Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 14 nr. 116
febbraio 1984


Rivista Anarchica Online

RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione

Decisamente stimolante è l'ultimo numero (n. 4/1983) della rivista anarchica trimestrale Volontà. Segnaliamo innanzitutto gli interventi conseguenti alla pubblicazione, sul numero precedente, dell'articolo «Lasciamo il pessimismo per tempi migliori» di Amedeo Bertolo: un intervento tra i più lucidi e stimolanti letti negli ultimi tempi sulla pubblicistica libertaria. Un intervento nel quale si metteva il dito nella piaga della crisi dell'anarchismo contemporaneo, «letta» come crisi strutturale dovuta al prolungato persistere di idee, concezioni e metodi che da decenni hanno fatto il loro tempo, quasi bloccando il dispiegarsi in nuove forme dell'anarchismo. Il discorso è appena agli inizi ed all'intervento di Bertolo va ascritto il merito di aver finalmente tirato fuori «la cosa», senza alcuna pretesa di indicare soluzioni precise. I sei interventi in merito pubblicati su quest'ultimo numero di Volontà sono tutti sostanzialmente in assonanza con lo spirito e con l'analisi di Bertolo, seppure con diverse sottolineature. L'importante, a questo punto, è che il dibattito vada avanti, nelle forme e nelle sedi che ciascuno riterrà più congeniali, ma appunto vada avanti e coinvolga un numero sempre maggiore di compagni. Lo richiede lo stato di profonda e paralizzante impasse che caratterizza in tanta parte il nostro movimento, oggi.
Un altro tema al quale sono dedicate numerose pagine sull'ultimo numero di Volontà è quello - ricorrente in campo anarchico - del dibattito su violenza e/o nonviolenza. I contributi sono di Giuliano Pontara (docente di etica e filosofia della politica all'università di Stoccolma, uno dei teorici più validi del movimento nonviolento) e di Andrea Papi (militante anarchico e nostro collaboratore), i quali furono nel maggio '83 i relatori al seminario promosso a Milano dal Centro Studi libertari «G. Pinelli» su quel tema. Se l'intervento di Papi ha il pregio di riaffermare con chiarezza alcune ragioni di fondo di quella concezione che potremmo definire «malatestiana» (o «antiviolenta», utilizzando una felice espressione sempre di Malatesta), gli scritti di Pontara spezzano più di una lancia in favore di una nonviolenza rigorosamente definita e con grande lucidità inserita nei complessi meccanismi dell'agire individuale e sociale.

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Per noi questo opuscolo è la realizzazione dei nostri pensieri, la diffusione delle nostre idee. Speriamo che questi fogli ti possano essere utili come lo sono stati a noi, per la coltivazione dell'ideale, per il confronto e per la crescita. Noi abbiamo sentito l'esigenza di esprimerci anche individualmente, non solo collettivamente come invece era stato fatto nei nostri precedenti lavori. Crediamo che i nostri testi non possano risultare completi e non superficiali o occasionali, se non inseriti all'interno di un discorso espresso con vari metodi, forme, intenzioni di messaggio diverse tra loro, ma nello stesso tempo nate dal medesimo desiderio/bisogno di esprimerci liberamente per la liberazione. Noi siamo punks anarchici ed è insintivamente ed essenzialmente per questo che queste pagine ti fanno capire o perlomeno intuire come viviamo, cosa vogliamo. E' passato abbastanza tempo ormai da quando la nostra vita poteva essere rissa nelle strade, aggregazione fittizia quindi inconcludente, conduzione di una sopravvivenza qualunquista. Tante vite in una vita ...
La tua desolazione oggi potrebbe essere la tua voglia di vivere domani. Questo lavoro non è stato per noi solo pensare e scrivere ma uno stimolo alla nostra coscienza per scagliarsi con rabbia e con la totalità della nostra essenza, sia quella più intima che quella più aperta e visibile, contro il mostro autoritario per la creazione di risposte, alternative e proposte. Eccola! sull'orizzonte della nostra libertà una parte della nostra essenza. Non ci sono conclusioni finali, morali o regole da seguire, pensiamo, agiamo, viviamo ognuno con la propria ricerca di se stesso, degli altri, del mondo che vorrebbe, per cui vive e combatte già da ora. Tutto il materiale è nostro, realizzato da noi volendo conoscerci per approfondire il nostro rapporto di vita. Tutto il lavoro è stato autogestito da noi. Perché quell'estinto istinto del vivere possa crescere in tutti noi.
Alternativita, anarchia, pace, amore.
L'istinto del vivere. «Alternativita» è il titolo di un opuscolo prodotto dal gruppo punx-anarchico degli «Alternativita», che insieme ad altri fa riferimento alla casa occupata di Via Correggio 18 a Milano ed in particolare al Virus, lo spazio autogestito dai punx anarchici (cfr. su «A» 113 la lunga intervista da noi fatta proprio al Virus). Il testo sopra riprodotto si può considerare un pò l'editoriale: l'opuscolo consta di 50 pagine (ciclostilate), che raccolgono scritti, pensieri, disegni, elementi grafici, il tutto nel mix originale tipico della fanzine. Vi si parla di carceri, Comiso, guerra, menefreghismo, musica, religione (contro, naturalmente), violenza, spazi autogestiti, ecc. Colpiscono soprattutto alcune frasi buttate qua e là, segno di un'acuta sensibilità individuale, poetica, sociale. Trovarlo non è facile.
Questo opuscolo - precisano gli Alternativita - è stato realizzato con la determinata intenzione di non entrare in nessun tipo di canale istituzionale, in alcuna operazione commerciale, negli schemi di annientamento dei mass-media. Chi tenterà di stravolgere, falsare, manovrare, occultare, mistificare, trarre guadagno da questo nostro lavoro avrà il nostro più profondo disprezzo umano, la nostra incazzatura, il nostro compatimento. Alternativita, anarchia, autogestione: per lo sviluppo del circuito alternativo libertario. Antiutopia Edizioni Creazioni.
Per averne una copia, richiederla direttamente agli Alternativita, . c/o Virus, via Correggio 18, 20149 Milano. In copertina c'è scritto «non pagare più di 1500 lire». Regolatevi voi.

