Rivista Anarchica Online
Sesso e fantascienza
a cura di Daniele Barbieri
Tante sono le fantascienze possibili, ma fantasie e sovversione quasi spariscono quando si parla di
sessualità.
Perchè?
Sono stati pronunciati molti elogi della fantascienza e del suo non conformismo.
Aldous Huxley per esempio ha
scritto: Radicate come sono nei fatti della vita contemporanea, le fantasie d'un moderno scrittore di science
fiction, anche se di seconda categoria, sono incomparabilmente più ricche, coraggiose e strane delle
immaginazioni utopistiche e millenarie del passato. Pensateci: progettare astronavi; conquistare mondi;
viaggiare
nel tempo; collegare la mente a un computer; diventare Dio (o abolirlo); immaginare società ove il lavoro
non
fosse necessario. Non c'è sentiero che la science fiction - d'ora in poi: sfi - abbia trascurato di percorrere.
Eppure
chi ama e conosce le molte fantascienze spesso non s'accorge che (oppure si trova imbarazzato a spiegare come
mai) fantasie e sovversione quasi spariscano quando si parla di sessualità. È letteratura a
dominanza
anglo-americana, viene talvolta obiettato: ovvio che sia puritana. Una spiegazione vera ma insufficiente. Altri
forse protesterebbero che la censura è affare del passato e infatti oggi anche nella sfi si copula senza
paraventi. È vero: ci si spoglia di più e in molti casi abbonda una ginnastica scopareccia,
eppure i ruoli sessuali (e quelli
sociali) sottesi restano perlopiù immutati; o almeno così appare a a chi creda all'infinita
potenzialità sovversiva
dei corpi e dell'innamoramento rifiutando dunque di ridurre tutto a un puro principio produttivo-quantitativo e
riproduttivo nel doppio senso di generare e di tramandare logiche di dominio.
Maschi in affanno Se alcuni scrittori di sfi fantasticano su società nelle
quali "il potere" sia in mano alle donne, è solo per dare sfogo
ai peggiori incubi (e alle più sciocche barzellette) sul matriarcato, versione yankee. Maschi oppure
donne mascolinizzate: non esiste alternativa. Quando negli anni '70 anche nella sfi arriva l'ondata
femminista, in questa trappola cascano anche alcune autrici, perfino una lesbica militante come Joanna Russ
(1). All'esplicita richiesta infatti di scrivere una storia "conclusiva" sul sesso del futuro, la Russ sceglie la
strada della
vendetta (o forse dell'ironia non riuscita) e nel racconto Una ragazza all'antica (2) sa proporre solo
un sostituto
automatizzato dell'uomo, spiegando - nel commento, incluso nell'antologia - che aveva proprio in mente una
coniglietta di Playboy con testicoli, se così si può dire. Insomma quando negli
Usa la censura - quella esplicita, cioè fuori dalla testa delle persone - consentirà di
slacciare reggiseni e mutande, ovviamente ciò non garantirà che anche la mente degli
autori-autrici si "slacci"
delle abituali catene. Un ottimo esempio è Straniero in terra straniera (3) di Robert
Heinlein. Considerato rivoluzionario nel 1961, all'epoca della sua uscita, e tuttora citato - nelle fascette
editoriali
pedissequamente riprese da molti giornalisti - come anticipatore del movimento hippy, il romanzo di Heinlein
è tanto ricco di sesso atletico quanto povero di fantasia; Leslie Fiedler, un critico letterario controcorrente,
giustamente lo classifica come banale. In più di un'occasione lo stesso Fiedler ha parlato di
femminilità o di omosessualità latente nella tradizione
americana, l'altra faccia degli eroi duri e della frontiera. Straniero in terra straniera nasconde un
orrore
dell'omosessualità molto significativo da questo punto di vista. Gli appassionati di sfi potrebbero
replicare che Heinlein era sì un ottimo scrittore ma anche un notorio
reazionario: non è questo il punto, in autori di sfi con tutt'altre idee (e con alto coefficiente immaginativo)
le
utopie sessuali restano incatenate da una fortissima auto-censura.
