Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 12 nr. 106
dicembre 1982 - gennaio 1983


Rivista Anarchica Online

«A» monotona e intellettuale?

Sono una giovane compagna che da un po' di tempo segue la stampa anarchica, e nei confronti della vostra rivista mi sono posta un punto di domanda. La lettura di «A» ha suscitato in me perplessità, rendendomi conto delle difficoltà che trovavo fra le righe di articoli tipo «Convegno di studi su Malatesta», per citare un esempio, o altri. Vorrei aggiungere anche la monotonia provocata dal susseguirsi di articoli ripetitivi e pesanti, da un numero all'altro. Vorrei appunto sapere dai compagni redattori come è nata l'idea di una rivista anarchica strettamente culturale-intellettuale e soprattutto se non vi è mai sorto il dubbio, «intellettualizzando» in questo modo i contenuti, di ghettizzare questo strumento di comunicazione e di scambio a una cerchia ristretta di compagni e lettori.
Ciao!

Daniela (Sondrio)

Né carne né pesce: così definimmo la connotazione della rivista in uno dei primi numeri di «A». Era una definizione forse spiritosa, comunque indicativa di quella che secondo noi doveva e avrebbe dovuto essere la funzione di «A». Né una rivista puramente teorica, né un foglio di agitazione e di lotta: ma un po' di queste due cose, e tante altre ancora, in una dimensione «intermedia» che era e rimane - a nostro avviso - la più consona ad un mensile come «A». Non abbiamo mai pensato ad una rivista puramente culturale-intellettuale, anche se non abbiamo alcuna prevenzione verso la cultura e l'intelletto: anzi, siamo da sempre convinti che la lettura di una rivista debba richiedere uno sforzo, una fatica intellettuale. Non crediamo che ci si possa porre di fronte ad «A» (ed in genere ai mezzi di comunicazione) con quell'atteggiamento passivo, da consumatori, che va tanto di moda, anche perché è il portato della «civiltà» dello spettacolo dominata dai mass-media. Certo, su «A» sono apparsi a volte scritti a tratti inutilmente difficili, dove concetti di per sé non elementari sono stati resi ancor più difficili dall'autore. Certo, molta strada deve essere ancora percorsa prima che si riescano ad evitare passi oscuri, intellettualismi, ecc .. Non vorremmo però che con l'acqua sporca di alcuni aspetti negativi si buttasse via anche il bambino, cioè il rispetto per la cultura e la coscienza della necessaria fatica per appropriarsene. Viva la semplicità, dunque, finché possibile, basta che non la si confonda con la banalità, l'ovvietà e la sloganistica sinistrese.