Si concluderà nel giugno prossimo una vasta operazione per lo spostamento della popolazione Navajo
dalla
regione di Black Mesa, dove sono state trovate enormi riserve di uranio. A un secolo dai fatti di Wounded Knee,
la resistenza dei nativi americani non si è ancora fermata. Il caso di Leonard Peltier, in carcere da
quindici anni
per una montatura poliziesca
L'anno in corso, il 1992, segna il 500° anniversario della spedizione di Colombo,
che molti governi e grandi
aziende celebrano come un "incontro di culture". Il movimento che si oppone a queste celebrazioni,
organizzatosi liberamente sotto lo slogan "500 anni di resistenza", cerca di contrastare la mitologia dominante
per quanto riguarda i viaggi di Colombo, mentre molte persone in Europa e nelle Americhe stanno organizzando
degli eventi culturali ed educativi proprio con questo scopo.
Le popolazioni indigene del Nord America sono sopravvissute ad un olocausto di proporzioni immani.
Riesaminare la storia americana rappresenta una necessità morale per gli Stati Uniti nel loro complesso
e un
compito comunque difficile per i singoli individui. Da una parte, quando molti non indiani guardano agli eventi
del passato, non possono che riconoscere l'atrocità, motivata solo da razzismo e avidità, di
quanto è accaduto
e infatti molte persone vi vedono motivo di vergogna.
Dall'altra, sappiamo tutti che non possiamo cambiare il passato, la maggior parte di noi ama pensare che, se ne
avesse avuto la possibilità, avrebbe fatto le cose senz'altro in maniera migliore e inoltre la maggioranza
degli
americani è stata portata a credere che tutti questi aspetti negativi siano terminati con il massacro di
Wounded
Knee nel 1890. Di conseguenza molte persone ritengono che ormai ci sia poco, se non niente, da fare.
Se questo esame del passato vuole avere qualche significato per il futuro, tuttavia, bisogna andare oltre il 1890,
per vedere quale sia stato il destino delle popolazioni indiane nel 20° secolo, giunto ormai quasi al suo termine
e del quale la maggior parte dei non-indiani non sa praticamente niente.
Le Guerre contro gli indiani non sono finite 100 anni fa, ma sono continuate lungo tutto il secolo in corso, in
una maniera più sofisticata, ma con le stesse conseguenze disastrose per il popolo indiano.
Il problema sovranità
Discutendo di questi temi è necessario tenere a mente solo alcuni punti fermi di carattere generale.
Prima di
tutto, deve essere ricordato che i trattati rappresentano la suprema legge che regola il territorio ed essi vengono
siglati solo fra nazioni sovrane. Gli Stati Uniti non concludono trattati con i singoli stati che li compongono o
con minoranze etniche. Si tratta di un fatto spesso dimenticato o banalizzato, ma il problema della
sovranità
sulla terra da parte delle popolazioni indigene è al centro di tutte le lotte tradizionali per il possesso del
territorio
svoltesi nel Nord America. In secondo luogo, quando è stato creato il sistema delle riserve, gli indiani
furono
costretti ad insediarsi su delle terre che nessun altro voleva, poiché si trattava di terre non arabili o non
adatte
al pascolo.
Nel 20° secolo si è scoperto che la maggior parte delle risorse minerarie del paese (carbone, olio di
scisto,
metano e, soprattutto, uranio) si trovavano al di sotto di queste terre che nessuno desiderava.
Così, ancora una volta, gli indiani si trovarono ad essere d'impaccio sulla via del progresso. Arriviamo
pertanto
al terzo punto e cioè al fatto che il governo degli Stati Uniti abbia nel corso del 20° secolo agito in
collusione
con interessi privati, soprattutto i grandi cartelli che si occupano di materie prime per la produzione di energia,
allo scopo di violare tutti i trattati siglati con le nazioni indiane e mettere in tal modo le mani sui piccoli territori
rimasti a queste popolazioni. Uno degli assi portanti di questa strategia è stata la costituzione del
sistema dei
consigli di tribù, ma che è rimasto in realtà controllato dal Dipartimento degli interni.
I consigli di tribù furono
osteggiati dalla maggior parte delle tribù indiane, ma sono l'unica voce indiana riconosciuta dal governo
federale
e non hanno alcun altro potere oltre a quello di vendere o cedere in affitto terreni che appartengono alla
tribù.
Il governo degli Stati Uniti ha fatto chiaramente intendere che niente potrà impedirgli di ottenere questi
terreni.
