Rivista Anarchica Online
Mi chiamo Giampiero
Monaco e sto prestando il servizio sostitutivo civile obiettando così
alla leva militare, e a questo proposito vorrei fare alcune
riflessioni che mediante questa esperienza ho maturato. Credo
fermamente nella NON-VIOLENZA, quindi ho ritenuto giusta la mia
scelta di obiettore.
Ma ora che sono
all'interno di questo sistema ufficialmente alternativo mi rendo
conto che di alternativo vi è ben poco soprattutto a carattere
ministeriale. In effetti io prestando questa scelta rifiuto in
qualsiasi modo e dimensione il militare e tutto ciò che vi è
collegato, però devo presentare la mia richiesta di obiezione presso
il Ministero della Difesa, sottopormi ad un colloquio con i
carabinieri di zona e dopo essere stato precettato presso l'Ente
dipendere per qualsiasi questione dal distretto militare della
provincia.
Tutto ciò a mio
parere equivale alla militarizzazione del servizio civile ignorando
così completamente i principi espressi da tutti noi compagni
NON-VIOLENTI che rifiutiamo non solo l'uso delle armi ma soprattutto
un sistema sociale fondato su convincimenti violenti e a mio parere
antidemocratici, difendendo con le armi non si sa bene quale libertà.
A ciò va aggiunto un inqualificabile servizio gestito da persone
(vedi commissione ministeriale apposita) del tutto estranee a
convincimenti ideologici filosofici o religiosi NON-VIOLENTI.
In questo momento
si può tranquillamente sostenere che il servizio civile alternativo
alla leva militare non esiste, vi è bensì un servizio militare non
armato. Questa affermazione credo sia condivisa da molti obiettori,
tra i quali posso ricordare i compagni autoridottosi a 12 mesi di
servizio per protesta non solo contro un'ANTIDEMOCRATICA ed INGIUSTA
LEGGE MINISTERIALE (che allunga il servizio civile di 8 mesi) ma
anche contro un sistema politico sociale dove alla base vi è la
militarizzazione del territorio e di tutti i suoi abitanti siano essi
pacifisti e non, mitizzando "EROI" bellici, coltivando con
incredibili stanziamenti una difesa armata nucleare e boicottando
quell'ancora da molti sconosciuta "DIFESA POPOLARE
NON-VlOLENTA", come se un'arma abbia storicamente maturato i popoli
e migliorato i ceti sociali.
Io rifiuto in
qualsiasi modo l'appellativo che la Nostra DEMOCRAZIA ci impone di
ITALIANO, perché ogni processo nazionalistico ha portato a dittature
(nonostante colori di bandiere diverse) fasciste, e personalmente
metterei fine al mitizzare personaggi come Garibaldi o Napoleone
tanto più a dedicargli vie o piazze perché alla base delle loro
storiche imprese vi è violenza e credo che mai come ora bisogna
parlare (e non solo) di pace non come utopia sessantottina ma come
raggiungibile realtà.
È inutile a mio
parere guardare a Ginevra con speranza perché finché il nostro
destino, la nostra vita la lasciamo appesa a 2 mercanti di armi quali
sono i due maggiori leader mondiali, rimarremo schiavi di sporchi
ricatti e saremo burattini appesi a fili nucleari o atomici. E'
chiaro che non posso aspettarmi nulla di buono dai guerrafondai che
spendono una quantità pazzesca di miliardi per gli armamenti,
investendo così i frutti economici del popolo, mentre nei loro
stessi paesi vi sono tassi di povertà sconvolgenti. Tutto questo non
può che rafforzare l'idea che finché resteremo appesi ai fili della
bandiera stelle strisce non potremo che diventarne la caserma, quindi
costantemente in pericolo di atti terroristici per ragioni
soprattutto geografiche.
La pace non può e
non deve essere intesa come un periodo di tregua tra due conflitti
armati, ora è soltanto una battaglia utopica che stiamo combattendo
purtroppo dimenticati dai mass-media che preferiscono dedicare ampi
servizi televisivi e gran parte delle pagine dei quotidiani ai
risultati calcistici, dimenticando volutamente impegni reali quale la
battaglia NON-VIOLENTA o ECOLOGICA che molti di noi portano avanti in
precarie condizioni economiche e di assistenza da parte di comuni o
province.
Vorrei augurare che
il numero di obiettori al militare e di obiettori alle spese per le
armi aumenti sempre più e la coscienza abbia la meglio
sull'indifferenza e l'egoismo, risvegliando così il coraggio di
guardarsi sopra il capo e vedere un cielo grigio arricchito da
missili rossi o stelle e strisce a seconda delle nazioni.
Infine vorrei
ricordare che se esiste un'etica dell'obbedienza ne esiste una più
importante ancora, per profondità e coraggio, quale quella della
disobbedienza, auguro al Vostro giornale tutte le fortune e di
continuare la strada della stampa un pochino più profonda della
solita retorica da Corriere.
Saluti nonviolenti.
Giampiero Monaco
(obiettore in servizio civile presso G.A.U.C.I., Bologna)
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