Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 2 nr. 14
estate 1972


Rivista Anarchica Online

La cospirazione di Scotland Yard
di P. F.

"Questo non è un processo politico, e nessuno lo farà diventare tale!". Con questa dichiarazione tanto lapidaria quanto falsa del giudice James si è aperto il 30 maggio a Londra il processo per "cospirazione" contro otto militanti anarchici e della sinistra rivoluzionaria, ritenuti dal regime il cervello ed i principali componenti della Angry Brigade, la brigata degli arrabbiati (1). Dopo oltre due mesi di dibattimento, il processo è stato rinviato per riprendere ai primi di settembre, in modo da permettere ai poveri giurati di concedersi almeno un po' di vacanza: ed intanto, degli otto imputati, sei restano in galera, e solo due si trovano in libertà, dietro versamento di forti cauzioni.

la Angry Brigade

Che il processo in corso sia un processo politico, e solamente politico, è dimostrato innanzitutto dall'analisi della situazione politica inglese, e più in particolare della montatura poliziesca antianarchica.
Negli ultimi anni si è assistito su tutto il territorio della Gran Bretagna ad una impetuosa crescita del malcontento popolare contro le classi dirigenti sfruttatrici; la lotta sociale cruenta in corso nell'Irlanda del Nord ne è l'esempio più significativo, ma non certo l'unico. Innanzitutto i problemi sociali e politici sollevati violentemente nell'Ulster riguardano nella loro grande maggioranza l'intero territorio della Gran Bretagna, anche se indubbiamente presentano delle loro caratteristiche peculiari. Inoltre, ed è proprio questa la prima lezione politica che ci viene dal processo in esame, la stessa tensione profonda che sconvolge l'Irlanda del Nord è penetrata in vari settori della classe operaia britannica, e l'ha spinta ad attaccare frontalmente quella "pace sociale" che in Inghilterra (patria del liberalismo e della democrazia parlamentare) è più che altrove il grande vanto del regime. Non è dunque a caso che il governo ha scelto questo periodo per presentare una precisa legislazione tendente a ingabbiare definitivamente i sindacati e, più ancora, ad ingabbiare in essi la classe operaia tutta, mettendone fuori-legge tutte le lotte spontanee; tutto ciò coincide con la riesumazione di vecchie leggi scellerate, come quelle sulle dimostrazioni e sulla "cospirazione", leggi che da lungo tempo erano cadute in disuso.
E in questo contesto di rinnovata combattività operaia (si pensi solo al lunghissimo e durissimo sciopero dei minatori che all'inizio di quest'anno ha quasi paralizzato l'industria inglese) e di già pesante repressione che, negli ultimi anni, si è assistito su tutto il territorio britannico ad un continuo susseguirsi ed intensificarsi di attentati, e le cifre indicate qua sotto debbono essere considerate come fortemente in difetto:
1967 - 3 attentati
1968 - 4 attentati
1969 - 9 attentati
1970 - 33 attentati
1971 - 36 attentati
gennaio-maggio 1972 - 16 attentati

Tra questi attentati sono comprese le raffiche di mitra sparate contro le ambasciate spagnola e statunitense; le bombe dimostrative contro le banche di Spagna e di Bilbao e contro le linee aeree spagnole e Iberia; contro la nuova stazione di polizia di Paddington; al consolato ed al centro commerciale italiano in coincidenza con l'apertura (ottobre 70) del processo Calabresi-Lotta Continua sull'assassinio del compagno Pinelli; contro il Dipartimento del Lavoro e le case dei suoi ministri Carr e Davies; alla sezione computer di Scotland Yard; a vari centri della Ford, durante un'importante sciopero nel settore automobilistico; al distretto militare del settore settentrionale di Londra.... Alcuni di questi attentati erano stati accompagnati da "comunicati" esplicativi firmati Angry Brigade. È importante sottolineare che questi attentati hanno sempre colpito la proprietà, e mai esseri umani (in uno dei comunicati della Angry Brigade si legge: "Noi attacchiamo le proprietà, non le persone: Carr, Rawkson, Waldron sarebbero tutti morti, se lo avessimo voluto"): e ciò è sempre stato taciuto dai grandi mezzi di informazione. (Quegli stessi mezzi di informazione hanno sempre cercato di minimizzare la violenza degli attacchi fascisti contro poveri immigrati, soprattutto di colore; questi attacchi criminali dei fascisti, difesi da importanti esponenti del partito conservatore come Enoch Powell, sono sempre stati diretti contro le singole persone, e talvolta anche contro un'intera folla di persone).