Il cristallo sognante Pochissime le eccezioni. Possiamo zig-zagare fra alcune
autrici (non molte in verità) come Ursula Le Guin (4)
e Alice Sheldon (5), un'antologia significativamente intitolata Visioni pericolose (6), qualche pagina
di Sam
Delany (7) e John Varley (8)... Ma c'è, per fortuna, un grandissimo sconquassatore di "luoghi comuni
sessuali":
Theodore Sturgeon (per l'anagrafe Edward Hamilton Waldo). Negli Usa lo hanno inquadrato come
iconoclasta, enfant terrible, portatore di scandalo. Ciò è abbastanza lontano
dal vero. Molto intelligentemente invece Isaac Asimov (pure culturalmente lontanissimo da lui) spiegava: una
volta Sturgeon ha detto che la fantascienza è l'ultimo bastione della libertà di discorso. Il suo
punto di vista era che la gente stupida come i censori (e chi vorrebbe fare il censore, se non uno stupido?)
se arriverà mai a trovare l'eresia in una cosa bizzarra come la fantascienza, vorrà dire che l'ha
già trovata in tutto
il resto. Se schivò, di poco, i censori e i maccartisti, negli anni '50 e '60 Sturgeon comunque fu
costretto spesso a
cambiare casa: negli Usa i lettori perbenisti - e presumibilmente Wasp, cioè bianchi, anglosassoni,
protestanti,
ricchi - lo riempirono di insulti e minacce per quasi tutto ciò che scrisse. Se in Italia è tuttora (a
10 anni dalla
morte) poco conosciuto e apprezzato, si deve soprattutto a editori-re/censori che lo presentarono come
scabroso
e sgradevole; con commenti-linciaggio per denunciare tesi criticabili, concezioni assurde e confusa
ideologia;
arrivando a scrivere finezze del tipo si muove in mezzo ai rifiuti e riesce a rendere poetiche le cose
più basse,
umili, sporche. Nonostante questo reticolato, chi arrivi alle pagine di Sturgeon senza paraocchi se ne
innamora. Così due suoi
romanzi - Cristalli sognanti e Nascita del superuomo (9) sono citati anche da noi fra
i capisaldo di questa
letteratura. Diverso il destino del pur bellissimo Venus plus X (10) che forse continua a
impaurire. Proviamo a capire perché. Charlie Johns - nome qualsiasi per un uomo-medio che pure
ha intelligenza e cultura
di buon livello - si trova scaraventato nella civiltà dei Ledom. Qui nessuna cosa è simile a
ciò che conosce:
scienza, religione, educazione dei bambini, valori e sessualità. Tutto gli appare ostile e quando scopre
che i
Ledom sono ermafroditi prova un moto d'orrore. Pian piano però quella civiltà incomprensibile
viene messa a
paragone con la "normale" America. E intorno a Charlie si moltiplicano le più "strane" domande:
«quando gli
uomini hanno cominciato a dichiarare impuri i flussi mensili?». «Chi ha iniziato a dire che le differenze
fondamentali fra l'uomo e la donna sono maggiori delle somiglianze?».Cosa può/potrebbe rispondere
Charlie?
«Dicono che l'uomo è superiore (...). Se non sei buono a far nulla, allora l'unico modo per dimostrare che
tu sei
superiore è rendere inferiore qualcun altro (...). Dato un uomo che, tra i suoi simili, non ha una vera
superiorità,
ti trovi di fronte a un pazzo esasperato che, se gli viene negata la superiorità e non sa guadagnarsene una,
si
butterà su qualcosa di più debole di lui per farsene un inferiore. Il soggetto ovvio, logico, a portata
di mano per
questa imperdonabile indegnità è la sua donna. Ma non potrebbe far questo a qualcuno che
amasse».
La parte più buia del cuore Charlie tentenna, ascolta i Ledom, assimila,
si spinge avanti con il pensiero, esita: «L'homo sapiens è l'unica specie, fra quelle esistenti o estinte,
che abbia escogitato modi per reprimere il sesso.
Vi sono soltanto tre modi per affrontare i problemi del sesso. Lo si può soddisfare; lo si può
reprimere; lo si può
sublimare. Il piacere, oracolo esterno dell'estasi, nei giorni del protestantesimo, considerato peccaminoso in
sé,
in qualsiasi modo fosse raggiunto; Roma sosteneva che tutti i piaceri sessuali erano peccato. (...). E questo
vulcano otturato ha causato anche uno spaventoso numero di nevrosi. Così sesso e religione, che sono
il vero significato dell'esistenza umana, cessarono di essere fini e divennero
mezzi. (...) d'altra parte, un'attenta osservazione del Medioevo fa vacillare la mente: tutto questo in nome
dell'amore. Come è stato possibile? (...). L'Homo sapiens crede nella parte più buia del suo cuore
che tutto ciò
che è diverso è pericoloso per definizione e quindi deve essere sterminato». Dunque un Charlie
Johns può
dubitare, capire qualcosa (troppo poco, ci suggerisce Sturgeon) ma sembra esserci un limite invalicabile;
così
confessa/urla cosa farebbe l'homo sapiens - così come noi oggi lo conosciamo - se incontrasse una razza
ermafrodita: «Vi stermineremo fino al vostro ultimo figlio anormale». L'intreccio del romanzo lascia irrisolti
molti dubbi. I Ledom sono già fra noi? O sono i nostri eredi? E infine:
potrebbero essere accettati se fossero un prodotto scientifico o soltanto se frutto di una "mutazione"?
