Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 21 nr. 187
dicembre 1991 - gennaio 1992


Rivista Anarchica Online

Il "rabbino" anarchico
di Furio Biagini

Attualità del pensiero di Rudolf Rocker, anarchico tedesco, divenuto a Londra un esponente di punta del movimento anarchico di lingua yiddish.

In Italia il nome di Rudolf Rocker è praticamente sconosciuto, eppure egli è stato certamente una delle figure più prestigiose del movimento anarchico internazionale, forse l'unico autore libertario ad essere stato pubblicato contemporaneamente ad Amsterdam, Barcellona, Buenos Aires, Londra, New York, Bombay e Shangai. La sua stessa biografia esemplifica il vero carattere cosmopolita dell'anarchismo: "Se di Goethe si è detto che più che tedesco era un cittadino d'Europa, di Rudolf Rocker - scrive Diego Abad De Santillan - si può dire con esattezza che, senza cessare di essere tedesco è un autentico cittadino del mondo, come Lessing o come Herder. Cavaliere senza macchia e senza paura, lo si trova da più di mezzo secolo con la stessa passione, la stessa chiaroveggenza e lo stesso sentimento di giustizia nella lotta eroica per una cultura umana superiore; in stretto contatto di sentimenti, di affetti con quanti, qualsiasi sia la loro razza, colore o lingua, hanno la medesima aspirazione e si ispirano al medesimo desiderio (1).
Tedesco di nascita, non ancora ventenne lo troviamo a Parigi come rifugiato politico. Ben presto trasferitosi in Inghilterra, vi trascorse alcuni anni divenendo il portavoce e l'ispiratore del movimento operaio ebraico dell'East End di Londra. Internato e deportato durante il primo conflitto mondiale, riapparve nella Germania degli anni venti dove emerse come fondatore e teorico dell'anarchismo tedesco. Costretto a fuggire di nuovo, divenne negli Stati Uniti uno dei maggiori e più conosciuti giornalisti anarchici.
Contrario ad ogni settarismo, deplorava la ristrettezza ideologica in cui da tempo era caduto il movimento anarchico. Questa posizione critica e l'insistenza con cui richiamava i libertari a confrontarsi con le nuove correnti letterarie, artistiche, filosofiche che determinarono i cambiamenti politici e sociali, lo allontanarono spesso dalla rigidità della tradizione anarchica. Già il suo atteggiamento verso l'ultima guerra mondiale, espresso nell'articolo The Order of the Hour, pubblicato sul "Freie Arbeiter Stimme" il giornale degli anarchici ebrei newyorkesi, fu aspramente criticato. Inoltre la pubblicazione in Svezia nel 1947 dell'opuscolo Zur Betrachtung der Lage in Deutschland, nel quale propugnava una revisione del tradizionale atteggiamento anarchico di fronte alla disperata situazione tedesca del secondo dopoguerra, provocò ulteriori controversie (2). Ma il suo "revisionismo" e la distanza da certe posizioni tipiche della tradizione anarchica, testimoniano di un atteggiamento libero dal misticismo rivoluzionario e dalla credenza in soluzioni universali.

Il primo contatto con il socialismo
Rudolf Rocker nacque a Magonza sul Reno il 25 marzo 1873 in una umile famiglia operaia fortemente segnata dalla profonda tradizione repubblicana della città che si opponeva alla rigida disciplina prussiana. Significativo il fatto che nel novembre 1873, dunque pochi mesi dopo la sua nascita, Johann Most, allora con August Bebel il socialdemocratico più famoso tra gli operai tedeschi, si recasse là per dirigere la "Suddeutsche Volkstimme" (3). Rocker stesso nelle sue memorie ci descrive l'ambiente di libertà in cui crebbe: "Magonza era nella mia giovinezza una città dal carattere fortemente democratico. I sentimenti democratici non erano semplice adesione a un partito qualunque: erano passati nelle abitudini del popolo e si facevano risaltare in tutti gli ambienti della popolazione...La Renania, il Baden e il Wurtemberg erano da sempre le regioni più democratiche della Germania. La borghesia in questa parte dell'Impero restò per molto tempo ostile ai prussiani... ciò era il risultato dell'influenza enorme della grande rivoluzione francese le cui idee avevano trovato forte risonanza nelle città renane, il più antico distretto culturale della Germania" (4).
