Rivista Anarchica Online
Elezioni e patto
sociale
di Mauricio Tragtemberg
Il 15 gennaio
scorso Tancredo Neves è stato proclamato presidente del paese, dopo
aver vinto su Paulo Salim Maluf, con 480 voti contro 180. L'elezione
è avvenuta indirettamente, tramite un "collegio
elettorale" composto da "notabili" (deputati, senatori,
rappresentanti di assemblee legislative dei singoli stati).
L'elezione indiretta di Tancredo Neves alla presidenza ha significato
la vittoria dello schieramento della "conciliazione",
promosso dai vari settori della classe dominante brasiliana. Essi si
sono riuniti intorno a due partiti: il PMDB (Partido Movimento
Democratico Brasilero) e il PFL (Partido da Frente Liberal), uniti
nell'"Alleanza Democratica" che ha dato la maggioranza dei
voti al proprio candidato Tancredo Neves. Ciò significa,
forse, che la dittatura militare in Brasile è stata messa da parte?
No, penso che essa sia appena dietro l'angolo della scena politica,
dal momento che, fino a qualche settimana prima della votazione, le
fazioni militari pensavano ancora alla proroga del mandato del
generale Figueredo. Ciò è stato impedito dall'opposizione del
Dipartimento di Stato USA e dai settori liberal della
borghesia brasiliana. La promessa di
mantenere l'obiettivo di un "patto sociale" non è per
niente facile, considerando lo spaventoso debito estero, le migliaia
di disoccupati, tra crescita di un sottoproletariato senza futuro,
una classe media che impoverisce a vista d'occhio senza trovare
sbocchi occupazionali ed infine, l'immenso esercito di laureati che
diventano dattilografi, tassisti e nullafacenti. I delegati
sindacali, uniti ai politici di professione e appoggiati dalle
organizzazioni che si definiscono "di sinistra" (come il
Partido Comunista do Brasil, diviso in varie fazioni), sostengono il
"patto sociale": ciò vuol dire semplicemente consegnare i
lavoratori brasiliani con le mani legate al capitale e allo stato. In
cambio questi partiti sperano di inserirsi, attraverso il loro
"entrismo", nella burocrazia. Con la vittoria del PMDB a S. Paulo
e altre città del paese, le varie fazioni "comuniste" (PCB
e vari gruppi di sinistra autoritaria) riusciranno a garantirsi
cariche burocratiche di terzo e quarto livello. Con la vittoria di
Tancredo Neves, verranno così a formarsi i "burocrati
federali". L'attuale vittoria
del PMDB è senza dubbio vantaggiosa per una parte di intellettuali
universitari che aspirano ad inserirsi nella burocrazia dello stato.
Molti di loro erano "incendiari" nel '68 ed oggi sono i
pompieri dell'85.