Negli anni più recenti, esso ha agito con particolare risolutezza nella Big Mountain e a Pine Ridge, nel
Sud Dakota.
La Big Mountain è una comunità della regione Black Mesa della Riserva Navajo, dove proprio
in questo
momento, oggi, centinaia di famiglie Dine (Dine è il nome tradizionale che i Navajo usano per indicare
se stessi)
si trovano di fronte ad un'imminente sgombero forzato dalle loro abitazioni situate in territorio indiano, al fine
di permettere che la Peabody Coal espanda le proprie attività nella regione Black Mesa, che è
ormai diventata
la più grande miniera a cielo aperto del mondo. Queste persone, che vivono in alcune delle ultime
comunità
tradizionali indigene del Nord America, hanno lottato per tutti gli ultimi 16 anni contro il trasferimento.
Nel 1974 il Congresso varò la Legge Pubblica 93-531, che disponeva il trasferimento di 10.000 Dine,
con la
scusa di risolvere una disputa territoriale tra i Navajo e gli Hopi, i quali avevano vissuto gli uni accanto agli altri
per secoli. La disputa era un imbroglio, fabbricato al fine di garantirsi i titoli proprietari necessari per la
concessione di affitti in favore delle attività minerarie nella regione del Black Mesa. La legge 93-531
è stata
il coronamento di decenni di bugie e di manovre legali troppo complicate per essere descritte in questa sede.
Non c'è spazio neanche per descrivere il destino delle migliaia di Dine che sono già stati
trasferiti, più della metà
dei quali sono ora senza casa, o le durezze e le vessazioni sopportate da coloro che hanno scelto di rimanere
sulla loro terra. E' sufficiente dire che nel 1980 il Quarto Tribunale Russell, riunitosi a Rotterdam, ha stabilito
che la legge 93-531 viola la Convenzione sulla Prevenzione e la punizione del Crimine di Genocidio, oltre a
altri cinque accordi internazionali sui diritti umani.
Ma c'è l'uranio
Nondimeno, rimane la legge del paese. Il trasferimento avrebbe dovuto terminare l'8 luglio del 1986. Le cose
sono andate più lentamente, in parte a causa del fatto che la Peabody Coal e il governo degli Stati Uniti
hanno
mantenuto un atteggiamento pubblico impostato alla negazione che qualcosa del genere stesse avvenendo, ma
le cose stanno ormai giungendo rapidamente al termine.
L'amministrazione Bush vuole che tutto sia risolto entro quest'anno, perché la Peabody Coal ha
negoziato con
il Giappone dei grossi affari che richiedono un'espansione immediata delle attività e la vendita del
carbone così
ottenuto renderà con ogni probabilità minore il deficit commerciale con i giapponesi. Abbiamo
quindi tutti i
motivi per ritenere che il colpo finale sarà dato durante l'estate del 1992 e l'improvviso forte aumento
delle
vessazioni nei confronti della gente che abita il territorio, prodottosi lo scorso autunno, sembra confermare
questa previsione.
La riserva Sioux di Pine Ridge nel Sud Dakota copre i più grandi depositi di uranio negli Stati Uniti.
Le miniere
di uranio sono state a lungo combattute dai Lakotas, ma agli inizi degli anni '70 Pine Ridge aveva un consiglio
di tribù guidato da un uomo chiamato Dick Wilson che favoriva le operazioni di estrazione dell'uranio
e per il
quale era un abitudine quella di assassinare o aggredire i propri oppositori. La situazione ha portato i Lakotas
tradizionali a chiedere aiuto al Movimento degli Indiani Americani "AIM", cosa che ha portato alla occupazione
di Wounded Knee nel 1973.
Nei tre anni che seguirono, decine di indiani di Pine Ridge furono assassinati e centinaia di altri furono vittime
di aggressori. Per la grande maggioranza di questi crimini non furono nemmeno svolte delle indagini, anche se
l'FBI era competente a farlo e aveva nella riserva la più alta percentuale di agenti per numero di abitanti
nel
paese. L'FBI forniva infatti alle squadracce di vigilanti di Wilson informazioni riguardanti i membri dell'AIM
e una quantità incredibile di armi d'attacco, poiché la polizia federale era concentrata a Pine
Ridge con lo scopo
esplicito di distruggere l'AIM.