Rimasto orfano giovanissimo, fu accolto e allevato in un istituto dove lo obbligarono ad apprendere un lavoro manuale. Passato da una occupazione all'altra, senza mai ricevere una adeguata formazione culturale e professionale, trovò infine lavoro in un piccolo laboratorio dove apprese il mestiere di rilegatore, attività che gli permise di divorare migliaia di libri. All'età di quindici anni aveva già conseguito una piena autonomia e come era costume per i giovani dell'epoca, incominciò a viaggiare attraverso la Germania mantenendosi con il proprio lavoro.
Il primo contatto con il socialismo lo ebbe, come quasi tutti i proletari tedeschi dell'Ottocento, attraverso le idee e le organizzazioni marxiste a cui lo zio Rudolf Naumann lo aveva avvicinato (5). Divenuto socialdemocratico ebbe però la fortuna di entrare subito in contatto con gli Jugen, la corrente libertaria interna al partito favorevole all'azione diretta e ribelle al dogmatismo e alla rigidezza delle gerarchie socialdemocratiche che consideravano Marx come una divinità suprema e Engels come il suo unico profeta (6). E' all'interno di questa turbolenta opposizione, che annoverava tra gli altri Bruno Wille, futuro autore di Die Religion der Freude (1898) e Gemeinschaftsgeit und Personlichkeit (1920), e Gustav Landauer, il più profondo dei pensatori libertari tedeschi, che Rocker lesse per la prima volta un giornale anarchico: il "Freiheit" di J. Most (7). Allontanato dal partito per le sue posizioni critiche, non cessò per questo la militanza attiva orientandosi tuttavia in senso sempre più libertario; è solo al congresso socialista di Bruxelles dell'agosto 1891 che comprenderà in tutta la sua chiarezza l'opposizione fra anarchici e socialisti. E' durante i lavori congressuali che incontrò i giovani anarchici tedeschi e strinse amicizia con il libertario olandese Domela Nieuwenhuis la cui forte personalità lo impressionò profondamente (8). Determinante fu però la conoscenza dell'anarchico Karl Hofer che, sotto lo pseudonimo di Lambert, organizzava il contrabbando di materiale di propaganda dal Belgio alla Germania dove tra il 1870 e il 1890 erano state adottate delle leggi che proibivano qualsiasi attività socialista ed anarchica. Da questo momento Rocker entra in contatto con il movimento anarchico ufficiale e, ormai pienamente convinto della sua adesione al socialismo libertario, torna in Germania carico di opuscoli clandestini consegnategli dal Lambert: alcuni numeri del giornale anarchico tedesco "Autonomie" stampato a Londra , Dio e lo Stato di Bakunin, La morale anarchica di Kropotkin (9). La lettura di Dio e lo Stato mise "il diavolo in corpo" al giovane Rocker. Rientrato a Magonza si impegnò ancor più nella lotta politica e si unì al locale gruppo libertario che aderiva al Vereins Unhabhangiger Sozialisten, l'organizzazione fondata nel 1891 quando le tendenze antiparlamentari e anticentralizzatrici presenti nella socialdemocrazia tedesca abbandonarono il partito (10).
Sempre in stretto rapporto con gli ambienti dell'esilio, che riunivano partigiani degli Jugen e militanti anarchici, Rocker si affermò sempre più come uno dei migliori ed efficaci agitatori libertari. Questa attività lo costrinse alla fine a fuggire dalla Renania ed a cercare rifugio in Francia (11).
Verso la metà dell'Ottocento vivevano a Parigi circa 50.000 tedeschi tra cui numerosi erano gli anarchici e i socialisti, costretti all'esilio dalle leggi repressive varate dal cancelliere Bismarck, e dai numerosi processi a cui erano continuamente sottoposti. I più cercavano solitamente rifugio in Svizzera, perché l'affinità della lingua consentiva loro, senza grandi sforzi, di poter continuare la propaganda svolta in Germania. Molti però si recavano in Francia, dove continuavano a formare gruppi, organizzare comizi e conferenze, a pubblicare giornali che il governo imperiale tedesco proibiva e sopprimeva in patria (12).