Poche calorie
molte favelas
Il Brasile che
riceve Tancredo Neves è un paese con 80 milioni di persone che
consumano al giorno meno di 2.400 calorie, con un'inflazione che
arriva al 223,8% e che, nell'85 potrà oscillare tra il 140% ed il
300%. Alla fine del 1984 l'industria brasiliana operava al 26,5%
della sua capacità complessiva, con un tasso di disoccupazione del
6,1%. Ciononostante la politica ufficiale, secondo la quale
"esportare è la soluzione", ha elevato negli ultimi quindici
anni l'esportazione di carne da 50.000 a 500.000 tonnellate, mentre
il consumo medio pro-capite di carne si è abbassato da 26 a 13,6
chili. Nelle campagne 5.800.000 lavoratori diventano stagionali
"boias frias": sono chiamati così perché escono di casa,
per andare in camion nelle "fazendas", con le proprie
gavette che contengono "boia-fria" (cibi freddi) e
ritornano alla fine della giornata con un salario minimo, senza
diritti sindacali e senza ferie. Dei 130 milioni di
brasiliani, il 30% sono analfabeti (9 milioni rientrano nella fascia
fra i 7 ed i 14 anni). D'altro canto in Brasile ci sono 1.340.000
universitari (36.000 neo-laureati formano un'élite di manodopera
interna, impegnata nella modernizzazione del capitalismo). La
manodopera attiva brasiliana è attualmente composta da 41 milioni di
persone, di cui 7 milioni sono compresi nella fascia di età fra i 10
e i 18 anni). San Paulo, il maggior centro industriale dell'America
Latina, ospita tra la sua popolazione più di 700.000 abitanti delle
"favelas". A Rio de Janeiro ce ne sono 500.000 (un terzo
della popolazione attiva della città). Il 20% dei lavoratori
brasiliani che acquistano piccole abitazioni dalla Banca nazionale
della Casa (ente statale) non possono far fronte all'impegno, a causa
dei bassi salari e dei costi crescenti. Ciò è dovuto anche al fatto
che i salari non sono neppure indicizzati sulla crescita
dell'inflazione. Il Ministero della Previdenza Sociale è fallito per
un deficit di due trilioni di cruzeiros (6.000 miliardi di lire). Con la
disoccupazione cresce anche la violenza urbana. Nello stato di San
Paulo i morti che nell'83 erano stati 2.921 sono saliti a 3.465
nell'84. I minori abbandonati che si danno alla delinquenza sono
stati nell'83 5.569, nell'84 7.065. A fronte di questa
immensità di problemi si propone, come alternativa, il patto
sociale, senza chiarire che cosa il lavoratore cittadino o il
contadino guadagnerà da questo patto. D'altro canto è necessario
sottolineare che l'ascesa di Tancredo Neves è raggiunta attraverso
un "fronte" composto dal PMDB, in cui confluiscono il
Partido Democratico Social (già nell'area governativa dal colpo di
stato del '64) e i membri del Partido Popular (il partito dei
banchieri al quale appartiene lo stesso signor Tancredo Neves). È
importante tener presente che in Brasile la vittoria del blocco della
"conciliazione" tra i vari settori di classe dominanti, con
a rimorchio qualche spezzone popolare, è il punto di arrivo di
movimenti che, inizialmente, avevano caratteristiche di poli
aggregativi popolari. Infatti, nel periodo della "regencia"
(del regno 1831/39) si sono avute in Brasile numerose rivoluzioni
popolari, come la Cabangem e la Revolucào Praieira (sollevamenti
storici) che mobilitarono migliaia di brasiliani poveri contro il
regime e lo stato. D'altra parte l'aristocrazia rurale e la
burocrazia dello stato reprimevano tali movimenti, facendo appello
alla "Conciliazione". Questa unì i partiti divergenti e
inaugurò il periodo di massima centralizzazione statale, definito il
Secondo Impero. Con la crisi
economico-sociale del Brasile odierno, iniziò un movimento popolare
che mobilitò, nelle principali città dei paese, migliaia di
lavoratori per rivendicare le elezioni dirette presidenziali. La
Camera Federale, invece, non approvò tale mozione. C'è da dire che,
secondo il sistema brasiliano, le elezioni dirette hanno una parvenza
più democratica di quelle indirette. Queste ultime, infatti,
cancellano del tutto la presenza delle masse popolari, riducendo il
corpo elettorale a un ristretto gruppo corporativo. La burocrazia
militare-imprenditoriale ha puntato sulla scissione del PDS e sulla
formazione del PFL (Partido do Frente Liberal), che si è alleato al
PMDB ed ha formato la "Azione Democratica", dando il via
all'elezione di Tancredo Neves come candidato del "consenso",
della "conciliazione" e del patto sociale. Quale modello da
seguire per i lavoratori, il programma politico propone addirittura
spunti tratti dal Patto della Moncloa (si tratta dell'Accordo
siglato qualche anno fa in Spagna dalle organizzazioni
padronali e sindacali, con il fine dichiarato di
smorzare e regolamentare la conflittualità sociale. La
CNT si è naturalmente schierata contro. N.d.r.).
