Rivista Anarchica Online
La cospirazione di Scotland Yard
di P. F.
"Questo non è un processo politico, e nessuno lo farà
diventare tale!". Con questa dichiarazione tanto
lapidaria quanto falsa del giudice James si è aperto il 30 maggio a Londra il processo per
"cospirazione"
contro otto militanti anarchici e della sinistra rivoluzionaria, ritenuti dal regime il cervello ed i principali
componenti della Angry Brigade, la brigata degli arrabbiati (1). Dopo oltre due mesi di
dibattimento,
il processo è stato rinviato per riprendere ai primi di settembre, in modo da permettere ai poveri
giurati
di concedersi almeno un po' di vacanza: ed intanto, degli otto imputati, sei restano in galera, e solo due
si trovano in libertà, dietro versamento di forti cauzioni.
la Angry Brigade
Che il processo in corso sia un processo politico, e solamente politico, è dimostrato
innanzitutto
dall'analisi della situazione politica inglese, e più in particolare della montatura poliziesca
antianarchica. Negli ultimi anni si è assistito su tutto il territorio della Gran Bretagna ad una
impetuosa crescita del
malcontento popolare contro le classi dirigenti sfruttatrici; la lotta sociale cruenta in corso nell'Irlanda
del Nord ne è l'esempio più significativo, ma non certo l'unico. Innanzitutto i problemi
sociali e politici
sollevati violentemente nell'Ulster riguardano nella loro grande maggioranza l'intero territorio della Gran
Bretagna, anche se indubbiamente presentano delle loro caratteristiche peculiari. Inoltre, ed è
proprio
questa la prima lezione politica che ci viene dal processo in esame, la stessa tensione profonda che
sconvolge l'Irlanda del Nord è penetrata in vari settori della classe operaia britannica, e l'ha
spinta ad
attaccare frontalmente quella "pace sociale" che in Inghilterra (patria del liberalismo e della democrazia
parlamentare) è più che altrove il grande vanto del regime. Non è dunque a caso
che il governo ha scelto
questo periodo per presentare una precisa legislazione tendente a ingabbiare definitivamente i sindacati
e, più ancora, ad ingabbiare in essi la classe operaia tutta, mettendone fuori-legge tutte le lotte
spontanee; tutto ciò coincide con la riesumazione di vecchie leggi scellerate, come quelle sulle
dimostrazioni e sulla "cospirazione", leggi che da lungo tempo erano cadute in disuso. E in questo
contesto di rinnovata combattività operaia (si pensi solo al lunghissimo e durissimo sciopero
dei minatori che all'inizio di quest'anno ha quasi paralizzato l'industria inglese) e di già pesante
repressione che, negli ultimi anni, si è assistito su tutto il territorio britannico ad un continuo
susseguirsi
ed intensificarsi di attentati, e le cifre indicate qua sotto debbono essere considerate come fortemente
in difetto: 1967 - 3 attentati 1968 - 4 attentati
1969 - 9 attentati 1970 - 33 attentati 1971 -
36 attentati gennaio-maggio 1972 - 16 attentati
Tra questi attentati sono comprese le raffiche di mitra sparate contro le ambasciate spagnola e
statunitense; le bombe dimostrative contro le banche di Spagna e di Bilbao e contro le linee aeree
spagnole e Iberia; contro la nuova stazione di polizia di Paddington; al consolato ed al centro
commerciale italiano in coincidenza con l'apertura (ottobre 70) del processo Calabresi-Lotta Continua
sull'assassinio del compagno Pinelli; contro il Dipartimento del Lavoro e le case dei suoi ministri Carr
e Davies; alla sezione computer di Scotland Yard; a vari centri della Ford, durante
un'importante
sciopero nel settore automobilistico; al distretto militare del settore settentrionale di Londra.... Alcuni
di questi attentati erano stati accompagnati da "comunicati" esplicativi firmati Angry
Brigade. È
importante sottolineare che questi attentati hanno sempre colpito la proprietà, e mai esseri
umani (in uno
dei comunicati della Angry Brigade si legge: "Noi attacchiamo le proprietà,
non le persone: Carr,
Rawkson, Waldron sarebbero tutti morti, se lo avessimo voluto"): e ciò è sempre stato
taciuto dai grandi
mezzi di informazione. (Quegli stessi mezzi di informazione hanno sempre cercato di minimizzare la
violenza degli attacchi fascisti contro poveri immigrati, soprattutto di colore; questi
attacchi criminali
dei fascisti, difesi da importanti esponenti del partito conservatore come Enoch Powell, sono sempre
stati
diretti contro le singole persone, e talvolta anche contro un'intera folla di persone).
