Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 175
estate 1990


Rivista Anarchica Online

Occhio al totalismo!

Vi scrivo in una afosa e piatta mattinata di maggio, qui tutto procede al solito lento ritmo secolare che permea tutto un sistema di vita fra il nuovo e l'antico.
Continuo a ricevere le vostre riviste tra le quali leggo spesso articoli interessanti, ultimo caso quello relativo all'Intermag che se ho capito bene è una sorta di coordinamento di banche alternative ovvero banche che sono state istituite per finanziare le iniziative di un tessuto sociale innovatore e alternativo al dominante. Tale iniziativa potrà apparire poco importante o secondaria ad alcuni compagni che come giustamente ha sottolineato Papi "sperano ancora nell'avvento di una rivoluzione purificatrice" ma è a mio avviso una tra le scelte importanti che permetteranno al movimento di rinnovarsi e riorganizzarsi sulle basi di una società che è diventata "complessa e totalista", mi spiego:
- Un grosso problema (come già tanti altri prima di me hanno sottolineato) del movimento anarchico è quello di essere ancora profondamente legato nell'immaginario collettivo ad una visione ottocentesca tipica di una società industriale semplice (o addirittura pre-industriale) età questa caratterizzata dall'avvento delle ideologie.
- Tipico di quest'età è la tensione millenarista insita nelle ideologie stesse, simile se non identica alla visione cristiana del paradiso ed anche la convinzione del "prossimo" avvento di una rivoluzione "purificatrice" che avrebbe cancellato il passato e preparato l'uomo al futuro secondo i sacri canoni relativi all'ideologia professata.
Il movimento anarchico non ha mai avuto una "rigida" ideologia per fortuna, ma ciò non toglie che in tale epoca si sia servito dell'ideologia stessa sia per competere con altre forze politiche sia perché in un sistema ancora caratterizzato da forti differenze sociali e nette contrapposizioni di classe era necessario qualcosa (come l'ideologia) che permeasse l'immaginario collettivo delle classi subalterne allo scopo di incanalare ed organizzare la lotta per la emancipazione delle stesse.
Una nota di merito va anche al liberalismo che è stato a mio avviso l'antitesi dell'ideologia stessa privilegiando il singolo e l'iniziativa dello stesso (e non di macro-organismi) in una libera economia di mercato che, e questo lo devo dire, per quanto selvaggia e crudele, è molto più umana della degenerazione dell'ideologia ovvero del totalitarismo il quale prevede la sistemica e meccanica distruzione di tutto ciò che rappresenta il passato, storia, tradizioni, identità culturali, classi; un "colpo di spugna" che è costato la vita di milioni di persone, ripeto a milioni di persone.
La mia ripetizione non è casuale, essa vuole essere un monito a tutti quei compagni che ancora rincorrono l'idea di "fuochi purificatori" nell'attesa dell'"inevitabile crollo del capitalismo"; innanzi tutto posso dire loro che il capitalismo non crollerà sulle proprie "pesanti" contraddizioni (nemmeno se si mettessero a pregare in ebraico); lo dimostra la storia, "l'economia mondo" del capitale subisce periodiche contrazioni che sono successive e precedenti ad espansioni, quando il sistema entra in crisi utilizza la contrazione relativa per riorganizzare le risorse, il sistema cambia (si evolve) pur rimanendo se stesso; vi è cioè una sorta di "continuità storica" che ha permesso al sistema ad economia di mercato di sopravvivere fino ai giorni nostri scavalcando il totalitarismo e sostituendolo con un qualcosa di assai diverso perché non più strumento ideologico ma funzionale, il totalismo ovvero l'utilizzo di macro-organismi che gestiscano il sistema economico e sociale nonché l'aumento di complessità relativo al suo evolversi; ecco dunque il nascere della teoria sistemica (Parson, Luhmann) chiamata anche "teoria d'emergenza" che privilegia un organismo-sociale (macro) a discapito di un organismo-biologico (micro), ecco dunque un Luhmann dire "che pretendere il consenso di un singolo individuo è cosa folle, l'obbedienza è intesa invece come una diffusa disponibilità sociale ad accettare le decisioni della classe dominante da una parte e la supponibilità da parte del sistema politico di una tale disponibilità sulla base della partecipazione dei soggetti a procedure istituzionalizzate". Ecco dunque la tendenza da parte del sistema politico a soffocare l'individuo e l'individualità all'interno di macro-organismi a carattere funzionale ed a valorizzare lo stesso solo nella misura in cui partecipa ad una procedura funzionale relativa al sottosistema nel quale la sua "azione" è inserita, questo è il totalismo simile per alcuni lati (strutturali) e diverso per altri (mancanza di tensione millenarista) al totalitarismo.
