Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 15 nr. 129
giugno 1985


Rivista Anarchica Online

Né mitra né girasoli
di Horst Stowasser

Con sorprendente puntualità e pochi giorni prima delle elezioni provinciali, il partito Verde ha fatto scoppiare lo "scandalo", e a quanto pare non lo hanno ancora digerito: alcuni membri della "presidenza federale" dei verdi - fino a questo momento composta solo da donne - hanno mandato una lettera aperta ai più dissociati dei detenuti della RAF (più noti come "Gruppo Baader Meinhof"), invitandoli a un dialogo attorno alle possibilità di riformismo del movimento verde, ad abbandonare lo sciopero della fame e a prescindere una volta per tutte dalla lotta armata. Anche se questo tentativo da parte delle signore verdi non è stato meno infantile del programma di "guerriglia urbana" sostenuto dalla RAF, questo episodio riflette in maniera coerente la attuale condizione dell'opposizione radicale nella Germania Federale.
Per farla breve, il fatto in sé non ha ottenuto alcun risultato. I membri della RAF in carcere hanno rifiutato qualsiasi tipo di dialogo con i verdi e hanno continuato con il loro sciopero della fame, ma senza risultato. I verdi, da parte loro, sono caduti in una polemica interna che rifletteva i distinti settori, senza giungere ad un accordo.
Dietro a questo episodio circoscritto, però, c'è ben di più: c'è tutto il disorientamento dei rivoluzionari di ieri, c'è tutta la sterilità del dogmatismo armato di tipo marxista-leninista, e c'è anche l'incapacità del vasto settore libertario di dare delle alternative valide a questo dilemma.
Mi spiego. I verdi hanno già superato, in quasi tutte le regioni e a tutti i livelli parlamentari, la fase di opposizione radicale, di ispirazione ecologica, al sistema. Si stanno inserendo nel sistema e molti tra loro hanno già assaggiato il dolce sapore del potere. Hanno fatto la banale scoperta che, oltre a poter far uso del "freno di emergenza" 5 minuti prima della catastrofe ecologica, esiste un'altra possibilità: quella di vedere nella politica un gioco di piccoli passi, la possibilità di scoprire nel parlamentarismo il mezzo per realizzare con modestia il realizzabile. E questo, nel sistema parlamentare, è abbastanza poco.

