Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 22 nr. 188
febbraio 1992


Rivista Anarchica Online

Tutto risolto?
di Gianni Sartori

L'apartheid è finito, il Sudafrica non è più un problema. Questo è il ritornello che tutti i mass-media vanno ripetendo all'unisono. Ma è davvero così? Il nostro collaboratore Gianni Sartori ne parla con Sandro Zanotelli, frate comboniano noto per essere stato "licenziato" dalla rivista Nigrizia - di cui era direttore - per il suo impegno nella denuncia delle molte complicità italiane con i regimi dittatoriali nel Terzo Mondo.

Un tuo giudizio sul "dopo Botha": l'elezione di de Klerk, la legalizzazione dell'ANC, del PAC.., i colloqui di Groote Schuur ecc. Secondo te il Sudafrica è cambiato realmente dopo l'89 o è solo apparenza?

Come puoi immaginare a Nairobi non ho avuto le stesse possibilità di informarmi regolarmente che avevo a Nigrizia, non ho potuto consultare quelle valanghe di giornali e documenti che ci arrivavano in redazione. Lì avevamo sempre un sacco di dati, di fatti di prima mano da cui poter ricavare le debite considerazioni. Come sai in Africa non c'è tutta questa abbondanza...Comunque sui quotidiani del Kenya si parla abbastanza spesso del Sudafrica; poi ci sono parecchie riviste africane che commentano regolarmente... un po' di roba quindi sono riuscito a digerirla. Le conclusioni a cui sono arrivato è che, chiaramente, per molta gente sono cambiate un sacco di cose ma per la stragrande maggioranza non è cambiato proprio niente. Vorrei dire che, a mio avviso, sotto certi aspetti ci troviamo in una situazione ancora peggiore, soprattutto quando si cerca di coinvolgere l'opinione pubblica.
Qualche anno fa era relativamente facile ottenere adesioni, manifestazioni di solidarietà perché davvero sembrava incredibile che esistesse un regime di apartheid alla fine del XX secolo.
Oggi con i cambiamenti avvenuti e con quelli che potrebbero avvenire rischi di sentir dire che "tanto il Sudafrica sta cambiando, cosa vuoi tanto sbraitare" (v. per es. quando, subito dopo l'elezione di de Klerk, sono riprese le esecuzioni anche di prigionieri politici ma in sordina, senza che l'opinione pubblica reagisse).
Il primo dato di fatto da registrare è la completa vittoria dei militari. Già da qualche anno sono convinto che con il Governo Botha i militari abbiano preso il potere; da quel momento sono loro il potere reale, di fatto, in Sudafrica.
In realtà si tratta di una combinazione, di un apparato militare-industriale in cui comunque l'esercito detiene un potere incredibile. Sono stati loro i veri artefici del cambiamento, quelli che hanno pilotato la "transizione".

Intendi forse riferirti ai Servizi Segreti, alla Polizia... o proprio all'esercito, alle S.A.F. ?

