Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 142
dicembre 1986 - gennaio 1987


Rivista Anarchica Online

Una proposta da Torino
di Arte & Anarchia

Mentre nel secolo scorso l'artista d'ispirazione libertaria viveva senza fratture la propria condizione, che esprimeva sia nella propria opera che partecipando personalmente agli avvenimenti politici, nel nostro secolo lo stretto legame tra l'artista ed il suo tempo viene meno. L'artista è spesso l'interprete di una crisi di valori che investe sia la fede nella struttura sociale esistente sia quella nella possibilità di una palingenesi rivoluzionaria. Un'approfondita riflessione sui rapporti che sono intercorsi ed intercorrono tra arte e anarchia, quindi, può efficacemente contribuire ad arricchire il dibattito in corso sul senso di una mutazione culturale libertaria.
Ha oggi un gran peso il problema della comunicazione. La cultura della libertà, infatti, nasce e si sviluppa in un terreno socio-culturale e linguistico informato dalla cultura del dominio. Essa tenta di dire se stessa con parole e codici impregnati da tale cultura.
Accade così che il linguaggio che parliamo ci parli più di quanto noi non riusciamo a parlarlo. La sua apparente vicinanza ce lo presenta come inoffensivo, quotidianamente familiare, per cui diviene impossibile prendere le distanze da esso. L'artista al contrario si accosta al linguaggio come ad un che di sconosciuto, inventato, non naturale. Per l'artista la parola, il suono, il colore sono forieri di meraviglia, di stupore. In tal modo avviene che nell'opera d'arte quel che è usualmente vicino paia lontano e, di contro, quel che è remoto si appropinqui.
Oggi l'estetico ha travalicato la propria dimensione di riflessione specifica sull'arte per investire di sé campi apparentemente affatto estranei. Il consenso sociale non si realizza più attraverso argomentazioni ideologiche ma grazie alla proposta di modelli estetici che si manifestano attraverso la continua produzione di immagini, spesso effimere ma di volta in volta assai efficaci. Il potere suasorio della parola recede di fronte alla seduzione dell'immagine.
Oggi il cambiamento si presenta come dislocazione, spostamento, non come metamorfosi. Assistiamo al paradosso di una continua caccia alla novità senza che nulla di nuovo appaia; la nostra società è senza futuro, non perché non sia in grado di perpetuarsi, ma perché vive nel segno della ripetizione. Al contrario, una mutazione culturale di segno libertario è l'unica che possa postulare un cambiamento radicale, fornendo una valenza etica alla dimensione puramente estetica. In questo contesto acquista interesse l'indagine sul ruolo che l'arte ha svolto, svolge o può svolgere.
Arte libera è sinonimo di arte libertaria?
Esistono contenuti libertari nelle arti e nelle estetiche contemporanee?
Quali rapporti sono intercorsi ed intercorrono tra gli artisti e la cultura libertaria?
Queste ed altre questioni vorremmo affrontare nel corso di un incontro, della durata di una settimana, da tenersi a Torino prevedibilmente nel mese di maggio. È nostro intento trattare le tematiche qui succintamente accennate (ed altre ad esse riferibili) sia in chiave più specificamente artistica (mostre, rappresentazioni teatrali, letture di poesie, musica ecc...).
Chi è interessato a questa nostra proposta è invitato a mettersi in contatto con noi.

Arte&Anarchia
c/o Edizioni Antistato
via G. Reni 96/6
10136 Torino