Idee e pratiche libertarie
Quando, meno di cinque anni fa, iniziarono la loro corsa vittoriosa verso il parlamento, l'opposizione al loro interno era molto forte. Non fu solo scetticismo, quando un'ampia fascia del movimento ecologista si dichiarò contraria a trasformare questo movimento, da una "federazione di iniziative locali" in un partito. E le voci dei settori centrali dei verdi (che hanno continuato a garantire che la partecipazione al gioco parlamentare era solo un atto simbolico, la cui unica finalità era quella di usare i vantaggi goduti dai partiti parlamentari e di servirsi del palcoscenico pubblico per ridicolizzare questo sistema e renderlo trasparente) adesso se ne stanno buone e zitte... La maggioranza dei verdi e la quasi totalità di quelli che attualmente ricoprono cariche in questo partito sono convinti della loro linea politica e hanno acquisito, in poco tempo, non solo l'abito, ma anche l'autoconvinzione della loro funzione all'interno della società parlamentare.
Non bisogna dimenticare che il settore antinucleare, e in un secondo tempo ecologista, fu uno dei campi di maggiore impatto delle idee libertarie. Da più di 10 anni molti militanti del giovane movimento anarchico tedesco hanno svolto le loro attività all'interno di questa corrente. La loro tattica era in generale quella di agire da catalizzatori libertari nelle lotte e nelle strutture, e sono riusciti realmente a creare strutture di ispirazione anarchica nella prassi e nelle forme di organizzazione delle iniziative di base. Sia nella lotta (dove è entrato nell'uso comune il concetto di azione diretta) che nella struttura (dove è stato messo in pratica il decentralismo) la rotazione e il mandato imperativo dei delegati, idee di indole libertaria, divennero comuni in vasti settori dell'opinione pubblica tedesca. Però, a differenza del movimento antimilitarista e pacifista, dove la corrente anarchica ha trovato una forma di struttura stabile e parzialmente definitiva attraverso la federazione dei gruppi "Graswurzel Revolution", in campo ecologico i libertari non hanno saputo riconoscere in tempo né arginare il contrattacco dei partiti.
La socialdemocrazia tedesca non è stata con le mani in mano. Si è resa conto che i temi ecologici e antimilitaristi potevano creare proseliti tra i giovani e creare gran parte dell'opposizione nel sistema. Hanno cominciato a ristrutturare questi movimenti e con la lusinga di "maggior efficienza", "mobilitazione di massa" e "efficacia centrale", a poco a poco si sono impadroniti di cariche, o meglio se le sono create per poi impadronirsene. Fino a quel momento, il punto culminante è stata la nomina del giovane portavoce della "presidenza federale della federazione delle iniziative di base", Jo Leinen a Ministro dell'Ambiente, nella regione della Saar: conclusione logica del dirottamento da movimento di base di contestazione radicale a semplice appendice di interessi di partito.
Questo fatto è stato simbolicamente contestato con grande esito pubblicitario, quando dei militanti di base hanno tirato in faccia al neo-Ministro una torta di crema davanti alle telecamere, la sera stessa dell'annuncio della nomina: gesto nobile che riflette però la mancanza di altre risposte meno simboliche. Tenuto conto di questo panorama politico, si può più agevolmente comprendere la costituzione del movimento verde in partito.
Le illusioni di quelli che hanno creduto di poter essere un partito "per scherzo", però, non hanno avuto lunga vita. I verdi hanno fatto quest'esperienza in meno di 3 anni e molti dei libertari nel partito verde o nelle sue vicinanze si saranno ricordati della frase dell'anarchico tedesco Gustav Landauer, "Chi di Stato mangia, di Stato crepa" (A proposito Landauer fu assassinato dai ribelli dopo aver partecipato al governo della Comune di Monaco).
Uno che si è mangiato una buona fetta di Stato ed è morto per quanto riguarda la sua identità politica, è Daniel Cohn Bendit, un tempo faro e speranza della risorta anarchia e per molti anni figura carismatica del movimento "sponti" (abbreviazione di "spontaneo", indica in generale la tendenza "libertaria" e antiautoritaria n.d.r.). Attualmente è uno dei rappresentanti più in vista dei "realos" (abbreviazione di "Realpolitik", termine genuinamente socialdemocratico della Repubblica di Weimar e che significa semplicemente cieco possibilismo che, attraverso un'interminabile catena di compromessi sostanziali, tende a partecipare al potere). Cohn Bendit sostiene a spada tratta non solo la possibilità, ma anche la necessità di giungere ad un'alleanza con la socialdemocrazia e non scherza quando dice che il suo sogno è quello di occupare posti di ministro del governo regionale dell'Assia. Si troverebbe così sotto la presidenza di Holger Börner, che a suo tempo, non più di due anni fa, è stato il nemico numero uno di tutti gli ecologisti, per l'arroganza e la brutalità con cui impose l'ampliamento dell'aeroporto di Francoforte, contro una vastissima resistenza popolare. Lo stesso Börner ha dichiarato che a "questa gente", anziché argomentazioni, bisognerebbe dare tante legnate. Ed è stata proprio "questa gente" che, sopportando il governo minoritario nel parlamento dell'Assia, lo ha mantenuto al potere. Ora, dopo le nuove elezioni che hanno confermato il "patt", la partecipazione dei verdi allo stesso governo è possibile. Lo stesso Cohn Bendit dimostra una certa ironia quando a volte definisce se stesso il "Noske dei verdi".

