Rivista Anarchica Online
Giornali contro
Alcune delle numerose testate anarchiche e libertarie uscite in Italia durante la Resistenza
(1943-1945)
UMANITA' NOVA. Firenze. Il
primo numero porta la data del 10 settembre 1943 (anno 3, n.
343), l'ultimo esce il 20 maggio 1945 (a. 5, n. 357). In tutto vengono stampati 15 numeri a
quattro pagine con scadenza irregolare. Il secondo numero (a. 4, n. 344, del 10.9.1944) viene
diffuso a distanza di un anno dal primo; nel corso del 1944 escono dieci numeri e nel 1945
quattro. La numerazione progressiva si riallaccia all'ultimo numero di Umanità Nova
soppressa
dal fascismo il 12 dicembre 1922. La ripresa delle pubblicazioni della storica
«Umanità Nova»
fondata a Milano da Errico Malatesta nel febbraio 1920 (e poi trasferita a Roma in seguito
all'incendio della tipografia e della redazione ad opera dei fascisti) viene decisa a Firenze in
una
riunione tenuta il 5 settembre 1943 su iniziativa di Pasquale Binazzi: il primo numero esce
clandestinamente il 10 settembre. La pubblicazione e la diffusione del giornale viene
comunque
perseguitata dalle autorità alleate d'occupazione tanto che il responsabile e
stampatore,
l'individualista Lato Latini che si è rifiutato di assolvere le questioni legali sulla
stampa, viene
condannato a 5 anni di reclusione. La tiratura del foglio raggiunge le 8.000 copie negli ultimi
numeri, il primo numero è stato stampato in 1.800 copie. «Salute a voi, o
compagni d'Italia e di tutti i paesi; noi, dopo un lungo e forzato silenzio,
riprendiamo con immutata fede il nostro posto di battaglia per la liberazione di tutti gli
oppressi»
è l'esordio di «Umanità Nova» nel suo primo titolo «Risorgiamo».
L'interesse del movimento
libertario verso la tematica del mondo del lavoro viene sottolineata nella critica alla CGL che
partecipa alla coalizione militare del governo Badoglio, preludio di un sindacalismo
collaborazionista tutelato dallo Stato: per gli anarchici i sindacati devono riunire in sé
tutte le
energie dell'azienda, dal tecnico al manovale, devono avere le loro commissioni interne
liberamente elette dai lavoratori che ne regoleranno l'andamento e lo sviluppo in modo che il
tutto sia atto «al passaggio della proprietà collettiva. In una parola, organismi pronti
per
determinare senza grandi scosse l'espropriazione». In questo foglio per la prima volta viene
denunciata pubblicamente la provocazione del governo Badoglio che ha liberato dalle galere
e
dal confino politico tutti gli oppositori escludendo di proposito gli anarchici: «questa misura
di
odioso esclusivismo dimostra qual senso di dirittura politica e qual sorta di libertà sa
usare e
comprendere il suddetto governo».
UMANITA' NOVA. Genova. Con la data del 22 aprile 1945
(a.5, n. 398) viene stampato questo
importante numero unico, di quattro pagine, alla vigilia dell'insurrezione ed in preparazione
di
questa. La numerazione progressiva si riallaccia (in modo erroneo) all'ultimo numero di
Umanità
Nova del periodo prefascista. «Ruit hora!» («L'ora precipita!»). Con questo appello gli
anarchici genovesi chiamano
all'insurrezione armata e fanno appello al CNL affinché distribuisca anche agli
anarchici e al
Fronte Unico dei Lavoratori le armi per combattere, a pari dignità con gli altri
movimenti
antifascisti: «dove queste richieste non fossero prese in considerazione, la Federazione
Comunista Libertaria si vedrà costretta ad agire in piena autonomia e
interverrà nella lotta
affidandosi solo ai propri mezzi.» All'inizio dell'insurrezione a Genova sono quattrocento gli
aderenti alla corrente Libertaria organizzati in Squadre di Azione.