«Di una sola
cosa Sturgeon si mostra sicuro: l'utopia è rassicurante, i mondi possibili no. Eppure... Gli stessi Ledom
dicono:
Di tanto in tanto dobbiamo incontrarci con l'homo sapiens per vedere se è pronto a vivere, amare, adorare
senza
la gruccia d'una sessualità imposta (...). Noi non siamo un'utopia.Utopia è qualcosa di finito, di
completo. Noi
siamo transienti ... un ponte. Transienza è passaggio, è dinamismo, è movimento,
è evoluzione, è mutamento, è
vita».
Un mondo ben perduto L'esplorazione di affettività "altre", aliene
è una costante per Sturgeon: almeno una dozzina di racconti indagano
nelle direzioni più impensate (eppure così vicine) all'incrocio fra corpi, tabù, bisogni,
sessualità, speranze.
Sarebbe affascinante scoprire la sua evoluzione - tematica oltre che stilistica - se qualche editore intelligente ci
offrisse la pubblicazione completa dei suoi racconti (11). Nell'attesa ecco una sintesi di The World Well
Lost (12),
piccola perla letteraria, che costò a Sturgeon il maggior numero di insulti della sua vita. Sulla Terra
arrivano due bipedi implumi, abbastanza simili a noi dunque. Vengono da Dirbanu, pianeta lontano e potente,
chiuso in uno splendido isolamento. Anche se non si capisce bene
chi siano quei due "ET" e se nessuno riesce a stabilire con loro un'intesa linguistica, il loro fascino, l'essere
inseparabili e il grande amore che esprimono, la magia della loro presenza commuovono tutti e ne fanno
l'argomento preferito dei massmedia. Ma quasi subito arriva da Dirbanu un messaggio-choc: sono criminali,
dovete restituirceli subito se volete allacciare rapporti e economici e diplomatici con noi. Il governo terrestre
(per la serie: Parigi val bene una messa) incarica l'astronave Stramite 439 - con i due migliori
e più fidati piloti a disposizione - di riportarli sul lontano pianeta d'origine, a pagare il loro ignoto
crimine. Nella tensione di quello strano viaggio verso Dirbanu, con i due prigionieri, il pilota terrestre Grinty
arriva a
scoprire la loro "colpa" ... e li fa fuggire all'insaputa del co-pilota Rootes. Ed ecco il colpo di scena
finale. Quando Rootes scopre la fuga, Grunty gli spiega: sono omosessuali, ecco il loro crimine. Vuoi dire
che abbiamo
viaggiato per tutto questo tempo con una maledetta coppia di invertiti? Oh, se lo avessi saputo li avrei ammazzati
urla Rootes. Ma Sturgeon ha in serbo un'altra sorpresa nelle ultimissime righe, quella che dà un altra
chiave di lettura a un
racconto già splendido. Dopo aver deciso la linea da seguire con la Terra e Dirbanu, l'inferocito Rootes
va a
dormire e Grunty lo guarda con grande tenerezza e assoluta attenzione, come una madre farebbe con il suo
bambino. Poi senza svegliarlo, tende la sua mano gigantesca e con un tocco di piuma accarezza le labbra
addormentate.
