Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 143
febbraio 1987


Rivista Anarchica Online

Il malessere continua

Cari compagni,
mi è sembrato doveroso scrivervi per scusarmi innanzitutto per il ritardo del pagamento delle copie della vostra sempre gradita rivista.
Purtroppo da qualche mese a questa parte le vendite si sono ridotte notevolmente, causa l'allontanamento dal paese di gran parte dei compratori e dei compagni; in pratica sono rimasto solo io, che non posso certamente comprare tutte le riviste, per cui vi prego di sospendere la spedizione delle solite dieci copie e di ridurle ad una (per adesso).
Provvederò al pagamento dell'abbonamento. In questi giorni comincerò la spedizione del denaro, spero non vi dispiaccia ma dovrò mandarvelo in due o tre volte.
Scusatemi ancora ma per me è una situazione incresciosa nella quale non avrei voluto mai venirmi a trovare, soprattutto con persone tanto gentili come voi.
Questo fatto è la dimostrazione più lampante delle condizione sociale in cui viviamo; condizione che come vedete ci costringe ad elemosinare la vendita di una copia della rivista o addirittura persino a regalare; capite cosa significa? Un mondo che rifiuta i contatti umani, e che, peggio, rifiuta la cultura; un popolo che si accontenta del sopravvivere quotidiano, giovani che fino all'età di trenta e più anni fanno avanti e indietro nella piazza; gente eternamente in agguato pronta a troncare ogni privata iniziativa del prossimo; tutto questo è il sud.
Le persone si alzano la mattina per andare in campagna non già per produrre ma per il desiderio atavico di "andare". Credetemi, qui più che in altri posti si sente il desiderio di rivoluzione, qui solo noi che ci viviamo possiamo capire le ragioni dei "nostri" briganti Crocco, Giuseppe Antonio Franco, Ninco Nanco: avevano capito che questa gente non vale niente, eterni schiavi, dei Borboni, dei Savoia, dei fascisti, degli americani, dei politicanti, del governo, della mafia.
Tutto questo cari compagni, perché si sono sempre accontentati delle belle parole, del torpore eterno che regna sulle nostre case, della neve che stenta ad arrivare, del santo natale, delle stronzate che i preti gli sparano in occasione delle solite e mai diverse festicciole a scopo di lucro che di tanto in tanto gli propinano.
Così, dicevamo, la gente spende trecentomila lire per piantare il grano (privando la famiglia con assurde economie), e a luglio di grano ne raccoglie centomila lire! Ciononostante è contenta; contenta di andare a votare a maggio e di sentirsi anche loro cittadini italiani!!! Senza sapere che da Salerno in su siamo considerati extraterrestri, però noi abbiamo i loro politici che ci difendono che ci fanno avere i soldi per le cooperative (2000 miliardi che oltretutto sono già finiti chissà come).
Un mio amico ne ha avuti un po', aveva un bel laboratorio di ceramiche... ha dovuto chiudere perché ancora oggi affoga nei debiti con lo stato, con quattro figli a carico e moglie (grazie ai nostri politicanti). In un congresso qualche anno fa, mi pare proprio a Torino, nel quale c'erano tutti i nostri eroi si parlò di "contadiname del sud" (testuali parole), ma i nostri eroi non osarono nemmeno aprire bocca; queste ed altre imprese ancora più vergognose hanno fatto e fanno, ma il popolo lucano è sempre contento perché come cambiano le mode di volta in volta diventa comunista, democristiano, ecologista, antinucleare, pro-nucleare, insomma sempre all'avanguardia con i tempi.
Ma il malessere continua ad esistere; quei pochi che hanno capito se ne vanno, altri rimangono come me costretti chissà da quale sciocco legame a vedere questo continuo morire, queste case che con l'inverno diventano più grigie, questi alberi che non hanno mai avuto foglie verdi, questa eterna campagna in nero che non ci perde mai di vista e queste montagne che ci limitano per sempre la vista dell'orizzonte tanto che nessuno ha saputo mai quando fosse realmente giorno e quando realmente notte.
Tutto questo è il sud, ne ho voluto parlare un poco per farvi capire che al di là dell'aria pura c'è tutto questo, che non cambia mai e che, cari compagni, bisogna parlare di anarchia e di rivoluzione e non sempre della rivoluzione del '36 oppure dell'acqua sporca, bisogna pulire le menti.
Scusatemi ancora, sentivo il bisogno di scrivere tutto questo.
Un abbraccio

Vincenzo Pagano (Castelluccio Superiore – PZ)