UMANITA' NOVA. Roma. Numero unico di due pagine
datato 30 luglio 1944.
UMANITA' NOVA. Roma. (in corso di pubblicazione).
Giornale anarchico edito dalla
Federazione Comunista Libertaria Laziale; poi Periodico della Federazione Anarchica
Italiana
e, dopo la liberazione, settimanale anarchico. Il primo numero (a. 4, n. 345) esce 1'11
dicembre
1944 , il secondo (a. 4, n. 346) il19 dicembre 1944, il terzo (a XXIV, n. 347) il 30 dicembre
1944. Nel 1945 inizierà le pubblicazioni a scadenza settimanale che proseguono
ancora oggi
dopo mezzo secolo dalla fine del fascismo. Fondato a Milano da Errico Malatesta, il primo
numero esce nel febbraio del 1920 e conduce una grande battaglia durante il periodo delle
occupazioni delle fabbriche. La sua tipografia viene distrutta dalla canea fascista ed è
costretta
a chiudere le pubblicazioni. Ad opera dei fuorusciti «Umanità Nova» riprende in
Francia le
pubblicazioni con Camillo Berneri e Antonio Cieri: usciranno 6 numeri tra il 20 ottobre 1932
e
il 15 gennaio 1933; un altro numero viene stampato il 15 aprile 1933 con il titolo «La
vecchia
Umanità Nova». Il giornale risorge in Italia durante il periodo clandestino 1943-1945
riprendendo le pubblicazioni prima a Firenze poi a Roma e Genova contribuendo a
ricollegare
le fila dell'anarchismo in Italia per la lotta armata contro il nazifascismo. Dopo il 25 aprile
1945
diviene il punto di riferimento per la ripresa del movimento e nelle sue pagine è
scritta la storia
di questi ultimi 50 anni: dalla contestazione globale al '68, dalla controinformazione sulle
stragi
di Stato alle battaglie per la liberazione dei compagni arrestati, dal radicamento della
componente libertaria e anarcosindacalista degli anni '70, alle battaglie antimilitariste, alla
sopravvivenza nei bui anni '80 e, fino ai nostri giorni, unico settimanale della sinistra
rivoluzionaria sopravvissuto a tutti gli eventi a dimostrazione di una continuità di
impegno
sociale.
UMANITA' NUOVA. Piacenza. Sono due i numeri usciti a
Piacenza (dove opera Emilio Canzi,
anarchico e comandante partigiano) come «Voce della sessantesima brigata d'assalto
Garibaldi
"Stella Rossa"». Il primo numero porta la data del 22 settembre 1944 e il secondo numero
è del
2 ottobre dello stesso anno. Nessuna fonte di parte anarchica cita questo foglio come prodotto
da partigiani libertari né nella stessa «Umanità Nuova» piacentina vi sono
indizi chiari che
possano aiutarci a definire il foglio come anarchico. Resta singolare il nome della testata:
può
darsi che all'interno della brigata vi fossero dei libertari (cosa per niente rara nelle formazioni
non anarchiche) che hanno influito sulla scelta del nome.
LA RIVOLUZIONE LIBERTARIA. Organo dei gruppi
libertari dell'Italia meridionale.
