Dopo il 3° congresso
a cura della Redazione

Si è tenuto a Roma, dal 25 al 27 maggio, il 3° congresso dell'Unione Sindacale Italiana (USI).
In rappresentanza di oltre 500 iscritti dichiarati, hanno preso parte ai lavori 44 delegati (più 29 osservatori per conto di varie associazioni e iniziative). E' stata ridefinita la struttura organizzativa, con la nomina degli incaricati alle varie funzioni a carattere nazionale. Segretario nazionale è stata nominata Claudia Santi (dell'USI Scuola di Rieti).
Sono state approvate varie mozioni. In quella intitolata "Verifica dell'attualità del progetto USI", si afferma tra l'altro che c'è sempre più bisogno di un sindacato capace non soltanto di difendere i lavoratori ma anche di aiutarli a difendersi da soli contro il potere padronale, per garantire quel patrimonio di solidarietà peculiare del mondo del lavoro.
Per sindacalismo tuttavia oggi non si deve più intendere, come agli inizi del secolo, quella pratica che tende ad organizzare unicamente la classe operaia ma, più realisticamente, quella pratica che vuole organizzare,all'interno del mondo del lavoro, coloro che operano con l'obiettivo di costruire una società egualitaria, libertaria ed autogestionaria.
Anche sull'aggettivo rivoluzionario - prosegue la mozione - è opportuno fare alcune precisazioni: all'inizio del secolo, infatti, con tale specificazione si intendeva, anche in parte, quel sindacalismo che vedeva nell'insurrezione lo sbocco finale della lotta di classe. Da molto tempo l'USI sostiene piuttosto la necessità di un gradualismo che si definisce rivoluzionario in quanto rifiuta la logica della compatibilità con il sistema capitalistico e statalista, puntando invece alla costruzione di una società autogestita ed autogestionaria basata su valori completamente diversi da quella attuale: l'USI considera la rivoluzione anche come un processo di trasformazione culturale.


Il testo di tutte le mozioni è riportato sul n. 5 (giugno/luglio 1990) del periodico dell'USI Lotta di classe (via Dalmazia 30, 60126 Ancona).