Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 154
aprile 1988


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Marco Pandin è ammalato (niente di grave: influenza. Comunque, auguri!). Lo sostituisce questo mese Stefano Giaccone.

Franti

Questo mese "Musica&idee" potrebbe chiamarsi "Quello che non c'è".
Non c'è Marco Pandin, ammalato e indaffarato: così scriverò alcune cose io, contattato dalla rivista (anche) perché si sarebbe dovuto parlare del mio (ex?) gruppo, Franti.
Secondo "non c'è": dovrei annunciare e recensire l'uscita (avvenuta all'inizio di gennaio) di Non classificato, una scatola contenente i 3 lp del gruppo, più 40 minuti circa di materiale inedito, vecchio, nuovo, dal vivo, ecc...
Franti: gruppo multiforme musicale, di Torino, fondato nel 1977 e "congelato" dopo 10 anni di percorso nell'autogestione, nella ricerca estetica/politica di essere militanti rivoluzionari anche suonando. Dieci anni con molti contatti, lettere, concerti, interventi, dischi (5.000 circa). Non classificato esce a bocce ferme (come si dice da noi): copie n. 300. Perché non ci sono i soldi (ecco il 1° "non c'è") per stamparne di più e le copie finiscono subito: cosicché parlo di una cosa che non è più disponibile.
Situazione che è un po' uno specchio di altre essenze: del movimento autogestionario nel quale e per il quale abbiamo testardamente lavorato; di una concezione radicalmente antagonista della comunicazione culturale (tant'è che una buona fetta del suddetto movimento è oggi la succursale di serie C dell'industria discografica); di una serie di analisi sul ripetersi di errori "storici" (usare musica e musicisti per acchiappare gente, anche in buona fede; contribuire noi stessi, collettivi-radio-fanzines, a foraggiare carrieristi del vinile, punk di buona famiglia, rockstar mancate/riciclate).
Non c'è, nel breve, avvisaglia di cambio di tendenza: ed è giusto che sia così. Ci occorre tempo per ripensarci, per ricominciare a curare il seme gettato (quello c'è, eccome). Buone " teste" non mancano: vedi il titolare di questa rubrica.
Di Non classificato, Franti, Blu Bus (viva e vegeta) non dirò nulla: a fondo pagina ci sono i contatti. Approfitto invece per dire che il sottoscritto e Lalli (stessa provenienza musicale) si faranno vivi tra qualche tempo, con informazioni e materiali, presso tutti coloro coinvolti in vario modo con la produzione di cultura antagonista. Nell'ultimo anno abbiamo suonato, discusso, provato con molti compagni (di qui e non). Ricominciamo (da 3, naturalmente). Ma questa rubrica non può essere (nemmeno per un mese) la mia palestra personale (anche se giustificato dall'isolamento e dal livore). Sparo perciò dei nomi, titoli, dischi che ci hanno aiutato negli ultimi mesi.

Gronge & Move

Dall'Italia, due dischi: Gronge & Move, due gruppi romani, alla seconda esperienza discografica. Rock progressivo, sperimentale, new wave, uso "spinto" e intelligente della parola cantata. Quest'ultimo è un lp diviso a metà e segue il disco "Fase di rigetto" dei Gronge e il mini-lp omonimo dei Move.
Caldamente consiglio questi tre oggetti in plastica.

Archensiel

Da Asti, un disco di folk/rock (termine troppo sbrigativo, però), l'esordio degli Archensiel, un tentativo coraggioso (e pubblico, per non "amateurs") di ricordarsi che si è della propria terra ("t" minuscola).

Lino Saluzzi

Così come il terzo lp di Lino Saluzzi "Volver" (etichetta ECM): suona il bandoneon (fisarmonica un po' diversa), è argentino, ho avuto il piacere di sentirlo suonare dal vivo. Cercate i suoi tre dischi (tutti ECM): "Kultrum", "Once upon a time", "Volver".

French, Frith ecc. ecc.

Ultima segnalazione per un disco bellissimo che mi ha veramente stupito: "Live, love, larf & loaf" di French (batterista rock ex-Cap. Beefheart), Frith (ex-Henry Cow, se leggete Marco Pandin sapete chi è), Kaiser (chitarrista/prezzemolo, sperimentatore pazzo) e Thompson (ex- Fairport,Convention, cioè folk-rock).
Se pensate che i generi musicali siano un'invenzione dei giornalisti, questo disco vi fa sentire a posto.
Chiuso. Di solito non scrivo, tantomeno recensioni, Scusate. Auguri a Marco.

Stefano Giaccone