Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 141
novembre 1986


Rivista Anarchica Online

Genova
di Mauro Zanoni

Nei giorni 17-18-19 ottobre Genova ha ospitato il XV congresso della Lega Obiettori di Coscienza ai cui lavori hanno partecipato circa 200 congressisti provenienti da tutta Italia ed osservatori di numerose organizzazioni politiche e di movimento, fra cui compagni di Senzapatria e della Cassa di Solidarietà Antimilitarista.
Siamo arrivati per assistere a questo congresso con una certa curiosità. L'ultimo incontro nazionale a Marzabotto aveva visto esplodere grosse contraddizioni all'interno della LOC, evidenziando diverse e contrapposte concezioni dell'obiezione di coscienza, dell'antimilitarismo, dell'organizzazione della Lega; il pugno di ferro usato dal Ministero della Difesa contro gli obiettori (oltre alla repressione contro l'antimilitarismo anarchico) e la necessità di rispondere; il proposito di esprimere solidarietà alla CSA e quindi un'attenzione, sicuramente nuova, verso proposte ed azioni antimilitariste fino ad ora completamente oscurate.
Insomma, dopo 14 anni di servizio civile e di completo svuotamento (peraltro previsto) dei contenuti antimilitaristi, qualcosa si muove nelle acque stagnanti della LOC? Ed in caso affermativo, si tratta di miseri sussulti per le frustate di Spadolini o di un reale bisogno di ripensare l'intervento antimilitarista alla luce dell'esperienza passata?
Queste domande non hanno avuto una chiara risposta. Il congresso si è trascinato nell'eccessivo timore di conseguenti spaccature ed il dibattito è stato solo in funzione della mozione conclusiva, evitando il confronto e le contrapposizioni di sostanza. La ormai tradizionale convivenza all'interno della LOC di esperienze ed esigenze molto diverse fra loro garantisce solo una sterile unità nazionale di cartello e non fornisce stimoli per una crescita generale sui contenuti.
Già l'impostazione dei lavori congressuali è significativa di come più anime si muovano confusamente nella struttura della Lega. I congressisti si separano per lavorare su due temi: a) obiezione di coscienza; b) antimilitarismo. L'assemblea plenaria che avrebbe dovuto rendere conto del lavoro delle due commissioni e vedere il confronto fra le due impostazioni, ci ha lasciato a dir poco stupiti. Le mozioni proposte erano sostanzialmente simili e confronto non c'è stato.
Mentre la realtà del servizio civile, della repressione ministeriale, della politica guerrafondaia degli stati, dimostrano quotidianamente la sconfitta della scelta istituzionale che favorisce il recupero e l'addormentarsi delle più sincere volontà di lotta e di trasformazione, questo congresso ribadisce come primo compito della LOC l'ottenimento di una nuova legge di riconoscimento dell'obiezione di coscienza (che è facile prevedere sarà solo di regolamentazione del servizio civile...). Non hanno trovato molto spazio quelle voci che, percependo l'insufficienza e l'inadeguatezza di un'attività unicamente tesa al dialogo con le istituzioni ed alla soluzione delle problematiche sociali all'interno di stanze vellutate, propongono di riprendere un'azione più spiccatamente antimilitarista. Non solo non hanno trovato spazio per imporre un cambiamento di rotta, ma non hanno neppure saputo proporre, a nostro avviso, ipotesi di lotta realmente incisive.
A grandi linee ci sembra che all'interno della LOC si muovevano sostanzialmente due tendenze. Una che punta alla "riqualificazione" del servizio civile con vocazioni assistenziali e missionarie per dimostrare al Ministero della Difesa ed alla società di essere veri e degni obiettori... L'altra che subisce le contraddizioni e le frustrazioni del servizio civile ma non traduce in concretezza l'ancora vago proposito di intervento antimilitarista.
Da questo secondo settore vengono le timide proposte di radicalizzazione delle lotte tramite gli autotrasferimenti contro le precettazioni, le autoriduzioni del servizio, l'antimilitarismo concreto, l'attenzione all'obiezione totale ed alle iniziative anarchiche e libertarie finora trascurate, la solidarietà alla CSA.
Al termine del congresso ci è comunque sembrato che qualcuno cominci a meditare sulla seguente proposta fatta all'inizio dei lavori da compagni di "Senzapatria" e della CSA: "Il nostro lavoro si pone in un'ottica di superamento delle tendenze pacifiste ed antimilitariste che portano all'istituzionalizzazione delle lotte. Questo perché ormai secoli di dialogo con il potere hanno dimostrato l'inconcludenza di proposte che vorrebbero vedere la causa prima del militarismo e del bellicismo negare se stessa. Anche la recente farsa della trattativa Reagan/Gorbaciov ha evidenziato il masochismo e la miopia di chi ha accettato di riporre nelle loro mani il destino dell'umanità. Noi, individuando nel potere e cioè in precise strutture economiche e sociali la causa del militarismo, proponiamo il rifiuto del servizio militare e di ogni altro obbligo di leva. Noi riteniamo necessario negare ogni forma di consenso e di partecipazione al complesso della macchina che genera il mostro militare. Auspichiamo che gli antimilitaristi e pacifisti coerenti sappiano spingere a fondo analisi che ad oggi ci sembrano monche, proponendo azioni e contenuti ispirati ad un'etica di libertà che sfugga ad ogni tentativo di recupero demagogico dei partiti di turno".