Rivista Anarchica Online
Legittima difesa
La Redazione
In una lettera al settimanale anarchico "Umanità Nuova",
Giovanni Marini chiarisce le circostanze in cui,
il 7 luglio a Salerno, durante uno scontro con una banda di picchiatori fascisti rimase ferito non
gravemente un compagno e mortalmente un teppista "tricolore". Il Marini, detenuto e incriminato
per "omicidio volontario" ricorda il clima salernitano di intimidazione,
provocazione e violenza fascista, delle aggressioni alle sedi ed agli esponenti dei gruppi di sinistra, i
picchiatori fatti venire per le "spedizioni punitive", da Napoli, Bari Avellino... In questo clima, "la sera
del 7 luglio - scrive il Marino - ricevemmo molte provocazioni da noi non raccolte, perché
convinti come
sempre del vuoto politico delle risse e perché ci eravamo accorti del gironzolare minaccioso di
tutta una
squadra di picchiatori di A.N. e del M.S.I. (...) Ed anche in via Velia, quando continuò l'aperta
sfida
fascista, io e Scariati passammo davanti senza rispondere. A molti metri di distanza, solo quando non
vidi al mio fianco Mastrogiovanni mi accorsi che era aggredito, che stava per terra sanguinante e corsi
in suo aiuto (...) e cercando di proteggerlo e di proteggermi, mi difendevo indietreggiando, colpendo
di
striscio". Il Marino rischia trent'anni di galera. È colpevole di legittima difesa, è
colpevole di non aver
fatto la fine di Mario Lupo, il militante di L.C. di Parma accoltellato dai fascisti. Nel corso delle
ributtanti
interrogazioni parlamentari relative ai fatti di Salerno, il segretario salernitano del PCI ha definito il
Marino "uno sciagurato".
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