Rivista Anarchica Online
Il primato dei cavilli
Caro Direttore, ho letto, sul n. 215 di «A», l'intervento di Maria G.
De Rienzo di Treviso a proposito della mia
recensione al libretto di poesie «Dopo lungo disamore» di Antonio De Rose,
pubblicata sul
numero precedente della stessa rivista. La De Rienzo conclude scrivendo che «la
militanza non è sufficiente per fare dell'arte», giudizio
che, a quanto mi par di capire, è riferito al libro di De Rosa, che io ho presentato
come militante
anarchico e redattore di "Umanità Nova". Il giudizio, in tal caso,
sarebbe legittimo, anche se non
condiviso da parte mia (non nel senso che basta per me la militanza per fare arte,
bensì nel senso
che io credo che De Rose sia un ottimo militante e, nel contempo, un ottimo poeta), se la De
Rienzo avesse letto il volume in questione, perché non mi sembra corretto, dal punto
di vista
critico, esprimere pareri su libri che non si conoscono, sulla base di una semplice recensione.
A
me non risulta che la De Rienzo abbia letto il libro di De Rose, stampato in proprio
dall'autore
e da lui personalmente inviato ad amici e critici di sua conoscenza, tra i quali non mi pare
rientri
la De Rienzo, salvo prova contraria. La noterella della De Rienzo, poi, è ironica
nei confronti della mia recensione e mi par di capire
che la giudichi, oltre che sproporzionata rispetto ai meriti dell'autore, troppo cavillosa nelle
argomentazioni critiche. Ma io credo che, se la De Rienzo è riuscita a costruire versi
anagrammando «T'amo pio bove» e addirittura anagrammando l'anagramma (Mara Magna),
spetti a lei, non a me, il primato dei cavilli, che le cedo volentieri. Per quanto mi
riguarda, non posso far altro che confermare il mio giudizio positivo sull'opera di
Antonio De Rose, che invito senz'altro a continuare sulla stessa scia. Cordiali saluti
Antonio Catàlfamo (Barcellona Pozzo di Gotto)
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