Rivista Anarchica Online
Cina: la repressione
a cura della Redazione
Chen Ziming, prigioniero per motivi d'opinione condannato a tredici anni di carcere dalle autorità cinesi con
l'accusa di
aver partecipato ad «attività controrivoluzionarie» durante le manifestazioni di Tien An Men nel giugno del 1989,
ha
cominciato uno sciopero della fame nella prigione di Pechino dov'è attualmente detenuto. Ziming è
ammalato di cancro,
e attraverso questo gesto di protesta spera di convincere le autorità cinesi ad assicurargli le cure mediche
necessarie, e a
sospendere il blocco del suo conto in banca per poterle pagare. Il 22 ottobre scorso è stata arrestata anche sua
moglie Wang Zhihong, che aveva organizzato una protesta pacifica
chiedendo pubblicamente alle autorità il permesso di curare il marito, per essere poi liberata cinque giorni
dopo. Nel 1994 Ziming venne scarcerato in seguito alla diagnosi del tumore e sottoposto agli arresti domiciliari. Nel
novembre
1994 subì un intervento chirurgico e si sottopose in seguito ad un trattamento di radioterapia. In occasione del sesto
anniversario delle manifestazioni per la democrazia, nel giugno scorso protestò con uno sciopero della fame: venne
ancora
immediatamente incarcerato e gli furono confiscati tutti i beni. Da allora sono anche sparite tutte le sue cartelle mediche.
In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sulle donne che si è tenuta a Pechino nel settembre 1995, la
moglie di
Ziming è stata posta in arresto senza accuse precise e trattenuta dalle forze dell'ordine per l'intera durata degli
incontri. Amnesty International invita a scrivere chiedendo chiarimenti sulle circostanze che hanno indotto le
autorità cinesi ad
arrestare nuovamente Chen Ziming, facendo presente che egli è prigioniero per motivi d'opinione, ed inoltre
gravemente
malato e che il suo stato di salute peggiora di giorno in giorno. Le lettere vanno indirizzate all' Ambasciata della
Repubblica Popolare Cinese, via Bruxelles 56, 00198 Roma. Il numero del fax è (06) 8442275
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