E questo è anche lo sbocco della vecchia economia di mercato prova ne sia "il trust" ovvero una concentrazione di organi, di produzione-comunicazione all'interno di un macro-organo (sottosistema al sistema economico) di mercato; diretta conseguenza di ciò è la separazione fra possesso del capitale e potere di utilizzo dello stesso (capitale disperso fra migliaia di azionisti / gruppo dirigente dell'organo operativo); ciò dimostra la riorganizzazione del capitalismo avvenuta in seguito alla contrazione iniziata con la prima guerra mondiale sfociata nella II e continuata con la guerra fredda, una risposta se vogliamo "all'inevitabile crollo" predetto dalle correnti marxiste e non. Certo il capitale ha sacrificato qualcosa, alcuni suoi strati, per ottenere ciò, ha sacrificato i soli valori che qualificavano i capitalisti da un punto di vista morale; la libertà e l'umanesimo-individualista, ovvero quanto di più puro ed ideale v'era nel principio di liberalismo.
Questa nuova società è regolata da meccanismi ai quali è stata tolta qualsiasi umanità, essa agisce in modo meccanico fra input (aspettative) ed output (risposte funzionali), gli stessi partiti si trasformano da partiti ideologici di massa (sistema a solidarietà, stato sociale garantista) a partiti funzionali pigliatutto (che agiscono usando il sistema clientelare utilizzandolo funzionalmente verso quelle categorie che al momento possono svolgere un compito ritenuto "rilevante" ai fini del sistema politico); una società priva dunque di anima, una società che per continuare se stessa si è venduta l'anima, ciò ha portato indubbi vantaggi (benessere economico, integrazione meccanica degli strati subalterni) ma essi son ben poca cosa quando all'uomo si vuol togliere ciò che di più importante e di prezioso egli possieda: il fine, l'ideale, il sistema etico, il gusto del bello, l'arte, la creatività e cosa più importante, il libero arbitrio, la propria individualità; la solidarietà e la libertà; gli ultimi due concetti riassumono tutti i precedenti e illustrano il mio pensiero.
Mai prima d'ora il sistema-mondo ha bisogno di valori, mai prima d'ora c'è bisogno di individui, di sistemi economici alternativi che possano garantire tutti i valori sopracitati; ma come raggiungere tutto ciò?
A mio avviso non certo con "rivoluzioni purificatrici" che con un colpo di spugna cancellano il passato, annullano la storia ed instaurano il nuovo mondo, l'anno 0.
Si lo so! Sappiamo bene chi ha fatto questo, sappiamo bene quanti milioni di innocenti sono stati sacrificati (lasciatemelo dire) sull'altare della stupidità umana!
Ma alcune volte ho letto ciò anche in alcuni libri ed altro materiale di nostri compagni ; nella prefazione ad un libro di Malatesta trovo le seguenti parole: " La chiarificazione di obbiettivi rivoluzionari determinerà in uno gli obbiettivi della società futura, sorta dalla distruzione della società precedente, su questo argomento non è legittimo parlare di maggioranza o minoranza - individuato quello che abbiamo definito bene comune resta l'aspetto strutturale, metodologico, organizzativo, aspetto che non potrà coinvolgere nemmeno la decisione maggioritaria in quanto "funzionale" in forma diretta agli obbiettivi determinati dalla rivoluzione".