Questo clima di terrore raggiunse il suo apice il 26 giugno 1975, quando due agenti dell'FBI apersero il fuoco
su di un campo AIM vicino a Oglala, nel Sud Dakota, dando il via ad una sparatoria in cui i due agenti rimasero
uccisi insieme ad un membro dell'AIM di nome Joe Stuntz. Ovviamente, sulla morte di Joe Stuntz non furono
mai compiute indagini. Inoltre, il giorno in cui avvenne la sparatoria , Dick Wilson si trovava a Washington
per cedere illegalmente un ottavo della riserva a ricercatori di uranio.
La morte dei due agenti ebbe come conseguenza una nuova, maggiore ondata di terrore e infine Leonard Peltier,
membro dell'AIM fu condannato a due ergastoli consecutivi per favoreggiamento e istigazione alla loro
uccisione. Ha passato gli ultimi 15 anni in una prigione federale per un crimine che non aveva commesso,
giudicato e condannato sulla base di prove e testimonianze che il governo ha riconosciuto, più di dieci
anni fa,
come false. A Leonard è stata di recente negata un'udienza comprovatoria che egli aveva chiesto per
tentare
un'ultima volta di ottenere un nuovo processo, mentre sono ora in corso al Congresso dei tentativi per riuscire
a convocare dei testimoni in merito.
Le due situazioni che abbiamo qui descritto in breve, riflettono un modello le cui linee fondamentali possono
essere rintracciate in tutto il continente. Il cinquecentenario della spedizione di Colombo solleva indubbiamente
questioni di ingiustizia storica e di genocidio culturale, ma tali questioni vengono poste sempre guardando
unicamente al passato, le nostre lacrime di coccodrillo non aiuteranno Cavallo Pazzo e faranno ancora meno
per i suoi discendenti. La realtà oggi significa per gli indiani disoccupazione totale, sterilizzazione
forzata,
trasferimento forzato e malnutrizione. Significa il più alto tasso di mortalità infantile e la
più bassa speranza di
vita. Significa ingiustizia cronica e assassini politici. Tutte queste cose rappresentano puri e semplici atti di
guerra e i cittadini degli Stati uniti non devono solo ammettere che queste cose accadono, ma devono anche
riconoscere la misura in cui essi approfittano del loro verificarsi. Si tratta di una verità valida
particolarmente
per le persone che fanno parte dell'ampio movimento per un cambiamento sociale progressista in questo paese,
poiché l'integrità morale del movimento, come l'integrità morale della nazione, risiede
nella sua capacità di
affrontare i torti che vengono ancora fatti alle popolazioni indigene del Nord America. Le lotte per fermare i
trasferimenti forzati da Big Mountain e per ottenere giustizia per Leonard Peltier rappresentano tutti e due dei
buoni punti dai quali cominciare.
A questo scopo invitiamo tutti ad organizzare delle giornate di azione internazionali coordinate nelle seguenti
date:
26 giugno - Anniversario della sparatoria di Oglala - Giornata di iniziative per ottenere la liberazione di Leonard
Peltier. 6 luglio - Termine di scadenza per i trasferimenti forzati da Big Mountain - Giornata di iniziative
per Big
Mountain. 12 ottobre - Giornata di iniziative per i 500 anni di resistenza continua da parte delle popolazioni
indigene
dell'America. Ci sono molti modi per esprimere il nostro messaggio nel corso di queste giornate, tra cui
manifestazioni
(veglie, marce, comizi, teatro di strada, picchetti, invii massicci di lettere ecc.), offerte, iniziative educative e
altro. Vi invitiamo a partecipare a queste giornate di azione in tutti i modi in cui potete. Se prevedete di
partecipare, vi preghiamo di inviarci informazioni riguardo alle vostre iniziative a: Support for Native
Sovereignity, P.O. Box 2104, Seattle, WA 98111.
Per ulteriori informazioni su Leonard Peltier o per contribuire alle sue spese legali ecc., contattare: The Leonard
Peltier Defense Committee, P.O. Box 583, Lawrence, KS 66044,913/842-5744.
Per effettuare donazioni direttamente ai resistenti Dine di Big Mountain contattare: Support for Future
Generations, P.O. Box 22134, Flagstaff, AZ 86002. Un altro gruppo coinvolto nei progetti di aiuto
diretto/azione diretta per Big Mountain è quello dei Veterans
Peace Action Team, P.O. Box 743, Winslow, AZ 86047, 602/289-4460.
Mary Mclaughlin (Seattle Leonard Peltier Support Group)
Arthur Miller (Bayou La Rose, Red Knife Defense/Support Committee)
Pete Murney (Support for Native Sovereignity, Seattle Big Mountain Support Group)