Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
Dal 6 al 17 giugno si è tenuta a Castelbolognese (in provincia di Ravenna) una mostra storico-documentaria su Il movimento anarchico a Castelbolognese (1870-1945), promossa dal Comune
e dalla Biblioteca Comunale di Castelbolognese. In tale occasione i due enti promotori hanno
curato la pubblicazione di un catalogo, egregiamente curato sia nella parte redazionale sia in quella
grafica (pregevoli le immagini di militanti anarchici, giornali, documenti di polizia, ecc.). Il
catalogo contiene due saggi introduttivi, rispettivamente di Fiorenza Tarozzi («Briganti, malfattori,
sovversivi. Per una storia del movimento anarchico a Castelbolognese 1870-1900») e di Giampiero
Landi («La cittadella libertaria. Per una storia del movimento anarchico a Castelbolognese 1900-1945»); le didascalie di tutto il materiale esposto alla mostra; e la sintesi delle schede biografiche di
polizia di ben 69 anarchici castellani, rintracciate presso il casellario politico centrale dell'Archivio
di Stato di Roma. Come ha scritto l'anarchico forlivese Franco Melandri, recensendo la mostra, «dalle foto e dai
documenti emerge un'immagine estremamente chiara di ciò che è stato per quasi un secolo
l'anarchismo a Castelbolognese: un movimento di uomini (colti non solo nelle oleografiche
immagini pubbliche, ma anche in momenti di relax che mettono in luce il lato profondamente
umano di ogni militante: un lato spesso non meno degno di nota dell'azione pubblica) ed un
movimento di massa. Facchini, braccianti, muratori, cenciaiole, calzolai ed osti sono tornati, grazie
anche alle accurate didascalie, a vivere davanti agli occhi dei visitatori, comunicando loro
l'indomita volontà di lotta e l'etica profondamente umana che da sempre contraddistingue
l'anarchismo». Un nuovo mensile anarchico nel movimento di lingua italiana? Si, l'intenzione è questa, nel medio
periodo. Per ora, comunque, c'è questo primo numero (il numero zero): poi si vedrà. Così, sotto i
castagni di Gragnana (una frazione di Carrara), nell'ambito della «Festa anarchica pro-Umanità
Nova», la redazione ha presentato ai primi d'agosto la nuova pubblicazione Umanità Nova Mese.
Il primo numero era uscito da poco e ancora non si avevano elementi per valutare che accoglienza
gli avesse riservato il movimento anarchico, ed in particolare i militanti della Federazione
Anarchica, cui la nuova rivista (52 pagine, formato leggermente più piccolo del nostro) è
soprattutto destinata. Il progetto è quello di dar vita ad un mensile che si affianchi al settimanale,
facendo di quest'ultimo sempre più uno strumento di informazione «veloce», riservando al
contempo all'omonimo mensile il compito di approfondire le tematiche d'attualità, con l'occhio ben
fisso a quello che è stato definito «l'intervento militante». Sul mensile L'internazionale d'agosto viene denunciato un fenomeno, rispetto al quale anche noi
abbiamo ricevuto più di una segnalazione: all'indomani delle elezioni europee del 17 giugno più
numerose che in passato sono state le convocazioni da parte delle autorità comunali, di varie
località, di cittadini che non si sono recati alle urne. In base a disposizioni comunali, infatti, in
alcune località gli astenuti sono stati ufficialmente invitati a «giustificare» il loro comportamento.
Si tratta di un'operazione chiaramente intimidatoria, che non a caso si va estendendo con l'ampliarsi
del distacco tra il popolo-gregge ed i suoi pastori (come testimonia appunto il lento ma continuo
aumento dei non-partecipanti alla fiera elettorale: astensioni, schede bianche e nulle). «Questo freddo che viene dall'Est. Notizie dal socialismo blindato» è il titolo del fascicolo speciale
pubblicato dalla redazione della rivista anarchica bimestrale francese Agora: vi si trovano raccolti,
nella consueta veste grafica molto vivace, numerosi degli
articoli/lettere/testimonianze/comunicati/ecc. pubblicati nel corso degli ultimi anni dalla rivista
stessa, relativi alla repressione oltrecortina e soprattutto a tutto ciò che in varia misura si muove in
quei paesi in una direzione libertaria, con metodologia antiburocratica ed autogestionaria. Si va dai
gruppi musical-politici rock polacchi ai punk yugoslavi, dall'analisi di Nicolas Trifon sul modo di
dominazione sovietica nell'Europa dell'Est alla storia in vignette della rivolta di Kronstadt (marzo
'21), da una testimonianza sul sindacato clandestino russo SMO T ad uno scritto sulla situazione
bulgara di Gergui Markov (quello ucciso a Londra sei anni fa, trafitto dalla punta di un ombrello -
ne parlò tutta la stampa mondiale), ecc. Un'iniziativa interessante, questa della redazione di Agora,
che si è avvalsa dell'opera organica che da anni stanno portando avanti i compagni di Iztok, la
rivista libertaria sui paesi dell'Est che viene edita a Parigi. Del nostro collaboratore Pino Bertelli è uscito il volumetto La dittatura dello schermo, il cui
sottotitolo («Telefoni bianchi e camicie nere») richiama l'articolo da lui scritto sul n. 115 di «A».
Non si tratta soltanto di uno studio sul cinema fascista, ma anche e soprattutto di una riflessione sul
fascismo visto attraverso il suo principale strumento di propaganda: il cinema. In apertura, un
saggio sulla «lingua totalitaria del cinema muto italiano», che completa e approfondisce l'indagine
sul tessuto culturale e politico in cui si innesta il cinema fascista.
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