rivista anarchica anno 21 nr. 187 dicembre 1991 - gennaio 1992
Rivista Anarchica Online
Il "rabbino"
anarchico di Furio Biagini
Attualità del pensiero di Rudolf
Rocker, anarchico tedesco, divenuto a Londra un
esponente di punta del movimento anarchico di lingua
yiddish.
In Italia il nome di Rudolf Rocker è
praticamente sconosciuto, eppure egli è stato certamente una
delle figure più prestigiose del movimento anarchico
internazionale, forse l'unico autore libertario ad essere stato
pubblicato contemporaneamente ad Amsterdam, Barcellona, Buenos
Aires, Londra, New York, Bombay e Shangai. La sua stessa biografia
esemplifica il vero carattere cosmopolita dell'anarchismo: "Se
di Goethe si è detto che più che tedesco era un
cittadino d'Europa, di Rudolf Rocker - scrive Diego Abad De
Santillan - si può dire con esattezza che, senza cessare di
essere tedesco è un autentico cittadino del mondo, come
Lessing o come Herder. Cavaliere senza macchia e senza paura, lo si
trova da più di mezzo secolo con la stessa passione, la
stessa chiaroveggenza e lo stesso sentimento di giustizia nella
lotta eroica per una cultura umana superiore; in stretto contatto di
sentimenti, di affetti con quanti, qualsiasi sia la loro razza,
colore o lingua, hanno la medesima aspirazione e si ispirano al
medesimo desiderio (1). Tedesco di nascita, non ancora ventenne
lo troviamo a Parigi come rifugiato politico. Ben
presto trasferitosi in Inghilterra, vi trascorse alcuni anni
divenendo il portavoce e l'ispiratore del movimento operaio ebraico
dell'East End di Londra. Internato e deportato durante il primo
conflitto mondiale, riapparve nella Germania degli anni venti dove
emerse come fondatore e teorico dell'anarchismo tedesco. Costretto a
fuggire di nuovo, divenne negli Stati Uniti uno dei maggiori e più
conosciuti giornalisti anarchici. Contrario ad ogni settarismo,
deplorava la ristrettezza ideologica in cui da tempo era caduto il
movimento anarchico. Questa posizione critica e l'insistenza con cui
richiamava i libertari a confrontarsi con le nuove correnti
letterarie, artistiche, filosofiche che determinarono i cambiamenti
politici e sociali, lo allontanarono spesso dalla rigidità
della tradizione anarchica. Già il suo atteggiamento verso
l'ultima guerra mondiale, espresso nell'articolo The Order of
the Hour, pubblicato sul "Freie Arbeiter Stimme" il
giornale degli anarchici ebrei newyorkesi, fu aspramente criticato.
Inoltre la pubblicazione in Svezia nel 1947 dell'opuscolo Zur
Betrachtung der Lage in Deutschland, nel quale propugnava una
revisione del tradizionale atteggiamento anarchico di fronte alla
disperata situazione tedesca del secondo dopoguerra, provocò
ulteriori controversie (2). Ma il suo "revisionismo" e la
distanza da certe posizioni tipiche della tradizione anarchica,
testimoniano di un atteggiamento libero dal misticismo
rivoluzionario e dalla credenza in soluzioni universali.
Il primo contatto con il socialismo
Rudolf Rocker nacque a Magonza sul Reno il 25 marzo
1873 in una umile famiglia operaia fortemente segnata dalla profonda
tradizione repubblicana della città che si opponeva alla
rigida disciplina prussiana. Significativo il fatto che nel novembre
1873, dunque pochi mesi dopo la sua nascita, Johann Most, allora con
August Bebel il socialdemocratico più famoso tra gli operai
tedeschi, si recasse là per dirigere la "Suddeutsche
Volkstimme" (3). Rocker stesso nelle sue memorie ci descrive
l'ambiente di libertà in cui crebbe: "Magonza era nella mia giovinezza una città
dal carattere fortemente democratico. I sentimenti democratici non
erano semplice adesione a un partito qualunque: erano passati nelle
abitudini del popolo e si facevano risaltare in tutti gli ambienti
della popolazione...La Renania, il Baden e il Wurtemberg erano da
sempre le regioni più democratiche della Germania. La
borghesia in questa parte dell'Impero restò per molto tempo
ostile ai prussiani... ciò era il risultato dell'influenza
enorme della grande rivoluzione francese le cui idee avevano trovato
forte risonanza nelle città renane, il più antico
distretto culturale della Germania" (4). Rimasto orfano
giovanissimo, fu accolto e allevato in un istituto dove lo
obbligarono ad apprendere un lavoro manuale. Passato da una
occupazione all'altra, senza mai ricevere una adeguata formazione
culturale e professionale, trovò infine lavoro in un piccolo
laboratorio dove apprese il mestiere di rilegatore, attività
che gli permise di divorare migliaia di libri. All'età di
quindici anni aveva già conseguito una piena autonomia e come
era costume per i giovani dell'epoca, incominciò a viaggiare
attraverso la Germania mantenendosi con il proprio lavoro. Il
primo contatto con il socialismo lo ebbe, come quasi tutti i
proletari tedeschi dell'Ottocento, attraverso le idee e le
organizzazioni marxiste a cui lo zio Rudolf Naumann lo aveva
avvicinato (5). Divenuto socialdemocratico ebbe però la
fortuna di entrare subito in contatto con gli Jugen, la
corrente libertaria interna al partito favorevole all'azione diretta
e ribelle al dogmatismo e alla rigidezza delle gerarchie
socialdemocratiche che consideravano Marx come una divinità
suprema e Engels come il suo unico profeta (6). E' all'interno di
questa turbolenta opposizione, che annoverava tra gli altri Bruno
Wille, futuro autore di Die Religion der Freude (1898) e
Gemeinschaftsgeit und Personlichkeit (1920), e Gustav
Landauer, il più profondo dei pensatori libertari tedeschi,
che Rocker lesse per la prima volta un giornale anarchico: il
"Freiheit" di J. Most (7). Allontanato dal partito per
le sue posizioni critiche, non cessò per questo la militanza
attiva orientandosi tuttavia in senso sempre più libertario;
è solo al congresso socialista di Bruxelles dell'agosto 1891
che comprenderà in tutta la sua chiarezza l'opposizione fra
anarchici e socialisti. E' durante i lavori congressuali che
incontrò i giovani anarchici tedeschi e strinse amicizia con
il libertario olandese Domela Nieuwenhuis la cui forte personalità
lo impressionò profondamente (8). Determinante fu però
la conoscenza dell'anarchico Karl Hofer che, sotto lo pseudonimo di
Lambert, organizzava il contrabbando di materiale di propaganda dal
Belgio alla Germania dove tra il 1870 e il 1890 erano state adottate
delle leggi che proibivano qualsiasi attività socialista ed
anarchica. Da questo momento Rocker entra in contatto con il
movimento anarchico ufficiale e, ormai pienamente convinto della sua
adesione al socialismo libertario, torna in Germania carico di
opuscoli clandestini consegnategli dal Lambert: alcuni numeri del
giornale anarchico tedesco "Autonomie" stampato a Londra ,
Dio e lo Stato di Bakunin, La morale anarchica di
Kropotkin (9). La lettura di Dio e lo Stato mise "il
diavolo in corpo" al giovane Rocker. Rientrato a Magonza si
impegnò ancor più nella lotta politica e si unì
al locale gruppo libertario che aderiva al Vereins Unhabhangiger
Sozialisten, l'organizzazione fondata nel 1891 quando le tendenze
antiparlamentari e anticentralizzatrici presenti nella
socialdemocrazia tedesca abbandonarono il partito (10). Sempre in stretto rapporto con gli ambienti
dell'esilio, che riunivano partigiani degli Jugen e militanti
anarchici, Rocker si affermò sempre più come uno dei
migliori ed efficaci agitatori libertari. Questa attività lo
costrinse alla fine a fuggire dalla Renania ed a cercare rifugio in
Francia (11). Verso la metà dell'Ottocento vivevano a
Parigi circa 50.000 tedeschi tra cui numerosi erano gli anarchici
e i socialisti, costretti all'esilio dalle leggi repressive varate
dal cancelliere Bismarck, e dai numerosi processi a cui erano
continuamente sottoposti. I più cercavano solitamente rifugio
in Svizzera, perché l'affinità della lingua consentiva
loro, senza grandi sforzi, di poter continuare la propaganda svolta
in Germania. Molti però si recavano in Francia, dove
continuavano a formare gruppi, organizzare comizi e conferenze, a
pubblicare giornali che il governo imperiale tedesco proibiva e
sopprimeva in patria (12). Giunto a Parigi Rocker si recò
immediatamente da Leopold Zack, il responsabile nella capitale
