Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 217
aprile 1995


Rivista Anarchica Online

Giornali contro

Alcune delle numerose testate anarchiche e libertarie uscite in Italia durante la Resistenza (1943-1945)

UMANITA' NOVA. Firenze. Il primo numero porta la data del 10 settembre 1943 (anno 3, n. 343), l'ultimo esce il 20 maggio 1945 (a. 5, n. 357). In tutto vengono stampati 15 numeri a quattro pagine con scadenza irregolare. Il secondo numero (a. 4, n. 344, del 10.9.1944) viene diffuso a distanza di un anno dal primo; nel corso del 1944 escono dieci numeri e nel 1945 quattro. La numerazione progressiva si riallaccia all'ultimo numero di Umanità Nova soppressa dal fascismo il 12 dicembre 1922. La ripresa delle pubblicazioni della storica «Umanità Nova» fondata a Milano da Errico Malatesta nel febbraio 1920 (e poi trasferita a Roma in seguito all'incendio della tipografia e della redazione ad opera dei fascisti) viene decisa a Firenze in una riunione tenuta il 5 settembre 1943 su iniziativa di Pasquale Binazzi: il primo numero esce clandestinamente il 10 settembre. La pubblicazione e la diffusione del giornale viene comunque perseguitata dalle autorità alleate d'occupazione tanto che il responsabile e stampatore, l'individualista Lato Latini che si è rifiutato di assolvere le questioni legali sulla stampa, viene condannato a 5 anni di reclusione. La tiratura del foglio raggiunge le 8.000 copie negli ultimi numeri, il primo numero è stato stampato in 1.800 copie.
«Salute a voi, o compagni d'Italia e di tutti i paesi; noi, dopo un lungo e forzato silenzio, riprendiamo con immutata fede il nostro posto di battaglia per la liberazione di tutti gli oppressi» è l'esordio di «Umanità Nova» nel suo primo titolo «Risorgiamo». L'interesse del movimento libertario verso la tematica del mondo del lavoro viene sottolineata nella critica alla CGL che partecipa alla coalizione militare del governo Badoglio, preludio di un sindacalismo collaborazionista tutelato dallo Stato: per gli anarchici i sindacati devono riunire in sé tutte le energie dell'azienda, dal tecnico al manovale, devono avere le loro commissioni interne liberamente elette dai lavoratori che ne regoleranno l'andamento e lo sviluppo in modo che il tutto sia atto «al passaggio della proprietà collettiva. In una parola, organismi pronti per determinare senza grandi scosse l'espropriazione». In questo foglio per la prima volta viene denunciata pubblicamente la provocazione del governo Badoglio che ha liberato dalle galere e dal confino politico tutti gli oppositori escludendo di proposito gli anarchici: «questa misura di odioso esclusivismo dimostra qual senso di dirittura politica e qual sorta di libertà sa usare e comprendere il suddetto governo».

UMANITA' NOVA. Genova. Con la data del 22 aprile 1945 (a.5, n. 398) viene stampato questo importante numero unico, di quattro pagine, alla vigilia dell'insurrezione ed in preparazione di questa. La numerazione progressiva si riallaccia (in modo erroneo) all'ultimo numero di Umanità Nova del periodo prefascista.
«Ruit hora!» («L'ora precipita!»). Con questo appello gli anarchici genovesi chiamano all'insurrezione armata e fanno appello al CNL affinché distribuisca anche agli anarchici e al Fronte Unico dei Lavoratori le armi per combattere, a pari dignità con gli altri movimenti antifascisti: «dove queste richieste non fossero prese in considerazione, la Federazione Comunista Libertaria si vedrà costretta ad agire in piena autonomia e interverrà nella lotta affidandosi solo ai propri mezzi.» All'inizio dell'insurrezione a Genova sono quattrocento gli aderenti alla corrente Libertaria organizzati in Squadre di Azione.

UMANITA' NOVA. Roma. Numero unico di due pagine datato 30 luglio 1944.

UMANITA' NOVA. Roma. (in corso di pubblicazione). Giornale anarchico edito dalla Federazione Comunista Libertaria Laziale; poi Periodico della Federazione Anarchica Italiana e, dopo la liberazione, settimanale anarchico. Il primo numero (a. 4, n. 345) esce 1'11 dicembre 1944 , il secondo (a. 4, n. 346) il19 dicembre 1944, il terzo (a XXIV, n. 347) il 30 dicembre 1944. Nel 1945 inizierà le pubblicazioni a scadenza settimanale che proseguono ancora oggi dopo mezzo secolo dalla fine del fascismo. Fondato a Milano da Errico Malatesta, il primo numero esce nel febbraio del 1920 e conduce una grande battaglia durante il periodo delle occupazioni delle fabbriche. La sua tipografia viene distrutta dalla canea fascista ed è costretta a chiudere le pubblicazioni. Ad opera dei fuorusciti «Umanità Nova» riprende in Francia le pubblicazioni con Camillo Berneri e Antonio Cieri: usciranno 6 numeri tra il 20 ottobre 1932 e il 15 gennaio 1933; un altro numero viene stampato il 15 aprile 1933 con il titolo «La vecchia Umanità Nova». Il giornale risorge in Italia durante il periodo clandestino 1943-1945 riprendendo le pubblicazioni prima a Firenze poi a Roma e Genova contribuendo a ricollegare le fila dell'anarchismo in Italia per la lotta armata contro il nazifascismo. Dopo il 25 aprile 1945 diviene il punto di riferimento per la ripresa del movimento e nelle sue pagine è scritta la storia di questi ultimi 50 anni: dalla contestazione globale al '68, dalla controinformazione sulle stragi di Stato alle battaglie per la liberazione dei compagni arrestati, dal radicamento della componente libertaria e anarcosindacalista degli anni '70, alle battaglie antimilitariste, alla sopravvivenza nei bui anni '80 e, fino ai nostri giorni, unico settimanale della sinistra rivoluzionaria sopravvissuto a tutti gli eventi a dimostrazione di una continuità di impegno sociale.