Intendo proprio le Forze Armate Sudafricane, l'esercito.. Basta vedere, in cifre, quanto denaro è stato investito nell'esercito, l'enormità degli interessi economici che ruotano attorno all'apparato militare.
I militari, alleati del potere economico e "faccia" del potere economico, ne hanno assecondato la volontà.
Quello che il potere economico voleva veramente era aprire il grande mercato dell'Africa Australe (non solo quello del Sudafrica, che era già aperto sostanzialmente). Aprirlo ai capitali sudafricani (in questo momento per esempio le multinazionali si stanno accaparrando territori e risorse nel Mozambico, debitamente messo a ferro e fuoco per anni dalla Renamo, finanziata dal Sudafrica).
Questo spiega un decennio di guerre spaventose: in Namibia, in Angola, in Mozambico...Guerre che di fatto si sono concluse con la vittoria del Sudafrica. Oggi i militari, l'apparato militare-industriale del Sudafrica, hanno stravinto in tutta l'Africa Australe; le porte sono aperte...La Namibia è praticamente una colonia del Sudafrica (l'indipendenza è solo una bella parola...).
I due bastioni che potevano resistere al colosso sudafricano, il Mozambico e l'Angola, sono stati piegati, completamente. Adesso l'Angola è in via di "normalizzazione", vedremo cosa ne verrà fuori... Il Mozambico invece è stremato , in ginocchio, finito. . .
Oggi come oggi l'intera Africa Australe è ai piedi del Sudafrica, o meglio: dell'apparato militare-industriale sudafricano. Ora si tratta di far digerire l'operazione, la presa del potere reale da parte di
questo blocco, frutto dell'alleanza tra militari e capitale, all'opinione pubblica mondiale, relativamente sensibilizzata sulla questione sudafricana (v. le diffuse campagne anti-apartheid di questi anni, la grande popolarità di Nelson Mandela...).
Vinta la prima operazione, quella strettamente militare, il capitale ha ormai tutto l'interesse a "sposare la faccia nera". . .È quello che già stanno facendo: mettere su un apparato con qualche volto nero, più o meno di facciata, mantenendo integro il potere dell'apparato militare-industriale bianco. A mio avviso è questa l'operazione in atto.
Naturalmente non posso sapere con certezza come andrà a finire ma se l'ANC accettasse di partecipare ad una operazione del genere, si prestasse al gioco, questo rappresenterebbe il tradimento di tutto. Appare chiaro come non ci sia da parte dei "Poteri di fatto" nessuna reale volontà di rimettere in discussione il sistema; quindi anche se Mandela diventasse primo ministro (o forse Presidente, dipende da come si accorderanno a livello istituzionale) non cambierebbe niente.
Non cambierà niente finché l'87% delle terre resterà in mano alla minoranza bianca, finché il 95% delle risorse è in mano al potere bianco... Se non viene fatta giustizia non c'è soluzione al dramma sudafricano. Questo, per me, è il nocciolo della questione, non i cambiamenti di facciata.

Volevo sentire una tua opinione sull'Inkata, sul suo ruolo nella "crisi" sudafricana. Un'opinione che non sia però scontata. Mi spiego. Ormai è risultato fin troppo chiaro come Buthelezi e compagni si siano prestati a fungere da provocatori, oltre che da collaborazionisti ("quislings"). Mi sembra comunque riduttivo pensare che l'Inkata sia solo questo. Inkata sembra esprimere anche il bisogno degli Zulu di darsi una precisa rappresentanza politica che sia anche espressione di identità etnica... Tu cosa pensi? Che questa esigenza, questo "orgoglio etnico" in un contesto come quello sudafricano debba necessariamente sfociare nel tribalismo e diventare funzionale al Potere Bianco? Pensi che Inkata sia solo una quinta colonna dei Bianchi dentro al movimento nero o non potrebbe essere stata solo una "sbandata"? Te lo chiedo perché dopo il "prepensionamento" di Botha mi sembra che per una parte della sinistra Inkata sia diventato il "Nemico", l'unico (in mancanza di meglio). Contemporaneamente si rischia di avere un atteggiamento disponibile, comprensivo nei confronti del Governo, di de Klerk, dell'apparato statale-poliziesco, dei militari, degli imprenditori... che invece restano, a mio avviso, l'avversario principale dei proletari neri.

Naturalmente ho seguito la vicenda dell'Inkata, lo scandalo che ha messo in luce come il Governo sudafricano finanziasse e "coprisse" regolarmente il partito di Buthelezi affinché l'Inkata svolgesse quel determinato "lavoro", cioè creasse problemi, lacerazioni, innescasse faide all'interno della comunità e del movimento dei neri.
Personalmente non ho mai capito fino in fondo quale sia il vero ruolo di Buthelezi e compagni. In proposito ho avuto una lunga conversazione con Farisani quando è venuto a Verona per Arena '87...

Puoi dirci brevemente chi è Farisani?

