Carissime Compagne e Carissimi Compagni di "A" Rivista Anarchica.
Ho letto con viva partecipazione la lettera di Susy ("A" 189/Marzo) e vorrei dire che ne condivido alcune
considerazioni e tutto lo sdegno e la rabbia che trabocca dalla sua lettera contro quelle "zucche vuote" dei
cosiddetti "Naziskin". Anch'io sono molto preoccupato dal ritorno di questi "topi di
fogna" e, come Susy,
vorrei che si aprisse un dibattito su quest'altro fenomeno inquietante.
Il ritorno di questi orfani di Hitler e del fascismo mi urta particolarmente non tanto perché fanno sfoggio
di
"mode" ridicole e sconsiderate, quanto per la loro "aggressività" gratuita e vigliacca. Ma, anche, per
il fatto che
non siamo riusciti a eliminare le cause e la condizione che
li generano, come generano la mafia e i padroni dello
sfruttamento e della guerra.
Cosa fare? La prima cosa è, come sottolinea giustamente Susy, "NON PORGERE L'ALTRA
GUANCIA",
certissimamente! Rispondere alle loro violenze, organizzando gruppi di difesa e, magari, andando a scovarli
nelle loro tane e farci masticare i loro escrementi. Questo però comporta un problema d'ordine
più generale e sostanziale: il rapportarci con la questione sociale e con i
problemi e gli aspetti che ancora persistono inquinanti
e aggressivi al suo interno. Io NON sono pacifista, oltretutto per l'intima ambiguità che comporta,
e, perciò, ritengo che per eliminare le
cause e la condizione che generano questi e tanti altri rettili, bisogna riproporsi e riproporre le istanze oltre che
radicalmente critiche, psicologiche e materiali proprie della Rivoluzione Sociale Libertaria. E questo
vorrà dire:
riprendere il linguaggio e l'antica lotta contro i signori dello sfruttamento e della guerra che sono, tutto
considerato, i "padri" dei Naziskin (e di tutta la merda del demoKapitalismo e dell'autoritarismo).
Un cordialissimo abbraccio