Nell'arco del 1944 vengono stampati sette numeri tra il 30 giugno (a. 1, n. 1) e il 16
novembre
(a. 1, n. 7). Il giornale esce clandestino a Napoli anche se figura stampato a Bari e i principali
redattori sono Cesare Zaccaria, Giovanna Berneri, David Levi. Stampato in 5.000 copie viene
diffuso in tutto il meridione. Gli ultimi due numeri escono in formato ridotto a causa delle
severe
misure prese dagli alleati contro la stampa clandestina. Proprio contro la mancata
libertà di
stampa esce sull'ultimo numero una protesta dei gruppi libertari di Roma, Napoli, Bari,
Cosenza
ed altre città minori contro le autorità italiane e Alleate che non hanno dato
l'autorizzazione per
poter pubblicare un settimanale dell'Alleanza Gruppi Libertari. «Chiunque sta entro la
gabbia dei sei Partiti che fan propria l'eredità del fascismo può pubblicare
ciò che vuole ... Chi ha sempre sostenuto dietro le quinte ed in pubblico i
fascisti, hanno pienezza di diritti nella
nuova libertà e ne usano ampiamente. Per noi non c'è posto ... Ma non si
speri, con questo, di costringerci al silenzio. Noi parleremo. Lo dobbiamo ai nostri
compagni che si battono al di là del fronte contro i tedeschi. Lo dobbiamo
a noi stessi, che per conservarci uomini e lottare per la libertà abbiamo resistito
vent'anni, in
esilio al confino nelle galere, e nella gran galera che era divenuta l'Italia ... Viva la
libertà di stampa. Viva la libertà.»
AI LAVORATORI D'ITALIA. Numero unico di quattro
pagine diffuso a Milano nell'ottobre
1943 a firma «I sindacalisti rivoluzionari d'Italia». Riporta il programma «sindacalista»,
redatto
da Alibrando Giovannetti, riallacciandosi alla disciolta Unione Sindacale Italiana. A.
Giovannetti è stato l'ultimo segretario dell'Unione Sindacale Italiana fino al 1925
prima che
fosse messa fuori legge. Attivissimo nel sindacalismo di azione diretta fin dalla
fondazione dell'Unione avvenuta nel 1912
dà vita ad un numero unico nel 1925 dal titolo «Calendimaggio» e poi a «Rassegna
Sindacale»:
ultime iniziative prima che il regime lo mettesse a tacere. Spiato, temuto e tenuto sotto
controllo
(nonostante la sua ormai irreversibile cecità) durante il ventennio ha la forza, nel
1943, di
diffondere il proclama sindacalista «Ai lavoratori d'Italia», nel tentativo di far rivivere l'USI
che
è stata la prima organizzazione che si è opposta al fascismo e la prima ad
essere repressa nel
sangue. Su Giovannetti esiste un interessante e voluminoso fascicolo di tre cartelle
all'archivio
di Stato dove risulta schedato come «anarchico» fin dal 1892. La schedatura termina nei
primi
anni quaranta ed è interessante ripercorrere la sua vita con l'occhio del carabiniere
che lo spia
per cinquant'anni. Muore a Milano nel dicembre 1954 in povertà e miseria come era
vissuto tutta
la vita.
L'ADUNATA DEI LIBERTARI. Esce un solo numero il 18
giugno 1944 (a. 1, n. 1), luogo di
pubblicazione «Italia» (Milano). Organo della Federazione Anarchica Italiana (FAI),
redattore
è Pietro Bruzzi che viene scoperto ed arrestato: verrà fucilato a Legnano dai
nazi-fascisti. Il
giornale riporta un appello ai compagni da cui si deduce che il foglio clandestino è
stato voluto
dopo una serie di riunioni fra anarchici di diverse regioni settentrionali per coordinare
l'azione
e i gruppi in un'unica federazione specifica affinché non vi sia alcuna confusione tra i
libertari
e il resto dei partiti antifascisti il cui scopo è la presa del potere mentre gli anarchici
vogliono
« ... una società basata sull'amministrazione della ricchezza esclusivamente da parte
di coloro
che la producono senza intermediari...».
L'AZIONE LIBERTARIA. Pubblicata a Milano escono 5
numeri tra l'agosto (a.1, n. 1) e il 15
settembre (a. 1, n. 5) del 1944.
IL LIBERTARIO. Roma 1944, settembre n. 1. Questo
numero viene citato nel «Catalogo della stampa periodica 1900-1975» edito dall'Istituto
Naz. per la storia del movimento di liberazione in Italia (Milano 1977). Il giornale è
reperibile
solo a Firenze presso l'Istituto storico della resistenza in Toscana.
