Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 15 nr. 127
aprile 1985


Rivista Anarchica Online

Elezioni e patto sociale
di Mauricio Tragtemberg

Il 15 gennaio scorso Tancredo Neves è stato proclamato presidente del paese, dopo aver vinto su Paulo Salim Maluf, con 480 voti contro 180. L'elezione è avvenuta indirettamente, tramite un "collegio elettorale" composto da "notabili" (deputati, senatori, rappresentanti di assemblee legislative dei singoli stati). L'elezione indiretta di Tancredo Neves alla presidenza ha significato la vittoria dello schieramento della "conciliazione", promosso dai vari settori della classe dominante brasiliana. Essi si sono riuniti intorno a due partiti: il PMDB (Partido Movimento Democratico Brasilero) e il PFL (Partido da Frente Liberal), uniti nell'"Alleanza Democratica" che ha dato la maggioranza dei voti al proprio candidato Tancredo Neves.
Ciò significa, forse, che la dittatura militare in Brasile è stata messa da parte? No, penso che essa sia appena dietro l'angolo della scena politica, dal momento che, fino a qualche settimana prima della votazione, le fazioni militari pensavano ancora alla proroga del mandato del generale Figueredo. Ciò è stato impedito dall'opposizione del Dipartimento di Stato USA e dai settori liberal della borghesia brasiliana.
La promessa di mantenere l'obiettivo di un "patto sociale" non è per niente facile, considerando lo spaventoso debito estero, le migliaia di disoccupati, tra crescita di un sottoproletariato senza futuro, una classe media che impoverisce a vista d'occhio senza trovare sbocchi occupazionali ed infine, l'immenso esercito di laureati che diventano dattilografi, tassisti e nullafacenti.
I delegati sindacali, uniti ai politici di professione e appoggiati dalle organizzazioni che si definiscono "di sinistra" (come il Partido Comunista do Brasil, diviso in varie fazioni), sostengono il "patto sociale": ciò vuol dire semplicemente consegnare i lavoratori brasiliani con le mani legate al capitale e allo stato. In cambio questi partiti sperano di inserirsi, attraverso il loro "entrismo", nella burocrazia. Con la vittoria del PMDB a S. Paulo e altre città del paese, le varie fazioni "comuniste" (PCB e vari gruppi di sinistra autoritaria) riusciranno a garantirsi cariche burocratiche di terzo e quarto livello. Con la vittoria di Tancredo Neves, verranno così a formarsi i "burocrati federali".
L'attuale vittoria del PMDB è senza dubbio vantaggiosa per una parte di intellettuali universitari che aspirano ad inserirsi nella burocrazia dello stato. Molti di loro erano "incendiari" nel '68 ed oggi sono i pompieri dell'85.