UMANITA' NUOVA. Piacenza. Sono due i numeri usciti a Piacenza (dove opera Emilio Canzi, anarchico e comandante partigiano) come «Voce della sessantesima brigata d'assalto Garibaldi "Stella Rossa"». Il primo numero porta la data del 22 settembre 1944 e il secondo numero è del 2 ottobre dello stesso anno. Nessuna fonte di parte anarchica cita questo foglio come prodotto da partigiani libertari né nella stessa «Umanità Nuova» piacentina vi sono indizi chiari che possano aiutarci a definire il foglio come anarchico. Resta singolare il nome della testata: può darsi che all'interno della brigata vi fossero dei libertari (cosa per niente rara nelle formazioni non anarchiche) che hanno influito sulla scelta del nome.

LA RIVOLUZIONE LIBERTARIA. Organo dei gruppi libertari dell'Italia meridionale. Nell'arco del 1944 vengono stampati sette numeri tra il 30 giugno (a. 1, n. 1) e il 16 novembre (a. 1, n. 7). Il giornale esce clandestino a Napoli anche se figura stampato a Bari e i principali redattori sono Cesare Zaccaria, Giovanna Berneri, David Levi. Stampato in 5.000 copie viene diffuso in tutto il meridione. Gli ultimi due numeri escono in formato ridotto a causa delle severe misure prese dagli alleati contro la stampa clandestina. Proprio contro la mancata libertà di stampa esce sull'ultimo numero una protesta dei gruppi libertari di Roma, Napoli, Bari, Cosenza ed altre città minori contro le autorità italiane e Alleate che non hanno dato l'autorizzazione per poter pubblicare un settimanale dell'Alleanza Gruppi Libertari.
«Chiunque sta entro la gabbia dei sei Partiti che fan propria l'eredità del fascismo può pubblicare ciò che vuole ...
Chi ha sempre sostenuto dietro le quinte ed in pubblico i fascisti, hanno pienezza di diritti nella nuova libertà e ne usano ampiamente.
Per noi non c'è posto ... Ma non si speri, con questo, di costringerci al silenzio. Noi parleremo.
Lo dobbiamo ai nostri compagni che si battono al di là del fronte contro i tedeschi. Lo dobbiamo a noi stessi, che per conservarci uomini e lottare per la libertà abbiamo resistito vent'anni, in esilio al confino nelle galere, e nella gran galera che era divenuta l'Italia ...
Viva la libertà di stampa. Viva la libertà.»

AI LAVORATORI D'ITALIA. Numero unico di quattro pagine diffuso a Milano nell'ottobre 1943 a firma «I sindacalisti rivoluzionari d'Italia». Riporta il programma «sindacalista», redatto da Alibrando Giovannetti, riallacciandosi alla disciolta Unione Sindacale Italiana.
A. Giovannetti è stato l'ultimo segretario dell'Unione Sindacale Italiana fino al 1925 prima che fosse messa fuori legge.
Attivissimo nel sindacalismo di azione diretta fin dalla fondazione dell'Unione avvenuta nel 1912 dà vita ad un numero unico nel 1925 dal titolo «Calendimaggio» e poi a «Rassegna Sindacale»: ultime iniziative prima che il regime lo mettesse a tacere. Spiato, temuto e tenuto sotto controllo (nonostante la sua ormai irreversibile cecità) durante il ventennio ha la forza, nel 1943, di diffondere il proclama sindacalista «Ai lavoratori d'Italia», nel tentativo di far rivivere l'USI che è stata la prima organizzazione che si è opposta al fascismo e la prima ad essere repressa nel sangue. Su Giovannetti esiste un interessante e voluminoso fascicolo di tre cartelle all'archivio di Stato dove risulta schedato come «anarchico» fin dal 1892. La schedatura termina nei primi anni quaranta ed è interessante ripercorrere la sua vita con l'occhio del carabiniere che lo spia per cinquant'anni. Muore a Milano nel dicembre 1954 in povertà e miseria come era vissuto tutta la vita.

