Rivista Anarchica Online
Un convegno su Stirner (e Nietzsche)
di Marco Conforti / Marco Galliari
Si è svolto dall'8 al 10 dicembre a Tarquinia Lido, organizzato dal Centro Studi di Filosofia Italiana,
un convegno incentrato, in modo piuttosto generico, sul tema «Nietzsche-Stirner ». Durante le tre
giornate dei lavori si sono succedute le relazioni di alcuni esponenti di primo piano del panorama
filosofico italiano come G. Penzo, C. Sini, A. Negri, M. Cacciari ed altri. Nel complesso il livello qualitativo degli interventi si è mantenuto su valori alquanto bassi, con
l'eccezione dei contributi di studiosi che da anni ormai si occupano della figura e del pensiero di Stirner
quali Penzo (autore del saggio «Max Stirner, la rivolta esistenziale » e curatore della più recente
traduzione de «L'Unico e la sua proprietà» e dell'edizione italiana degli scritti minori di Stirner, testi
pubblicati dalla Patron di Bologna), Laganà (anarchico, studioso dell'individualismo anarchico: la sua
è stata un'ottima relazione); Andolfi («Egoismo e Abnegazione», Franco Angeli Editore), il francese
Arvon e di altri che, pur non essendosene mai occupati specificamente, hanno efficacemente messo in
luce l'attualità di un pensatore così singolare e controverso quale è stato Max Stirner. Vanno ricordati
Carlo Sini («Stirner, Nietzsche e l'ambiguità del concetto di individuo » era il titolo della sua relazione)
e Massimo Cacciari che ha presentato una breve comunicazione sul rapporto tra verità e libertà in
relazione al concetto di «Unico». Non è stato affrontato, se non occasionalmente - e ciò, trattandosi di un convegno di filosofia, era in
un certo senso scontato - l'aspetto politico del pensiero stirneriano, visto cioè all'interno dell'orizzonte
teorico dell'anarchismo. In conclusione si può dire che, da analisi in gran parte banalmente e storiograficamente riassuntive, la
figura di Stirner sia uscita molto poco delineata ed approfondita e in alcuni casi persino stravolta - e
qui il riferimento è alle tesi di Arvon, che ne fa un pensatore inserito nella tradizione del liberalismo
e un anticipatore delle tesi degli «anarcocapitalisti» statunitensi. Nel suo insieme, comunque, il convegno ha avuto se non altro il merito di mettere sul tappeto alcune
questioni ed interrogativi che Stirner pone al pensiero contemporaneo, questioni ed interrogativi sui
quali, evidentemente, il lavoro di approfondimento è ancora tutto da cominciare. E' rimasta
l'impressione, confermata poi da alcuni degli intervenuti (ma solo alcuni l'hanno ammesso), che molti,
Stirner, non l'avessero neanche mai letto. E questo non è certo un buon inizio.
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