Rivista Anarchica Online
«A» monotona e intellettuale?
Sono una giovane compagna che da un po' di tempo segue la stampa anarchica, e nei
confronti della vostra rivista mi sono posta un punto di domanda. La lettura di «A» ha
suscitato in me perplessità, rendendomi conto delle difficoltà che trovavo fra le righe di
articoli tipo «Convegno di studi su Malatesta», per citare un esempio, o altri. Vorrei
aggiungere anche la monotonia provocata dal susseguirsi di articoli ripetitivi e pesanti, da un
numero all'altro. Vorrei appunto sapere dai compagni redattori come è nata l'idea di una
rivista anarchica strettamente culturale-intellettuale e soprattutto se non vi è mai sorto il
dubbio, «intellettualizzando» in questo modo i contenuti, di ghettizzare questo strumento di
comunicazione e di scambio a una cerchia ristretta di compagni e lettori. Ciao!
Daniela (Sondrio)
Né carne né pesce: così definimmo la connotazione della rivista in uno dei primi numeri di
«A». Era una definizione forse spiritosa, comunque indicativa di quella che secondo noi
doveva e avrebbe dovuto essere la funzione di «A». Né una rivista puramente teorica, né un
foglio di agitazione e di lotta: ma un po' di queste due cose, e tante altre ancora, in una
dimensione «intermedia» che era e rimane - a nostro avviso - la più consona ad un mensile
come «A». Non abbiamo mai pensato ad una rivista puramente culturale-intellettuale, anche
se non abbiamo alcuna prevenzione verso la cultura e l'intelletto: anzi, siamo da sempre
convinti che la lettura di una rivista debba richiedere uno sforzo, una fatica intellettuale.
Non crediamo che ci si possa porre di fronte ad «A» (ed in genere ai mezzi di
comunicazione) con quell'atteggiamento passivo, da consumatori, che va tanto di moda,
anche perché è il portato della «civiltà» dello spettacolo dominata dai mass-media. Certo,
su «A» sono apparsi a volte scritti a tratti inutilmente difficili, dove concetti di per sé non
elementari sono stati resi ancor più difficili dall'autore. Certo, molta strada deve essere
ancora percorsa prima che si riescano ad evitare passi oscuri, intellettualismi, ecc .. Non
vorremmo però che con l'acqua sporca di alcuni aspetti negativi si buttasse via anche il
bambino, cioè il rispetto per la cultura e la coscienza della necessaria fatica per
appropriarsene. Viva la semplicità, dunque, finché possibile, basta che non la si confonda
con la banalità, l'ovvietà e la sloganistica sinistrese.
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