Niente scioperi, niente mobilitazioni; "conciliazione" e
"patto" sono le parole d'ordine. Lo stesso senatore Moacyr
Dalla, che ha presieduto le elezioni indirette, due giorni prima
nominava senza concorso 1.500 funzionari, scelti fra parenti di
senatori, deputati federali, statali ed altri cosiddetti
"rappresentanti del popolo".
3 salariati 261
avvocati
I 40 milioni di
lavoratori rurali e urbani del paese sono rappresentati appena da tre
lavoratori salariati che hanno votato indirettamente nel "Collegio
elettorale": il deputato Aurelio Peres (PMDB) metallurgico,
Djalma Bom (PT, Partito dei Lavoratori) che è ispettore di qualità
e un autista: il deputato Sebastiào Ataide (PTD, Partito Democratico
del Lavoro). Oltre a questi lavoratori ci sono 4 banchieri, 261
avvocati, 76 professori, 62 parlamentari impresari industriali, 44
giornalisti, 60 ingegneri, 34 medici, 45 latifondisti, 15
amministratori di imprese, 36 funzionari pubblici, 2 architetti, 1
biochimico, 20 commercianti, 9 contabili, 1 doganiere, 35 economisti,
3 farmaceutici, 5 dentisti, 10 radiologi, 1 sociologo, 2 presidi, 9
militari, 2 scrittori e 3 che si dicono artisti. La traiettoria
politica di Tancredo Neves si fonda sulla "conciliazione".
Egli è figlio di commercianti cattolici ed è diplomato in legge.
Nel 1935 è consigliere comunale per il Partito Repubblicano Mineiro,
che rappresenta gli interessi dell'oligarchia rurale. Durante la
dittatura Vargas (1937/45) si dedica all'avvocatura. Con la caduta
della dittatura Vargas nel 1945, si candida per la Costituente; nel
1946 per il PSD (Partido Social Democratico), rimanendoci fino al
1966, quando entra nel MDB (Movimento Democratico Brasilero),
l'attuale PMDB. Deputato nell'Assemblea legislativa dell'est di Minas
Gerais è scelto relatore della Costituicào Estadual e capeggia
l'opposizione borghese al governatore Milton Campos, eletto nella
lista del UDN (União Democratica Nacional). Diventato nel 1950
deputato federale per la zona della capitale del paese (all'epoca Rio
de Janeiro), fu rappresentante personale del governatore di Minas
Gerais, Juscelino Kubitschek, futuro presidente del Brasile. Nel
governo ormai costituzionale di Vargas nel 1953, è nominato ministro
della giustizia. Il suicidio di Vargas lo lancia come preparatore
della candidatura di Juscelino Kubitschek alla presidenza. In questo
governo Tancredo Neves rappresenta gli interessi della Banca del
Brasile e dalla Banca Nazionale del Progresso Economico. Tra il '58 e
il '60 è segretario della fazenda del governatore di Minas Gerais,
Dias Fortes. Nel 1960 si candida al governo di questo stato; è
sconfitto dal banchiere Magalhães Pinto. Ad agosto del 1961 il
presidente Janio Quadros rinuncia, João Gulart (vice presidente
all'epoca) è in visita in Cina. Il suo rientro viene vietato dai
militari. Tancredo Neves si fa portavoce della soluzione militare per
recuperare João Goulart. Cerca cosi di convincerlo ad accettare il
regime parlamentare e a tornare in Brasile. Tancredo Neves
assume la carica di primo ministro del governo Goulart. Rimane in
carica dal settembre 1961 fino al giugno 1962. In questi nove mesi di
regime parlamentare sono ratificate le relazioni diplomatiche di Cuba
dalla Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ed è approvata la
legge che limita l'uscita dal paese dei guadagni delle
multinazionali. Rieletto nel '62
deputato federale è riemerso per aver presentato un progetto che
istituiva gli assegni familiari. Dopo il golpe del 1964 non aderisce
immediatamente alla giunta militare. Vota nel Congresso contro
l'elezione per via diretta del generale Castelo Branco. È partita da
lui quella che è chiamata "opposizione responsabile", alla
testa dei "moderati" del MDB (attuale PMDB). Tancredo Neves
è stato il fondatore del Partido Popular (il partito dei banchieri,
in pratica) convinto che la transazione dalla dittatura ad un governo
civile necessita di un partito di "centro", nella
fattispecie il PP. I militari, però,
non permettevano l'espansione del PP e Tancredo Neves si decise ad
integrarsi nel PMDB. In qualità di candidato di questo partito
conquista il governo dello stato di Minas Gerais nel 1982. La campagna delle
"dirette" è caratterizzata da grandi mobilitazioni di
massa, solo che nel Congresso la proposta di legge che avrebbe
permesso le elezioni dirette è bloccata. In questa occasione
Tancredo Neves lancia un appello alla conciliazione. Perciò la
formazione della Alleanza Democratica, con l'ingresso del PDS unitosi
al PMDB, trasforma l'elezione indiretta di Tancredo Neves in una
generale acclamazione.