Certo. Del resto in quella occasione lo avevi conosciuto anche tu. Io sono convinto che attualmente Farisani sia uno dei più grandi pensatori del Sudafrica. È un pastore luterano che ha pagato sulla sua pelle la scelta di battersi contro l'apartheid. Del resto ti ricorderai di come si muoveva, portava ancora addosso i segni delle indicibili torture subite..

Mi ricordo anche del suo intervento (che tu gli avevi tradotto in italiano): "Sono i vostri camion Fiat ad essere usati durante i rastrellamenti di bambini che poi vengono internati, sono le vostre armi Beretta che uccidono donne e bambini neri, sono le vostre banche (ndr. Credito Italiano, Banco di Roma, S. Paolo, B.N.L, Banca Commerciale. Senza dimenticare le allora ancor divise Nuovo Banco Ambrosiano e Banca Cattolica del Veneto). Cosa ti ha detto dell'Inkata.

In passato Farisani era stato membro dell'Inkata. Mi disse: "Anch'io ero militante dell'Inkata e grande ammiratore di Buthelezi. Poi, quando lentamente ho cominciato a capire chi fosse veramente Buthelezi, non solo me ne sono tirato fuori ma oggi sono uno dei maggiori critici dell'Inkata. Del resto questo sta avvenendo continuamente: sono molti gli Zulu che lasciano Inkata delusi dal comportamento di Buthelezi, dalla sua arroganza e dai suoi "signori della Guerra". La pretesa di Buthelezi di rappresentare sette milioni di Zulu appare sempre meno credibile. In particolare molti ex-sostenitori gli rinfacciano una buona dose di ipocrisia nell'essersi presentato come "apostolo della non-violenza", contrario alle scelte di lotta dell'ANC, di fronte all'opinione pubblica mondiale. Dicono in sostanza che predicava la non-violenza contro la violenza dell'apartheid ma che non ha avuto scrupoli nello scatenare i suoi guerrieri contro i militanti antirazzisti.
Io sono personalmente convinto che l'Inkata è stato usato dal potere bianco per rompere l'unità del movimento nero e fare l'interesse del capitale. Naturalmente questo non deve significare, come dicevi giustamente "negare l'esistenza di una "questione Zulu" del tutto legittima. Gli Zulu rappresentano la più grande etnia del Sudafrica e chiaramente hanno diritto al loro futuro, a essere garantiti sul piano linguistico, culturale...
Però questo non è il problema che pone Inkata, non sono queste le richieste di Buthelezi.
Invece Buthelezi utilizza gli Zulu per i suoi fini di potere personale e il Potere Bianco è ben felice di favorirlo così da poterlo usare per disgregare il movimento dei neri. Quello che è venuto alla luce questa estate, lo scandalo dei finanziamenti da parte del Governo di Pretoria, ha chiarito la situazione, ha reso evidente quale tipo di rapporti si fossero stabiliti tra Buthelezi e il blocco militare-economico che detiene il potere reale in Sudafrica.
Mi aveva fortemente impressionato qualche anno fa il fatto che la DC avesse invitato Buthelezi in Italia (ndr. proprio nell'87 intervenne, su invito di Comunione e Liberazione, anche al meeting di Rimini,forse come contraltare all'Arena di quell'anno organizzata sul Sudafrica con l'intervento di Farisani, Beyers Naudé, allora segretario del S.A.CC, Denis Hurley, arcivescovo antirazzista di Durban).
Io ero proprio allibito e lo dissi chiaramente a vari leader democristiani: "Ma come potete in coscienza invitare uno come Buthelezi?". Poi ho capito che in fondo la cosa era logica. Oggi nella DC prevale una politica sostanzialmente di destra e quindi era ovvio che il loro riferimento tra i neri sudafricani fosse Buthelezi, più che un Mandela o un Desmond Tutu.
Invitando Buthelezi ha manifestato quali siano le sue posizioni. In questo almeno la DC è stata onesta.

