Rivista Anarchica Online
Occhio al totalismo!
Vi scrivo in una afosa e piatta
mattinata di maggio, qui tutto procede al solito lento ritmo secolare
che permea tutto un sistema di vita fra il nuovo e l'antico.
Continuo a ricevere le vostre riviste
tra le quali leggo spesso articoli interessanti, ultimo caso quello
relativo all'Intermag che se ho capito bene è una sorta
di coordinamento di banche alternative ovvero banche che sono state
istituite per finanziare le iniziative di un tessuto sociale
innovatore e alternativo al dominante. Tale iniziativa potrà
apparire poco importante o secondaria ad alcuni compagni che come
giustamente ha sottolineato Papi "sperano ancora nell'avvento di una
rivoluzione purificatrice" ma è a mio avviso una tra le scelte
importanti che permetteranno al movimento di rinnovarsi e
riorganizzarsi sulle basi di una società che è
diventata "complessa e totalista", mi spiego:
- Un grosso problema (come già
tanti altri prima di me hanno sottolineato)
del movimento anarchico è quello di essere ancora
profondamente legato nell'immaginario collettivo ad una visione
ottocentesca tipica di una società industriale semplice (o
addirittura pre-industriale) età questa caratterizzata
dall'avvento delle ideologie. - Tipico di quest'età è
la tensione millenarista insita nelle ideologie stesse, simile
se non identica alla visione cristiana del paradiso ed anche la
convinzione del "prossimo" avvento di una rivoluzione
"purificatrice" che avrebbe cancellato il passato e
preparato l'uomo al futuro secondo i sacri canoni relativi
all'ideologia professata.
Il movimento anarchico non ha mai avuto
una "rigida" ideologia per fortuna, ma ciò non
toglie che in tale epoca si sia servito dell'ideologia stessa sia per
competere con altre forze politiche sia perché in un sistema
ancora caratterizzato da forti differenze sociali e nette
contrapposizioni di classe era necessario qualcosa (come l'ideologia)
che permeasse l'immaginario collettivo delle classi subalterne allo
scopo di incanalare ed organizzare la lotta per la emancipazione
delle stesse.
Una nota di merito va anche al
liberalismo che è stato a mio avviso l'antitesi dell'ideologia
stessa privilegiando il singolo e l'iniziativa dello stesso (e non
di macro-organismi) in una libera economia di mercato che, e
questo lo devo dire, per quanto selvaggia e crudele, è molto
più umana della degenerazione dell'ideologia ovvero del
totalitarismo il quale prevede la sistemica e meccanica
distruzione di tutto ciò che rappresenta il passato, storia,
tradizioni, identità culturali, classi; un "colpo di
spugna" che è costato la vita di milioni di persone,
ripeto a milioni di persone.
La mia ripetizione non è
casuale, essa vuole essere un monito a tutti quei compagni che ancora
rincorrono l'idea di "fuochi purificatori" nell'attesa
dell'"inevitabile crollo del capitalismo"; innanzi tutto
posso dire loro che il capitalismo non crollerà sulle proprie
"pesanti" contraddizioni (nemmeno se si mettessero a
pregare in ebraico); lo dimostra la storia, "l'economia mondo"
del capitale subisce periodiche contrazioni che sono successive e
precedenti ad espansioni, quando il sistema entra in crisi utilizza
la contrazione relativa per riorganizzare le risorse, il sistema
cambia (si evolve) pur rimanendo se stesso; vi è cioè
una sorta di "continuità storica" che ha permesso al
sistema ad economia di mercato di sopravvivere fino ai giorni nostri
scavalcando il totalitarismo e sostituendolo con un qualcosa di assai
diverso perché non più strumento ideologico ma
funzionale, il totalismo ovvero l'utilizzo di macro-organismi che
gestiscano il sistema economico e sociale nonché l'aumento di
complessità relativo al suo evolversi; ecco dunque il
nascere della teoria sistemica (Parson, Luhmann) chiamata anche
"teoria d'emergenza" che privilegia un organismo-sociale
(macro) a discapito di un organismo-biologico (micro), ecco dunque un
Luhmann dire "che pretendere il consenso di un singolo individuo
è cosa folle, l'obbedienza è intesa invece come una
diffusa disponibilità sociale ad accettare le decisioni della
classe dominante da una parte e la supponibilità da parte del
sistema politico di una tale disponibilità sulla base della
partecipazione dei soggetti a procedure istituzionalizzate".