Giunto a Parigi Rocker si recò immediatamente da Leopold Zack, il responsabile nella capitale francese degli Unabhangiger Sozialisten, che gli procurò un alloggio al n.146 di rue Saint-Honoré. La sua fama di agitatore lo aveva preceduto nella "ville lumiere" e le sue mosse erano costantemente tenute sotto controllo dalla polizia: "Il signor Rocker (Rodolphe) - si legge in uno degli infiniti rapporti che lo riguardano - ha 21 anni ed è originario di Magonza (Germania). Arrivato a Parigi il 30 dicembre 1892, attraverso Vienna (Austria), questo straniero alloggia da allora in rue Saint-Honoré n. 146, dove occupa con un soggetto austriaco, di nome Kacher (Antonio) di 23 anni, panettiere, una camera ammobiliata per 20 F. mensili di affitto. Egli è stato condotto a questo indirizzo dal citato Zack (Leopold) originario di Vienna (Austria) , calzolaio, il quale è stato oggetto di numerosi rapporti di servizio... Rocker si dice rilegatore ma, da quando abita nella capitale, non si è dedicato ad alcuna occupazione lucrativa. Passa la maggior parte del suo tempo fuori dell'abitazione ed esce frequentemente in compagnia di Zack. Ritorna abitualmente di buon'ora al suo domicilio; tuttavia si è osservato che il sabato resta assente fino alle 1 o alle 2 del mattino, ciò fa supporre che egli assista a delle riunioni di socialisti ed anarchici tedeschi. Si suppone ugualmente che, come il suo amico Zack, sia membro del Club Unabhangiger Sozialisten (Associazione dei socialisti indipendenti), che si riunisce al n.34 di rue de Foubourg-du-Temple..." (13).
Rocker tuttavia non tralasciò di mantenere contatti regolari anche con il movimento francese e partecipò attivamente "alle polemiche che opporranno a quell'epoca coloro i quali preconizzavano la propaganda per il fatto e coloro che erano favorevoli alla creazione delle Bourses du Travail e della Confédération Generale du Travail. È dunque a Parigi che Rocker anarchico venuto dalla socialdemocrazia tedesca, assorbì i fondamenti del sindacalismo" (14).
Grazie all'amicizia di Jean Grave, che gli procurò numerosi clienti fra i librai del quartiere latino, Rocker poté continuare il suo mestiere di rilegatore e guadagnarsi di che vivere. A quel tempo dirigeva una piccola legatoria insieme a Shlomo Seinwell Rappoport, rivoluzionario russo che in seguito con lo pseudonimo di An-Ski divenne uno degli scrittori yiddish più famosi (15). Agli inizi del 1893 fu introdotto dal suo amico Niederle, un anarchico ceco, negli ambienti rivoluzionari ebraici di Parigi, avvenimento che cambierà tutta la sua vita. Lui stesso ricorderà nelle sue memorie: "...ho tenuto relazioni quotidiane con i lavoratori ebrei, ho conosciuto i loro dolori e le loro preoccupazioni; ho preso parte instancabilmente alle loro lotte per il pane quotidiano, ho diviso con loro gioie e speranze e ho vissuto nel ghetto come uno di loro. Ho impiegato i migliori anni della mia vita cercando di stimolare la loro cultura, fortificare la loro volontà e incitare loro alla resistenza contro l'arbitrio e la tirannia... Fino a che punto ho ottenuto qualcosa lo possono giudicare solo gli altri; ma sicuramente ho portato un poco di luce e di speranza nella loro grigia vita quotidiana. Posso affermare con coscienza che ho servito la loro causa onoratamente e senza perseguire scopi personali. Questo lo sanno i molti che entrarono in relazione con me e che oggi si trovano dispersi in tutto il mondo. La loro amicizia, gli affetti stabiliti, la fiducia illimitata che ripongono in me sono la più bella ricompensa e saranno sempre un ricordo luminoso, specialmente oggi, quando ho raggiunto la maturità della vita e si avvicinano per me le ombre della notte" (16).
Nel 1894 dopo l'assassinio di Sadi Carnot e il processo dei Trenta si scatenava in tutta la Francia la caccia all'anarchico. Leopold Zack, Niederle ed altri suoi amici furono arrestati ed espulsi dal paese, gli Unabhaninger e i gruppi anarchici ebraici dovettero cessare le loro attività. Temendo di incappare nelle maglie della polizia il 31 dicembre di quello stesso anno Rocker si decise a lasciare Parigi per cercare rifugio a Londra, capitale europea dell'emigrazione politica (17) .

