Rivista Anarchica Online
Spese militari e 8 per mille
La/il sottoscritta/o Marina Padovese PREMESSO che ogni cittadino ha il
diritto-dovere alla resistenza non-violenta contro atti miranti a sovvertire i principi
fondamentali dell'ordinamento costituzionale RITIENE che la destinazione dell'otto per mille a favore
di scopi religiosi e/o caritativi praticata tramite la dichiarazione
dei redditi leda gravemente i diritti dei cittadini e lo spirito della costituzione; che la possibilità di
dedurre
contributi liberali a favore delle chiese stipulanti accordi con lo stato violi la libertà di tutte le
confessioni
religiose, l'uguaglianza e la pari dignità davanti alla legge; che la richiesta di "scelta" violi il diritto alla
riservatezza; che il meccanismo di ripartizione anche per le scelte "non espresse" a favore della Chiesa Cattolica
sia altamente discriminatorio; che il finanziamento alle chiese (stipulanti accordi con lo Stato) limiti
l'indipendenza e la sovranità dello Stato, violando così gli articoli 2, 3, 7, 8, 13, 18, 19, 21, 23,
42 e 53 della
Costituzione Italiana DICHIARA di ritenere diritto di tutti i cittadini il destinare liberamente somme
a favore di confessioni religiose o altre
associazioni; di ritenere l'obiezione fiscale una dovuta forma di disobbedienza civile nei confronti di
disposizioni illegittime e discriminatorie, in particolare nei confronti dei non credenti, quali le leggi 222 del
20/5/85 (a favore della Chiesa Cattolica), 516 e 517 del 22/11/88 (a favore di altre confessioni religiose).
PERTANTO
ha praticato l'obiezione fiscale per quella parte delle imposte destinata al finanziamento delle chiese firmatarie
di accordi con lo stato italiano versando la somma simbolica di L.20.000 (ventimila) all'Associazione per lo
Sbattezzo con sede a Fano (PS), via Garibaldi 47 e allega copia del versamento. E pur risultando in pareggio
con lo Stato, chiede il rimborso della somma obiettata.
Marina Padovese (Spinea)
All'Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette di Venezia io sottoscritta Marina Padovese
PREMETTO CHE
- quello che è accaduto nel '91 e quello che sta accadendo oggi nella ex Jugoslavia mi ha mostrato come
la
guerra sia oggi, nel 1992, ancora concretamente possibile; - mi ha dimostrato che gli eserciti e le armi
prima o poi vengono usati;
- mi fa temere ed immaginare che l'arroganza dei poteri che hanno trovato i motivi di fare guerra oggi, potranno
trovarne ancora la necessità nel futuro;
- ho detto no, ho chiesto ascolto, ho parlato, ho marciato, ho agito, ho taciuto, mi sono sentita ignorata, irrisa,
censurata;
- la Guerra del Golfo, a cui mai avrei immaginato il mio "democratico" paese potesse contribuire, mi ha portato
sotto agli occhi le guerre che prima sentivo lontane dalla mia vita, e io oggi vivo le mie scelte, i miei gesti
quotidiani di donna con più forza e responsabilità, voglio dire e agire il mio NO al sopruso, NO
per l'estraneità
che sento con l'intero sistema di pensiero rappresentato dalla guerra, pensiero che riduce la vita e la morte
ad
una questione di numeri e di bilanci, pensiero che ha in sé l'arroganza di credere di non avere limiti, di
non
dover accettare la sua finitezza nella manipolazione della realtà. E' soprattutto pensiero che parla a nome
di tutte
e di tutti ignorando il suo essere parziale.
Ho subito l'arroganza e la presunzione di chi ha voluto portare guerra a cui è seguita la censura e la
menzogna
nel riportare gli accadimenti, a cui sono seguite altre incomprensibili guerre.
Oggi tra noi scopriamo indifferenza, maggiore chiusura e sospetto verso i diversi, i non uniformi, c'è
maggiore
incapacità ad ascoltare le differenze, attorno a noi inaridiscono i sogni.
DICHIARO QUINDI la mia decisione di praticare l'obiezione di coscienza alle spese militari con un
concreto atto di disobbedienza
civile rifiutandomi di versare quella parte delle imposte destinata al bilancio militare e di destinarla ad iniziative
che salvaguardino la dignità della persona umana da qualsiasi tentativo di sopraffazione, in particolare
ad
iniziative che contribuiscano alla crescita della consapevolezza del valore di altre mie simili. Il mio, assieme
a quello di altre donne, vuole essere un percorso di pensiero e di pratica contro la violenza e contro la
guerra.
Voglio contribuire, dando valore al genere, intrecciando una rete di relazioni tra donne a dare fondamento ad
un pensiero e ad una cultura che producano libertà femminile, cultura di vita e non di morte.
PERTANTO
verso per il progetto di pace delle Donne in Nero di Mestre Venezia diretto alla ex Jugoslavia Lire 30.000 sul
c/c n. 17502303 intestato a Isabella Zuliani, via Mameli 19, 30030 Olmo di Martellago (VE).
Allego copia del versamento effettuato.
Marina Padovese (Spinea)
Analoghe dichiarazioni ci sono giunte (in copia) da Fabio Santin (Spinea) - che ha versato "la somma
simbolica di lire 50.000" quale obiezione alle spese militari alla Cassa di Solidarietà Antimilitarista c/o
Mauro
Zanoni - e, limitatamente all'obiezione dell'8 per mille, da Luciano Di Francesco (San Nicolò a
Todino).
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