Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 22 nr. 194
ottobre 1992


Rivista Anarchica Online

A Fano, ancora
di AA. VV.

Giunto alla sua settima edizione, il Meeting Anticlericale di Fano si è confermato un appuntamento di grande significato e vitalità, tantopiù in quest'era di neo-integralismi

Come ogni anno il programmo del Meeting Anticlericale era ben nutrito. Oltre agli interventi che costituivano la giornata centrale del nono Meeting, dedicata al cinquecentenario della conquista del Nuovo Mondo - Anna Borioni e Massimo Pieri hanno presentato il loro libro "Maledetta Isabella. Maledetto Colombo. Gli ebrei, gli indiani, l'evangelizzazione come sterminio" ed. Marsilio - Saverio Craparo ha parlato di "Riconquista. Significato politico ed economico delle Colombiadi"; Mimmo Franzinelli di "Missionari, religione, colonialismo, 1860/1950". Numerosi sono stati i temi trattati in quest'ultimo appuntamento anticlericale. Fra gli altri: il potere temporale del papato, il laicismo, la ex-Jugoslavia, la discriminazione di gay e lesbiche, l'integralismo cattolico e le donne e infine la proposta di creare un osservatorio delle donne libertarie sugli integralismi, con particolare riferimento a quello cattolico.
Ed è su questi ultimi temi che vorrei soffermarmi presentando l'introduzione al dibattito delle donne anticlericali presenti al meeting cattolico e il comunicato sulla costituzione dell'osservatorio, redatto alla fine del dibattito.

Marina Padovese

Il femminismo e lo stuoino
Durante questo travagliato anno, la chiesa cattolica, appoggiata dall'oligarchia maschilista ai vertici di ogni istituzione, ha fatto alcuni passi avanti nella guerra contro la libertà femminile.
Già aperta dall'enciclica papale "Mulieris dignitatem", che riconfermava per le donne il ruolo di "gregarie" nella vita civile e di "carismatiche" serve in quella familiare, la battaglia è stata supportata dalle meschine vittorie ottenute in alcuni paesi (vedi la Polonia) e dalle recenti dichiarazioni delle alte gerarchie vaticane. Soprattutto questi sono i punti che vorrei sottolineare.
- La lotta contro l'aborto legale, anche contro quello fatto a fini terapeutici, ha visto appunto la chiesa vittoriosa in Polonia dove l'ordine dei medici ha deciso di considerare sempre e comunque l'aborto come omicidio. Mentre in Italia, con l'avvicinamento ai ranghi governativi di uomini quali il cattolico Adriano Bompiani, barone della medicina e noto antiabortista, le cose non andranno certo per il meglio. E non è in discussione, come può sembrare, il diritto della donna ad abortire quando vuole, ma la stessa sopravvivenza fisica delle donne nel momento in cui ad un embrione sono concessi più diritti che a una donna.
Legata a questa strategia c'è poi la predicazione di Wojtyla nel Terzo Mondo, contro ogni metodo contraccettivo, che mette ancor più in evidenza l'intento della Chiesa di legare sempre e comunque le donne a più gravidanze indesiderate . La Chiesa si muove anche, oltre che propagandando l'ignoranza, facendo pressione sulle industrie farmaceutiche per bloccare ogni genere di ricerca sulla contraccezione (anzi, se potessero inventare un'ostia fecondatrice, il Vaticano gliene sarebbe enormemente grato). C'è anche da notare, come da più parti è stato sottolineato, che per l'organizzazione della conferenza di Rio la Chiesa abbia fatto pesanti pressioni sugli Stati Uniti e altri paesi per evitare che vi fossero incontri e si facessero programmi per e sul controllo demografico.
- L'altro punto sono le recenti dichiarazioni della "Congregazione per la Dottrina della Fede", rinforzate dal cardinal Silvio Oddi e da altri baciapile (Casini del "Movimento per la vita", Del Colle di "Famiglia Cristiana") che hanno rinnovato i pregiudizi contro gay e lesbiche. La chiesa intende silurare chi non pratica la sessualità svolta sotto il controllo dei preti e soprattutto coloro che mettono in discussione il modello della famiglia eterosessuale.
C'è stato un chiaro invito, sia negli USA che in Italia, all'emarginazione nella vita civile di gay e lesbiche, un invito chiarissimo all'inquisizione delle vite private dei cittadini/e ed al giudizio moralreligioso, invito che può diventare subito linciaggio. Di qui a poco, le donne che vivono insieme possono subire discriminazioni sul lavoro e le donne lesbiche possono essere escluse dalle Case delle Donne, come si è tentato di fare recentemente a Pisa, dalle stesse commissioni femminili. Le donne sono quindi fortemente coinvolte in questa reazione clericale. Il movimento lesbico ha sempre subito gli attacchi dei signori uomini, di potere e non, che vedono nel separatismo, e ancor di più nella scelta sessuale lesbica, una minaccia al loro potere.
Non gradiscono, questi signori, che ci si privi della dipendenza maschile, tanto meno in campo sessuale. Infine vorrei segnalare due scritti, uno già tradotto in italiano e l'altro non ancora. "La dottrina diabolica, il controllo delle nascite secondo Wojtyla" di Brenda Maddox, pubblicato da Eleuthera, in cui l'autrice fa il punto della situazione in merito alle posizioni di questo papa contro il controllo demografico. Di recente, quel che resta del movimento delle donne pare non ritenga più urgente il controllo delle nascite e questo è uno dei segni del rientro nei ranghi partito/famiglia di tante donne e dell'uscita di altre dall'interesse politico per entrare in quello filosofico-speculativo. Ma il controllo demografico dovrebbe essere assunto invece da tutti, donne e uomini, molto legato com'è all'ecologia e alla libertà morale degli individui tanto messa in pericolo dalle pubblicazioni papali e dalle manovre politiche della chiesa.

