Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 22 nr. 190
aprile 1992


Rivista Anarchica Online

Chomsky e i media
di Antonio Schiavon

"Le analisi sullo stato, sul potere corporativo degli intellettuali e sui mass media che servono i loro interessi hanno dato a noi una visione più profonda all'interno della realtà sociale".
Questo è un tributo offerto da chi si interrogava (Paul Marshall, Chomsky's Anarchism, in The Raven del Gennaio-Marzo 1991 p. 84-95) sulla concezione anarchica dell'infaticabile Noam. Le sue connessioni con la concezione marxiana restano sullo sfondo di questo lavoro (Noam Chomsky, Illusioni necessarie, Milano, Elèuthera 1991 , p.232, L. 25.000) che verifica come la "democratizzazione dei media" sia del tutto estranea alla riflessione in corso su questi: "La partecipazione popolare verrebbe infatti considerata una infrazione al principio della libertà di stampa, un attacco all'indipendenza dei media che vedrebbero così distorta la propria missione di informare il pubblico senza timori o parzialità" (p. 24). La nominalità della democrazia è definita di lì a poco: "perché la democrazia sopravviva, la gente comune deve smettere di partecipare al dibattito e all'azione politica ed essere ricondotta alla sua tradizionale apatia ed obbedienza" (p. 26). Il gioco di parole che il potere mette in atto è necessitato dalla sua urgenza persuasiva: ecco allora la "libera informazione" diventare un "libero mercato delle idee" gestito direttamente da chi detiene le inserzioni pubblicitarie. "La struttura stessa dei media è concepita per indurre ad uniformarsi alle ideologie dominanti" (p. 37) in base alla inamovibile scansione imposta dagli spot, pertanto la pretesa "funzione sociale" dei media altro non è che la volontà di creare una sorta di cordone ombelicale tra il governo e il popolo, mero soggetto della testazione delle tecniche dell'ingegneria del consenso. L'intero testo è intessuto di riferimenti alla "democrazia perfetta", agli USA cioè al luogo in cui la democrazia è "un sistema dove il potere economico controlla la politica e le principali istituzioni" (p, 58). Interessante per noi abitatori della Grande Area è notare come dal centro arrivino sino alla periferia gli stessi input: all'unisono si risponde ai soliti "incantesimi nazionalistici" con una guerra e con le benedizioni invocate dal picconatore. Gli esiti ideologici dell'orwelliana riscrittura della storia in USA sono così smaccatamente palesi dalla lettura di come il Primo Maggio (nato in risposta agli scontri di Haymarket) sia stato tramutato nel 1984 da Reagan in Festa della Legge (senza cui ci sarebbe solo "caos e disordine").
Il percorso seguito per allineare l'intera società segue criteri rigidamente verticistici: "la fabbricazione del consenso è innanzitutto indirizzata verso quelli che sono ritenuti "i membri più saggi della "comunità", gli "intellettuali", gli "opinion leader" " (p.77) che poi vengono utilizzati come grancassa delle già vagliate "notizie".
Si assiste, nei momenti propizi, a critiche dei media alla politica governativa e questi "insistono per l'adozione di nuove strategie i cui fini non vengono mai messi in discussione e spesso nemmeno presi in considerazione" (p. 140). I media escono da questa analisi come "vere e proprie articolazioni del governo", (p.184), ma il pregio maggiore dell'analisi è di fornire tutta una serie di materiali sulla manipolazione delle informazioni sull'America Latina e sulla vicenda israeliana. "Illusioni necessarie" è un elaborato dalla lettura mai stancante e dalla notevole capacita penetrativa dei meccanismi "elastici" del potere, capace di fornire delle sommarie griglie d'analisi sperimentate da quello che è considerato il più grande linguista contemporaneo.