Queste parole sono assurde o come minimo miopi, Stalin diceva le stesse cose e Stalin era un boia e non un anarchico, ma finché qualcuno crederà ancora nelle favole; finché qualcuno crederà che quello che c'era prima era tutto cattivo, tutto sbagliato; che quello che ci sarà domani sarà bello, pulito, idilliaco; finché qualcuno, infine, crederà che si possa ridurre a "uno" il bene comune e a "zero" i conflitti di interessi fra gruppi anche in una società e soprattutto in una società libertaria... Bene quel qualcuno o è un pazzo o un visionario o un prete o un boia!
Mi scuso se le mie parole hanno assunto un tono eccessivamente duro ma è ben più duro il fardello che bisognerebbe pagare in nome dell'orgoglio e della certezza; il punto è che a mio avviso è un grave errore rompere con il passato, tutto il sistema storico risulta organizzato su un modello cibernetico, l'uomo inevitabilmente impara sui propri errori ovvero si pone nuove domande sulle risposte a domande precedenti. Il fatto è che anche i sistemi etici si costruiscono tramite il patrimonio e l'esperienza storica, forse esisterà "l'etica" per eccellenza ma l'uomo ne avrà per sua natura solo una visione sbiadita, riflessa e multilaterale e ciò è giusto, perché è proprio focalizzando e definendo un sistema etico dinamico che migliora all'infinito se stesso tramite un modello storico-cibernetico che si definisce a sua volta il motivo di esistenza umano; si definisce anche quindi il mio pensiero e la soluzione che mi prospetto.
- Il cambiamento deve essere inteso non come una rivoluzione distruttrice e purificatrice ma come una sorta di lento passaggio storico, una transazione in armonia con la storia (al cui patrimonio di conoscenze io attribuisco grande importanza) fra il sistema dominante e il sistema alternativo, che diverrà a sua volta dominante lasciando la propria nicchia biologica a un nuovo sistema alternativo; questo continuo movimento è ciò che io chiamo "la concezione dinamica della storia", ne consegue un "sistema etico-dinamico";
- E' chiaro che esistono diversi sistemi alternativi a un unico sistema dominante, solo uno tra questi diverrà a sua volta dominante, quello che più e meglio saprà rispondere alle esigenze etiche-materiali e strutturali del nodo storico corrente, gli altri sistemi in genere si estingueranno, qualcuno potrebbe restare alternativo, altri si creeranno.
- Nel momento storico corrente vi è un gran bisogno di valori e non da una sola classe ma da parte di tutte le stratificazioni sociali (il proliferare di sette e l'aumento di religiosità sono solo il sintomo di un malessere diffuso).
Ora più che mai i valori tipicamente anarchici di libertà e solidarietà (se vogliamo una contaminazione di liberalismo e socialismo) sono indispensabili e sotto di noi abbiamo un deserto pronto ad assorbire come una spugna secca qualsiasi cosa che sappia di valore; ma ciò può avvenire non tramite le parole e i bei discorsi, non è con un discorso e con un atteggiamento affettivo temporaneo di una platea o di un comizio che si fa la storia, ma con la creazione di un sistema etico-politico-economico alternativo ed interagente con l'attuale sistema strutturale-economico dominante, pronto a sostituirsi ad esso quando questi avrà più forza economica morale e politica del dominante stesso.
E qui ritorniamo all'Intermag, una delle migliaia di iniziative serie che si potrebbero fare non solo per evitare l'estinzione del nostro movimento ma per creare una società dominante in senso libertario ed egualitario, per creare una vera alternativa storica alla quale un individuo possa dare il proprio cuore, il proprio impegno, la propria passione rivoluzionaria (ma non distruttiva).
Ciao, saluti a tutta la redazione

Daniele Pagini (Fossombrone)