Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 135
marzo 1986


Rivista Anarchica Online


Mi chiamo Giampiero Monaco e sto prestando il servizio sostitutivo civile obiettando così alla leva militare, e a questo proposito vorrei fare alcune riflessioni che mediante questa esperienza ho maturato. Credo fermamente nella NON-VIOLENZA, quindi ho ritenuto giusta la mia scelta di obiettore.
Ma ora che sono all'interno di questo sistema ufficialmente alternativo mi rendo conto che di alternativo vi è ben poco soprattutto a carattere ministeriale. In effetti io prestando questa scelta rifiuto in qualsiasi modo e dimensione il militare e tutto ciò che vi è collegato, però devo presentare la mia richiesta di obiezione presso il Ministero della Difesa, sottopormi ad un colloquio con i carabinieri di zona e dopo essere stato precettato presso l'Ente dipendere per qualsiasi questione dal distretto militare della provincia.
Tutto ciò a mio parere equivale alla militarizzazione del servizio civile ignorando così completamente i principi espressi da tutti noi compagni NON-VIOLENTI che rifiutiamo non solo l'uso delle armi ma soprattutto un sistema sociale fondato su convincimenti violenti e a mio parere antidemocratici, difendendo con le armi non si sa bene quale libertà. A ciò va aggiunto un inqualificabile servizio gestito da persone (vedi commissione ministeriale apposita) del tutto estranee a convincimenti ideologici filosofici o religiosi NON-VIOLENTI.
In questo momento si può tranquillamente sostenere che il servizio civile alternativo alla leva militare non esiste, vi è bensì un servizio militare non armato. Questa affermazione credo sia condivisa da molti obiettori, tra i quali posso ricordare i compagni autoridottosi a 12 mesi di servizio per protesta non solo contro un'ANTIDEMOCRATICA ed INGIUSTA LEGGE MINISTERIALE (che allunga il servizio civile di 8 mesi) ma anche contro un sistema politico sociale dove alla base vi è la militarizzazione del territorio e di tutti i suoi abitanti siano essi pacifisti e non, mitizzando "EROI" bellici, coltivando con incredibili stanziamenti una difesa armata nucleare e boicottando quell'ancora da molti sconosciuta "DIFESA POPOLARE NON-VlOLENTA", come se un'arma abbia storicamente maturato i popoli e migliorato i ceti sociali.
Io rifiuto in qualsiasi modo l'appellativo che la Nostra DEMOCRAZIA ci impone di ITALIANO, perché ogni processo nazionalistico ha portato a dittature (nonostante colori di bandiere diverse) fasciste, e personalmente metterei fine al mitizzare personaggi come Garibaldi o Napoleone tanto più a dedicargli vie o piazze perché alla base delle loro storiche imprese vi è violenza e credo che mai come ora bisogna parlare (e non solo) di pace non come utopia sessantottina ma come raggiungibile realtà.
È inutile a mio parere guardare a Ginevra con speranza perché finché il nostro destino, la nostra vita la lasciamo appesa a 2 mercanti di armi quali sono i due maggiori leader mondiali, rimarremo schiavi di sporchi ricatti e saremo burattini appesi a fili nucleari o atomici. E' chiaro che non posso aspettarmi nulla di buono dai guerrafondai che spendono una quantità pazzesca di miliardi per gli armamenti, investendo così i frutti economici del popolo, mentre nei loro stessi paesi vi sono tassi di povertà sconvolgenti. Tutto questo non può che rafforzare l'idea che finché resteremo appesi ai fili della bandiera stelle strisce non potremo che diventarne la caserma, quindi costantemente in pericolo di atti terroristici per ragioni soprattutto geografiche.
La pace non può e non deve essere intesa come un periodo di tregua tra due conflitti armati, ora è soltanto una battaglia utopica che stiamo combattendo purtroppo dimenticati dai mass-media che preferiscono dedicare ampi servizi televisivi e gran parte delle pagine dei quotidiani ai risultati calcistici, dimenticando volutamente impegni reali quale la battaglia NON-VIOLENTA o ECOLOGICA che molti di noi portano avanti in precarie condizioni economiche e di assistenza da parte di comuni o province.
Vorrei augurare che il numero di obiettori al militare e di obiettori alle spese per le armi aumenti sempre più e la coscienza abbia la meglio sull'indifferenza e l'egoismo, risvegliando così il coraggio di guardarsi sopra il capo e vedere un cielo grigio arricchito da missili rossi o stelle e strisce a seconda delle nazioni.
Infine vorrei ricordare che se esiste un'etica dell'obbedienza ne esiste una più importante ancora, per profondità e coraggio, quale quella della disobbedienza, auguro al Vostro giornale tutte le fortune e di continuare la strada della stampa un pochino più profonda della solita retorica da Corriere.
Saluti nonviolenti.

Giampiero Monaco (obiettore in servizio civile presso G.A.U.C.I., Bologna)