Rivista Anarchica Online
Altri signornò
di Pasquale Ambrosino
Si allunga la lista dei giovani che
rifiutano di svolgere il servizio militare e, al contempo, non
intendono presentare la domanda alle autorità militari per
essere ammessi all'eventuale servizio civile alternativo alla naja.
Sono attualmente (circa) una decina. Uno di loro - Pasquale Ambrosino, di
Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) - ha scritto questo testo.
"Il pensiero è senza
legami: vive di incontri e muore di solitudine"
E. Jabes
"L'immaginazione ha i suoi
limiti: i limiti di una realtà eccessiva"
E. Jabes
Recinto di filo spinato: economia del
potere. Tutte le gabbie hanno un prezzo e sono comunque necessarie
per chi le domina... Barriere del pensiero.
E l'esercito è la realtà
eccessiva di una realtà eccessiva di per sé: il vivere
sociale.
Esercito, fabbrica e ritmo di una
produzione radioattiva, videogame concreto dove si rappresentano
combattimenti e morte, atto di forza, eroismo, bandiere, parate,
punizioni, medaglie e cibi marci, tutto in nome di una
giustificazione sospetta di arroganza e di imbroglio : patria,
fascismo, democrazia, "comunismo", dio, organizzazione dei
bisogni e "libertà".
Il bambino non vota, non produce, non
partecipa e non decide; è solo merce da addomesticare per il
mondo del "tutto è in regola". Il bambino, come il soldato, il
cittadino, l'uomo, la donna, la giostra del mondo: si chinano davanti
alle loro coscienze, che risultano essere segrete e distanti dalla
pratica della vita. La pratica è fatta di altro...e
l'umiliazione non riesce a trasformarsi in ribellione.
Mi sono chiesto per tanto tempo se
millenni di guerre avessero insegnato qualcosa, se ci si fosse
stancati della nostra stessa tirannide, ma manca sempre una verifica:
immaginare un rapporto tra uomini e donne e tra essi e la natura ha i
suoi limiti e sono i limiti di una realtà eccessiva fatta di
violenza legalizzata che lascia poco spazio ad un vivere altro.
Ed ecco che un giorno mi arriva a casa
una cartolina che mi obbliga a presentarmi il 10 luglio 1990 presso
una caserma militare, una "scuola" di truppe corazzate,
dove dovrebbero "insegnarmi" a manovrare stupide macchine
da guerra, io soldato che preme pulsanti ed obbedisce a capi dal
cervello distorto? E' un altro recinto di filo spinato, dai costi
eccessivi e dai distintivi di latta... ma dicono loro necessario... E' uno dei tanti legami, vincolanti,
con un modo di vivere che non riesco a pensare come mio.
Io non voto, non produco, non partecipo
e non decido del potere su altri uomini; mi rifiuto di essere merce
da addomesticare per il mondo del "tutto è in regola". So che il potere è una
dimensione troppo forte e radicata, difficile da superare, ma il mio
rifiuto di esso è la mia storia forse contraddittoria, ma
significativa, è quella sottile differenza (tra me e il
potere) che mi porta a pensare che non mi presenterò per
svolgere il servizio militare e nemmeno quello sostitutivo civile.
Senza valutazioni politiche, tatticismi di sorta, illusioni di
cambiare il mondo, ma solo per confermare quella sottile differenza
che per me significa già cambiare qualcosa.
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