la Special Branch
Naturalmente la polizia ha le sue idee in merito a questa Angry Brigade e soprattutto
sull'uso che può
farne. Se ne avvale in due modi: in senso più generale come alibi per fermare, perquisire,
perseguitare
a suo piacimento i "sovversivi"; ed in modo più specifico come occasione per "incastrare" alcuni
elementi
particolarmente "scomodi", come l'anarchico Stuart Christie (cfr., su A 1, "Scotland Yard come
Fatebenefratelli"). È inutile a questo punto sottolineare una caratteristica peculiare della
Gran Bretagna: e cioè quella di
non possedere ufficialmente nessuna polizia politica. Fra le varie squadre in cui le forze dell'ordine sono
divise, ritroviamo la squadra buoncostume, la squadra omicidi, ed altre: ma la squadra politica, no, nella
democratiche Inghilterra non esiste. A chiacchiere, naturalmente. In effetti, la Special
Branch, alla cui
testa vi è il comandante Bond, è una vera e propria polizia politica segreta. Non
è certo la peggiore del
mondo, né a quanto pare la più efficiente, né la più brutale, ma forse
l'unica al mondo di cui la maggior
parte della gente ignori l'esistenza. (Uno dei dati positivi del processo in corso è stato proprio
quello di
rendere di pubblico dominio l'esistenza e le macchinazioni della Special Branch).
gli "otto di Stoke Newington"
Il 20 agosto dello scorso anno la polizia fa irruzione in un appartamento del quartiere londinese di
Stoke
Newington, arrestando le due coppie di giovani che vi abitavano (Jim Greenfield di 23 anni, Anna
Mendelson di 23 anni, John Barker di 23 anni e Hillary Creek di 22 anni) e "scoprendo", (o collocando?
gli interessati hanno negato che si trattasse di roba loro) alcune cartucce di esplosivo, una pistola e due
mitra. Il giorno successivo i poliziotti, appostatisi nell'appartamento, arrestarono Stuart
Christie di 25
anni e Chris Bott di 24 anni che, ignari, si erano recati a far visita, ognuno per conto suo, agli amici
ex-abitanti dell'appartamento. La polizia annuncia di avere "catturato la Angry
Brigade" ed attribuisce ai sei arrestati la responsabilità
per una "cospirazione" al fine di provocare esplosioni nel Regno Unito dal 1° gennaio 1968 al 20 agosto
1971. Le esplosioni continuano con lo stesso ritmo, a chiara smentita delle tesi poliziesche. Nel
novembre del '71, la Special Branch fa arrestare gli ultimi due presunti membri della
Angry Brigade,
Angela Weir di 27 anni e Kate MecLen di 21 anni... e gli attentati firmati dalla Angry
Brigade
continuano, contro i soliti obbiettivi con la consueta frequenza. I poliziotti se la cavano
"elegantemente..." aggiungendo alla "cospirazione" anche degli ignoti (2). Ma torniamo al
processo.
l'accusa in difficoltà
Fin dalle sue prime battute il processo contro gli "otto di Stoke Newington" ha messo in chiaro che
l'interesse dell'accusa è quello di trascinare il dibattimento più a lungo possibile, nella
vana speranza di
poter rendere concrete, con il passare del tempo, tutte le accuse poliziesche che si stanno dimostrando
artefatte ed infondate. Vari testimoni, nell'aula del tribunale, hanno modificato le loro dichiarazioni
precedentemente ostili agli imputati e ciò ha contribuito a mettere in difficoltà l'accusa
sostenuta dal
pubblico ministero Mathews. Entro il generale piano antianarchico, è apparsa chiara la
volontà di colpire fra i compagni accusati
soprattutto Stuart Christie, che è una delle figure più in vista del movimento anarchico.