Poche calorie molte favelas
Il Brasile che riceve Tancredo Neves è un paese con 80 milioni di persone che consumano al giorno meno di 2.400 calorie, con un'inflazione che arriva al 223,8% e che, nell'85 potrà oscillare tra il 140% ed il 300%. Alla fine del 1984 l'industria brasiliana operava al 26,5% della sua capacità complessiva, con un tasso di disoccupazione del 6,1%. Ciononostante la politica ufficiale, secondo la quale "esportare è la soluzione", ha elevato negli ultimi quindici anni l'esportazione di carne da 50.000 a 500.000 tonnellate, mentre il consumo medio pro-capite di carne si è abbassato da 26 a 13,6 chili. Nelle campagne 5.800.000 lavoratori diventano stagionali "boias frias": sono chiamati così perché escono di casa, per andare in camion nelle "fazendas", con le proprie gavette che contengono "boia-fria" (cibi freddi) e ritornano alla fine della giornata con un salario minimo, senza diritti sindacali e senza ferie.
Dei 130 milioni di brasiliani, il 30% sono analfabeti (9 milioni rientrano nella fascia fra i 7 ed i 14 anni). D'altro canto in Brasile ci sono 1.340.000 universitari (36.000 neo-laureati formano un'élite di manodopera interna, impegnata nella modernizzazione del capitalismo). La manodopera attiva brasiliana è attualmente composta da 41 milioni di persone, di cui 7 milioni sono compresi nella fascia di età fra i 10 e i 18 anni). San Paulo, il maggior centro industriale dell'America Latina, ospita tra la sua popolazione più di 700.000 abitanti delle "favelas". A Rio de Janeiro ce ne sono 500.000 (un terzo della popolazione attiva della città). Il 20% dei lavoratori brasiliani che acquistano piccole abitazioni dalla Banca nazionale della Casa (ente statale) non possono far fronte all'impegno, a causa dei bassi salari e dei costi crescenti. Ciò è dovuto anche al fatto che i salari non sono neppure indicizzati sulla crescita dell'inflazione. Il Ministero della Previdenza Sociale è fallito per un deficit di due trilioni di cruzeiros (6.000 miliardi di lire).
Con la disoccupazione cresce anche la violenza urbana. Nello stato di San Paulo i morti che nell'83 erano stati 2.921 sono saliti a 3.465 nell'84. I minori abbandonati che si danno alla delinquenza sono stati nell'83 5.569, nell'84 7.065.
A fronte di questa immensità di problemi si propone, come alternativa, il patto sociale, senza chiarire che cosa il lavoratore cittadino o il contadino guadagnerà da questo patto. D'altro canto è necessario sottolineare che l'ascesa di Tancredo Neves è raggiunta attraverso un "fronte" composto dal PMDB, in cui confluiscono il Partido Democratico Social (già nell'area governativa dal colpo di stato del '64) e i membri del Partido Popular (il partito dei banchieri al quale appartiene lo stesso signor Tancredo Neves).
È importante tener presente che in Brasile la vittoria del blocco della "conciliazione" tra i vari settori di classe dominanti, con a rimorchio qualche spezzone popolare, è il punto di arrivo di movimenti che, inizialmente, avevano caratteristiche di poli aggregativi popolari. Infatti, nel periodo della "regencia" (del regno 1831/39) si sono avute in Brasile numerose rivoluzioni popolari, come la Cabangem e la Revolucào Praieira (sollevamenti storici) che mobilitarono migliaia di brasiliani poveri contro il regime e lo stato. D'altra parte l'aristocrazia rurale e la burocrazia dello stato reprimevano tali movimenti, facendo appello alla "Conciliazione". Questa unì i partiti divergenti e inaugurò il periodo di massima centralizzazione statale, definito il Secondo Impero.
Con la crisi economico-sociale del Brasile odierno, iniziò un movimento popolare che mobilitò, nelle principali città dei paese, migliaia di lavoratori per rivendicare le elezioni dirette presidenziali. La Camera Federale, invece, non approvò tale mozione. C'è da dire che, secondo il sistema brasiliano, le elezioni dirette hanno una parvenza più democratica di quelle indirette. Queste ultime, infatti, cancellano del tutto la presenza delle masse popolari, riducendo il corpo elettorale a un ristretto gruppo corporativo.
La burocrazia militare-imprenditoriale ha puntato sulla scissione del PDS e sulla formazione del PFL (Partido do Frente Liberal), che si è alleato al PMDB ed ha formato la "Azione Democratica", dando il via all'elezione di Tancredo Neves come candidato del "consenso", della "conciliazione" e del patto sociale. Quale modello da seguire per i lavoratori, il programma politico propone addirittura spunti tratti dal Patto della Moncloa (si tratta dell'Accordo siglato qualche anno fa in Spagna dalle organizzazioni padronali e sindacali, con il fine dichiarato di smorzare e regolamentare la conflittualità sociale. La CNT si è naturalmente schierata contro. N.d.r.). Niente scioperi, niente mobilitazioni; "conciliazione" e "patto" sono le parole d'ordine. Lo stesso senatore Moacyr Dalla, che ha presieduto le elezioni indirette, due giorni prima nominava senza concorso 1.500 funzionari, scelti fra parenti di senatori, deputati federali, statali ed altri cosiddetti "rappresentanti del popolo".