francese degli Unabhangiger Sozialisten, che gli procurò un
alloggio al n.146 di rue Saint-Honoré. La sua fama di
agitatore lo aveva preceduto nella "ville lumiere"
e le sue mosse erano costantemente tenute sotto controllo dalla
polizia: "Il signor Rocker (Rodolphe) - si legge in uno degli
infiniti rapporti che lo riguardano - ha 21 anni ed è
originario di Magonza (Germania). Arrivato a Parigi il 30 dicembre
1892, attraverso Vienna (Austria), questo straniero alloggia da
allora in rue Saint-Honoré n. 146, dove occupa con un
soggetto austriaco, di nome Kacher (Antonio) di 23 anni, panettiere,
una camera ammobiliata per 20 F. mensili di affitto. Egli è
stato condotto a questo indirizzo dal citato Zack (Leopold)
originario di Vienna (Austria) , calzolaio, il quale è stato
oggetto di numerosi rapporti di servizio... Rocker si dice
rilegatore ma, da quando abita nella capitale, non si è
dedicato ad alcuna occupazione lucrativa. Passa la maggior parte del
suo tempo fuori dell'abitazione ed esce frequentemente in compagnia
di Zack. Ritorna abitualmente di buon'ora al suo domicilio; tuttavia
si è osservato che il sabato resta assente fino alle 1 o alle
2 del mattino, ciò fa supporre che egli assista a delle
riunioni di socialisti ed anarchici tedeschi. Si suppone ugualmente
che, come il suo amico Zack, sia membro del Club
Unabhangiger Sozialisten (Associazione dei socialisti
indipendenti), che si riunisce al n.34 di rue de
Foubourg-du-Temple..." (13). Rocker tuttavia non tralasciò
di mantenere contatti regolari anche con il movimento francese e
partecipò attivamente "alle polemiche che opporranno a
quell'epoca coloro i quali preconizzavano la propaganda per il fatto
e coloro che erano favorevoli alla creazione delle Bourses du
Travail e della Confédération Generale du Travail. È
dunque a Parigi che Rocker anarchico venuto dalla socialdemocrazia
tedesca, assorbì i fondamenti del sindacalismo"
(14). Grazie all'amicizia di Jean Grave, che gli procurò
numerosi clienti fra i librai del quartiere latino, Rocker poté
continuare il suo mestiere di rilegatore e guadagnarsi di che
vivere. A quel tempo dirigeva una piccola legatoria insieme a Shlomo
Seinwell Rappoport, rivoluzionario russo che in seguito con lo
pseudonimo di An-Ski divenne uno degli scrittori yiddish più
famosi (15). Agli inizi del 1893 fu introdotto dal suo amico
Niederle, un anarchico ceco, negli ambienti rivoluzionari ebraici di
Parigi, avvenimento che cambierà tutta la sua vita. Lui
stesso ricorderà nelle sue memorie: "...ho tenuto
relazioni quotidiane con i lavoratori ebrei, ho conosciuto i loro
dolori e le loro preoccupazioni; ho preso parte instancabilmente
alle loro lotte per il pane quotidiano, ho diviso con loro gioie e
speranze e ho vissuto nel ghetto come uno di loro. Ho
impiegato i migliori anni della mia vita cercando di stimolare la
loro cultura, fortificare la loro volontà e incitare loro
alla resistenza contro l'arbitrio e la tirannia... Fino a che punto
ho ottenuto qualcosa lo possono giudicare solo gli altri; ma
sicuramente ho portato un poco di luce e di speranza nella loro
grigia vita quotidiana. Posso affermare con coscienza che ho servito
la loro causa onoratamente e senza perseguire scopi personali.
Questo lo sanno i molti che entrarono in relazione con me e che oggi
si trovano dispersi in tutto il mondo. La loro amicizia, gli affetti
stabiliti, la fiducia illimitata che ripongono in me sono la più
bella ricompensa e saranno sempre un ricordo luminoso, specialmente
oggi, quando ho raggiunto la maturità della vita e si
avvicinano per me le ombre della notte" (16). Nel 1894 dopo
l'assassinio di Sadi Carnot e il processo dei Trenta si scatenava in
tutta la Francia la caccia all'anarchico. Leopold Zack, Niederle
ed altri suoi amici furono arrestati ed espulsi dal paese, gli
Unabhaninger e i gruppi anarchici ebraici dovettero cessare le loro
attività. Temendo di incappare nelle maglie della polizia il
31 dicembre di quello stesso anno Rocker si decise a lasciare Parigi
per cercare rifugio a Londra, capitale europea dell'emigrazione
politica (17) .
A Londra nell'East End
La Gran Bretagna, con la sua lunga tradizione
democratica sembrava allora un sicuro rifugio per tutti coloro che
lottavano per la libertà. Con circa cinque milioni di
abitanti, Londra era inoltre la città più grande del
mondo che vantava l'industria più sviluppata ed era meta
agognata per tutti quelli che dall'Europa continentale emigravano in
cerca di lavoro. Nella capitale inglese Rocker ritrovò
come a Parigi i gruppi di esuli e si avvicinò ai socialisti
tedeschi e al Communistische Arbeiter-Bildungs-Verein (CABV) che
aveva la sua sede a Grafton Hall e ricevette l'incarico di
riordinare la vecchia biblioteca dell'associazione, ricca di libri e
documenti sulla storia dei primi dieci anni del socialismo e del
movimento operaio (18). Nei primi giorni del suo soggiorno
londinese Rocker trascorse molto del suo tempo visitando la
gigantesca e oscura metropoli imperiale, girovagando preferibilmente
per gli enormi miserabili "ghetti", "lo stretto
formicaio di strade fra Hockney e Bethnal Green, Shoreditch e
WhiteChapel, i posti della più profonda povertà
intorno a Limehouse e a Shadwell , la zona desolata che si sviluppa
intorno alle installazioni portuali di Londra e, dall'altro lato del
Tamigi, i distretti tenebrosi di Lambeth, Deptford ecc." (19).
E' durante queste escursioni che viene in contatto con gli operai
ebrei della parte orientale e conoscerà la miseria e i tuguri
dell'East End: "Esistevano allora a Londra molte migliaia di
esseri che non avevano mai dormito in un letto e che si
rannicchiavano per la notte in qualche angolo sudicio dove la
polizia non poteva disturbarli. Ho visto con miei propri occhi
migliaia di esseri umani che non si poteva definire tali e che erano
incapaci di svolgere un qualsiasi lavoro. Esseri incredibilmente
cenciosi, coperti di stracci sporchi che non nascondevano alcuna
nudità, esseri umani pieni di pidocchi, di sporcizia, vittime
della fame eterna, che per avere un boccone rovistavano con
bramosia tra gli avanzi mezzi putrefatti che restavano dalla
chiusura dei mercati. Vicoli e strade sudice, con le facciate
delle case semidistrutte, tanto tristi e tetre che nessuna penna
sarebbe capace di tracciare un quadro esatto dello spaventoso
grigiore dei suoi gironi tenebrosi. E in questo inferno di povertà
e di penuria nascevano bambini, vivevano esseri umani consumati
dalle privazioni, logorati anzitempo dalla tortura infinita ed
evitati da tutti gli altri strati della società come un'orda
di lebbrosi e di segnati dal destino" (20). Anche in
Inghilterra il vecchio movimento anarchico tedesco era
frequentemente soggetto a feroci polemiche personali che lo
laceravano e ne limitavano l'attività. Le cause di questa
endemica malattia si spiegano con le condizioni particolari della
Germania dove la maggioranza dei vecchi militanti era passata
attraverso l'esperienza della socialdemocrazia e ne avevano
acquisito la mentalità e i metodi: la pretesa infallibilità
e una disciplina ferrea che non lasciavano sorgere alcun pensiero
libero. Stanco delle eterne querelles che laceravano la prima
sezione del CABV iniziò a frequentare gli anarchici ebrei che
si riunivano allora al Sugar Loaf, un pub in Hambury Street
(21). Pur non conoscendo lo yiddish, ma questo jargon
presentava molte similitudini con il suo platt-deutsch natale, tenne
nell'East End l'8 novembre 1895 la sua prima conferenza sul tema: Il
significato di Karl Marx e di Lasalle per il movimento operaio.
Il successo fu tale che egli dovette ripeterla il 29 novembre e il 3
gennaio 1896. In seno al movimento operaio ebraico e al gruppo
Arbeiter Freund, che da tempo pubblicava un omonimo giornale,
incontrò nella primavera di quell'anno la compagna di tutta
la sua vita, la giovane Milly Witkop ebrea proveniente dall'Ucraina
e attiva militante libertaria (22). Nello stesso periodo apparve il
suo primo contributo alla stampa anarchica yiddish,
pubblicato in un numero speciale dell'"Arbeiter Freund"
dedicato alla Comune di Parigi.