In questo momento sono ormai cadute anche le sanzioni (peraltro mai applicate seriamente). Cosa pensi dovremmo fare qui, nel "ventre della Bestia" diciamo, cosa pensi possa maggiormente essere di aiuto alla lotta di liberazione in Africa Australe? Adesso che non è più così evidente per tutti l'infamia del regime sudafricano come dovremmo mobilitarci: fare controinformazione, rilanciare il boicottaggio dei prodotti sudafricani (penso all'oro...) fare sit-in davanti alle banche che finanziano Pretoria?

Chiaramente mobilitarsi sul Sudafrica diventerà sempre più difficile e "minoritario" perché a livello di opinione pubblica il Sudafrica apparirà come un problema risolto.
Non dimentichiamo però che il Sudafrica è stato uno dei pochi paesi dell'Africa in cui è stato fatto veramente un buon lavoro di base. Non proprio su tutta la popolazione nera beninteso ma qui puoi contare come minimo su due-tre milioni di persone coscientizzate politicamente, abituate a mobilitarsi, ad auto-organizzarsi. E questa base cosciente farà ancora parlare di sé.
Sono convinto che anche qui, nel "1° mondo", bisognerà lavorare avendo presente questo movimento di base. Dovremo domandarci cosa sta dicendo questo movimento di base, cosa vuole, perché sta lottando, cosa propone... E dovremmo aiutare questo movimento ad andare avanti. Con buona probabilità accadrà che i livelli alti, i vertici dell'ANC entreranno nel sistema, sposeranno il sistema e saranno la nuova facciata, nera, del potere economico.
Mentre la gente che sta sotto, che è oppressa, i diseredati andrà avanti a soffrire. E a lottare, naturalmente. Sono questi "dannati della Terra" coloro a cui dovremo far riferimento, che dovremo aiutare, sostenere. . .
Secondo me (parlo da credente ma forse per i non-credenti è lo stesso) è qui il caso di ripensare allo spirito di quella lettera di Don Milani a Pipetta, quando dice (cito a memoria): "Caro Pipetta, tu dici che sono un prete buono, che ti fidi di me... Però non fidarti perché quando avremo fatto insieme la rivoluzione, quando avremo sfondato la porta del Palazzo e ci saremo entrati, tu ti stabilirai dentro. Ricordati che in quel momento io ti tradirò e andrò con chi è rimasto fuori" .
Ecco: questa è l'unica maniera di aiutare i diseredati del Sudafrica; stare dalla parte di chi non entra nel Palazzo del potere. Penso che oggi la gente, la base, si senta peggio di prima. Si sentirà ancora più impotente, tradita da chi ha portato avanti un discorso sostanzialmente di potere.

Vuoi dire che non bisogna "prendere il potere"...?

Voglio dire che molto probabilmente in Sudafrica non cambierà nulla; o meglio - cambierà tutto per non cambiare niente. Anche con qualche esponente dell'ANC al governo. L'ingiustizia di fondo rimarrà immutata. Quindi l'importante, anche per noi, è dare una mano alla base perché venga fatta giustizia. Ripeto: alla base, alla gente. Non ai vertici, agli apparati...Torno sul discorso che ho fatto all'inizio. Finché l'87% delle terre sarà in mano ai bianchi non c'è liberazione in Sudafrica, non c'è giustizia, non c'è "soluzione politica"... Finché il 95% delle risorse (compreso l'oro) è in mano ai bianchi non è possibile parlare di "nuova era" in Sudafrica.
Temo che per i diseredati sarà peggio di prima, con in più il tradimento da parte di quei leader che copriranno, daranno una faccia nera al potere reale, quello economico e militare dei Bianchi.

La questione "presa del potere" ne richiama un'altra: quella dello Stato. Cosa rappresenta, che valore assume a tuo avviso lo stato in Africa? Intendo riferirmi sia allo stato in quanto tale che in relazione al problema dei conflitti etnici pensando a come si va rafforzando (v. nell'Europa dell'est) l'idea di uno "stato nazionale omogeneo" con tutta la sua carica di pericolosa utopia reazionaria.

