Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 175
estate 1990


Rivista Anarchica Online

Ma i miei 113 franchi no!
di Paolo Soldati

Più volte abbiamo avuto modo di dare spazio, sulla nostra rivista, all'impegno antimilitarista che alcuni compagni della Svizzera italiana portano avanti - con azioni apparentemente "piccole", sempre pagate di persona. E' in questo contesto che si inserisce la "lettera aperta agli on. Martinelli e Respini, direttori dei dipartimenti Giustizia e Militare" che l'anarchico Paolo Soldati ha loro inviato all'inizio dell'estate.

Egr. Sig.
sono un antimilitarista condannato a suo tempo per aver rifiutato di indossare la divisa. Un "delitto" d'opinione che, in tutta Europa, viene anacronisticamente perseguito solo da noi. Per questo motivo sono stato costretto, mio malgrado, a subire alcuni mesi di prigione ed espulso poi dall'esercito. La mia obiezione è di natura etico-politica. Credo infatti che l'esercito sia soprattutto uno strumento di controllo sociale, scuola di violenza istituzionale, istituzione parassitaria fagocitante enormi energie sottratte a settori più importanti - la socialità, la scuola, la ricerca, ecc. -, portatore di valori pericolosissimi per la pacifica convivenza tra i popoli, luogo nel quale l'Uomo è degradato a strumento, la sua dignità calpestata, la sua intelligenza umiliata, la sua volontà annientata. Ho così condiviso il motto "non un uomo, non un soldo per l'esercito".
Da allora con un accanimento pari solo alla sua ottusità, l'amministrazione - i dipartimenti da voi diretti - mi impongono di pagare 113 fr. (centotredici) annuali quale tassa per il fatto di essere escluso. Ennesima beffa alla quale né io, né altri antimilitaristi vogliamo sottostare visto che mai abbiamo chiesto di essere perseguitati, processati, condannati, imprigionati.
Venerdì 22.6.1990 dovrei presentarmi presso il carcere per scontare 9 giorni, la condanna dello scorso anno. Cosa che non farò. I motivi alla base di questo rifiuto sono molteplici:
- ogni anno vengo condannato per un reato d'opinione, ogni anno vengo condannato per il mio coerente rifiuto di sostenere l'esercito;
- accettando di scontare questo periodo legittimerei di fatto l'esercito, questo tentacolare parassita che tanto danno crea alle nostre società;
- non presentandomi intendo denunciare la stupidità del Potere. I costi della mia eventuale incarcerazione sono 20 volte più grandi di quei cento franchi che appunto non intendo pagare;
- sono professionalmente attivo nel settore sanitario e nel sostegno ai rifugiati. Preferisco così continuare la mia utile attività professionale e di volontariato sociale a sostegno degli ammalati e dei più deboli piuttosto che parassitare a mia volta, sulle spalle del povero contribuente ticinese, in una sterile inoperosità dentro un carcere;
- nel momento in cui in tutta Europa cadono le barriere fisiche ed ideologiche, assistiamo ai tentativi di soluzione dei conflitti in modo pacifico, debbo constatare come nella "democratica" Elvezia si imprigionino persone il cui unico torto è quello di rifiutare la logica della violenza.
Funzionari del Dipartimento da Lei diretto, Sig. Martinelli, mi comunicano l'arresto immediato nel caso in cui non dovessi presentarmi presso il carcere.
In questo caso inizierò immediatamente uno sciopero della fame, unica arma a mia disposizione per affermare una nuova coscienza e per sottolineare la frattura esistente fra chi, come me, si impegna per una società più giusta e solidale e chi, come Voi, si fa garante dello status quo.
Unica consolazione: al miliardo e passa di franchi che anche quest'anno l'esercito sperpererà, mancheranno i miei 113 franchi, investiti in attività utili alla collettività.

Paolo Soldati
6832 Pedrinate - Svizzera