Rivista Anarchica Online
Per la ricostruzione dell'USI
E' noto a tutti i compagni, che a partire dal secondo dopoguerra la componente
anarcosindacalista, che in
passato aveva svolto un ruolo decisivo nelle lotte sociali del paese è rimasta nascosta. Sicuramente una
deÍle
cause principali fu la scelta di unità sindacale adottata dall'intero movimento anarchico italiano. Noi
non ci
prefiggiamo, in questa sede, di dare una valutazione storica sulle scelte effettuate quasi cinquanta anni
fa. lndubbiamente quella decisione non impedì la scissione del movimento operaio italiano, ma
servì unicamente
ad emarginare la componente libertaria in seno alla C.G.l.L. Questa presenza non impedì neppure che
nel corso
degli anni i sindacati italiani si trasformassero da organismi di mediazione, per terminare come veri e propri
ministeri del lavoro (vedi Marini, Benvenuto). Basta ripercorrere gli ultimi quindici anni di politica
confederale per rendersene conto: 1976 svolta dell'Eur,
1980 sconfitta operaia alla Fiat, 1984 accordo sulla scala mobile. Si pone oggi il problema, se sia ancora
possibile lavorare all'interno del sindacato riformista per trasformarlo, oppure se sia possibiìe dar vita
ad
un'organizzazione di classe che sia agente centrale di trasformazione sociale. Noi riteniamo impraticabile la
prima strada, mentre è auspicabile la seconda. Su questa via si stanno muovendo molte strutture di base
autoorganizzandosi, mentre è sempre più lampante la crisi di rappresentatività che
investe il sindacalismo
confederale. Già da alcuni anni, in previsione di ciò che é realmente accaduto, alcuni
compagni avevano gettato
le basi per la ricostruzione dell'U.S.I. Questo progetto è tuttora allo stato embrionale (nonostante le
molte realtà
radicate sul territorio). I motivi di questa situazione, oltre agli errori sicuramente compiuti dai compagni, sono
da ricercarsi anche nelle divisioni e nella diffidenza, che buona parte del movimento nutre nei confronti di
questa organizzazione. Esistono altre strutture di base formatesi negli ultimi anni (molto spesso corporative),
chi si stanno muovendo su strade simili a quella dell'U.S.I. Resta il fatto che l'unione rimane l'erede storica
dell'anarcosindacalismo italiano e l'unica realtà federata
all'A.l.T.; non si capisce, quindi, perché non sia possibile dare un forte contributo alla ripresa del
sindacalismo
autogestionario, federalista e rivoluzionario. Esprimiamo preoccupazione per la possibile confluenza di settori
libertari in organizzazioni sindacali che libertarie non sono e che per loro natura sono strutturate in modo da
poter essere facilmente utilizzate da quei movimenti o partiti, che si ispirano a pratiche autoritarie. I compagni
del Movimento Anarchico Pistoiese invitano ad una riflessione su questi temi e auspicano che i lavoratori
anarchici diano il loro contributo alla ricostruzione dell'U.S.I. su scala nazionale.
Gruppo Anarchico "Leda Rafanelli (Pistoia)
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