Rispetto a come si vanno strutturando i problemi culturali ed etnici in Europa (in un ottica "statalista" n.d.r.) direi che in Africa siamo ancora agli inizi. Mi auguro vivamente che i Neri sappiano trovare altri sbocchi. Man mano che vanno avanti dovranno vedere e valutare che tipo di percorso praticare. Non dimentichiamo che nel continente nero gli stati sono stati imposti da noi; prima praticamente non erano mai esistiti.
Qui in Africa gli stati sono stati fondamentalmente una creazione del colonialismo, forse erano serviti a qualcosa in Europa nel secolo scorso, diciamo che possono essere stati uno "strumento di lavoro" in un determinato momento storico particolare, "nostro",dell'occidente.
Sono comunque convinto che oggi come oggi lo stato sia fondamentalmente una grande bestialità. Perché in un mondo che economicamente è uno, che non è altro che un piccolo villaggio non si può continuare a ragionare con la "ragion di stato", anzi con quella di 170 stati diversi che operano ognuno in nome della "ragion di stato" e non delle ragioni della gente, della regione del mondo. Ecco perché gli stati devono essere radicalmente messi in discussione.

Rimetterli in discussione cosa comporterà per le diverse etnie e per le diverse culture?

Questo in Africa è tutto da inventare. Anche perché siamo ancora lontanissimi dal mettere consapevolmente in discussione lo stato.

Comunque tu sostieni che nella cultura tradizionale africana l'organizzazione sociale non si identificava automaticamente con lo stato?

Assolutamente. In Africa lo stato praticamente non è mai esistito. A parte qualche esperienza di tipo "imperiale" come Zulu, Zimbabwe, i grandi imperi dell'Africa Occidentale (Mali, Timbuctù...) e mettiamoci anche l'Egitto con il periodo faraonico (io sono convinto che l'Egitto sia stato una civiltà africana). Invece per le comunità tradizionali, la stragrande maggioranza, non c'era il concetto di stato; sostanzialmente la comunità si auto-organizzava...

Dimostrando oltretutto che questo è possibile...?

Ma certo che è possibile. Chi ha mai potuto dimostrare che non è possibile auto-organizzarci senza stato? L'uomo vive in questo mondo da un milione d'anni mentre gli stati sono qualcosa che si è imposto su tutto il pianeta sostanzialmente in queste due ultime, paia di secoli. Vorrei insistere nel dire che a questo punto gli stati diventano sempre più qualche cosa che non aiuta certo il mondo ad andare avanti (e lo dico proprio come credente). Penso che dovranno nascere delle forme nuove, popolari, dal basso che lentamente prenderanno il posto degli stati mentre contemporaneamente si andrà sempre più ad organizzarsi a livello economico per "larghi strati".
Vedi in Europa con la CEE, vedi adesso in Nordafrica con queste nuove forme di rapporti economici che si stanno dando...Il potere politico dovrebbe diventare molto più popolare, "largo", decentrato; dovrebbe strutturarsi al di fuori degli schemi statuali.

Un'ultima domanda. Chi è in realtà Alessandro Zanotelli? Un pazzo, un idealista, un illuminato, un sovversivo, un sognatore...?

Sono solo un povero cristiano che cerca di camminare con gli altri tentando di capire un po' la realtà, che è molto difficile da capire, e di impegnarsi a cambiarla per quanto può e nella piccolezza in cui si può...Perché non posso accettare un mondo come l'abbiamo, dove per un preciso sistema economico muoiono ogni anno di fame milioni di persone.
Se vuoi, sì è vero che sono anche un sognatore, che sto sognando un mondo differente. Del resto non potrei fare altro come cristiano perché se credo che "Venga il Tuo Regno" vuol dire che questo regno, questo mondo non posso accettarlo così com'è, con tutte le sue ingiustizie..