Rivista Anarchica Online
...o questioni fondamentali?
Cari compagni, 1) Ecco alcune rettifiche di errori di stampa occorsi ultimamente nella mia lettera (sul n. 221) a
«A»: a) sulla susseguente nota 6 il libro di W. Block è «Difendere l'indefendibile». b) vi risparmio l'accusa
di titolocrazia, però il titolo della mia lettera al n. 221, benché avessi rettificato telefonicamente,
in realtà era: «Liberismo contra capitalismo». c) a pag. 40, 2a colonna, ultime righe: «sono i rapporti di forza
fondati sulla violenza sul bisogno che vanno disinnescati,
e il non applicare il sistema del prezzo di costo equivale a insistere a voler usare un «metro elastico». d) a pag. 41, 1a
colonna, a 3/4 «vogliono accappararsi quei risparmiatori che per altruismo o per immagine rinunciano a
tre punti di interessi». e) gli altri errori di stampa credo non possano innescare equivoci o non-sensi troppo indecidibili.
(...) 2) Non mi piace il pregiudizio, la superficialità, la sicumera, né la sommarietà con
cui molti avversari del liberismo
liquidano il sedicente «anarcocapitalismo». Mi pare fin troppo evidente la distanza non solo tra l'ideale anarcocapitalista
e il capitalismo reale, ma tra questo e semplicemente l'ideale liberista. Con riferimento agli esperimenti di liberismo in vari
Paesi, per quanto immani possono essere stati gli sforzi di liberalizzazione, il sistema, sotto molti aspetti importanti,
rimaneva invariabilmente uguale a prima, e gli sperati benefici sono risultati molto opinabili, o fugaci. È verissimo
e
fondamentale, il fatto che la concorrenza, dove c'è, razionalizza l'economia e distrugge il parassitismo. E in ogni
caso, forse
il modello sociale idealizzato dal più cialtrone degli anarcocapitalisti è 1000 volte meglio della situazione
attuale. 3) Comunque grazie di esistere con voi si può ragionare! 4) Resta il fatto che, per le
conseguenze che produce (39 milioni di sterminati per fame all'anno, centinaia di
milioni di emigranti, catastrofi ecologiche, povertà e sfruttamento in ogni Paese...) la violenza sul bisogno,
intrinseca a tutti
i sistemi socioeconomici della Storia, è sicuramente la causa fondamentale e ultima di innumerevoli altri problemi,
perciò
l'economia e il libero mercato, comunque la si pensi, sono questioni fondamentali da dibattere tra i libertari, forse proprio
le trascurate, e meriterebbero molta più attenzione e spazio. 5) Infine, pur consapevole che questo
riduce drasticamente la sua comprensibilità, vi riassumo ultra-telegraficamente alcuni fondamenti del sistema del
prezzo di costo (per descriverlo mi sono occorse 30 pagine): il principio
del prezzo di costo (sperimentato con successo da Josiah Warren) denuncia la violenza sul bisogno intrinseca alla legge
della domanda e offerta, come in tutti i rapporti di forza, fino allo sterminio per fame. Il costo è la spesa necessaria
per
produrre un bene. No alla menzognera influenza del valore e dell'utilità sul prezzo. Oltre l'egualitarismo salariale,
i danni
psicofisici da lavoro sono dei costi, e vanno risarciti completamente, e le condizioni precedenti vanno ripristinate. Idem
per i danni ecologici, e i danni al consumatore. Il sistema mutualista aperto del prezzo di costo trasparente è
nettamente
separato dal sistema capitalista; ma può commerciare con esso da una posizione di superiorità. Il sistema
economico del
prezzo di costo estingue la violenza sul bisogno, il plusprezzo, il profitto, e lo sfruttamento, tramite il liberismo nonviolento
di una concorrenzialità altrimenti irraggiungibile. Altera profondamente addirittura il meccanismo degli interessi
materiali,
il che distrugge le eterne ovvietà dell'economia, con conseguenze apparentemente paradossali, ma ottime e
numerose. Che
cosa ne pensate? Volete saperne di più? Fatevi vivi!: Recanati, martedì 24 ottobre 1995.
Federico Tortorelli via Mattutini, 2 A O 62019 Recanati (MC)
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