la Special Branch

Naturalmente la polizia ha le sue idee in merito a questa Angry Brigade e soprattutto sull'uso che può farne. Se ne avvale in due modi: in senso più generale come alibi per fermare, perquisire, perseguitare a suo piacimento i "sovversivi"; ed in modo più specifico come occasione per "incastrare" alcuni elementi particolarmente "scomodi", come l'anarchico Stuart Christie (cfr., su A 1, "Scotland Yard come Fatebenefratelli").
È inutile a questo punto sottolineare una caratteristica peculiare della Gran Bretagna: e cioè quella di non possedere ufficialmente nessuna polizia politica. Fra le varie squadre in cui le forze dell'ordine sono divise, ritroviamo la squadra buoncostume, la squadra omicidi, ed altre: ma la squadra politica, no, nella democratiche Inghilterra non esiste. A chiacchiere, naturalmente. In effetti, la Special Branch, alla cui testa vi è il comandante Bond, è una vera e propria polizia politica segreta. Non è certo la peggiore del mondo, né a quanto pare la più efficiente, né la più brutale, ma forse l'unica al mondo di cui la maggior parte della gente ignori l'esistenza. (Uno dei dati positivi del processo in corso è stato proprio quello di rendere di pubblico dominio l'esistenza e le macchinazioni della Special Branch).

gli "otto di Stoke Newington"

Il 20 agosto dello scorso anno la polizia fa irruzione in un appartamento del quartiere londinese di Stoke Newington, arrestando le due coppie di giovani che vi abitavano (Jim Greenfield di 23 anni, Anna Mendelson di 23 anni, John Barker di 23 anni e Hillary Creek di 22 anni) e "scoprendo", (o collocando? gli interessati hanno negato che si trattasse di roba loro) alcune cartucce di esplosivo, una pistola e due mitra. Il giorno successivo i poliziotti, appostatisi nell'appartamento, arrestarono Stuart Christie di 25 anni e Chris Bott di 24 anni che, ignari, si erano recati a far visita, ognuno per conto suo, agli amici ex-abitanti dell'appartamento.
La polizia annuncia di avere "catturato la Angry Brigade" ed attribuisce ai sei arrestati la responsabilità per una "cospirazione" al fine di provocare esplosioni nel Regno Unito dal 1° gennaio 1968 al 20 agosto 1971. Le esplosioni continuano con lo stesso ritmo, a chiara smentita delle tesi poliziesche. Nel novembre del '71, la Special Branch fa arrestare gli ultimi due presunti membri della Angry Brigade, Angela Weir di 27 anni e Kate MecLen di 21 anni... e gli attentati firmati dalla Angry Brigade continuano, contro i soliti obbiettivi con la consueta frequenza. I poliziotti se la cavano "elegantemente..." aggiungendo alla "cospirazione" anche degli ignoti (2).
Ma torniamo al processo.