L'ADUNATA DEI LIBERTARI. Esce un solo numero il 18 giugno 1944 (a. 1, n. 1), luogo di pubblicazione «Italia» (Milano). Organo della Federazione Anarchica Italiana (FAI), redattore è Pietro Bruzzi che viene scoperto ed arrestato: verrà fucilato a Legnano dai nazi-fascisti. Il giornale riporta un appello ai compagni da cui si deduce che il foglio clandestino è stato voluto dopo una serie di riunioni fra anarchici di diverse regioni settentrionali per coordinare l'azione e i gruppi in un'unica federazione specifica affinché non vi sia alcuna confusione tra i libertari e il resto dei partiti antifascisti il cui scopo è la presa del potere mentre gli anarchici vogliono « ... una società basata sull'amministrazione della ricchezza esclusivamente da parte di coloro che la producono senza intermediari...».

L'AZIONE LIBERTARIA. Pubblicata a Milano escono 5 numeri tra l'agosto (a.1, n. 1) e il 15 settembre (a. 1, n. 5) del 1944.

IL LIBERTARIO. Roma 1944, settembre n. 1.
Questo numero viene citato nel «Catalogo della stampa periodica 1900-1975» edito dall'Istituto Naz. per la storia del movimento di liberazione in Italia (Milano 1977). Il giornale è reperibile solo a Firenze presso l'Istituto storico della resistenza in Toscana.

IL COMUNISTA LIBERTARIO (dal n. 17 del 13 ottobre 1945 diventa IL LIBERTARIO). Giornale della Federazione Comunista Libertaria esce clandestino a Milano ad opera di Mario Mantovani ed Ivan Aiati. Il primo numero porta la data di dicembre 1944 (a. 1, n. 1), l'ultimo è il numero 16 (5 ottobre 1945). I primi due numeri sono clandestini ma purtroppo non si riesce a reperire il numero due del giornale.

RIVOLUZIONE. Giornale della lega dei consigli rivoluzionari. Il luogo di pubblicazione è Milano, vengono stampati due numeri (dicembre 1944, n. 1; febbraio 1945, n. 2). Principale redattore è Mario Perelli insieme a repubblicani e anarchici. Il foglio si propone l'unificazione del proletariato sotto le bandiere di una moderna organizzazione che superi le divisioni partitiche e ideologiche che tendono comunque a disgregarlo. Questo nuovo organismo politico è la Lega dei Consigli Rivoluzionari. «I Consigli sono dunque un'organizzazione di base, sono la scuola della nuova psicologia sociale, strumento di autoeducazione operaia e prima tappa di governo, sono i preparatori del rivolgimento economico-sociale nel rispettivo ambiente di lavoro dove sono sorti, e nel contempo i nuovi organi dirigenti della impresa socializzata. Essi sono così la prima cellula della "socializzazione dei mezzi di produzione e scambio" concepita democraticamente, nel quadro cioè di una regolamentazione centrale delle attività produttive, che non significa però né burocratizzazione né tanto meno l'accentramento della gestione, e che assicurando le più larghe autonomie diviene stimolatrice di più alti rendimenti».

ERA NUOVA. Voce dei comunisti libertari.
Viene pubblicata a Torino, i primi tre numeri sono clandestini (ottobre 1944 n. 1, novembre 1944 n. 2, marzo 1945 n. 3). Dopo la liberazione diventa quindicinale della F.A.I. Redattori sono Fioravanti Meniconi, Dante Armanetti, Antonio Garino, Italo Garinei. Diffuso nelle fabbriche e nelle file delle formazioni partigiane

IL SEME LIBERTARIO. Organo della Federazione Comunista Libertaria. Senza data, pag. 2, quattro colonne, numero unico a cura della Gioventù Libertaria, direttore Enzo Tano. La testata indica Roma come luogo di pubblicazione in realtà il giornale viene stampato e diffuso a Livorno.

AURORA. Comunista-libertario. Clandestini i primi due numeri in realtà stampati a Ravenna anche se sul giornale viene riportato Napoli come luogo di pubblicazione. Il primo numero porta la data di dicembre 1944. Tra i redattori Pio Turroni.

IL PENSIERO. Sociologia, arte, letteratura.
Rivista quindicinale. Pubblicato a Roma è l'unico numero uscito e porta la data del 15 marzo 1945, pag. 14. Direttore Giovanni Forbicini. Si riallaccia alla omonima rivista diretta da Luigi Fabbri fino al 1911.


L'ADUNATA DEI REFRATTARI. Tre supplementi del giornale in lingua italiana stampato in America vengono portati e diffusi in Italia da soldati alleati simpatizzanti. Il primo numero porta la data del 1 novembre 1944, il secondo quella del 1 dicembre 1944, il terzo numero è del 15 marzo 1945. Di piccolo formato e stampato su carta velina ogni numero è formato da 8 pagine. Il secondo numero contiene una lunga lettera di Armando Borghi dal titolo «Lettera per l'Italia» in cui espone le proprie riflessioni sul sindacalismo e sull'ipotesi di una ricostituzione dell'U.S.I. in Italia. Una proposta che vede il Borghi, in passato segretario del sindacato rivoluzionario, non disponibile.