Educare alla libertà
Nel maggio 1898, in un momento economicamente
difficile decise insieme a Milly di emigrare negli Stati Uniti, ma
non essendo sposati furono respinti dalle autorità di
immigrazione davanti alle quali avevano fatto l'elogio della libera
unione. Tornato in Inghilterra si stabilì a Liverpool dove
dietro ripetute insistenze accettò di occuparsi della
redazione di un nuovo settimanale anarchico ebraico il "Dos
Fraye Vort" di cui uscirono otto numeri fra il 29 Luglio e il
17 settembre 1898 (23). Sebbene non sapesse ancora decifrare
l'alfabeto ebraico e dovesse far tradurre i suoi articoli da Moritz
Jegher (24) il successo ottenuto dal giornale fu tale da indurre gli
anarchici ebrei londinesi a stampare nuovamente l'"Arbeiter
Freund" che aveva cessato le pubblicazioni dal marzo dell'anno
prima. Rocker e un gruppo entusiasta di giovani militanti ne
assunsero la direzione e riuscirono a far vivere il periodico fino
al gennaio 1900 quando a seguito di gravi difficoltà
finanziarie furono costretti a chiuderlo (25). Due mesi più
tardi, precisamente il 16 marzo, grazie all'interessamento di un
tipografo, Rocker poté pubblicare una nuova rivista
intitolata "Zherminal". Il sottotitolo "organo della
concezione anarchica del mondo" rispecchiava la posizione
ideologica di Rocker: "Benché vicino alle idee di
Kropotkin - scriveva rievocando quegli anni - già allora mi
sembrava chiaro che gli aggettivi soliti, mutualista, collettivista
o comunista, non avevano un significato importante. Quello che
importava soprattutto era di educare gli uomini alla libertà
e allenarli alla creazione di un pensiero proprio. Tutte le ipotesi
economiche per il futuro, che dovrebbero essere provate da
esperienze pratiche, sono buone se assicurano all'uomo il prodotto
del suo lavoro e hanno per scopo una trasformazione sociale della
vita che offra all'individuo la possibilità di sviluppare
liberamente le sue attitudini naturali, senza essere influenzato da
disposizioni rigide e dogmi vuoti. La mia intima convinzione mi dice
che l'anarchismo non può essere interpretato come un sistema
chiuso né come una soluzione per il millennio venturo, perché
considera la libertà come condizione indispensabile in tutti
i domini dell'azione e del pensiero umano e giustamente per questo
non può essere legato a direttive rigide e inalterabili. Per
questa ragione le sue aspirazioni sono illimitate e non possono
essere rinchiuse in un programma determinato né essere
prescritte come regole fisse per l'avvenire" (26). Il 29
febbraio 1901 si cercò di rilanciare l'"Arbeiter Freund"
ma il gruppo era troppo debole per sostenere la pubblicazione di un
giornale per cui anche questo ennesimo tentativo dopo qualche mese
naufragò. Rocker e la moglie si recarono allora a Leeds, dove
esisteva un movimento più numeroso e più attivo, e vi
restarono fino al settembre 1902. Nell'ottobre di quell'anno,
dietro pressione degli anarchici ebrei londinesi, Rocker tornò
nella capitale britannica per preparare un congresso dei gruppi
anarchici ebraici, congresso che si svolse dal 25 al 26 dicembre
1902. La conferenza terminò i suoi lavori approvando la
nascita della Federazione dei gruppi anarchici di lingua yiddish di
Gran Bretagna e Parigi. Inoltre il 20 marzo 1903, come stabilito dai
deliberati del congresso, l'"Arbeiter Freund" riappariva
per durare questa volta fino al 1916 (27). Il congresso segnava
il superamento della difficile crisi interna che aveva paralizzato
per quasi due anni il movimento anarchico ebraico e grazie alla
particolare posizione di "ebreo-non-ebreo", Rocker riuscì
a coinvolgere nel lavoro di riorganizzazione e di propaganda anche
circoli inglesi e di altre nazionalità europee. Inoltre cercò
con tutti i mezzi di favorire una solidarietà concreta sul
piano politico e sindacale e riuscì ad organizzare
manifestazioni comuni di operai ebrei e inglesi (28). È
sempre sotto la sua influenza che la manifestazione di protesta
contro il pogrom di Kishinev (1903) (29) divenne l'occasione
di una grande dimostrazione unitaria. Malgrado gli incitamenti al
boicottaggio lanciati dal rabbinato, venticinquemila persone si
riunirono ad Hyde Park per ascoltare gli oratori del movimento
operaio ebraico due dei quali non erano ebrei: Rocker e
Tcherkesov. Particolare importanza dal punto di vista sindacale
fu la lotta che promosse contro il sweating system espressione
che designava le pessime condizioni di lavoro cui erano sottoposti
gli immigrati ebrei caratterizzate dall'irregolarità
dell'impiego, dalla durata eccessiva del lavoro, da bassi salari e
da una insalubrità impressionante. Nel 1906 il movimento
libertario ebraico inaugurava una propria sede in Jubilee Street che
sotto la direzione di Rocker divenne nello stesso tempo un luogo
di riunione per gli immigrati toccati dalla propaganda
rivoluzionaria e un centro culturale yiddish che disponeva di
una delle più belle sale dell'East End di Londra dove si
potevano incontrare anche Lenin e Cicerin e evidentemente il vecchio
anarchico Kropotkin (30). L'anarchismo di Rocker era soprattutto
nonviolento, l'individualismo esasperato e il ricorso al terrorismo
gli erano estranei. In realtà si potrebbe affermare che fosse
"un socialista libertario che aveva abiurato de facto la
propaganda con il fatto: se si vuole, una specie di
anarco-democratico". Ma la reputazione che lo circondava era
tutt'altra. Il caso Houndisditch, tre lettoni dichiaratisi anarchici
avevano aperto il fuoco contro la polizia, contribuì a
forgiare il mito dell'esistenza di un preteso reparto di terroristi
anarchici ebrei a Londra. Rocker aveva d'altronde avversari nel seno
stesso del movimento anarchico e un gruppo rivale, il Frayhayt
guidato da Pierre Ramus (Rudolf Grosmann) lo accusò più
volte di essere un agente tedesco (31). Nel 1911 l'Inghilterra fu
percorsa da un'ondata di lotte sociali. Marinai, portuali e minatori
entrarono successivamente in agitazione. L'East End non tardò
ad essere a sua volta contaminato. Quando poi nel 1912 gli ottomila
tessili inglesi del West End scesero in sciopero, anche gli operai
ebrei dell'abbigliamento incrociarono le braccia incitati da Rocker.
La battaglia fu dura, ma si concluse con una completa vittoria: "Lo
sciopero del l912 - scrisse in seguito Rocker - non solo dette ai
lavoratori ebrei grandi benefici materiali, ma creò per la
prima volta le condizioni per un lavoro migliore; nello stesso
tempo, l'intervento virile e deciso dei lavoratori ebrei in questa
lotta difficile valse loro il rispetto dei colleghi inglesi,
rispetto che non potrà mai essere scalfito da qualcuno"
(32).
In campo di concentramento
Con lo scoppio della prima guerra mondiale la
situazione di Rocker e degli altri internazionalisti divenne
difficile. Il paese viveva in quei giorni una collettiva isteria
antitedesca che condusse all'internamento di migliaia di pacifici
cittadini stranieri in grandi campi di concentramento. Anche Rocker
veniva arrestato il 2 dicembre 1914 in quanto suddito di una potenza
nemica e internato nel campo di prigionia Olympia dove trascorrerà
una parte della sua detenzione prima di essere condotto a bordo del
Royal Edward e, più tardi, al campo Alexandra Palace a nord
di Londra. Milly fu invece arrestata il 26 luglio 1916 e rinchiusa
per due anni nella prigione d'Aylesbury. Il figlio maggiore, Rudolf,
passò quasi tre anni internato in un campo (33). L'arresto
e la privazione della libertà non furono per Rocker dolorosi
quanto l'aver appreso la defezione del movimento operaio e
socialista europeo di fronte al problema della guerra. I partiti
socialisti e la classe operaia dei paesi belligeranti avevano
abdicato ai loro principi e si erano posti al servizio dei
rispettivi governi borghesi. Era terminato un capitolo della storia
del socialismo e Rocker si convinse che il nazionalismo era
incompatibile con la pace, con la solidarietà umana, con il
socialismo, con la cultura, che sono il frutto della libertà
e possono sperare solo con essa (34).
Il ritorno in Germania
Nel marzo 1918, quando si approssimava la fine
della guerra, Rocker fu espulso e inviato in Germania. L'agonizzante
impero tedesco non aveva dimenticato la sua attività
rivoluzionaria e l'ingresso nel paese gli fu negato col pretesto che
aveva oramai perso la cittadinanza. Obbligato a passare in Olanda
visse qualche tempo a Hilversum nella casa del vecchio militante
libertario Domela Nieuwenhuis. Infine nel novembre di quello stesso
anno poteva finalmente recarsi a Berlino con la moglie e il figlio
ospite di Fritz Kater, il presidente della Freie Vereinigung
Deutscher Gewerkschaften il battagliero sindacato fondato nel 1897
dai gruppi socialisti rivoluzionari che si opponevano alle tendenze
centralizzanti dei sindacati socialdemocratici (35) . Forte della
sua esperienza nell'East End di Londra, Rocker si lanciò con
entusiasmo nel lavoro di ricostruzione di un vero movimento
rivoluzionario e libertario. Le correnti anarchiche del movimento
operaio tedesco e la tradizione sindacalista rivoluzionaria erano
incarnate nella Freie Vereinigung che prima della guerra contava
circa 8.000 membri. Al suo XXII congresso, che si tenne a Berlino
dal 27 al 30 dicembre 1919, Rocker fece adottare la dichiarazione di
principi del sindacalismo "che ripudia lo Stato e il
parlamentarismo". L'organizzazione, che in quella occasione
assunse la nuova denominazione di Freie Arbeiter Union Deutschlands
si dichiarò da allora anarcosindacalista tout court (36).