Daniele Barbieri collabora con Il manifesto ed è autore (con Riccardo
Mancini) di due antologie per usare la
fantascienza a scuola, entrambe pubblicate da La Nuova Italia. Su «A» 222 (novembre '95) ha pubblicato Il
futuro
è un tempo di destra. Questo testo riprende in parte il testo di una lezione tenuta il 21 febbraio '96
a Bologna, alla
Libreria Universitaria Omosessuale del Cassero. Chi fosse interessato a portare avanti un discorso sulle
potenzialità della letteratura fantascientifica può contattarlo
al fax 0542-28570
1. Ben diversa la profondità offerta dalla Russ nello sconvolgente (seppure letterariamente non
riuscitissimo)
The Female Man, uno sguardo su 4 diversi scenari possibili per la
sessualità-affettività femminile; l'autrice ebbe
difficoltà a pubblicarlo negli Usa (vi riuscì solo nel 1975) e dunque non sorprende che in Italia
sia arrivato con
ulteriore ritardo, cioé nel 1989, passando comunque quasi inosservato: lo si può trovare, con il
titolo originale,
nel catalogo della Editrice Nord. 2. Nell'interessante antologia Ultima tappa, Oscar
Mondadori (ormai rintracciabile solo nel circuito dei
reimander's). 3. In italiano lo si trova in due versioni: quella della Editrice Nord e la più
recente (senza tagli, strilla la
pubblicità) della Mondadori. 4. Alice Sheldon per anni usò lo pseudonimo
maschile James Tiptree junior, beffando clamorosamente pubblico
e critica: è praticamente sconosciuta in Italia anche fra i lettori di sfi. Il che si spiega facilmente: sono
rintracciabili in libreria solo due suoi romanzi (belli ma non particolarmente significativi nel contesto di cui qui
ci si occupa) e nessuno dei suoi sconvolgenti racconti (tradotti negli anni '70 soprattutto nella rivista
Robot) che
invece sarebbero particolarmente interessanti per offrire uno sguardo femminile su utopie e/o distopie
sessuali. 5. Autrice di un potente romanzo-simbolo come La mano sinistra delle
tenebre (Editrice Nord), abbastanza noto
anche da noi. Protagonista è il terrestre Genly Ai che sul pianeta Inverno dovrà convivere con i
getheniani,
individui asessuati ma che hanno un periodo mensile di fertilità (il kemmer) durante il quale possono
diventare
indifferentemente maschi o femmine. 6. Se per tradurre The Female Man sono
occorsi 14 anni, ce ne sono voluti 24 perché Mondadori trovasse il
coraggio di proporre in Italia Dangerous Visions, 23 racconti commissionati nel 1967 da Harlan
Ellison ai
migliori scrittori di sfi per superare i tabù del genere. E comunque letta oggi quell'antologia appare ben
poco
"pericolosa", se non per il racconto Se tutti gli uomini fossero fratelli, lasceresti che tua sorella ne sposasse
uno?
di Theodore Sturgeon. 7. Anche l'omosessuale afro-americano Delany non fu ben digerito dai
nostri editori. All'interno della riflessione
utopica sulla sessualità il suo romanzo più interessante resta Triton del 1976: in
italiano pubblicato (con lo
stesso titolo) da Armenia e di recente ristampato dalla Editrice Nord. 8. Per esempio nei due
racconti di Varley inclusi nell'antologia Storie del pianeta azzurro (Editrice
Nord). 9. Pubblicati entrambi da Urania e dalla Editrice Nord (e Cristalli sognanti
anche dalla Libra) sono reperibili
ormai solo nell'usato e nel circuito dei Reimander's. Ma esiste fortunatamente un recente volume antologico
nella collana «I massimi della fantascienza» (Mondadori) che riunisce questi due romanzi con Venere
più X e
I figli di Medusa. 10. Fu tradotto nel 1965 dallo Scienze Fiction Book Club di
Piacenza e ristampato solo nel 1987 nei classici
Urania (numero 122). Ora è nel volume antologico citato alla nota precedente. 11. Negli
anni '80, Urania aveva mandato in edicola quattro antologie di Sturgeon, annunciando la
pubblicazione completa dei suoi racconti: promessa non mantenuta. Così in libreria oggi si trova ben poco
della
sua copiosa produzione "breve": in pratica soltanto Il mondo di Sturgeon (Editrice Nord) e tre titoli
da Fanucci:
La stirpe di Giapeto (con una pessima introduzione del fascistoide Sebastiano Fusco), E
Pluribus Unicorn e Le
mani di Bianca. Nel circuito dell'usato oltre ai volumetti di Urania (numeri 1014, 1045, 1071 e 1114 per
chi
avesse la pazienza di spulciare) che però contengono alcune perle mischiate a opere minori, con un
pò di fortuna
è forse rintracciabile Il sognatore (Moizzi). Il resto è uscito su riviste degli anni
'60-70 (come Nova o Robot) o
su fanzines praticamente introvabili. 12. Il racconto uscì nell'antologia (di autori vari)
Fantascienza della crudeltà, Lerici, 1965.
|