Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 15 nr. 130
estate 1985


Rivista Anarchica Online

Cronache sovversive
a cura della Redazione

Perugia dice otto ma lei non c'è

Otto anni (di cui 2 condonati): è questa la condanna inflitta il 17 giugno dalla Corte d'assise d'appello di Perugia a Monica Giorgi. Come si ricorderà, l'anarchica livornese - arrestata nella Primavera dell''80 - era stata condannata in primo grado, a Livorno, a 12 anni e mezzo (di cui 2 condonati) per reati associativi nonché per il tentato sequestro del petroliere Neri. La pesante condanna si basava esclusivamente sulle dichiarazioni, peraltro contraddittorie e di seconda mano, di tale Enrico Paghera. Questi non potrebbe, a rigor di logica, nemmeno essere definito un pentito, dal momento che si limitava a riferire quanto avrebbe appreso da altri. Nell'aprile dell''82, a Firenze, il processo d'appello: nonostante l'accanimento della pubblica accusa, Monica veniva condannata a due anni (esattamente quanto aveva già scontato) e scarcerata. Chi - come noi - si era impegnato nella campagna in sua difesa, non poteva non vedere in quella sentenza anche "una nostra vittoria".
La Corte di cassazione, però, decideva di far ripetere il processo d'appello ed indicava la nuova sede in Perugia: una Corte d'assise d'appello nota per il suo spirito repressivo e per le pesanti condanne inflitte. Con Monica non si è certo smentita. Tutta l'impalcatura di menzogne e di versioni contraddittorie, sostenuta dalle "rivelazioni" di Paghera, è stata di nuovo considerata attendibile. "Non conosciamo ancora le motivazioni della sentenza - ci ha dichiarato l'avv. Nino Filastò, di Firenze, difensore di Monica - Ma certo si tratta di un dispositivo di sentenza contraddittorio. La Cassazione, infatti, aveva rinviato il procedimento a Perugia perché riteneva che la Corte d'assise d'appello di Firenze non avesse tenuto sufficientemente in conto le dichiarazioni di Paghera. Ma questi, a Perugia, è stato creduto per quanto riguarda il rapimento Neri, mentre è stato giudicato inattendibile per il ferimento del dott. Mamoli. Vedremo un po' come lo spiegheranno nelle motivazioni".
Monica al processo non c'era: irreperibile. I giornali di Livorno, che hanno seguito con ampio risalto la vicenda (Monica è molto nota nella sua città, anche per essere stata una campionessa di tennis), l'hanno segnalata a Lampedusa, in Francia, in giro per l'Italia. Ovunque sia, noi la salutiamo da queste colonne che l'hanno avuta più volte valida collaboratrice.
"Dovessi riassumere con un breve commento tutta questa storia - ha dichiarato Monica all'indomani della sentenza di Perugia - dovrei sforzarmi per non far prevalere il lato tragicomico. Credo che le lotterie abbiano un margine di serietà e sensatezza superiore ai tribunali di stato: se non altro per il calcolo delle probabilità. La sentenza può essere appellata in Cassazione, che in linea di principio potrebbe confermare o far riaprire un nuovo processo d'appello. Così all'infinito.
Non credo a nessuna istituzione di stato: la mia sfiducia in una giustizia di sfruttamento non sarebbe venuta meno in seguito ad un'improbabile assoluzione; ma così la sfiducia è anche verso chi amministra tanto incoscientemente questi processi.
Infine se mi metto dalla parte dello stato, per il mio irriducibile sentirmi e voler essere anarchica, avrei senz'altro meritato l'ergastolo".