A Londra nell'East End
La Gran Bretagna, con la sua lunga tradizione democratica sembrava allora un sicuro rifugio per tutti coloro che lottavano per la libertà. Con circa cinque milioni di abitanti, Londra era inoltre la città più grande del mondo che vantava l'industria più sviluppata ed era meta agognata per tutti quelli che dall'Europa continentale emigravano in cerca di lavoro. Nella capitale inglese Rocker ritrovò come a Parigi i gruppi di esuli e si avvicinò ai socialisti tedeschi e al Communistische Arbeiter-Bildungs-Verein (CABV) che aveva la sua sede a Grafton Hall e ricevette l'incarico di riordinare la vecchia biblioteca dell'associazione, ricca di libri e documenti sulla storia dei primi dieci anni del socialismo e del movimento operaio (18). Nei primi giorni del suo soggiorno londinese Rocker trascorse molto del suo tempo visitando la gigantesca e oscura metropoli imperiale, girovagando preferibilmente per gli enormi miserabili "ghetti", "lo stretto formicaio di strade fra Hockney e Bethnal Green, Shoreditch e WhiteChapel, i posti della più profonda povertà intorno a Limehouse e a Shadwell , la zona desolata che si sviluppa intorno alle installazioni portuali di Londra e, dall'altro lato del Tamigi, i distretti tenebrosi di Lambeth, Deptford ecc." (19). E' durante queste escursioni che viene in contatto con gli operai ebrei della parte orientale e conoscerà la miseria e i tuguri dell'East End: "Esistevano allora a Londra molte migliaia di esseri che non avevano mai dormito in un letto e che si rannicchiavano per la notte in qualche angolo sudicio dove la polizia non poteva disturbarli. Ho visto con miei propri occhi migliaia di esseri umani che non si poteva definire tali e che erano incapaci di svolgere un qualsiasi lavoro. Esseri incredibilmente cenciosi, coperti di stracci sporchi che non nascondevano alcuna nudità, esseri umani pieni di pidocchi, di sporcizia, vittime della fame eterna, che per avere un boccone rovistavano con bramosia tra gli avanzi mezzi putrefatti che restavano dalla chiusura dei mercati. Vicoli e strade sudice, con le facciate delle case semidistrutte, tanto tristi e tetre che nessuna penna sarebbe capace di tracciare un quadro esatto dello spaventoso grigiore dei suoi gironi tenebrosi. E in questo inferno di povertà e di penuria nascevano bambini, vivevano esseri umani consumati dalle privazioni, logorati anzitempo dalla tortura infinita ed evitati da tutti gli altri strati della società come un'orda di lebbrosi e di segnati dal destino" (20).
Anche in Inghilterra il vecchio movimento anarchico tedesco era frequentemente soggetto a feroci polemiche personali che lo laceravano e ne limitavano l'attività. Le cause di questa endemica malattia si spiegano con le condizioni particolari della Germania dove la maggioranza dei vecchi militanti era passata attraverso l'esperienza della socialdemocrazia e ne avevano acquisito la mentalità e i metodi: la pretesa infallibilità e una disciplina ferrea che non lasciavano sorgere alcun pensiero libero. Stanco delle eterne querelles che laceravano la prima sezione del CABV iniziò a frequentare gli anarchici ebrei che si riunivano allora al Sugar Loaf, un pub in Hambury Street (21). Pur non conoscendo lo yiddish, ma questo jargon presentava molte similitudini con il suo platt-deutsch natale, tenne nell'East End l'8 novembre 1895 la sua prima conferenza sul tema: Il significato di Karl Marx e di Lasalle per il movimento operaio. Il successo fu tale che egli dovette ripeterla il 29 novembre e il 3 gennaio 1896. In seno al movimento operaio ebraico e al gruppo Arbeiter Freund, che da tempo pubblicava un omonimo giornale, incontrò nella primavera di quell'anno la compagna di tutta la sua vita, la giovane Milly Witkop ebrea proveniente dall'Ucraina e attiva militante libertaria (22). Nello stesso periodo apparve il suo primo contributo alla stampa anarchica yiddish, pubblicato in un numero speciale dell'"Arbeiter Freund" dedicato alla Comune di Parigi.