3 salariati 261 avvocati
I 40 milioni di lavoratori rurali e urbani del paese sono rappresentati appena da tre lavoratori salariati che hanno votato indirettamente nel "Collegio elettorale": il deputato Aurelio Peres (PMDB) metallurgico, Djalma Bom (PT, Partito dei Lavoratori) che è ispettore di qualità e un autista: il deputato Sebastiào Ataide (PTD, Partito Democratico del Lavoro). Oltre a questi lavoratori ci sono 4 banchieri, 261 avvocati, 76 professori, 62 parlamentari impresari industriali, 44 giornalisti, 60 ingegneri, 34 medici, 45 latifondisti, 15 amministratori di imprese, 36 funzionari pubblici, 2 architetti, 1 biochimico, 20 commercianti, 9 contabili, 1 doganiere, 35 economisti, 3 farmaceutici, 5 dentisti, 10 radiologi, 1 sociologo, 2 presidi, 9 militari, 2 scrittori e 3 che si dicono artisti.
La traiettoria politica di Tancredo Neves si fonda sulla "conciliazione". Egli è figlio di commercianti cattolici ed è diplomato in legge. Nel 1935 è consigliere comunale per il Partito Repubblicano Mineiro, che rappresenta gli interessi dell'oligarchia rurale. Durante la dittatura Vargas (1937/45) si dedica all'avvocatura. Con la caduta della dittatura Vargas nel 1945, si candida per la Costituente; nel 1946 per il PSD (Partido Social Democratico), rimanendoci fino al 1966, quando entra nel MDB (Movimento Democratico Brasilero), l'attuale PMDB. Deputato nell'Assemblea legislativa dell'est di Minas Gerais è scelto relatore della Costituicào Estadual e capeggia l'opposizione borghese al governatore Milton Campos, eletto nella lista del UDN (União Democratica Nacional). Diventato nel 1950 deputato federale per la zona della capitale del paese (all'epoca Rio de Janeiro), fu rappresentante personale del governatore di Minas Gerais, Juscelino Kubitschek, futuro presidente del Brasile. Nel governo ormai costituzionale di Vargas nel 1953, è nominato ministro della giustizia. Il suicidio di Vargas lo lancia come preparatore della candidatura di Juscelino Kubitschek alla presidenza. In questo governo Tancredo Neves rappresenta gli interessi della Banca del Brasile e dalla Banca Nazionale del Progresso Economico. Tra il '58 e il '60 è segretario della fazenda del governatore di Minas Gerais, Dias Fortes. Nel 1960 si candida al governo di questo stato; è sconfitto dal banchiere Magalhães Pinto. Ad agosto del 1961 il presidente Janio Quadros rinuncia, João Gulart (vice presidente all'epoca) è in visita in Cina. Il suo rientro viene vietato dai militari. Tancredo Neves si fa portavoce della soluzione militare per recuperare João Goulart. Cerca cosi di convincerlo ad accettare il regime parlamentare e a tornare in Brasile.
Tancredo Neves assume la carica di primo ministro del governo Goulart. Rimane in carica dal settembre 1961 fino al giugno 1962. In questi nove mesi di regime parlamentare sono ratificate le relazioni diplomatiche di Cuba dalla Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ed è approvata la legge che limita l'uscita dal paese dei guadagni delle multinazionali.
Rieletto nel '62 deputato federale è riemerso per aver presentato un progetto che istituiva gli assegni familiari. Dopo il golpe del 1964 non aderisce immediatamente alla giunta militare. Vota nel Congresso contro l'elezione per via diretta del generale Castelo Branco. È partita da lui quella che è chiamata "opposizione responsabile", alla testa dei "moderati" del MDB (attuale PMDB). Tancredo Neves è stato il fondatore del Partido Popular (il partito dei banchieri, in pratica) convinto che la transazione dalla dittatura ad un governo civile necessita di un partito di "centro", nella fattispecie il PP.
I militari, però, non permettevano l'espansione del PP e Tancredo Neves si decise ad integrarsi nel PMDB. In qualità di candidato di questo partito conquista il governo dello stato di Minas Gerais nel 1982.
La campagna delle "dirette" è caratterizzata da grandi mobilitazioni di massa, solo che nel Congresso la proposta di legge che avrebbe permesso le elezioni dirette è bloccata. In questa occasione Tancredo Neves lancia un appello alla conciliazione. Perciò la formazione della Alleanza Democratica, con l'ingresso del PDS unitosi al PMDB, trasforma l'elezione indiretta di Tancredo Neves in una generale acclamazione.

Ma la lotta di classe non è spenta
Nello stesso momento di grande euforia per la vittoria di Tancredo Neves nel "collegio elettorale" (carnevale nelle grandi città del paese, Belo Horizonte, S. Paulo, Rio de Janeiro, Salvador, Belem, S. Luis, Recife, Porto Alegre), scoppia un grande sciopero dei lavoratori agricoli. I cosiddetti "boias frias" dichiarano in 30.000 lo sciopero a Ribeirão Preto, 400 chilometri da S. Paulo. Lo sciopero inizia il 4 gennaio scorso, coinvolgendo sei municipalità dello stato di S. Paulo. Si organizzano assemblee con 1.000 lavoratori presenti in uno stadio, dove un aereo del governo faceva voli radenti per terrorizzare i partecipanti. La reazione dei lavoratori è di spavento e di rivolta. Nella città di Sertão Zinho "boias frias" affamati, armati di legni e pietre, tentano di saccheggiare un supermercato, ma vengono attaccati dalla polizia militare. Da non dimenticare che il governo in S. Paulo è nelle mani del PMDB, oppositore alla dittatura militare. Il risultato è stato di 17 feriti, fra cui otto per arma da fuoco.
Tutto questo dimostra che l'elezione di Tancredo Neves alla presidenza della Repubblica obbedisce ai principi enunciati ne "Il Gattopardo": cambiare qualcosa perché niente cambi e tutto rimanga come è sempre stato.
Il lavoratore urbano e rurale brasiliano sa che può solo contare sulle sue forze per sopravvivere e che solamente con l'auto-organizzazione, a partire dal posto di lavoro, può ottenere qualcosa. Ragion per cui non si debbono confondere le "organizzazioni" o le "macchine politiche" che pretendono di parlare a nome dei lavoratori e i partiti politici della "sinistra tradizionale", con il movimento operaio reale, che sorge e scompare all'interno dei posti di lavoro.
La vittoria di Tancredo Neves non rappresenta mutamenti seri per i lavoratori, ma solo l'istituzionalizzazione nell'84 del golpe del '64. Gli stessi che diedero il via al golpe 21 anni fa, oggi sono i primi a parlare di "democratizzazione", di consegna dei poteri ai civili e di ritorno dell'esercito alle sue funzioni professionali.
Il PT, capeggiato da Lula, ed il PDT di Lionel Brisola non sono presenti alle votazioni del Collegio Elettorale. Un solo deputato di questi partiti ha votato. Il fatto è che essi credono nelle "elezioni dirette", con cui i lavoratori vanno a scegliere direttamente coloro che li sfrutteranno e li opprimeranno accreditando così un maggior vanto alla democrazia.

(traduzione di Miche Minali)