Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 24 nr. 212
ottobre 1994


Rivista Anarchica Online

Malatesta e Forza Italia
di Giuseppe Galzerano

È arrivato il tempo degli avvoltoi.
È incredibile. In via Bosco a Caserta è stato costituito il club di Forza Italia intitolato nientepopodimeno che ad Errico Malatesta, che non è lasciato in pace - per rubare un'espressione che non appartiene alla nostra cultura - neanche da morto. La stupefacente notizia l'apprendiamo per caso da una giornalista del mensile «La Voce della Campania» di Napoli, la quale si era fermata a curiosare tra i nostri libri e trova un libro di Errico Malatesta, «L'Anarchia», che acquista, dicendomi se sapevo che a Caserta c'era un club di Forza Italia intestato a Malatesta. Le dico che di Malatesta ce ne sono tanti. No, lei mi dice, proprio ad Errico Malatesta, l'anarchico, e per questo aveva preso il suo libro, e le faccio presente che tra gli attuali «padroni del vapore» e Malatesta non esiste assolutamente nessun punto di contatto. Pur essendo consapevole che l'Italia vive un momento di confusione politica, resta ugualmente sorpresa e incredula, perché davvero è impensabile che possa accadere una cosa del genere. Mi promette di portarmi il numero de «La Voce della Campania», che ha dedicato alla presenza campana di Forza Italia un ampio servizio e così leggo dell'indegna e scorretta speculazione politica degli esponenti casertani di Forza Italia, che nella loro paurosa povertà culturale e politica e nel becero tentativo di presentarsi come il nuovo non hanno trovato di meglio che far passare come uno di loro il nostro povero, ma coerente, Errico Malatesta, che ha lottato tutta la sua vita contro il potere di qualsiasi colore fosse. Non è qui il caso di ripercorrere la vita di abnegazione politica e di sacrifici di Errico Malatesta, il quale forse tutto si sarebbe aspettato, tranne di finire tra gli antenati di Silvio Berlusconi. Probabilmente nella scelta dei casertani, ha giocato il fatto che Errico Malatesta era nato a Santa Maria Capua Vetere e nella mancanza di riferimenti del proprio passato non hanno trovato di meglio che strumentalizzare ai loro fini la figura adamantina di Errico Malatesta. Comunque è un'operazione squallida, che offende la memoria del grande agitatore anarchico ed è una provocazione a tutto il movimento anarchico. Il club «Errico Malatesta» - apprendiamo dall'inchiesta di Fabrizio Geremicca, pubblicato sul n. 6/94 de «La Voce della Campania» - è stato costituito da un «ballerino» - e l'Italia, si sa, è il paese dei voltagabbana - della politica casertana, certo Gerardo Zampella, che è un poeta - un'altra abbondanza italiana - che nel '90 si candidò con una lista civica d'ispirazione progressista e poi recentemente è approdato ai lidi vincenti di Forza Italia e scrive su un periodico casertano sostenuto dalla destra. «Eravamo indecisi - dichiara Zampella al giornalista napoletano - se scegliere il nome di Giordano Bruno oppure quello di Malatesta, ma abbiamo scelto Malatesta perché è stato perseguitato allo stesso modo dalla destra e dalla sinistra». E' inutile dire che nessuno dei due ha minimamente nulla a che vedere con Forza Italia. Nella sua insulsa spiegazione, il povero Zampella dimostra di non conoscere né i pensieri né la vita di Malatesta, il quale non fu affatto «perseguitato» dalla sinistra, anche perché ai suoi tempi la sinistra non era al potere, ma fu invece perseguitato ferocemente da Mussolini e dai fascisti. Tutt'al più Malatesta fu combattuto dalla sinistra, ma questo fa parte della dialettica politica, così come Malatesta combatteva certa sinistra che aveva rinunciato alle sue prerogative rivoluzionarie.
Forse Zampella si attende la gratitudine degli anarchici, invece noi invitiamo Gerardo Zampella e i 200 soci del club casertano alla serietà e al rispetto della verità, della storia e degli uomini che l'hanno fatta e a rinunciare a questa intitolazione, che è un vero e proprio oltraggio politico ed umano, in quanto il nome di Errico Malatesta appartiene naturalmente all'anarchismo e l'anarchismo davvero non ha nulla a che vedere né con Berlusconi né con Forza Italia, né con chiunque si allei con i fascisti, che Malatesta combatté nel corso degli ultimi anni della sua vita e Mussolini gli rese la vita difficile facendolo vigilare continuamente e non consentendogli alla morte neanche il diritto ad avere un regolare funerale ( ... )