Educare alla libertà
Nel maggio 1898, in un momento economicamente difficile decise insieme a Milly di emigrare negli Stati Uniti, ma non essendo sposati furono respinti dalle autorità di immigrazione davanti alle quali avevano fatto l'elogio della libera unione. Tornato in Inghilterra si stabilì a Liverpool dove dietro ripetute insistenze accettò di occuparsi della redazione di un nuovo settimanale anarchico ebraico il "Dos Fraye Vort" di cui uscirono otto numeri fra il 29 Luglio e il 17 settembre 1898 (23). Sebbene non sapesse ancora decifrare l'alfabeto ebraico e dovesse far tradurre i suoi articoli da Moritz Jegher (24) il successo ottenuto dal giornale fu tale da indurre gli anarchici ebrei londinesi a stampare nuovamente l'"Arbeiter Freund" che aveva cessato le pubblicazioni dal marzo dell'anno prima. Rocker e un gruppo entusiasta di giovani militanti ne assunsero la direzione e riuscirono a far vivere il periodico fino al gennaio 1900 quando a seguito di gravi difficoltà finanziarie furono costretti a chiuderlo (25). Due mesi più tardi, precisamente il 16 marzo, grazie all'interessamento di un tipografo, Rocker poté pubblicare una nuova rivista intitolata "Zherminal". Il sottotitolo "organo della concezione anarchica del mondo" rispecchiava la posizione ideologica di Rocker: "Benché vicino alle idee di Kropotkin - scriveva rievocando quegli anni - già allora mi sembrava chiaro che gli aggettivi soliti, mutualista, collettivista o comunista, non avevano un significato importante. Quello che importava soprattutto era di educare gli uomini alla libertà e allenarli alla creazione di un pensiero proprio. Tutte le ipotesi economiche per il futuro, che dovrebbero essere provate da esperienze pratiche, sono buone se assicurano all'uomo il prodotto del suo lavoro e hanno per scopo una trasformazione sociale della vita che offra all'individuo la possibilità di sviluppare liberamente le sue attitudini naturali, senza essere influenzato da disposizioni rigide e dogmi vuoti. La mia intima convinzione mi dice che l'anarchismo non può essere interpretato come un sistema chiuso né come una soluzione per il millennio venturo, perché considera la libertà come condizione indispensabile in tutti i domini dell'azione e del pensiero umano e giustamente per questo non può essere legato a direttive rigide e inalterabili. Per questa ragione le sue aspirazioni sono illimitate e non possono essere rinchiuse in un programma determinato né essere prescritte come regole fisse per l'avvenire" (26).
Il 29 febbraio 1901 si cercò di rilanciare l'"Arbeiter Freund" ma il gruppo era troppo debole per sostenere la pubblicazione di un giornale per cui anche questo ennesimo tentativo dopo qualche mese naufragò. Rocker e la moglie si recarono allora a Leeds, dove esisteva un movimento più numeroso e più attivo, e vi restarono fino al settembre 1902. Nell'ottobre di quell'anno, dietro pressione degli anarchici ebrei londinesi, Rocker tornò nella capitale britannica per preparare un congresso dei gruppi anarchici ebraici, congresso che si svolse dal 25 al 26 dicembre 1902. La conferenza terminò i suoi lavori approvando la nascita della Federazione dei gruppi anarchici di lingua yiddish di Gran Bretagna e Parigi. Inoltre il 20 marzo 1903, come stabilito dai deliberati del congresso, l'"Arbeiter Freund" riappariva per durare questa volta fino al 1916 (27).
Il congresso segnava il superamento della difficile crisi interna che aveva paralizzato per quasi due anni il movimento anarchico ebraico e grazie alla particolare posizione di "ebreo-non-ebreo", Rocker riuscì a coinvolgere nel lavoro di riorganizzazione e di propaganda anche circoli inglesi e di altre nazionalità europee. Inoltre cercò con tutti i mezzi di favorire una solidarietà concreta sul piano politico e sindacale e riuscì ad organizzare manifestazioni comuni di operai ebrei e inglesi (28). È sempre sotto la sua influenza che la manifestazione di protesta contro il pogrom di Kishinev (1903) (29) divenne l'occasione di una grande dimostrazione unitaria. Malgrado gli incitamenti al boicottaggio lanciati dal rabbinato, venticinquemila persone si riunirono ad Hyde Park per ascoltare gli oratori del movimento operaio ebraico due dei quali non erano ebrei: Rocker e Tcherkesov.
Particolare importanza dal punto di vista sindacale fu la lotta che promosse contro il sweating system espressione che designava le pessime condizioni di lavoro cui erano sottoposti gli immigrati ebrei caratterizzate dall'irregolarità dell'impiego, dalla durata eccessiva del lavoro, da bassi salari e da una insalubrità impressionante.