Arrestato
diciottenne in Spagna, dopo avere scontato oltre tre anni di galera, ritorna in Inghilterra, dove partecipa
alla costituzione dell'Anarchist Black Cross (Croce Nera Anarchica) di cui è
sempre stato l'instancabile
animatore. È anche coautore di un importante libro sull'anarchismo, "The floodgates of
Anarchy", di cui
sono già apparse due edizioni inglesi ed una argentina. È proprio per questa sua
instancabile attività di
propagandista e di militante che è sempre stato particolarmente temuto ed odiato dalla polizia
politica,
che spera, attribuendo a lui ed ai suoi compagni una lunghissima serie di reati, di sbarazzarsene per anni
ed anni. Direttamente complice della montatura poliziesca si è rivelata tutta la grande
stampa nazionale, sia
conservatrice sia democratica: dopo aver a lungo annunciato il grande processo alla delinquenza politica,
alla famigerata Angry Brigade, vista la piega presa dal processo si è preferito
calare la cortina del
silenzio. I giornalisti hanno dovuto tacere ed autocensurarsi e chi non si è piegato ha dovuto
andarsene
(come il giornalista del democratico "The Guardian" John O'Callagan, dopo undici anni di lavoro).
Come
già avviene con i fatti dell'Irlanda del Nord, ed ancor di più, è solo la
verità ufficiale quella che deve
essere data in pasto all'opinione pubblica. E, come dovunque, verità ufficiale
è sinonimo di menzogna
e complice silenzio.
il bollettino di controinformazione
Per rompere questo quasi unanime silenzio, altra prova di una precisa cospirazione antianarchica
da parte
dei vari organi dell'apparato statale, un gruppo di compagni si è incaricato di redigere
regolarmente un
bollettino sul processo, contenente i resoconti delle sedute del tribunale ed un preciso commento
politico
sugli sviluppi giudiziari del dibattimento. L'attacco portato dai compagni alle accuse loro mosse si
è sviluppato in maniera molto efficace su varie
direttrici; uno dei primi punti ad essere contestati è stata l'imparzialità dei periti balistici,
la cui funzione
nel processo è naturalmente andata ben al di là di una normale perizia. L'accusa si
serve infatti di questi esperti per dare una veste di "oggettiva scientificità" alla propria
montatura. Nel corso del confronto fra l'imputato John Barker e l'esperto balistico Lidstone,
quest'ultimo, messo alle strette, ha dovuto ammettere - anche se in via indiretta - di aver "lavorato" alle
dipendenze di governi stranieri non meglio precisati, e ciò è importante proprio
perché è stato
"strappato" all'esperto, che continuamente professava la sua obiettività e la sua completa
indipendenza. Questo attacco alla credibilità della polizia, all'oggettività delle sue
"prove" e dei suoi "testimoni",
appena iniziato e già l'aspetto politicamente più importante di questo processo politico
che si sta
trasformando in un processo allo stato, ed in particolare al mito dell'uguaglianza dei cittadini di fronte
alla legge e del carattere "sacro" dei diritti individuali proprio in Inghilterra, patria del liberalismo e della
democrazia (!) parlamentare. Accusare la polizia di aver inventato un ritrovamento di armi e munizioni
per giustificare l'arresto degli otto di Stoke Newington vuol dire non solo accusare i soliti metodi della
sbirraglia prezzolata, ma ancora di più mettere a nudo la natura ferocemente classista della
struttura
statale inglese. Quando diciamo che l'accusa è in difficoltà vogliamo sottolineare
che è l'intera immagine che l'Inghilterra
ufficiale vuol dare di sé a vacillare ed a crollare miseramente. La vera congiura del silenzio
attuata da
tutti i mass-media asserviti al regime assume in questa luce il significato di una vera e propria difesa ad
oltranza di quel mito "liberale" che per gli anarchici non è mai stato tale.
P. F.
(1) Cfr. "La congiura degli arrabbiati", su A 11. (2) Altri due giovani libertari, già in
carcere dalla primavera del '71, sono accusati di aver fatto parte
della A.B., ma la loro istruttoria segue un iter diverso. Processati nel dicembre successivo,
uno dei due,
Purdie, viene assolto, mentre l'altro, Prescott, viene condannato a 15 anni pur non essendo emerse a suo
carico prove consistenti.
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