Essa giocò un ruolo molto importante sotto la Repubblica di
Weimar attraverso i suoi numerosi organi di stampa, sia locali che
nazionali, e le molte federazioni d'industria e di mestiere sparse
per tutti i Land. La Freie Arbeiter Union raggiunse, in buona parte
grazie all'instancabile lavoro di Rocker, il suo massimo sviluppo
proprio in quegli anni arrivando ad inquadrare circa 120.000 membri,
mentre il suo organo di stampa, il settimanale "Der
Syndikalist" raggiunse la tiratura di 100.000 esemplari.
Insieme a Rocker, Augustin Souchy e Arthur Lehning contribuirono a
fare della stampa anarco-sindacalista un utile strumento di
formazione e propaganda (37). Parallelamente alla Freie Arbeiter
Union agiva la Federation Kommunistischer Anarchisten Deutschland
che pubblicava un proprio giornale "Der Freie Arbeiter".
La bohéme artistica e letteraria collaborava
attivamente con il movimento libertario e il suo esponente più
illustre Erich Muhsam pubblicherà dal 1920 al 1931con la
collaborazione di Rocker la rivista "Fanal", l'organo
teorico più famoso dell'anarchismo tedesco (38). I rapporti
fra i due erano basati su una profonda amicizia e sulla reciproca
stima e si fecero più stretti in seguito alla repressione da
parte del governo socialista della Repubblica dei consigli di
Baviera. Come Gustav Landauer, Ernst Toller, lo stesso Muhsam, anche
Rocker, benché estraneo al movimento, fu arrestato dagli
uomini di bluthund Noske e tradotto allo Schutshaf per sei
settimane con l'accusa di essere un pericoloso agitatore anarchico
(39). Una volta libero iniziò a scrivere articoli ed a tenere
conferenze sul tema del nazionalismo che considerava il principale
nemico della democrazia e del socialismo e iniziando a raccogliere
il materiale per la sua grande opera Nazionalismo e cultura .
Per un'Internazionale antiautoritaria
Gli anni turbolenti del primo dopoguerra, furono
ulteriormente scossi dalle notizie che giungevano dalla Russia
sovietica, dove il governo bolscevico stava conducendo una politica
repressiva nei confronti di tutte le opposizioni organizzate. Di
fronte alle persecuzioni a cui era sottoposto il movimento anarchico
Rocker confermava il suo giudizio negativo sul regime comunista in
un articolo intitolato Il sistema dei soviet e la dittatura
pubblicato il 15 maggio 1920 sul "Freie Arbeiter Stimme"
il giornale degli anarchici ebrei newyorchesi. Successivamente le
testimonianze dirette di Emma Goldman, Alexander Berkman, Petr
Archinov, Alexander Shapiro, confermarono eloquentemente il pericolo
che rappresentavano i bolscevichi per la rivoluzione (40). E' in
risposta alla situazione determinatasi in Russia e allo sforzo
bolscevico di creare una internazionale operaia che rispondesse
esclusivamente ai disegni e agli interessi dello Stato sovietico che
negli ambienti libertari iniziò a manifestarsi l'idea di
creare una internazionale operaia rivoluzionaria antiautoritaria.
Rocker investirà tutte le sue energie in questo progetto che
si materializzerà concretamente con la costituzione della
Associazione internazionale dei lavoratori. Al congresso costitutivo
della nuova Internazionale che si tenne a Berlino dal 25 dicembre
1922 al 2 gennaio 1923, e a cui parteciparono delegati cileni,
argentini, tedeschi, olandesi, russi, Rudolf Rocker, Augustin Souchy
e Alexander Shapiro furono eletti membri del segretariato
internazionale (41) . La posizione chiave di Berlino, tappa
obbligata per i delegati europei in cammino verso le riunioni
dell'Internazionale dei sindacati rossi, l'esperienza internazionale
di Rocker e di molti militanti della Freie Arbeiter Union,
contribuirono a rafforzare l'Associazione che solo il nazifascismo e
la guerra riuscirono ad indebolire. Questo periodo è
fruttuoso anche per Rocker che oltre al lavoro sindacale continuò
la sua attività di scrittore e stabilì nuovi e
proficui rapporti con rifugiati e militanti libertari di ogni paese.
In quegli anni furono pubblicati: Der Bankerotte des Russischen
StaatsKommunismus, Berlino, l921; Artistas y rebeldes.
Escritos literarios y sociales, Buenos Aires, 1922; Johann
Most, das Leben eines Rebellen, Berlino, 1924; Ideologia y
tactica del proletariado moderno, Barcellona, 1928. Questa vasta produzione letteraria
culminò
nella grande opera di filosofia politica Nazionalismo e cultura,
che Albert Einstein qualificò "straordinariamente
istruttiva", Thomas Mann "libro profondo e altamente
spirituale" e Bertrand Russell "una brillante critica del
culto dello Stato, la dominante e più nociva superstizione
del nostro tempo" (42). La propaganda attraverso gli scritti
non gli fece dimenticare le sue buone qualità di oratore per
cui continuò a tenere decine di conferenze e dibattiti sia
in Germania che in altri paesi europei. Nel giugno 1929 fu in Svezia
su invito della Sveriges Arbetares Centralorganisation e nel 193l
partecipò al IV Congresso dell'A.I.T. che ebbe luogo a
Madrid. Nell'agosto di quello stesso anno tornò in Olanda per
assistere all'inaugurazione del monumento eretto in Amsterdam a
Domela Nieuwenhuis. Ma la Germania correva ormai inesorabilmente
verso il nazismo.
Di nuovo in esilio
Dopo l'incendio del Reichstag e i primi arresti che
si abbatterono sul movimento operaio tedesco, Rocker, Milly e i
loro figli Rudolf e Firmin, lasciarono la Germania attraverso la
frontiera svizzera sull'ultimo treno non controllato dalle camicie
brune. Da Zurigo dove si intrattiene con il vecchio pensatore
socialista Fritz Brupbacker, entra illegalmente in Francia ed è
ospite per alcune settimane di Emma Goldman nella sua casa di
Saint-Tropez. Raggiunta ben presto Parigi, si sforzò
attraverso conferenze e incontri personali di far comprendere al
movimento operaio e socialista e a tutte le forze sinceramente
democratiche il grave pericolo che incombeva minaccioso sull'Europa
intera in seguito alla presa del potere da parte di Hitler. Ma ad
eccezione dell'economista olandese Christian Cornelissen, furono
pochi coloro che avvertirono la gravità del momento. Dalla
Francia Rocker e la famiglia si trasferirono in Inghilterra accolti
affettuosamente dai parenti di Milly e da una moltitudine di vecchi
militanti del movimento anarchico ebraico. Dopo essere rimasti
presso gli amici inglesi per alcuni mesi, il 27 agosto 1933 si
imbarcarono a Southampton diretti negli Stati Uniti. In America
Rocker non rinunciò alla sua attività intellettuale e
alla sua militanza libertaria (43). All'ombra della statua della
libertà organizzò nuovi tours di conferenze,
riallacciò vecchi contatti e compì "uno sforzo
gigantesco per far conoscere al pubblico americano e in special modo
agli intellettuali liberal, che avevano una visione distorta
e ingenua della situazione politica europea, la barbarie che avrebbe
rappresentato il nazionalsocialismo trionfante per il mondo intero"
(44). Infine durante la guerra civile spagnola si impegnò con
il vigore che l'aveva sempre contraddistinto nella campagna di
solidarietà con le forze antifasciste che lottavano contro la
cospirazione clerico-militare guidata dal generalissimo Francisco
Franco. Nel 1937 Rocker e la moglie si stabilirono a Crompond, in
una casetta donata loro dagli anarchici ebrei, situata nella colonia
fondata da Herry Kelly sulle sponde del lago Mohegan dove non cessò
mai il suo proficuo lavoro di scrittore. Oltre a rivedere il suo
capolavoro Nazionalismo e cultura, pubblicato nel 1937 negli
Stati Uniti dalla casa editrice Covici-Friede di New York, scrisse
diversi libri e opuscoli sulla guerra civile spagnola, sui problemi
del socialismo e dell'anarchismo e sulla storia delle idee
libertarie. A tutta questa produzione letteraria, di cui non si deve
dimenticare il suo articolo settimanale per il "Freie Arbeiter
Stimme", va aggiunta la sua monumentale autobiografia che
decise di scrivere su consiglio insistente di Max Nettlau. Questo
lavoro che consiste in tre volumi, fu pubblicato a Buenos Aires tra
il 1947 e il 1952. Il secondo volume fu tradotto in yiddish e
in inglese con il titolo The London Years e fu commentato
favorevolmente dalla stampa anglo-americana (45). Un accenno merita
l'opuscolo Zur Betrachtung der Lage in Deutschland pubblicato
nel 1947 a Stoccolma grazie al contributo finanziario di amici e
militanti americani, inglesi e svedesi. Di fronte alla complessa
e tragica situazione tedesca dell'immediato dopoguerra, Rocker
richiamava il movimento anarchico ad una politica costruttiva e
immediatamente realizzabile. Purtroppo però egli non poté
contribuire alla ricostruzione del movimento operaio tedesco, le
autorità di occupazione gli vietarono il ritorno in patria.