IL COMUNISTA LIBERTARIO (dal n. 17 del 13 ottobre
1945 diventa IL LIBERTARIO).
Giornale della Federazione Comunista Libertaria esce clandestino a Milano ad opera di
Mario
Mantovani ed Ivan Aiati. Il primo numero porta la data di dicembre 1944 (a. 1, n. 1), l'ultimo
è
il numero 16 (5 ottobre 1945). I primi due numeri sono clandestini ma purtroppo non si riesce
a reperire il numero due del giornale.
RIVOLUZIONE. Giornale della lega dei consigli
rivoluzionari. Il luogo di pubblicazione è
Milano, vengono stampati due numeri (dicembre 1944, n. 1; febbraio 1945, n. 2). Principale
redattore è Mario Perelli insieme a repubblicani e anarchici. Il foglio si propone
l'unificazione
del proletariato sotto le bandiere di una moderna organizzazione che superi le divisioni
partitiche
e ideologiche che tendono comunque a disgregarlo. Questo nuovo organismo politico
è la Lega
dei Consigli Rivoluzionari. «I Consigli sono dunque un'organizzazione di base, sono la
scuola
della nuova psicologia sociale, strumento di autoeducazione operaia e prima tappa di
governo,
sono i preparatori del rivolgimento economico-sociale nel rispettivo ambiente di lavoro dove
sono sorti, e nel contempo i nuovi organi dirigenti della impresa socializzata. Essi sono
così la
prima cellula della "socializzazione dei mezzi di produzione e scambio" concepita
democraticamente, nel quadro cioè di una regolamentazione centrale delle
attività produttive,
che non significa però né burocratizzazione né tanto meno
l'accentramento della gestione, e che
assicurando le più larghe autonomie diviene stimolatrice di più alti
rendimenti».
ERA NUOVA. Voce dei comunisti libertari. Viene
pubblicata a Torino, i primi tre numeri sono clandestini (ottobre 1944 n. 1, novembre 1944
n. 2, marzo 1945 n. 3). Dopo la liberazione diventa quindicinale della F.A.I. Redattori sono
Fioravanti Meniconi, Dante Armanetti, Antonio Garino, Italo Garinei. Diffuso nelle fabbriche
e nelle file delle formazioni partigiane
IL SEME LIBERTARIO. Organo della Federazione
Comunista Libertaria. Senza data, pag.
2, quattro colonne, numero unico a cura della Gioventù Libertaria, direttore Enzo
Tano. La
testata indica Roma come luogo di pubblicazione in realtà il giornale viene stampato
e diffuso
a Livorno.
AURORA. Comunista-libertario. Clandestini i primi due
numeri in realtà stampati a Ravenna
anche se sul giornale viene riportato Napoli come luogo di pubblicazione. Il primo numero
porta
la data di dicembre 1944. Tra i redattori Pio Turroni.
IL PENSIERO. Sociologia, arte, letteratura. Rivista
quindicinale. Pubblicato a Roma è l'unico numero uscito e porta la data del 15 marzo
1945, pag. 14. Direttore Giovanni Forbicini. Si riallaccia alla omonima rivista diretta da
Luigi
Fabbri fino al 1911.
L'ADUNATA DEI REFRATTARI. Tre supplementi del
giornale in lingua italiana stampato
in America vengono portati e diffusi in Italia da soldati alleati simpatizzanti. Il primo numero
porta la data del 1 novembre 1944, il secondo quella del 1 dicembre 1944, il terzo numero
è del
15 marzo 1945. Di piccolo formato e stampato su carta velina ogni numero è formato
da 8
pagine. Il secondo numero contiene una lunga lettera di Armando Borghi dal titolo «Lettera
per
l'Italia» in cui espone le proprie riflessioni sul sindacalismo e sull'ipotesi di una ricostituzione
dell'U.S.I. in Italia. Una proposta che vede il Borghi, in passato segretario del sindacato
rivoluzionario, non disponibile.
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