Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 156
giugno 1988


Rivista Anarchica Online

Anarchico e ateo

Ho riflettuto alcuni giorni sulla lettera di F. Berti su "A" 155 e sull'opportunità o meno di rispondere a quanto da lui scritto. Non ero convinto di dovergli rispondere perché su queste colonne il dibattito sulla questione religiosa si è già ampiamente sviluppato e c'è il rischio di ridire cose già dette e ripetute, comunque alla fine ho ritenuto opportuno fare quanto meno alcune precisazioni.
Nel mio intervento su "A" 153 io non ho nemmeno preso in considerazione la chiesa, le gerarchie ecclesiastiche e i culti loro propri, perché do per scontato che chi legge la stampa anarchica almeno queste realtà le abbia da tempo rifiutate, Berti me lo conferma e ciò mi fa piacere. Un po' meno piacere mi fa constatare che Francesco parla delle sacre scritture senza averne una conoscenza sufficiente, la Bibbia infatti nella seconda lettera a Timoteo (versetti 16 e 17) dice di se stessa: "tutta la scrittura è ispirata da dio e utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l'uomo di dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona", confermando che (come affermano i suoi sostenitori) la Bibbia vuole essere una raccolta di scritture ispirate che si fondono armoniosamente in un unico insieme.
Quindi non comprendo la selezione operata fra alcune pagine del vecchio testamento (inneggianti "ad un dio cattivo e vendicatore") e il "messaggio d'amore grandissimo del vangelo" (che peraltro non riesco a riscontrare nelle continue minacce che Gesù rivolge a coloro che non vogliono adeguarsi alla volontà del padre suo - vedasi Luca cap. 17 vv. da 22 a 35 e Matteo capitoli 24 e 25).
Anche su Gesù esempio di trasgressione non posso accettare le affermazioni di Francesco che sembra non capire che Gesù disprezzando l'autorità umana ha però ribadito la tirannia di Jahvè riaffermando il suo diritto di giudizio finale e di selezione fra buoni e cattivi. Poi non scordiamo come proprio dalla bibbia (Tito 3;1 – 1° Pietro 2: 13,14 - 1° Pietro 2: 18,19,20) venga l'invito a non ribellarsi all'autorità costituita (stato e padroni) perché la sopportazione e la sofferenza sono giudicate "grate a dio" e possono far guadagnare il regno dei cieli. Non voglio spingermi oltre, non voglio riprendere le affermazioni fatte su chiesa e preti che vorrebbero presentarceli come diversi da un tempo, la chiesa oggi limita la sua prepotenza solo perché non ha la presa sulle coscienze ed il potere politico di cui godeva nel passato, però stia pur tranquillo l'amico Francesco che se si ricreassero le condizioni a lei favorevoli essa non esiterebbe un attimo a ricominciare con la sua dominazione fatta di sangue e di sfruttamento.
Concludo dicendo che non considero né Francesco né gli altri che la pensano come lui come dei nemici, solo delle persone che accettando di sottomettersi ad un dio che ordina, disciplina e giudica mostrano di non avere ancora acquisito una piena libertà di coscienza e quindi di non essersi ancora liberati di quel concetto di autorità che politicamente rifiutano. Ciò nonostante spero che la nostra diversità non sia fattore di divisione, io continuerò la mia lotta contro l'idea di dio senza accettare compromesso alcuno, spero comunque che si possano trovare terreni d'intervento comune sui quali dimostrare la nostra capacità di superare le differenze individuali.
Con amicizia saluti libertari.

Corrado Olivotto (Aosta)