Restò dunque negli Stati Uniti fino alla sua morte avvenuta a
New York il 10 settembre 1958 (46). Tra la fine dell'Ottocento e
i primi del Novecento il mondo occidentale visse un periodo di
grandi trasformazioni, che minarono le convinzioni politiche, morali
e artistiche delle generazioni passate.
Socialismo contro totalitarismo
Trent'anni d'espansionismo imperiale, il dinamismo
dei moderni stati industriali, il nuovo universo meccanizzato
conseguenza del trionfo della tecnica, la violenta impennata
dell'attività rivoluzionaria con il collegamento fra
sindacati operai e azione di massa, contribuirono a stimolare
maggiormente il bisogno psicologico di un nuovo ordine sociale e
morale. Ma le grandi speranze di una palingenesi totale dell'ordine
costituito furono ben presto frustrate dallo scoppio della prima
guerra mondiale e svanirono definitivamente in seguito al fallimento
della rivoluzione in Europa, dalla svolta autoritaria del nuovo
governo bolscevico ed infine dall'affermazione del fascismo in
Italia e successivamente del nazismo in Germania. Questi
avvenimenti, e la constatazione che rivoluzione sociale comunista e
rivoluzione nazionale fascista davano luogo in pratica a
strutture politiche identiche, segnarono una svolta decisiva nel
pensiero di Rocker. Di fronte alla brutalità del potere rosso
e alla devastante e inarrestabile prepotenza nazista, una prepotenza
questa vissuta e subita in prima persona, giunse alla conclusione
che i regimi totalitari scaturiti da quelle esperienze erano di
natura del tutto diversa rispetto alle precedenti forme di governo,
anche le più autoritarie, del sistema capitalista. Il
totalitarismo era qualcosa di assolutamente nuovo nella storia, non
era il prodotto diretto della civiltà borghese e liberale.
Questa convinzione, come scrive giustamente Nico Berti, lo portò
a ritenere che gli anni '20 e '30 del nostro secolo segnassero una
svolta storica irreversibile, poiché erano testimoni di una
lotta mortale fra la civiltà e la barbarie. La civiltà
era rappresentata dalle originarie conquiste liberali e
democratiche, la barbarie da tutto ciò che si andava
aggregando attorno alle forze tese all'abbattimento di queste
conquiste (47). Una simile riflessione apriva naturalmente un
capitolo interessante della storia del pensiero anarchico perché
poneva il problema della natura ideologica dell'anarchismo quale
"sintesi logica di liberalismo e di socialismo, più
qualcos'altro" (48). Il socialismo non era per Rocker un
semplice problema di "pancia piena", ma un problema
culturale che avrebbe dovuto favorire il massimo sviluppo della
personalità e della libera iniziativa degli individui. Il
socialismo insomma non poteva che essere il completamento e la
continuazione naturale del liberalismo che teorizzava una società
di uomini liberi dove l'individuo fosse criterio di tutto. "Il
socialismo moderno - scriveva Rocker - non è, in fondo, se
non la continuazione naturale delle grandi correnti liberali dei
secoli XVII e XVIII. Fu il liberalismo che assestò il primo
colpo mortale al sistema assolutistico dei principi, aprendo nello
stesso tempo, nuove vie alla vita sociale. I suoi rappresentanti
intellettuali, che videro nella massima libertà personale la
leva di ogni riforma culturale, riducendo le attività dello
Stato al minimo indispensabile, aprirono prospettive completamente
nuove in relazione allo sviluppo futuro dell'umanità,
sviluppo che, forzatamente, porterà al superamento di ogni
tendenza assolutistica, così come ad una organizzazione
razionale nell'amministrazione dei beni sociali, se le sue
concezioni sull'economia avanzeranno allo stesso passo delle sue
concezioni politico sociali" (49). Quanto scritto sopra
spiega esaurientemente il tentativo di Rocker di scindere le
responsabilità storiche del capitalismo dalle originarie
premesse liberali e democratiche in opposizione alla interpretazione
marxista che vincola il liberalismo con la libera impresa e la
Scuola di Manchester. Il capitalismo non sarebbe stato che la
creazione economica della coscienza assolutistica a cui il
liberalismo si sarebbe sempre opposto. Se quest'ultimo infatti fosse
stato interamente conseguente dalle sue premesse non avrebbe potuto
che essere anticapitalista e pertanto socialista. In sostanza per
Rocker il capitalismo avrebbe tradito le originarie ed autentiche
indicazioni date dall'ideologia liberale e democratica. Il
capitalismo sarebbe dunque la negazione storica del liberalismo e
del radicalismo, o per lo meno di un certo "liberalismo" e
di un certo "radicalismo" (50). Rocker riconosceva che
molti pensatori libertari come Godwin, Thomson, Proudhon, Pisacane,
avevano considerato giustamente il socialismo come la conclusione
economica delle promesse politiche del liberalismo, ma la
maggioranza dei socialisti avevano finito per porre l'uno contro
l'altro e nella loro lotta contro l'oppressione capitalistica
avevano fatto ricorso al vecchio arsenale dell'assolutismo: in primo
luogo la filosofia hegeliana con la sua concezione dello Stato e in
secondo luogo il centralismo esasperato e la concezione della élite
rivoluzionaria tipiche del giacobinismo. Anche Marx aveva attinto a
queste fonti per giustificare la sua teoria della dittatura del
proletariato e della pretesa "missione storica" della
classe operaia destinata a trasformarsi in "becchino della
borghesia". Per Rocker l'idea marxiana di classe era un'idea
astratta, nel migliore dei casi un concetto di classificazione
sociale, che poteva non essere valido in determinate circostanze
tanto che né Marx né altri erano stati capaci di
tracciarne un limite fisso dandogli una definizione esatta.
Succedeva con le classi quello che accadeva con le razze: nessuno sa
dove termina una e dove comincia l'altra (51). Secondariamente
attribuire ad una classe determinati compiti storici lo trovava in
palese contrasto con l'esperienza così come considerava una
mera speculazione presupporre che la storia progredisse secondo un
processo naturale che si sviluppa indipendentemente dalla volontà
umana.
La lezione del bolscevismo
L'errore fondamentale del materialismo storico
consisteva per lui nel considerare gli avvenimenti sociali al
pari di fenomeni fisici: "La scienza - scriveva - si occupa
esclusivamente dei fenomeni che si mostrano nel gran quadro che
chiamiamo natura, i quali sono perciò vincolati allo spazio
ed al tempo e riconducibili ai calcoli del pensiero umano. Il regno
della natura è infatti un mondo di necessità
meccaniche e di connessioni interiori in cui ciascun evento accade
secondo leggi di causa ed effetto. In questo mondo niente è
casuale, qualsiasi atto arbitrario riesce impensabile. La scienza si
limita perciò a trattare esclusivamente dei fatti, ed un
unico fatto che contraddica gli esperimenti da cui è stato
preceduto e non si integri con la teoria già formulata può
gettare all'aria la più ingegnosa dottrina... Proprio questo
manifestarsi di una legge ferrea nello svolgimento eterno degli
eventi cosmici e fisici suggerì a diversi pensatori l'idea
che anche gli eventi della vita sociale umana fossero soggetti alla
stessa ferrea necessità e potessero quindi calcolarsi e
spiegarsi con metodi scientifici. La maggior parte delle teorie
storiche sono ancorate a questo erroneo concetto, che poteva
essere ammesso dalla mente umana solo ponendo sullo stesso piano le
leggi proprie dell'esistenza fisica ed i desideri e i fini degli
uomini, i quali invece possono considerarsi come risultati del loro
pensiero (52). Questo non significava che anche nella storia come
nella natura non si verificassero fenomeni di causa ed effetto, ma
negli eventi sociali le cause stavano sempre nei desideri umani,
mentre nella natura si avevano sempre cause di necessità
fisica. Queste ultime operano al di fuori di ogni azione umana
mentre le prime sono solo manifestazioni della volontà umana.