L'altro libro, che sarebbe necessario tradurre e discutere al più presto, è "Colpo basso: la guerra non dichiarata contro le donne americane" di Susan Faludi, uscito negli Stati Uniti lo scorso anno. Nell'America di Bush, come e più che in Europa, è in atto una manovra maschile, largamente accettata dalle donne, per segnare definitivamente
il "femminismo" quale colpevole delle delusioni e delle nevrosi femminili, tra recessione economica e ritorno di ideologie tradizionaliste.
"Femminista" era il termine che esprimeva una serie di connotati anche molto diversi fra loro (dalla radice borghese delle suffragette al movimento emancipazionista, ad altri settori più radicali).
Ora, giovandosi della disgregazione del movimento femminista in più parti e del riflusso ai valori tradizionali della "donna emancipata", il termine riprende quel marchio negativo tanto ben descritto, nel l913,da Rebecca West: "Neanch'io sono mai riuscita a scoprire con precisione che cosa sia il femminismo: so solo che la gente mi dà della femminista ogni volta che esprimo sentimenti che mi distinguono da uno stuoino."

Dada Knorr


Osservatorio sugli integralismi
Si è costituito durante il IX Meeting anticlericale l'Osservatorio delle donne libertarie sugli integralismi, per meglio comprendere, innanzitutto, la politica integralista del papato di Wojtyla riguardo la condizione della donna.
Il primo impegno delle componenti (Anna Borioni - coautrice del libro "Maledetta Isabella. Maledetto Colombo" - , Joyce Lussu, Marina Padovese, Elena Bertagnolli, Dada Knorr, Mariella Bernardini, Gabriella Toffli, Marinella Bragagnini, Valeria Vitali, Silvia Romanelli, Paolina Mazzaroli, Antonietta Catale, Emanuela
Testoni e altre) è quello di raccogliere materiale informativo e di opinione (dalla stampa quotidiana e periodica del movimento delle donne e non) e di compilare una bibliografia di testi ed autrici anticlericali. La denuncia del rimontante integralismo che sta portando la chiesa cattolica (in Italia e non, vedi paesi dell'Est) a una nuova crociata contro contraccezione e aborto, con conseguenze disastrose per tutte le donne, cattoliche e non, ha portato le anticlericali a riproporre, per il prossimo anno, un appuntamento di riflessione e dibattito.

Per informazioni:

c/o Circolo Papini, cp L3, 61032 Fano (PS)