Nel 1906 il movimento libertario ebraico inaugurava una propria sede in Jubilee Street che sotto la direzione di Rocker divenne nello stesso tempo un luogo di riunione per gli immigrati toccati dalla propaganda rivoluzionaria e un centro culturale yiddish che disponeva di una delle più belle sale dell'East End di Londra dove si potevano incontrare anche Lenin e Cicerin e evidentemente il vecchio anarchico Kropotkin (30).
L'anarchismo di Rocker era soprattutto nonviolento, l'individualismo esasperato e il ricorso al terrorismo gli erano estranei. In realtà si potrebbe affermare che fosse "un socialista libertario che aveva abiurato de facto la propaganda con il fatto: se si vuole, una specie di anarco-democratico". Ma la reputazione che lo circondava era tutt'altra. Il caso Houndisditch, tre lettoni dichiaratisi anarchici avevano aperto il fuoco contro la polizia, contribuì a forgiare il mito dell'esistenza di un preteso reparto di terroristi anarchici ebrei a Londra. Rocker aveva d'altronde avversari nel seno stesso del movimento anarchico e un gruppo rivale, il Frayhayt guidato da Pierre Ramus (Rudolf Grosmann) lo accusò più volte di essere un agente tedesco (31).
Nel 1911 l'Inghilterra fu percorsa da un'ondata di lotte sociali. Marinai, portuali e minatori entrarono successivamente in agitazione. L'East End non tardò ad essere a sua volta contaminato. Quando poi nel 1912 gli ottomila tessili inglesi del West End scesero in sciopero, anche gli operai ebrei dell'abbigliamento incrociarono le braccia incitati da Rocker. La battaglia fu dura, ma si concluse con una completa vittoria: "Lo sciopero del l912 - scrisse in seguito Rocker - non solo dette ai lavoratori ebrei grandi benefici materiali, ma creò per la prima volta le condizioni per un lavoro migliore; nello stesso tempo, l'intervento virile e deciso dei lavoratori ebrei in questa lotta difficile valse loro il rispetto dei colleghi inglesi, rispetto che non potrà mai essere scalfito da qualcuno" (32).

In campo di concentramento
Con lo scoppio della prima guerra mondiale la situazione di Rocker e degli altri internazionalisti divenne difficile. Il paese viveva in quei giorni una collettiva isteria antitedesca che condusse all'internamento di migliaia di pacifici cittadini stranieri in grandi campi di concentramento. Anche Rocker veniva arrestato il 2 dicembre 1914 in quanto suddito di una potenza nemica e internato nel campo di prigionia Olympia dove trascorrerà una parte della sua detenzione prima di essere condotto a bordo del Royal Edward e, più tardi, al campo Alexandra Palace a nord di Londra. Milly fu invece arrestata il 26 luglio 1916 e rinchiusa per due anni nella prigione d'Aylesbury. Il figlio maggiore, Rudolf, passò quasi tre anni internato in un campo (33).
L'arresto e la privazione della libertà non furono per Rocker dolorosi quanto l'aver appreso la defezione del movimento operaio e socialista europeo di fronte al problema della guerra. I partiti socialisti e la classe operaia dei paesi belligeranti avevano abdicato ai loro principi e si erano posti al servizio dei rispettivi governi borghesi. Era terminato un capitolo della storia del socialismo e Rocker si convinse che il nazionalismo era incompatibile con la pace, con la solidarietà umana, con il socialismo, con la cultura, che sono il frutto della libertà e possono sperare solo con essa (34).

Il ritorno in Germania
Nel marzo 1918, quando si approssimava la fine della guerra, Rocker fu espulso e inviato in Germania. L'agonizzante impero tedesco non aveva dimenticato la sua attività rivoluzionaria e l'ingresso nel paese gli fu negato col pretesto che aveva oramai perso la cittadinanza. Obbligato a passare in Olanda visse qualche tempo a Hilversum nella casa del vecchio militante libertario Domela Nieuwenhuis. Infine nel novembre di quello stesso anno poteva finalmente recarsi a Berlino con la moglie e il figlio ospite di Fritz Kater, il presidente della Freie Vereinigung Deutscher Gewerkschaften il battagliero sindacato fondato nel 1897 dai gruppi socialisti rivoluzionari che si opponevano alle tendenze centralizzanti dei sindacati socialdemocratici (35) .