Le idee religiose e politiche, le forme di produzione e della
proprietà non erano necessità implicite della nostra
esistenza fisica, ma solo i risultati del nostro desiderio di
riuscire a realizzare scopi precedentemente ipotizzati (53). Questa
credenza "dello sviluppo meccanico di ogni accadimento storico
sulla base di un processo inevitabile, che tiene il suo fondamento
nella natura delle cose, è ciò che ha fatto più
danno al socialismo, perché ha distrutto tutte le premesse
etiche, imprescindibili per l'idea socialista..." (54) . Da
questo preteso determinismo derivava anche la teoria della dittatura
del proletariato, il periodo di transizione necessario secondo
Marx per passare dalla società capitalista ad una società
senza classi, ma "l'esperimento del bolscevismo in Russia ha
dimostrato chiaramente, scriveva Rocker, che per mezzo della
dittatura si può arrivare al massimo ad un capitalismo di
Stato, non al socialismo. Anche una società senza proprietà
privata può schiavizzare un popolo. La dittatura può
sopprimere una vecchia classe, però si troverà sempre
obbligata ad accudire ad una casta di governo formata dai suoi
propri sostenitori, conferendo loro privilegi che il popolo non
avrà. La dittatura come "movimento di liberazione",
è spinta dalla logica delle circostanze ad essere uno
strumento di oppressione, sostituendo una forma antica di schiavitù
con una nuova. Anche la cosiddetta "dittatura del proletariato"
non è in realtà, se non una dittatura sul
proletariato, anche se immaginata come temporanea, come periodo di
transizione. Perché ogni governo provvisorio mostra la
tendenza a convertirsi in permanente come sostenne Proudhon"
(55). Senza la libertà il socialismo avrebbe condotto
solamente a un tetro capitalismo di Stato che avrebbe sacrificato
tutti gli interessi individuali ad un fittizio interesse collettivo.
Il comunismo autoritario marxista era dunque in antitesi al
liberalismo, spettava ai veri rivoluzionari opporsi fermamente al
"socialismo di Stato"'e rivendicare parte dell'originario
pensiero liberale perché una vera società libertaria
ed egualitaria non poteva non prescindere dalla realizzazione
effettiva della piena autonomia di ogni individuo nella libertà
e nella piena autonomia di tutti gli altri. L'opposizione al
comunismo autoritario non aveva naturalmente fatto passare in
secondo piano la lotta contro il fascismo. A differenza di coloro
che fra le due guerre mondiali non avevano ancora capito niente del
fenomeno totalitario, Rocker aveva prontamente identificato
bolscevismo e fascismo come due correnti antitetiche della medesima
idea dello Stato nate da una unica fonte e disposte entrambe a
sacrificare al Moloch di una macchina statale onnipotente ogni
diritto personale, ogni conquista libertaria del passato. Di tutte
le tirannie il fascismo era comunque la peggiore perché le
reazioni spirituali che generava erano fra le più pericolose
e le più inumane, in quanto aspirava a fare delle barbarie
una condizione permanente, distruggendo ogni diritto, ogni libertà
conquistata lentamente con secoli e secoli di lotte.
Contro le barbarie nazista
Quando nel 1933 anche la Germania si arrese alla
violenza nazista, cosciente del pericolo che correva la civiltà
umana, Rocker delineò una scala gerarchica di priorità
ponendo al primo posto la vittoria sul totalitarismo. La convinzione
dl questa necessità, che dominava ogni altra preoccupazione,
è evidente nella posizione assunta di fronte alla seconda
guerra mondiale. Pur essendo sempre stato ostile all'attuale
ordine sociale di cose e sempre avversario deciso della guerra,
ciò non gli impedì di considerare i criminali del
Terzo Reich come i veri ed unici responsabili del conflitto: "Non
si può parlare in alcun modo di una distribuzione di
colpevolezza, poiché i fatti sopravvenuti sono tanto chiari
che chiunque non sia cieco deve ammettere che gli assassini e gli
incendiari del "Terzo Reich" hanno pensato con freddo
calcolo e cinica brutalità a questa guerra, l'hanno preparata
e portata ad esecuzione, dopo che Hitler si coprì le spalle
mediante il patto con Stalin. E' stato Hitler ad inaugurare in
Europa il "periodo delle sorprese" come cinicamente egli
stesso lo chiamò. Il suo intervento e quello di Mussolini
nella guerra civile spagnola fu il primo passo per una nuova
catastrofe mondiale" (56). Addebitare esclusivamente ai
nazisti la volontà di scatenare la guerra non significa che
Rocker assolvesse le potenze occidentali dalle loro responsabilità
storiche, anzi la debolezza diplomatica dimostrata di fronte alla
prepotenza hitleriana rappresentano caso mai una colpa in più:
"Nessuno, scrive, può sostenere che l'Inghilterra, la
Francia, la Polonia e gli Stati Uniti hanno voluto la guerra, che fu
loro imposta direttamente dalla continua rapacità d'una banda
di "gangster politici". Se si può parlare di una
colpa qualunque, essa esiste solo nel fatto che Inghilterra e
Francia acconsentirono tranquillamente che Hitler rompesse uno dopo
l'altro gli accordi del Trattato di Versailles, che abbandonassero
senza resistere l'Austria e la Cecoslovacchia alla barbarie nazista,
non impedissero che i Trusts capitalistici, preoccupati solo dei
loro guadagni, consegnassero a Hitler durante anni e anni, materie
prime ed altre cose che gli occorrevano per i suoi preparativi
bellici" (57). Tuttavia queste considerazioni non potevano
assolutamente spostare la priorità dell'abbattimento del
nazismo, uno dei regimi più brutali che l'umanità
avesse conosciuto. Anche in una serie di scritti pubblicati nel
giornale anarchico di Buenos Aires "La protesta", più
tardi raccolti in volume sotto il titolo La segunda guerra
mundial: Interpretaciones y ensayos de un hombre libre (58),
Rocker ribadiva questo suo punto di vista in merito agli avvenimenti
dell'ultimo conflitto mondiale. Quello che gli premeva rilevare era
che in gioco non vi fosse solamente la sconfitta militare di questo
o quello schieramento, bensì la distruzione di ogni conquista
spirituale e culturale che lentamente si erano andate affermando in
Europa nel corso di molti secoli . I nazisti avevano già
distrutto intenzionalmente tutto il patrimonio culturale della
comunità tedesca e strappato violentemente la Germania dal
consesso delle nazioni civili. Non si poteva rimanere indifferenti,
era necessario spezzare con ogni mezzo l'avanzata del nazismo che
stava per soffocare tutta l'Europa e il mondo; la guerra al
nazismo andava combattuta fino in fondo senza tentennamenti e
reticenze. Le critiche di altri anarchici che lo accusarono di
essere un guerrafondaio al servizio di governi imperialisti, non gli
fecero mutare questa posizione attiva nella lotta contro il
nazi-fascismo. Le motivazioni ideali che lo spingevano in questa
battaglia erano le stesse che lo avevano sempre mosso contro
l'autoritarismo, contro il totalitarismo di qualunque forma e
colore: "Mai in vita mia sono stato fermamente persuaso come lo
sono oggi della esattezza eterna delle nostre concezioni. proprio
per questo, quando un nuovo assolutismo brutale del pensiero
minaccia di avvelenare tutti gli aspetti della vita sociale, è
necessario difendere con tutte le forze il grande tesoro ideale dei
nostri precursori... applicando ad ogni nuovo problema dell'era
nuovissima la filosofia della libertà e cercando per essa una
realizzazione pratica. L'anarchismo non è un sistema di idee
chiuso ma una interpretazione del pensiero che si trova in continua
circolazione, che non si può racchiudere in una cornice
fissa, se non si vuole rinunciare ad esso" (59).
1) D.A. De Santillan, Introducion, in R.
Rocker, La segunda guerra mundial. Interpretacion y ensayos de un
hombre libre, Buenos Aires, 1943, p. 9.
2) C. Ward, People and ideas: Rudolf Rocker,
1873-1958, "Freedom", 27 settembre 1958.
3) H. Becker, Escales à Paris,
"Itineraire", n.4, 1988, p. 9.
4) R. Rocker, La juventud de un rebelde,
Buenos Aires, 1947 , p. 126.
5) C. Ward, op. cit.
6) La presenza di questa opposizione in seno al
partito socialdemocratico tedesco permise al movimento anarchico
all'epoca decisamente minoritario di mettere radici anche in
Germania e di non rappresentare solo un ideale. Gli Jugen
erano forti numericamente a Berlino, Magdeburgo e Dresda; nel 1891
lasciarono definitivamente il partito e fondarono il Verein
Unabhangiger Sozialisten. Il loro organo di stampa ufficiale fu il
giornale "Der Sozialist" che dal 1893 fu diretto da Gustav
Landauer. Il giornale pubblicò articoli di Landauer e
traduzioni di testi dei maggiori teorici dell'anarchismo.
Sugli Jugen si veda:
1. FETSCHER, Bernestei e la sfida all'ortodossia
in Storia del marxismo.
2. Il marxismo nell'età della II
lnternazionale, Torino, 1979, p. 237-274.
Sulla storia della socialdemocrazia tedesca si
veda:
G.D.H. COLE, Storia del pensiero socialista,
Bari, 1967, 5 voll.,
Sull'anarchismo tedesco si veda:
M. NETTLAU, Breve storia dell'anarchismo,
Cesena, 1964, p. 57-59 e p.229-233;
M. NETTLAU, Bibliographie de l'anarchie, New
York, 1968, p. 156-166;
G. WOODOOCK, L'anarchia. Storia delle idee e dei
movimenti libertari, Milano, 1966, p. 377-383.