L'oppositore "matto" torna libero

È stato scarcerato il 9 luglio dal manicomio criminale di Castiglione delle Stiviere (MN) Carlo Sabattini. Del suo caso si è ampiamente occupata la stampa nazionale, anche in relazione al fatto che Sabattini, prima dell'arresto, si era candidato nella Lista Verde di Modena e che, mentre era rinchiuso, è stato eletto consigliere comunale (con 869 voti).
Una parte molto attiva nella campagna contro la sua detenzione e, più in generale, contro gli ospedali psichiatrici giudiziari (come vengono elegantemente definiti i manicomi giudiziari) l'hanno avuta nel modenese gli anarchici, con i quali - negli ultimi anni - Sabattini ha condotto molte delle sue battaglie contro la corruzione, gli inquinamenti, la repressione, ecc.
Un'allucinante perizia psichiatrica, disposta dalla magistratura, aveva stabilito che Sabattini era affetto da "altruismo morboso, autodidattismo, proselitismo e manie rivendicazioniste". Per questo era stato condannato a due anni di manicomio criminale: un provvedimento talmente abnorme da costringere, seppure con ritardo e con i dovuti distinguo, anche le forze della sinistra istituzionale a "fare qualcosa" per cancellare lo scandalo. E così Sabattini, dopo 3 mesi esatti di detenzione, è ritornato libero. Potrà partecipare alle sedute del consiglio comunale, e questo ci interessa poco. Ma soprattutto potrà riprendere le sue battaglie contro il potere ed i suoi effetti perversi, e troverà negli anarchici dei compagni di lotta alieni da strumentalizzazioni e giochini di potere. Come sempre.

(P.S. Un ampio dossier sulla vicenda di Sabattini è apparso sul n. 2/1985 di CRAN, il periodico dei cristiani anarchici, il cui indirizzo è: c.p. 264, 41100 Modena Ferrovia).

Vent'anni di attività culturali

Il CIRA di Marsiglia ha vent'anni. Nell'estate del 1965 venne costituito il fondo collegato al CIRA a Marsiglia, ma nessuno ricorda con precisione quando venne fondata la casa-madre del Centro Internazionale di Ricerche sull'Anarchismo di Ginevra, forse fu nel 1957 o 1958...
Per festeggiare i vent'anni l'equipe marsigliese ha invitato ad un aperitivo a fine giugno nei suoi locali, in rue de Convalescents 5, vicino alla stazione.
Pietro Ferrua ha raccontato dei primi passettini ginevrini, fino alla definizione del CIRA come biblioteca, centro di ricerca e di contatti tra ricercatori e militanti, museo e memoria del movimento anarchico mondiale. Dopo scambi di ricordi più recenti, Ferrua ha parlato del CIRA-Brasile, che ha funzionato dal 1964 al 1969 (fino all'esilio e all'incarcerazione dei suoi animatori) e del CIRA-Giappone, situato in un Ostello della gioventù ai piedi del Fujiyama, oggi in decadenza, ma del quale ha incontrato recentemente alcuni membri attivi.
Il CIRA-Marsiglia si è specializzato nelle opere in francese e nella stampa anarchica francese e regionale (dove la regione si estende fino a toccare generosamente le coste mediterranee, e cioè Italia e Spagna). Grazie a René Bianco, uno dei suoi animatori, il CIRA ha inoltre sviluppato varie attività culturali, quali conferenze, esposizioni e colloqui, spesso in collaborazione (con l'università di Aix-Marsiglia, di librerie ecc...). Ha pubblicato 25 bollettini, la maggior parte dei quali monografici: gli ultimi due per esempio sono la raccolta di testimonianze dirette sulla Resistenza (in verità si tratta piuttosto di guerra, dato che i compagni citati non sono stati tutti partigiani). Vi troviamo fra questi i nomi dei compagni italiani Pio Turroni, Dino Angeli, Pietro Montaresi...
L'incontro termina con i dolci. Un po' gelosi, gli animatori del CIRA-Ginevra annunciano la loro prossima assemblea del 12 e 13 ottobre prossimi, con la riunione della Federazione dei centri studi libertari (FICEDEL) e, naturalmente, con dolci, leccornie, ecc...

Marianne Enckell

P.S. Ecco gli indirizzi: CIRA-Marseille, b.p. 40, F - 13382 Marselle Cedex 13; CIRA, c.p. 51, CH - 1211 Geneve 13.