Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 23 nr. 198
marzo 1993


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Explora
Le relazioni tra Alessandro Pizzin ed il fatto musicale durano da molti anni, e bisogna innanzitutto dire che si è sempre trattato di un rapporto complicato, o per lo meno schizofrenico, nel senso che è stato caratterizzato da attività contemporanee in generi musicali ben distinti, nonché in obiettivi "di mercato" assai lontani, quando non addirittura antitetici tra loro. Musica ben suonata ma di piuttosto facile consumo da una parte (alla fin fine non era che questa la proposta dei Ruins, gruppo co-fondato alla fine degli anni Settanta da Pizzin, in cui sono convissute grandi contraddizioni di stile, banalità pop-rock e felici intuizioni e arrangiamenti) e certe altre ricerche su sonorità ed atmosfere elettroniche, ben più difficili e sofisticate, dall'altra. E ancora, prospettive di lavoro con etichette discografiche di una certa consistenza (che poi siano naufragate è un altro discorso) portate avanti parallelamente ad attività assolutamente e rigidamente indipendenti.
Non sarebbe corretto dimenticare che i Ruins degli esordi (e Pizzin in prima persona nella quasi totalità della propria produzione da solista) furono tra i pionieri dell'auto-produzione e dell'autogestione, e che è possibile rintracciare con frequenza in tutta o quasi la storia del gruppo ideologie, atteggiamenti e metodi di diffusione propri dell'estremismo punk più integralista, nonostante la diversità di linguaggio sonoro. Explora, adesso, è l'ennesima reincarnazione artistica di Alessandro Pizzin, musicista veneziano autodidatta e, non secondariamente, individuo perennemente in cerca di nuove strade artistiche e nuovi equilibri d'espressione, e carico di voglia di affrontare problemi ed elaborare strategie di comunicazione. Il suo è un progetto articolato, con un programma impegnativo e difficile, che in teoria è "un'ipotesi di collaborazione, di possibile laboratorio (...) fuori, dentro e tra le righe di ogni possibile pentagramma musicale" (questo si può leggere nel comunicato di presentazione di Explora), e nella pratica è un'etichetta discografica, microscopica ed indipendente e da lui fondata e gestita, con un catalogo ricco, per adesso, solo di due titoli.
"Explora è un archivio, una raccolta di materiale che documenta (...) l'esistenza di un'arte tanto 'marginale' quanto importante (...). L'anello mancante tra artisti dell'area 'colta' e sperimentatori lontani dalla prassi accademica (...)": si potrebbe continuare a saccheggiare il comunicato ma, meglio della presentazione "scritta" del progetto (in tutta sincerità, un po' troppo decadente, esagerata e sofferta per sembrare sincera...) sanno fare, da soli, i due CD prodotti, che si lasciano ascoltare volentieri e per certi versi si rivelano molto interessanti. Il primo CD è "Insieme" di Roberto Scarpa e Alessandro Bedendo, entrambi giovani musicisti veneziani anche loro, e presenta un'ora di musica "suonata" con una certa informalità (piuttosto che "composta" ed "eseguita"), e quindi praticamente attrae all'ascolto perché possiede davvero una buona dose di quel cosiddetto "fascino" dell'immediato. Se Scarpa viene da studi classici ed esperienze di musica contemporanea, Bedendo è autodidatta e appassionato di musica classica Indiana. Entrambi hanno in comune innamoramenti jazz e la partecipazione all'ensemble Keptorchestra. Della loro opera erano già noti due piccoli frutti, presenti nell'album "No EXPO!". A nome di Roberto Scarpa (e con la collaborazione, tra gli altri, di Bedendo e Pizzin) era anche uscito qualche tempo prima un altro disco, intitolato "Oplà".
Tornando a "Insieme", le strade percorse dalla musica dei due sono numerose e a volte sembrano un proseguimento d'ispirazione d'altri (il Keith Jarrett di "Spiritis" per fare un nome senza comunque voler scandalizzare nessuno). Più semplicemente, la sensazione che ricorre frequente è che questa musica sia un qualcosa difficile da descrivere, una sensazione, un'impressione che entra dalla finestra durante un viaggio in un paese lontano, o meglio che sia sapore e odore di musica di posti lontani che ti raggiunge dalla "finestra elettronica" della radio o della televisione.
Quello offerto da "Insieme" è quasi un prodotto di laboratorio, a mezz'aria tra acustica ed elettronica, tradizione ed innovazione. Un progetto simile a "Samsara e zenzero" della Joel Orchestra, recensito su questa rubrica qualche tempo fa, anche se francamente dubito ci siano stati contatti di qualche genere fra le due produzioni, e che le affinità siano solo casuali.
"Insieme", proprio per la sua curiosa spontaneità e naturalezza, non sembra comunque un prodotto del genere world-music-da-laboratorio, nonostante - visti i tempi - i sospetti siano leciti ed affiorino copiosi. Restando all'impressione descritta qualche riga fa, si può leggere questo lavoro come un altro di quei viaggi sonori in giro per il mondo, fatto però restando chiusi in uno studio di registrazione. Questo è forse un po' meno artificiale d'altri, ma l'aria che vi si respira è sì straniera ma sintetica, di provenienza non facilmente localizzabile se non al di fuori della finestra (vera, o elettronica, o immaginaria non importa) da cui siamo soliti guardar fuori.
Molto diverso l'ambiente, il contesto e conseguentemente il discorso per l'altro CD, "Spettri", che contiene alcune composizioni di Pizzin utilizzate come arredamento sonoro di alcune particolari situazioni artistiche. "Spettri" è una specie di "Shutov assembly" in formato ridotto: tappezzeria musicale per installazioni suono/immagine concepite come eventi multimediali, dove quindi il contributo sonoro è parte (fondamentale, ma comunque parte) di un discorso di comunicazione globale ben più articolato e complesso.
Il paragone con Brian Eno è certo azzardato: nominare i mostri sacri è sempre una mostruosa bestemmia... Va comunque detto, a scanso di equivoci, che non risultano somiglianze evidenti tra i due (l'uso di sintetizzatori ed altre meraviglie dell'elettronica non è sufficiente a giustificare dei sospetti di plagio), come pure mi sembra onestamente dubbio che Pizzin abbia dall'opera di Eno tratto ispirazione. "Spettri" è e resta una raccolta di proposte e suggerimenti musicali di difficile ascolto, che "(...) pone il problema di dover essere ascoltata, rivendicando questo necessario aspetto dell'arte del suono che oggi sembra essere sempre più disatteso".
Considerata la scarsa frequenza delle sue uscite discografiche, nonché l'esagerata consistenza del suo archivio personale, sarebbe stato per molti versi più logico aspettarsi da Pizzin (che, mi ripeto, è musicista di talento e brillanti intuizioni) un'antologia più accessibile. Niente da fare, per adesso. Non ci resta che aspettare, e sperare che molti suoi lavori, di buon livello e ostinatamente tuttora inediti, riescano ad essere pubblicati in versione almeno non condominiale...
Sarebbe un peccato, un'altra occasione mancata, che Explora non riuscisse a sopravvivere solo perché nessuno sa che esiste. La distribuzione commerciale dei suoi titoli è inesistente: restano le occasioni di contatto nelle rare performance e le richieste dirette: rivolgetevi a Explora, via Calabria 8/6 30030 Chirignago (Venezia).

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