Ma la lotta di
classe non è spenta
Nello stesso
momento di grande euforia per la vittoria di Tancredo Neves nel
"collegio elettorale" (carnevale nelle grandi città del
paese, Belo Horizonte, S. Paulo, Rio de Janeiro, Salvador, Belem, S.
Luis, Recife, Porto Alegre), scoppia un grande sciopero dei
lavoratori agricoli. I cosiddetti "boias frias" dichiarano
in 30.000 lo sciopero a Ribeirão Preto, 400 chilometri da S. Paulo.
Lo sciopero inizia il 4 gennaio scorso, coinvolgendo sei municipalità
dello stato di S. Paulo. Si organizzano assemblee con 1.000
lavoratori presenti in uno stadio, dove un aereo del governo faceva
voli radenti per terrorizzare i partecipanti. La reazione dei
lavoratori è di spavento e di rivolta. Nella città di Sertão Zinho
"boias frias" affamati, armati di legni e pietre, tentano
di saccheggiare un supermercato, ma vengono attaccati dalla polizia
militare. Da non dimenticare che il governo in S. Paulo è nelle mani
del PMDB, oppositore alla dittatura militare. Il risultato è stato
di 17 feriti, fra cui otto per arma da fuoco. Tutto questo
dimostra che l'elezione di Tancredo Neves alla presidenza della
Repubblica obbedisce ai principi enunciati ne "Il Gattopardo":
cambiare qualcosa perché
niente cambi e tutto rimanga
come è sempre stato. Il lavoratore
urbano e rurale brasiliano sa che può solo contare sulle sue forze
per sopravvivere e che solamente con l'auto-organizzazione, a partire
dal posto di lavoro, può ottenere qualcosa. Ragion per cui non si
debbono confondere le "organizzazioni" o le "macchine
politiche" che pretendono di parlare a nome dei lavoratori e i
partiti politici della "sinistra tradizionale", con il
movimento operaio reale, che sorge e scompare all'interno dei posti
di lavoro. La vittoria di
Tancredo Neves non rappresenta mutamenti seri per i lavoratori, ma
solo l'istituzionalizzazione nell'84 del golpe del '64. Gli stessi
che diedero il via al golpe 21 anni fa, oggi sono i primi a parlare
di "democratizzazione", di consegna dei poteri ai civili e
di ritorno dell'esercito alle sue funzioni professionali. Il PT, capeggiato
da Lula, ed il PDT di Lionel Brisola non sono presenti alle votazioni
del Collegio Elettorale. Un solo deputato di questi partiti ha
votato. Il fatto è che essi credono nelle "elezioni dirette",
con cui i lavoratori vanno a scegliere direttamente coloro che li
sfrutteranno e li opprimeranno accreditando così un maggior vanto
alla democrazia.
(traduzione
di Miche Minali)
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