Donne e integralismo cattolico

In occidente quando si parla di integralismo religioso, si è solito pensare all'integralismo islamico, perché associamo invece le altre grandi religioni monoteiste, ebraica e soprattutto cristiana, non so1o all'occidente, ma all'occidente "democratico".
Forse perché la religione cristiana sia più tollerante rispetto le altre? Nutro dei seri dubbi e comunque la storia non dice questo. E nemmeno il vocabolario. Alla voce integralismo, oltre ad un significato più ampio che riguarda il campo politico, sociale, economico e culturale, riporta: "L'atteggiamento degli integralisti cattolici che, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, affermavano la supremazia dell'ideale politico cristiano e l'esigenza che tutti gli aspetti della vita politica e sociale fossero ispirati ai principi della dottrina cristiana."
(voc. della lingua italiana dell'Enciclopedia Treccani)
(...) Nel giudicare integralismo l'altro, noi in qualche modo esorcizziamo quello che ci sta in casa.
(...) Io quindi vorrei parlare di integralismo cattolico, soprattutto perché lo conosco, spesso l'ho subito, ora lo denuncio e cerco di osteggiarlo. E in particolare vorrei parlare di quello che da questo integralismo deriva nella vita delle donne. (...)
Ho già detto in altra occasione quanto, a mio avviso, abbia influito sull'affermarsi del patriarcato nella nostra cultura lo sviluppo delle religioni monoteiste. L'invenzione del dio-padre, creatore della vita, oltre ad aver espropriata la donna a livello simbolico della sua potenzialità procreatrice, ha dato fondamento divino al soggetto maschile che ha preteso, da lì in poi, di rappresentare l'universale umano.
E, la donna , non solo simbolicamente come dea madre, lentamente ma inesorabilmente decaduta, ma nella sua concretezza di soggetto, di corpo visibile e sensibile, è stata costretta in immagini, ruoli e comportamenti su cui si è cercato di imporre uno stretto controllo.
I1 primo controllo è quello sul corpo. Stabilito il primato del maschile col supporto di argomentazioni legate alla biologia, alla fisiologia, all'anatomia, in altri termini cercando un fondamento nella natura, questo primato ha poi cercato rinforzo, per conservarsi e riprodursi, oltre che nella religione, nella legge e nella scienza. (...)
L'emancipazione di noi donne da una condizione di subalternità e la rivendicazione del rispetto della nostra irriducibile "differenza" non potevano quindi non prendere spunto dalla denuncia di questo controllo sul corpo che ha implicazioni e risvolti tutt'altro che superficiali della nostra cultura.
(...)
Rivendicare il possesso del proprio corpo, l'autogestione del proprio corpo ha significato per noi donne riprenderci la vita nel significato di rovesciare il "destino", artificialmente costruito e poi impostoci, che questo modello culturale ha disegnato per noi.
E il destino, o "vocazione", per dirlo con le parole della chiesa, del genere femminile, genere valutato nel segno della discendenza maschile come figlia, sposa e madre, è "naturalmente" quello materno. (... )
Il rifiuto della procreazione come destino e come vocazione (e qui si potrebbe aprire una bella e lunga parentesi sull'amore materno citando per esempio Elisabeth Badinter - "L'amore in più" -) è una delle vie che ha permesso alle donne di interrogarsi autonomamente sulla propria identità e i propri desideri e che ha dato inizio ad una serie di pensieri e azioni attraverso le quali si vanno ridefinendo i rapporti non solo fra donne e uomini, ma fra donne e donne, donne e società, donne e scienza, donne e cultura nel suo complesso (...).

Marina Padovese
(il testo integrale di questo intervento
verrà pubblicato sul numero 59 di Germinal
che uscirà in ottobre
)

Wojtyla il restauratore

- Durante questo nono meeting sei intervenuto per presentare il tuo nuovo libro, "Il potere temporale del papato, dal Sillabo ad oggi" (Edizioni il Ventaglio, Roma 1992, lire 30.000), che ha, tra l'altro, una prefazione particolarmente interessante. Mi immagino abbia fatto molto discutere.

- Questo libro vuole essere innanzitutto un atto di denuncia nei confronti della restaurazione temporale di questo papato. Penso poi che sia l'unico libro in Italia ad avere la prefazione del teologo cattolico dissidente Hans Kung, il quale ha dimostrato tra l'altro l'infondatezza logica e teologica dell'infallibilità del papa.

- In un'epoca in cui questa infallibilità viene riproposta con maggior accanimento, questo libro avrà sollevato numerose critiche. Puoi parlarcene?

- La mia tesi è che ancor oggi il Vaticano, come ai tempi di Pio IX, voglia conservare , anzi rafforzare quel potere temporale perduto sulla breccia di Porta Pia il 20 settembre 1870. Si tratta di un enorme potere di natura economica e politica e che agisce come tarlo roditore nel tessuto giuridico e sociale italiano. Vorrei ricordare che il potere temporale venne definito da Pio IX come un fatto voluto dalla divina provvidenza: ciò per giustificare e quasi sacralizzare la sua ferma opposizione al Risorgimento e all'Indipendenza italiana.

- Vorrei che facessi una breve presentazione del tuo libro, che ne tracciassi i contenuti principali.

- Il libro abbraccia un arco temporale di oltre un secolo. Dal Sillabo di Pio IX, documento allegato all'enciclica papale del 1864, fino ad oggi. Si snoda attraverso una serie di capitoli di cui i principali riguardano le metamorfosi che Mussolini, ateo e anticlericale, ha subito nel tempo, fino alla stipula dei Patti Lateranensi dell'11 febbraio 1929 e il modo in cui la chiesa cattolica ha approfittato di quell'accordo clerico-fascista per rafforzare il suo potere temporale in Italia e nel mondo. Poi c'è un capitolo dedicato all'esilio a cui fu costretto don Luigi Sturzo dopo gli accordi del Laterano e un altro dedicato all'indegna persecuzione di Ernesto Bonaiuti, c'è ancora un capitolo che riguarda il conflitto fra due papi: uno considerato progressista, cioè Roncalli, Giovanni XXIII, e quello attuale, cioè Wojtyla. Nell'ultimo capitolo, infine, si mette in evidenza il fatto che esiste ancor oggi un'Inquisizione, di stile diverso da quella del Rinascimento e del Medioevo, ma esiste. Non esiste una libertà di opinioni all'interno della chiesa cattolica. Tutto è dogmaticamente accentrato e noi sappiamo benissimo che il dogma uccide la libertà, libertà di pensiero soprattutto.

Cosmo Salustio Salvemini