l'accusa in difficoltà

Fin dalle sue prime battute il processo contro gli "otto di Stoke Newington" ha messo in chiaro che l'interesse dell'accusa è quello di trascinare il dibattimento più a lungo possibile, nella vana speranza di poter rendere concrete, con il passare del tempo, tutte le accuse poliziesche che si stanno dimostrando artefatte ed infondate. Vari testimoni, nell'aula del tribunale, hanno modificato le loro dichiarazioni precedentemente ostili agli imputati e ciò ha contribuito a mettere in difficoltà l'accusa sostenuta dal pubblico ministero Mathews.
Entro il generale piano antianarchico, è apparsa chiara la volontà di colpire fra i compagni accusati soprattutto Stuart Christie, che è una delle figure più in vista del movimento anarchico. Arrestato diciottenne in Spagna, dopo avere scontato oltre tre anni di galera, ritorna in Inghilterra, dove partecipa alla costituzione dell'Anarchist Black Cross (Croce Nera Anarchica) di cui è sempre stato l'instancabile animatore. È anche coautore di un importante libro sull'anarchismo, "The floodgates of Anarchy", di cui sono già apparse due edizioni inglesi ed una argentina. È proprio per questa sua instancabile attività di propagandista e di militante che è sempre stato particolarmente temuto ed odiato dalla polizia politica, che spera, attribuendo a lui ed ai suoi compagni una lunghissima serie di reati, di sbarazzarsene per anni ed anni.
Direttamente complice della montatura poliziesca si è rivelata tutta la grande stampa nazionale, sia conservatrice sia democratica: dopo aver a lungo annunciato il grande processo alla delinquenza politica, alla famigerata Angry Brigade, vista la piega presa dal processo si è preferito calare la cortina del silenzio. I giornalisti hanno dovuto tacere ed autocensurarsi e chi non si è piegato ha dovuto andarsene (come il giornalista del democratico "The Guardian" John O'Callagan, dopo undici anni di lavoro). Come già avviene con i fatti dell'Irlanda del Nord, ed ancor di più, è solo la verità ufficiale quella che deve essere data in pasto all'opinione pubblica. E, come dovunque, verità ufficiale è sinonimo di menzogna e complice silenzio.

il bollettino di controinformazione

Per rompere questo quasi unanime silenzio, altra prova di una precisa cospirazione antianarchica da parte dei vari organi dell'apparato statale, un gruppo di compagni si è incaricato di redigere regolarmente un bollettino sul processo, contenente i resoconti delle sedute del tribunale ed un preciso commento politico sugli sviluppi giudiziari del dibattimento.
L'attacco portato dai compagni alle accuse loro mosse si è sviluppato in maniera molto efficace su varie direttrici; uno dei primi punti ad essere contestati è stata l'imparzialità dei periti balistici, la cui funzione nel processo è naturalmente andata ben al di là di una normale perizia.
L'accusa si serve infatti di questi esperti per dare una veste di "oggettiva scientificità" alla propria montatura. Nel corso del confronto fra l'imputato John Barker e l'esperto balistico Lidstone, quest'ultimo, messo alle strette, ha dovuto ammettere - anche se in via indiretta - di aver "lavorato" alle dipendenze di governi stranieri non meglio precisati, e ciò è importante proprio perché è stato "strappato" all'esperto, che continuamente professava la sua obiettività e la sua completa indipendenza.
Questo attacco alla credibilità della polizia, all'oggettività delle sue "prove" e dei suoi "testimoni", appena iniziato e già l'aspetto politicamente più importante di questo processo politico che si sta trasformando in un processo allo stato, ed in particolare al mito dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e del carattere "sacro" dei diritti individuali proprio in Inghilterra, patria del liberalismo e della democrazia (!) parlamentare. Accusare la polizia di aver inventato un ritrovamento di armi e munizioni per giustificare l'arresto degli otto di Stoke Newington vuol dire non solo accusare i soliti metodi della sbirraglia prezzolata, ma ancora di più mettere a nudo la natura ferocemente classista della struttura statale inglese.
Quando diciamo che l'accusa è in difficoltà vogliamo sottolineare che è l'intera immagine che l'Inghilterra ufficiale vuol dare di sé a vacillare ed a crollare miseramente. La vera congiura del silenzio attuata da tutti i mass-media asserviti al regime assume in questa luce il significato di una vera e propria difesa ad oltranza di quel mito "liberale" che per gli anarchici non è mai stato tale.

P. F.

(1) Cfr. "La congiura degli arrabbiati", su A 11.
(2) Altri due giovani libertari, già in carcere dalla primavera del '71, sono accusati di aver fatto parte della A.B., ma la loro istruttoria segue un iter diverso. Processati nel dicembre successivo, uno dei due, Purdie, viene assolto, mentre l'altro, Prescott, viene condannato a 15 anni pur non essendo emerse a suo carico prove consistenti.