7) Gustav Landauer (1870-1919) filosofo e saggista
tedesco esercitò una grande influenza sul movimento operaio
tedesco e sul movimento "spartachista". Nel 1919 prese
parte alla Repubblica dei consigli di Baviera e fu commissario per
l'istruzione pubblica. Tra le sue iniziative quella dell'apertura
delle Università a chiunque avesse compiuto diciotto anni, la
soppressione degli esami e la riduzione dei titoli universitari.
Durante la repressione del movimento comunista bavarese, Landauer fu
assassinato dai soldati mandati da Berlino. Il responsabile del suo
assassinio era un aristocratico Junker, Il maggiore barone Von
Gagern che non fu mai punito e neppure processato. Johann Most
(1846-1906), come Rocker, rilegatore di libri, fu membro del
Reichstag ma nel 1878 si convertì all'anarchismo. Espulso dal
partito socialdemocratico nel 1880, già nel 1879 aveva
fondato a Londra un suo giornale "Die Freiheit" il primo
giornale anarchico pubblicato sul suolo inglese che influenzerà
fino alla fine del secolo i socialisti più rivoluzionari sia
in Germania che all'estero. Costretto ben presto a lasciare
l'Inghilterra agli inizi del 1882 era in America con il suo "
Freiheit" che continuerà a pubblicare fino alla sua
morte.
8) Al congresso di Bruxelles gli anarchici non
erano stati invitati. Durante i lavori congressuali gli anarchici
presenti furono espulsi. L'unico che poté restare in aula fu
D.Nieuwenhuis che sebbene continuamente interrotto dai delegati
marxisti cercò di mettere all'ordine del giorno gli scottanti
problemi del parlamentarismo e del suffragio universale. Il
rivoluzionario olandese fu il primo a porre con vigore anche il
problema dell'atteggiamento da tenere in caso di guerra,
proponendo, se fosse stata dichiarata, di rispondere con lo sciopero
generale. La proposta venne respinta dalla maggioranza marxista.
Cfr. D. TARIZZO, L'anarchia. Storia dei
movimenti libertari nel mondo, Milano, 1976, p. 202 e
G. WOODCOCK, Op. cit., p. 384-387.
9) R. ROCKER , La juventud de un rebelde,
Buenos Aires, 1947, p. 234. Grazie a Lambert nel gennaio 1892 Rocker
pubblicò sul giornale "Autonomie" di Londra il suo
primo articolo sulla stampa anarchica.
10) T. PORRE' , Rudolf Rocker. Theoricien et
homme d'action, "Itineraire", op. cit., p. 5.
11) Durante una manifestazione organizzata da
Rocker si verificarono degli incidenti provocati da Sepp Oerter
(1870-1928) che fu arrestato e condannato a otto anni di prigione.
Suo fratello Fritz Oerter (1869-1935) che aveva cercato di
strapparlo dalle mani della polizia fu condannato a 18 mesi di
prigione. Al fine di evitare l'arresto Rocker fuggiva dalla
Germania. In seguito mentre Fritz Oerter resterà anarchico
per tutta la vita, il fratello diverrà primo ministro di
Brunswich e successivamente si convertì al nazismo. Cfr. H.
BECKER, op. cit., p. 9.
12) U. FEDELI, Rudolf Rocker. La sua opera il
suo pensiero, "Volontà", 1953-54, p. 594.
13) H. BECKER, op. cit., p.6.
14) T. PORRE', op. cit., p.6.
15) R. ROCKER, La juventud de un rebelde,
op. cit., p. 315 e ss. AN-SKI (1863-1920), nato a Witbesk è
autore del famoso romanzo Dibbu'q.
16) R. ROCKER, En la borrasca, Buenos Aires,
1949, p. 1 87.
17) Sul movimento anarchico francese si veda:
J. MAITRON, Le mouvement anarchiste in France,
Paris, 1983, 2 voll.
Rocker aveva subito un procedimento di espulsione
in data 30 novembre 1893, ma non essendogli stato notificato
personalmente poiché assente al domicilio l'atto non aveva
avuto luogo.
18) I principali fondatori del Communistische
Arbeiter Bildungs Verein furono il tipografo Schapper, il calzolaio
Heinrich Bauer, il sarto Eccarius e l'orologiaio Joseph Moll.
Cfr. E. DOLLEANS, Storia del movimento operaio.
I. (1530-1871), Roma, 1946, p. 187.
E' frequentando i locali di questa associazione che
Rocker conobbe Louise Michel, Errico Malatesta, Pietro Gori.
Della prima dirà: "...possedeva il carattere di un
apostolo, profondamente persuasa della giustezza della sua causa che
non poteva adattarsi alla minima ingiustizia".
R.ROCKER En la borrasca, op. cit., p. 34-35.
Del secondo scriverà: "...Me lo ero immaginato sempre un
uomo gigantesco come Bakunin. La mia sorpresa non fu piccola quando
vidi di fronte a me un uomo basso, un po' magro, la cui presenza
fisica non corrispondeva in alcun modo ai miei presentimenti. Anche
se Malatesta non era il gigante che avevo immaginato, il suo volto
gentile, espressivo, provocò in me una profonda
impressione. Il capo superbo con i capelli neri ricciuti e gli occhi
vivi...dai quali irradiava tanta bontà di cuore e una energia
indomabile...Il viso pallido, la cui espressione virile era
esaltata da una corta e fitta barba, mostrava una tranquilla
decisione e una ricca vita spirituale interiore. Si sentiva a prima
vista l'energia segreta di una personalità di grande talento,
che non si perdeva in questioni secondarie e teneva sempre in vista
un grande obiettivo". R. ROCKER, En la borrasca, op.
cit., p. 45.
Di Pietro Gori affermerà che ...era senza
dubbio uno degli oratori più poderosi che ha prodotto
l'Italia" e che ...il suo fine talento poetico gli permetteva
di formare un incanto irresistibile che si incidevano profondamente
nell'anima".
R. ROCKER, En la borrasca, op. cit., p. 51.
19) ibid, p. 31 .
20) ibid, p. 57-58. Sull'East End si veda:
W.J. FISHMAN, East End 1888, London, 1988;
W.J. FISHMAN - N. BREACH , The street of East
London, London, 1987.
Sull'emigrazione ebraica a Londra si veda: L.P.
GARTNER, The Jewish Immigrant in England 1870-1914, London,
1960.
21) Sul movimento anarchico ebraico si veda: N.
WEINSTOCK, Le pain de misere. Histoire de mouvement ouvrier juif
en Europe. II. L'Europe centrale et occidentale jusq'en 1914,
Paris, 1984; N. WEINSTOCK, Le mouvement anarchiste juif,
"Point Critiques" 1988;
W.J. FISHMAN, East End Radicals. 1875-1914,
London, 1975; W.J. FISHMAN, Rudolf Rocker: Anarchist
Missionary (1873-l958), "History Today", gennaio 1966.
22) Su Milly Witkop si veda: R. ROCKER, Milly
Witkop Rocker, Berkeley, 1956.
23) N. WEINSTOCK, op. cit., p. 100, e G.
WOODCOCK, op. cit., p. 394.
In una lettera inviata a Ugo Fedeli, Rocker
ricordava così i primi tempi della sua permanenza in
Inghilterra: "Ho conosciuto per la prima volta nel 1892 a
Parigi dei compagni yiddish provenienti dalla Russia, dalla Polonia,
dalla Romania ecc., ed ho avuto contatti più tardi con loro a
Londra, e là ho imparato la loro lingua. Nell'estate del
1898 sono divenuto redattore del giornale yiddish "Dos Fraye
Vort" a Liverpool del quale sono usciti solamente otto numeri
perché i compagni yiddish mi invitarono a Londra alla
redazione del giornale "Arbeiter Freund" che ho compilato
dal novembre del 1898 al dicembre 1914". U. FEDELI, op.
cit., p. 345.
24) N. WEINSTOCK, op. cit., p.101.
25) Come spesso accade, uno dei militanti,
precisamente il cassiere del gruppo, aveva sottratto ingenti somme
dalle casse del periodico, di conseguenza non fu più
possibile pagare i conti che si credeva già saldati da
lungo tempo.
Cfr. HERZKOVITSKY, Années d'exil. Au
service des tailleurs, op. cit., p. 15.
26) R. ROCKER, En la borrasca, op. cit., p.
288-289.
27) W.J. FISHMAN, op. cit., p.248.
28) N. WEINSTOCK, op. cit., p.101.
29) Sul pogrom di Kinishev si veda:
L. POLIAKOV, Storia dell'antisemitismo. IV.
L'Europa suicida, 1870-1933, Firenze 1990, p. 140 e ss.
Sulla manifestazione si veda:
R. ROCKER, Peter Kropotkin and the yiddish
worker's movement in Peter Kropotkin. The Rebel, Thinker and
Humanitarian, Berkeley, 1923.
30) N. WEINSTOCK, op. cit., p. 103.