Verdi nelle istituzioni
Così, a questo punto, all'interno del partito verde emergono le diverse provenienze dei suoi militanti, riconoscibili in cinque diverse tendenze; due sono pienamente convinte del sistema parlamentare e si differenziano unicamente perché una vede il potere politico come una meta da raggiungere a tutti i costi ritenendolo di per se stesso un valore, mentre l'altra vuole la partecipazione esclusivamente se è un mezzo per ottenere risultati concreti. Se le condizioni sono favorevoli e se i socialdemocratici saranno abbastanza intelligenti, queste due tendenze si uniranno senz'altro e costituiranno la maggioranza all'interno del partito. In questo caso, la Germania, nel prossimo futuro, vedrà una serie di coalizioni rosso-verdi. Questa corrente "partecipazionista", oltre che dagli adepti di Cohn Bendit, è alimentata dalla forte corrente pacifista-religiosa e da legioni di funzionari di ex-partiti maoisti, cioè da ambiziosi ex-studenti che nel movimento ecologista hanno trovato la "base di massa" tanto agognata e che solo per questo si sono camuffati di verde.
Al lato opposto troviamo la corrente che continua a vedere nella partecipazione parlamentare un gesto simbolico e di denuncia, e che per questo cerca disperatamente di restituire al partito la sua verginità sebbene questo sia già in odore di prostituzione. Dulcis in fundo, l'ala degli ecologisti radicali o fondamentalisti, che non ha mai nutrito nessuna illusione sul parlamentarismo. Per loro la catastrofe ecologica è tanto vicina che non si può perdere tempo in giochi parlamentari. Cercano una risposta radicale e diretta e respingono questo tipo di compromessi. Per loro è meglio esasperare un problema ecologico al fine di riconoscerne l'attualità, anziché camuffarlo con riforme che non lo risolvono ma semplicemente lo rinviano. È in questa corrente che si trovano quegli anarchici che sono passati dal movimento ecologista al partito verde.
Anche se l'influenza libertaria nel partito verde si fa ancora sentire in certe strutture (come la rotazione dei deputati, il mandato operativo o la democrazia di base), sarebbe illusorio credere che questi siano qualcosa di più che meri formalismi. In realtà, l'immensa maggioranza dei verdi, anche se conserva un certo senso critico nei confronti del parlamentarismo, è pienamente integrata nelle sue strutture e le rispetta con maggiore dedizione dei partiti classici. In molte cittadine dove hanno riscosso grande successo elettorale, i verdi non hanno nemmeno i membri sufficienti a ricoprire le cariche ottenute. Di conseguenza, si dedicano pienamente alle esigenze burocratiche richieste dal meccanismo statale e questo non solo li rende parte integrante di questo ingranaggio, ma anche, in breve tempo, li ha portati a credere ciecamente nella sua efficacia. Così, i formalismi della democrazia diretta sono molto facili da manipolare da parte di quei quadri verdi provenienti da gruppi marxisti o da altri partiti che in fin dei conti possono imporre i loro interessi.
Riassumendo, si può dire che i verdi hanno percorso il cammino di integrazione parlamentare in meno di cinque anni, mentre nel caso della socialdemocrazia è durato perlomeno una cinquantina.
Al capo opposto del problema dell'opposizione radicale tedesca si trova la cosiddetta lotta armata. Il suo panorama attuale si può riassumere in poche parole. La prima generazione, composta da intellettuali fanatici armati di mitra e di frasi marxiste-leniniste, si è esaurita. I suoi membri sono stati annientati oppure marciscono in qualche prigione. Con la decadenza dei modelli di liberazione armata del terzo mondo, con la trasparenza della fraseologia marxista-leninista nei tanto strombazzati movimenti di liberazione nazionale (del Vietnam, Angola o Cambogia che fossero), anche le sofisticate teorie sui focolai di guerriglia urbana hanno perso il loro fascino per i figli di papà di Berlino, Colonia, Amburgo. Quello che è rimasto è il mito, che serve a malapena a far sì che alcuni ragazzi tirino un petardo o assaltino una banca. Non si tratta nemmeno di guerriglia urbana: è violenza dilettante.
Il nome della RAF ormai non è altro che una sigla magica. In realtà non esiste alcuna continuità personale o ideologica con l'antica RAF. Questa continuità esiste solo nelle argomentazioni della repressione, che con questo pretesto si agguerrisce ogni giorno di più. Oggi i membri supposti o reali della RAF non si reclutano più tra gli intellettuali ipersensibilizzati, ma tra gente emarginata socialmente o intellettualmente. In molti casi sono ex-militanti di movimenti di massa, che non hanno visto altra via d'uscita alle frustrazioni quotidiane.
Così il panorama tedesco dell'opposizione radicale si muove tra il mitra, simbolo della RAF e il Girasole, simbolo dei Verdi: in una parola, senza una prospettiva possibile, perché nessuna delle due alternative può raggiungere l'obiettivo che si era prefissato.

E gli anarchici?
E gli anarchici? Si distinguono come sempre per la loro brillante critica e la loro mancanza di alternative concrete. Anche se all'interno dei verdi ci sono degli anarchici - e alcuni si sono persino organizzati in un circolo che si chiama apertamente "gli anarchici tra i verdi" - la maggioranza rifiuta questo partito. Anche se molti anarchici vedono nei verdi "il migliore dei partiti" e gli danno timidamente il loro voto, non condividono l'ottimismo dei fondamentalisti, che credono addirittura di potersi imporre nel partito. Comunque, l'attrattiva che da un lato presenta il partito verde e dall'altro la lotta armata, dimostra solo il vuoto totale relativo a un'alternativa libertaria. È per questo che all'inizio ho detto che la discutibile lettera dei verdi ai detenuti della RAF riflette il dilemma dell'opposizione radicale tedesca.
La problematica anarchica si colloca - e non solo in Germania - tra questi due poli: o radicalismo formale caratterizzato da cieca violenza, o riformismo coerente mascherato da democrazia diretta.
È ormai tempo che noi anarchici impariamo a superare questa falsa alternativa e a riconquistare la quotidianità, a fare passi concreti, conquiste parziali e vittorie settoriali. Tutto questo è possibile e la gente è preparata e disposta a cambiare: lo hanno ampiamente dimostrato i verdi. È nostro compito sviluppare le forme che impediscono che queste conquiste parziali si assommino in un progetto di integrazione parlamentare, ma al contrario si trasformino in una strategia globale, in un progetto rivoluzionario.
Quegli anarchici che hanno imparato dalla RAF che la rivoluzione non si fa con il mitra, e dai verdi che non la si effettua nemmeno attraverso il parlamento, sono gli unici che possono portare a termine questo compito. Se si svegliano in tempo.

(traduzione di Tiziana Tosolini)