Ecco dunque la tendenza da parte del sistema politico a soffocare
l'individuo e l'individualità all'interno di macro-organismi a
carattere funzionale ed a valorizzare lo stesso solo nella misura in
cui partecipa ad una procedura funzionale relativa al sottosistema
nel quale la sua "azione"
è inserita, questo è il totalismo simile per alcuni
lati (strutturali) e diverso per altri (mancanza di tensione
millenarista) al totalitarismo.
E questo è anche lo sbocco della
vecchia economia di mercato prova ne sia "il trust" ovvero
una concentrazione di organi, di produzione-comunicazione all'interno
di un macro-organo (sottosistema al sistema economico) di mercato;
diretta conseguenza di ciò è la separazione fra
possesso del capitale e potere di utilizzo dello stesso (capitale
disperso fra migliaia di azionisti / gruppo dirigente dell'organo
operativo); ciò dimostra la riorganizzazione del capitalismo
avvenuta in seguito alla contrazione iniziata con la prima guerra
mondiale sfociata nella II e continuata con la guerra fredda, una
risposta se vogliamo "all'inevitabile crollo" predetto
dalle correnti marxiste e non. Certo il capitale ha sacrificato
qualcosa, alcuni suoi strati, per ottenere ciò, ha sacrificato
i soli valori che qualificavano i capitalisti da un punto di vista
morale; la libertà e l'umanesimo-individualista, ovvero quanto
di più puro ed ideale v'era nel principio di liberalismo.
Questa nuova società è
regolata da meccanismi ai quali è stata tolta qualsiasi
umanità, essa agisce in modo meccanico fra input (aspettative)
ed output (risposte funzionali), gli stessi partiti si trasformano da
partiti ideologici di massa (sistema a solidarietà,
stato sociale garantista) a partiti funzionali pigliatutto (che
agiscono usando il sistema clientelare utilizzandolo funzionalmente
verso quelle categorie che al momento possono svolgere un
compito ritenuto "rilevante" ai fini del sistema
politico); una società priva dunque di anima, una società
che per continuare se stessa si è venduta l'anima, ciò
ha portato indubbi vantaggi (benessere economico, integrazione
meccanica degli strati subalterni) ma essi son ben poca cosa quando
all'uomo si vuol togliere ciò che di più importante e
di prezioso egli possieda: il fine, l'ideale, il sistema etico, il
gusto del bello, l'arte, la creatività e cosa più
importante, il libero arbitrio, la propria individualità; la
solidarietà e la libertà; gli ultimi due concetti
riassumono tutti i precedenti e illustrano il mio pensiero.
Mai prima d'ora il sistema-mondo ha
bisogno di valori, mai prima d'ora c'è bisogno di
individui, di sistemi economici alternativi che possano
garantire tutti i valori sopracitati; ma come raggiungere tutto ciò?
A mio avviso non certo con "rivoluzioni
purificatrici" che con un colpo di spugna cancellano il passato,
annullano la storia ed instaurano il nuovo mondo, l'anno 0.
Si lo so! Sappiamo bene chi ha fatto
questo, sappiamo bene quanti milioni di innocenti sono stati
sacrificati (lasciatemelo dire) sull'altare della stupidità
umana!