31) ibid, p. 103. Vedi anche J. JOLL, Gli
anarchici, Milano, 1976, p.230-231 .
32) R. ROCKER, En la borrasca, op. cit., p.
640.
Alla sua morte il "Jewish Chronicle"
scriveva che Rocker era stato "l'uomo che aveva ispirato,
organizzato e guidato il grande sciopero dei tessili ebrei nel 1912,
che pose termine allo sweating system" ora cit. in
C.Ward, op. cit..
33) E. COLOMBO, L'AIT: L'Alternative
libertaire, "Itineraire", op. cit., p.26-27.
34) A.J. CAPPELLETTI, Rudolf Rocker: El
socialismo como anti-absolutismo, " Ruta", 1 dicembre
1977, p. 11-12.
35) D. TARIZZO, op. cit., p. 203, G.
WOODCOCK, op. cit., p.382.
36) Prima del congresso si era tenuta nel settembre
1919 a Dusseldorf una riunione di tutte le associazioni operaie che
difendevano posizioni sindacaliste e federaliste. In quella sede si
propose il cambiamento del nome che fu poi ratificato dal Congresso
di Berlino.
37) Oltre a "Der Syndicalist", la FAUD
pubblicava fogli regionali come "Die Arbeiterborse",
mensili come "Arbeiterecho'" "Die Internationale",
"Der Bauabeiter". La FAUD aveva anche una associazione
giovanile la Syndikalistische anarchistische jugend Deutschlands
(SAJD) che pubblicava il giornale "Jugen Anarchisten".
38) Erich Muhsan (1878-1934), nacque a Berlino in
una famiglia ebraica di tendenze nazional-liberali. Cacciato da
scuola a 17 anni per atteggiamenti socialisti apprese il mestiere di
farmacista, poi decise di vivere scrivendo. Allontanandosi dagli
ambienti socialdemocratici si avvicinò agli anarchici e
strinse amicizia con G. Landauer. Nel 1909 fondava il gruppo Tat
federato al Sozialistischer Bund e nel 1911 pubblicava il suo primo
giornale "Kain". Dopo la prima guerra mondiale si legò
agli spartachisti senza abbandonare le sue posizioni libertarie e
partecipò accanto a Landauer e Ernest Toller alla
Repubblica dei consigli di Baviera, ciò che gli valse 15 anni
di reclusione. Amnistiato nel 1924 si trasferì a Berlino e
aderì all'Unione anarchica di Berlino nata da una scissione
della Federazione comunista anarchica tedesca. Dal 1926 al 1931
pubblicò "Fanal". Nel 1932 dava alle stampe la sua
opera più importante: Befreiung der Gesellschaft vom
Staat. Il 28 febbraio 1934 fu arrestato dalle SA e internato
nel campo di concentramento di Oranienburg dove morì il 10
luglio di quello stesso anno.
39) A.J. CAPPELLETTI, op. cit., p,13.
Ernst Toller (1893-1939) figlio di commercianti ebrei
nacque a Samotschin nella Polonia annessa alla Prussia. Ardente
antimilitarista nel 1919 partecipa alla Repubblica dei consigli di
Baviera come membro del governo rivoluzionario. Condannato a morte
dopo il soffocamento della repubblica, la condanna fu commutata in 5
anni di fortezza grazie ad un forte movimento internazionale di
protesta. E' in questo momento che inizia la sua attività di
scrittore. Quattro drammi espressionisti rappresentano l'essenziale
della sua opera: Die Wandlung; Der Masse-Mensch; Der Deutsche
Hinkemann; Hoppla, wir leben!. Fuggito dalla Germania dopo
l'avvento del nazismo proseguì la sua attività
antifascista in Spagna. Rifugiatosi negli Stati Uniti si impiccò
in una camera d'albergo di New York nel maggio 1939 dopo aver
appreso la caduta della Cecoslovacchia.
40) Nell'articolo Rocker sostiene che soviet e
dittatura sono "due nozioni differenti che, invece di
completarsi, si escludono reciprocamente". Così la
parola d'ordine degli anarchici doveva essere "Tutto per i
consigli! Nessun potere al di sopra di essi! e questa parola
d'ordine sarà nello stesso tempo quella della rivoluzione
sociale". L'articolo fu tradotto e pubblicato su "Les
Temps Nouveaux" del 15 agosto e 15 settembre 1920. Cfr. J.
MAITRON, op. cit., p. 45.
Sulla situazione dell'anarchismo in Russia dopo la
Rivoluzione di ottobre si veda:
P. AVRICH, L'altra anima della rivoluzione,
Milano, 1972;
P. AVRICH, Gli anarchici nella rivoluzione
russa, Milano, 1976;
B. VOLIN, La rivoluzione sconosciuta,
Carrara, 1976, 2 voll.
41) Al congresso parteciparono le seguenti
associazioni nazionali:
Argentina: Federacion Obrera Regional Argentina;
Cile: Industrial Worker of the World;
Danimarca: Asociation de Propagande Syndacaliste ;
Germania: Freie Arbeiter Union;
Olanda: National Arbeids Secretariaat;
Italia: Unione Sindacale Italiana;
Mexico: Confederacion General de Trabajadores;
Portogallo: Confederacao General de Travalho;
Norvegia: Norks Syndikalistisk Federation;
Svezia: Sveriges Arbetares Centralorganisation;
Spagna: Confederacion Nacional del Trabajo.
Al congresso parteciparono anche le seguenti
organizzazioni: Germania: ALLgemeine Arbeiter-Union ;
Anarchosyndikalistische Jugend;
Francia: Comité de Défense
Syndacaliste Révolutionnaire (questa organizzazione
rappresentava l'opposizione interna alla CGTU costituitasi dopo che
questa aveva aderito alla lnternazionale dei sindacati rossi);
Fédération du Batiment; Fédération des
Jaunnesses de la Seine.
R. ROCKER, Revolucion y regresion, Buenos
Aires, 1952, p.140-14
42) Nazionalismo e cultura fu pubblicato
inizialmente in spagnolo in tre volumi: Las raices de la
autoritad (1935); Teologia politica (1936); Economia
sin capitalismo y sociedad sin estado (1937), per conto delle
edizioni Tierra y Libertad di Barcellona. La versione definitiva
fu pubblicata a Amburgo in lingua tedesca presso l'editore Friedrich
Oetinger nel 1949 con il titolo: Die Eutscheidung des
Abendlandes. Il titolo dell'opera avrebbe dovuto essere nelle
intenzioni di Rocker Nazionalismus und cultur ma l'editore
tedesco lo modificò a sua insaputa.
43) V. ISCA, Ricordi su Rudolf Rocker,
"Controcorrente", settembre-ottobre 1958.
44) A.J. CAPPELLETTI, op. cit., p. 17.
45) Negli Stati Uniti pubblicò: The Truth
about Spain, Freie Arbeiter Stimme, New York, 1936; The
Tragedy of Spain, Freie Arbeiter Stimme, New York, 1937;
Anarcho-syndacalism: theory and practice,
Secker & Warburg, Londra, 1938;
Pioneers of American Freedom, Rocker
Pubblications Committee, Los Angeles, 1944;
La influencia de las ideas absolutistas en el
socialismo, Estudios Sociales, Mexico, 1945;
Fermin Salvochea, editorial Tierra Y
Libertad, Paris et Bordeaux, 1945;
Michael Bakunin and his time, Rand School,
New York, 1946;
i tre volumi delle sue memorie: La juventud de un
rebelde; En la borrasca; Revolucion y
regresion, 1918-195l , editorial Tupac, éditorial
Americalee, 1947-1952; Der Leidensweg von Zeusl Muhsam,
verlag Die Freie Gesellschaft, Darmstadt, 1949; Max Nettlau, el
herodoto del anarquia, Ediciones Estela, Mexico, 1950.
46) Milly Witkop era deceduta nel 1954, su di lei
si veda il già citato R. ROCKER, Milly Witkop Rocker,
Berkeley, 1956.
47) N. BERTI, Presentazione dell'edizione
italiana in ROCKER, Pionieri della libertà, Milano, 1982,
p. 11.
48) ibid, p.12.
49)R. ROCKER, As ideias absolutistas no
socialismo, Sao Paulo, 1946, p. 9.
50) N. BERTI, op. cit.,
p.12.
51) R. ROCKER, As ideias..., op. cit., p.
10.
52) R. ROCKER, Nazionalismo e cultura,
Catania, 1977 , p.22-23.
53) ibid, p. 23.
54) R. ROCKER, As ideias..., op. cit., p.
12.
55) ibid, p. 53-54.
56) R. ROCKER, Revolucion y regresion, op. cit.,
p. 144.
57) ibid, p.414.
58) Il libro fu pubblicato a Buenos Aires nel 1943
per i tipi dell'Editorial Americalee. Le posizioni espresse dal
Rocker nel volume furono oggetto di critica da parte di molti
militanti anarchici, in proposito si veda: A.P., Rudolf Rocker
et la position anarchiste devant la guerre, opuscoli de "Le
Réveil"- Il Risveglio", n. 130, Ginevra, febbraio
1945.