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Con il pretesto del centenario della nascita di Benito Mussolini, lo scorso anno siamo stati tutti bombardati (e schifati) da un revival mussoliniano ammantato di «distaccata ricerca storiografica», «necessario riesame di un'esperienza umana e politica», ecc .. C'è stata la serata Mussolini alla TV di stato, la manifestazione commemorativa con Almirante, le varie sviolinate dei moderni post-fascisti, e via discorrendo: per l'editoria ed in generale per la società dello spettacolo, una boccata d'ossigeno. Per noi, un tanfo vomitevole.
Tra tanto ciarpame, qualcosa di interessante è anche uscito. Segnaliamo qui la seconda edizione italiana di uno scritto dell'anarchico Camillo Berneri, originariamente uscito in Spagna nel '34 con il titolo Mussolini gran actor. Bisognò poi attendere oltre tre decenni perché finalmente questo saggio uscisse anche in Italia, per merito delle edizioni Azione Comune, promosse da Giulio Seniga. Tra altri titoli di grande interesse (si pensi a La rivoluzione mancata di A. Borghi, La rivolta di Kronstad di I. Mett, Socialismo libertario di A. Caffi, ecc.), Azione Comune pubblicò infatti nel '66 quel saggio di Berneri, con il titolo Mussolini psicologia di un dittatore ed una premessa di Pier Carlo Masini: da molti anni, purtroppo, questo ed altri titoli di Azione Comune non sono più reperibili (e la stessa casa editrice ha da tempo sospeso la sua attività). Va dunque salutata con favore questa seconda edizione italiana, che riprende il titolo originario (C.Berneri, Mussolini grande attore, Edizioni dell'Archivio Famiglia Berneri, Pistoia 1973. pagg. 110, lire 4.000), ha una nuova premessa di Pier Carlo Masini e riporta in appendice alcuni scritti di Berneri sempre in tema di fascismo, originariamente apparsi tra il 1923 ed il '36.
Camillo Berneri (Lodi 1897 - Barcellona 1937) scrisse questo saggio in Francia, dove si trovava esule a causa del suo impegno antifascista. E lo pubblicò in quella terra spagnola dove, due anni dopo, sarebbe accorso insieme con centinaia di altri anarchici italiani per prender parte alla rivoluzione sociale spagnola: e dove, tre anni dopo, nelle tragiche giornate di maggio a Barcellona, avrebbe trovato la morte per mano di sicari comunisti - nell'ambito della politica controrìvoluzionaria attuata dai partiti comunisti del Comintern agli ordini e al soldo di Stalin.
Un saggio vivo, dunque, «di parte», scritto da un uomo e da un militante per il quale il fascismo non era un asettico oggetto di studio, ma il nemico da analizzare, comprendere, combattere (altro che «credere, obbedire, combattere» !). Eppure, contrariamente a molti scritti usciti in quegli anni dalla penna di tanti antifascisti, questo saggio di Berneri si caratterizza per l'originalità e l'acutezza del suo approccio al fascismo ed in particolare al ruolo esercitato dal duce. Non è un caso che negli anni '20, a Firenze, prima di esser costretto all'esilio, frequentasse un circolo di persone interessate alla nascente scienza psicologica: in queste pagine di Berneri, infatti, il fenomeno «duce» viene analizzato anche alla luce della psicologia individuale e di massa. Ne esce un ritratto che non indulge né al vituperio fine a se stesso né alle annotazioni frivole, ma che - anche dall'analisi delle piccole caratteristiche quotidiane - cerca di mettere a fuoco i tratti distintivi di una nuova figura proprio in quegli anni emergente non solo in Italia: quella del lider maximo (per dirla alla cubana), abilissimo utilizzatore/strumentalizzatore dei mass-media, profondo conoscitore della psicologia delle masse, attento costruttore della propria immagine pubblica.
Ecco allora che tante osservazioni di Berneri in merito al duce potrebbero essere applicate, in altro contesto, a Stalin come a Pinochet, a Castro come a Burghiba, a Hitler come a Gheddafi. Il persistente culto dei capi assicura dunque una costante, stimolante vivacità a queste pagine di Berneri, scritte mezzo secolo fa'.