Ma alcune volte ho letto ciò
anche in alcuni libri ed altro materiale di nostri compagni ; nella
prefazione ad un libro di Malatesta trovo le seguenti parole: "
La chiarificazione di obbiettivi
rivoluzionari determinerà in uno gli
obbiettivi della società futura, sorta dalla
distruzione della società precedente, su
questo argomento non è legittimo parlare di
maggioranza o minoranza - individuato quello che abbiamo definito
bene comune resta l'aspetto
strutturale, metodologico, organizzativo, aspetto che non potrà
coinvolgere nemmeno la decisione maggioritaria in quanto
"funzionale" in forma diretta agli obbiettivi determinati
dalla rivoluzione". Queste parole sono assurde o come
minimo miopi, Stalin diceva le stesse cose e Stalin era un boia e non
un anarchico, ma finché qualcuno crederà ancora nelle
favole; finché qualcuno crederà che quello che c'era
prima era tutto cattivo, tutto sbagliato; che quello che ci sarà
domani sarà bello, pulito, idilliaco; finché qualcuno,
infine, crederà che si possa ridurre a "uno" il bene
comune e a "zero" i conflitti di interessi fra gruppi anche
in una società e soprattutto in una società
libertaria... Bene quel qualcuno o è un pazzo o un visionario
o un prete o un boia!
Mi scuso se le mie parole hanno assunto
un tono eccessivamente duro ma è ben più duro il
fardello che bisognerebbe pagare in nome dell'orgoglio e della
certezza; il punto è che a mio avviso è un grave errore
rompere con il passato, tutto il sistema storico risulta organizzato
su un modello cibernetico, l'uomo inevitabilmente impara sui propri
errori ovvero si pone nuove domande sulle risposte a domande
precedenti. Il fatto è che anche i sistemi etici si
costruiscono tramite il patrimonio e l'esperienza storica, forse
esisterà "l'etica" per eccellenza ma l'uomo ne avrà
per sua natura solo una visione sbiadita, riflessa e multilaterale
e ciò è giusto, perché è proprio
focalizzando e definendo un sistema etico dinamico che migliora
all'infinito se stesso tramite un modello storico-cibernetico che si
definisce a sua volta il motivo di esistenza umano; si definisce
anche quindi il mio pensiero e la soluzione che mi prospetto.
- Il cambiamento deve essere
inteso non come una rivoluzione distruttrice e purificatrice ma come
una sorta di lento passaggio storico, una transazione in armonia con
la storia (al cui patrimonio di conoscenze io attribuisco grande
importanza) fra il sistema dominante e il sistema alternativo, che
diverrà a sua volta dominante lasciando la propria nicchia
biologica a un nuovo sistema alternativo; questo continuo movimento è
ciò che io chiamo "la concezione dinamica della storia",
ne consegue un "sistema etico-dinamico";
- E' chiaro che esistono diversi
sistemi alternativi a un unico sistema dominante, solo uno tra questi
diverrà a sua volta dominante, quello che più e meglio
saprà rispondere alle esigenze etiche-materiali e
strutturali del nodo storico corrente, gli altri sistemi in
genere si estingueranno, qualcuno potrebbe restare alternativo, altri
si creeranno. - Nel momento storico corrente vi è
un gran bisogno di valori e non da una sola classe ma da parte di
tutte le stratificazioni sociali (il proliferare di sette e l'aumento
di religiosità sono solo il sintomo di un malessere diffuso).
Ora più che mai i valori
tipicamente anarchici di libertà e solidarietà
(se vogliamo una contaminazione di liberalismo e socialismo) sono
indispensabili e sotto di noi abbiamo un deserto pronto ad assorbire
come una spugna secca qualsiasi cosa che sappia di valore; ma ciò
può avvenire non tramite le parole e i bei discorsi, non è
con un discorso e con un atteggiamento affettivo temporaneo di una
platea o di un comizio che si fa la storia, ma con la creazione di
un sistema etico-politico-economico alternativo ed interagente con
l'attuale sistema strutturale-economico dominante, pronto a
sostituirsi ad esso quando questi avrà più forza
economica morale e politica del dominante stesso.
E qui ritorniamo all'Intermag, una
delle migliaia di iniziative serie che si potrebbero fare non solo
per evitare l'estinzione del nostro movimento ma per creare
una società dominante in senso libertario ed egualitario,
per creare una vera alternativa storica alla quale un individuo possa
dare il proprio cuore, il proprio impegno, la propria passione
rivoluzionaria (ma non distruttiva).
Ciao, saluti a tutta la redazione
Daniele Pagini (Fossombrone)
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