamente nei
rapporti tra esseri umani, tengo a precisare quanta importanza ha nella discriminazione economica del Sud del
mondo, il fattore legato all'alimentazione cosiddetta "ricca". Infatti, chi non è al corrente del fatto che
quasi
metà dei cereali prodotti annualmente su scala mondiale è destinata all'alimentazione degli
animali destinati al
macello? Chi ignora il fatto che la gran parte dei cereali prodotti nel cosiddetto "Terzo Mondo" sono spediti in
occidente, col fine di sfamare degli animali che verranno in seguito massacrati per la discutibile golosità
di
(relativamente) pochi individui? E se così non fosse, le carestie che periodicamente si abbattono su
alcune zone
dell'Asia e dell'Africa, verrebbero fronteggiate e combattute molto meglio con le adeguate riserve cerealicole?
Che dire inoltre del fatto che per ottenere un chilogrammo di carne è necessario utilizzare circa venti
chilogrammi tra cereali e legumi? Questioni etiche a parte, ciò è a mio parere, un modo a dir
poco disequilibrato
di gestire le risorse naturali a livello internazionale, ed è un vero e proprio sfruttamento del suolo per
fini
chiaramente superflui, anti-umani e, in fondo, anti-ecologici. Dopo quanto pronunciato, forse qualcuno se la
sente di affermare che sulla Terra non esiste cibo per tutti?
Inoltre, mi spiace dover contraddire ancora una volta coloro i quali vedono nell'afflusso di stranieri (soprattutto
di origine africana), un attentato al proprio spazio vitale (!): se costoro non fossero così a digiuno di
quella storia
elementare che tutti dovremmo conoscere, ammetterebbero che alla radice dell'immigrazione più o
meno
clandestina di questi uomini che cercano situazioni sociali e lavorative più favorevoli qui da noi oggi,
vi è il
colonialismo creato dai nostri avi sulle loro terre ieri che continua attualmente, con mezzi non molto diversi (ma
senz'altro meno evidenti). Concludendo finalmente questa, forse per qualcuno annoiante, polemica circa la
versione, credo reale, del problema Nord-Sud, concludo con Giordano Giglioli che sarebbe giusto se ognuno
potesse vivere liberamente ed in condizioni ottimali sulla terra che più gli è cara (credo che,
in fondo, per molti
uomini, sia soprattutto quella natia), ma che per giungere a questo, è urgente spezzare le numerose
catene che
costringono, in ogni parte del mondo, l'uomo ad essere schiavo di altri uomini. Nel caso particolare dei nostri
rapporti con il Sud del pianeta, è opportuno comprendere che siamo noi il perno della situazione ed
è dalle
nostre scelte individuali e collettive, più o meno positive, che noi stessi siamo soluzione o, al contrario,
causa
del problema. Tutto parte da qui. Fraterni anarchici saluti.
Paolo Riborini (Lodi)
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