Forte della sua esperienza nell'East End di Londra, Rocker si lanciò con entusiasmo nel lavoro di ricostruzione di un vero movimento rivoluzionario e libertario. Le correnti anarchiche del movimento operaio tedesco e la tradizione sindacalista rivoluzionaria erano incarnate nella Freie Vereinigung che prima della guerra contava circa 8.000 membri.
Al suo XXII congresso, che si tenne a Berlino dal 27 al 30 dicembre 1919, Rocker fece adottare la dichiarazione di principi del sindacalismo "che ripudia lo Stato e il parlamentarismo". L'organizzazione, che in quella occasione assunse la nuova denominazione di Freie Arbeiter Union Deutschlands si dichiarò da allora anarcosindacalista tout court (36). Essa giocò un ruolo molto importante sotto la Repubblica di Weimar attraverso i suoi numerosi organi di stampa, sia locali che nazionali, e le molte federazioni d'industria e di mestiere sparse per tutti i Land. La Freie Arbeiter Union raggiunse, in buona parte grazie all'instancabile lavoro di Rocker, il suo massimo sviluppo proprio in quegli anni arrivando ad inquadrare circa 120.000 membri, mentre il suo organo di stampa, il settimanale "Der Syndikalist" raggiunse la tiratura di 100.000 esemplari. Insieme a Rocker, Augustin Souchy e Arthur Lehning contribuirono a fare della stampa anarco-sindacalista un utile strumento di formazione e propaganda (37).
Parallelamente alla Freie Arbeiter Union agiva la Federation Kommunistischer Anarchisten Deutschland che pubblicava un proprio giornale "Der Freie Arbeiter". La bohéme artistica e letteraria collaborava attivamente con il movimento libertario e il suo esponente più illustre Erich Muhsam pubblicherà dal 1920 al 1931con la collaborazione di Rocker la rivista "Fanal", l'organo teorico più famoso dell'anarchismo tedesco (38). I rapporti fra i due erano basati su una profonda amicizia e sulla reciproca stima e si fecero più stretti in seguito alla repressione da parte del governo socialista della Repubblica dei consigli di Baviera. Come Gustav Landauer, Ernst Toller, lo stesso Muhsam, anche Rocker, benché estraneo al movimento, fu arrestato dagli uomini di bluthund Noske e tradotto allo Schutshaf per sei settimane con l'accusa di essere un pericoloso agitatore anarchico (39). Una volta libero iniziò a scrivere articoli ed a tenere conferenze sul tema del nazionalismo che considerava il principale nemico della democrazia e del socialismo e iniziando a raccogliere il materiale per la sua grande opera Nazionalismo e cultura .

Per un'Internazionale antiautoritaria
Gli anni turbolenti del primo dopoguerra, furono ulteriormente scossi dalle notizie che giungevano dalla Russia sovietica, dove il governo bolscevico stava conducendo una politica repressiva nei confronti di tutte le opposizioni organizzate. Di fronte alle persecuzioni a cui era sottoposto il movimento anarchico Rocker confermava il suo giudizio negativo sul regime comunista in un articolo intitolato Il sistema dei soviet e la dittatura pubblicato il 15 maggio 1920 sul "Freie Arbeiter Stimme" il giornale degli anarchici ebrei newyorchesi. Successivamente le testimonianze dirette di Emma Goldman, Alexander Berkman, Petr Archinov, Alexander Shapiro, confermarono eloquentemente il pericolo che rappresentavano i bolscevichi per la rivoluzione (40).
E' in risposta alla situazione determinatasi in Russia e allo sforzo bolscevico di creare una internazionale operaia che rispondesse esclusivamente ai disegni e agli interessi dello Stato sovietico che negli ambienti libertari iniziò a manifestarsi l'idea di creare una internazionale operaia rivoluzionaria antiautoritaria. Rocker investirà tutte le sue energie in questo progetto che si materializzerà concretamente con la costituzione della Associazione internazionale dei lavoratori. Al congresso costitutivo della nuova Internazionale che si tenne a Berlino dal 25 dicembre 1922 al 2 gennaio 1923, e a cui parteciparono delegati cileni, argentini, tedeschi, olandesi, russi, Rudolf Rocker, Augustin Souchy e Alexander Shapiro furono eletti membri del segretariato internazionale (41) . La posizione chiave di Berlino, tappa obbligata per i delegati europei in cammino verso le riunioni dell'Internazionale dei sindacati rossi, l'esperienza internazionale di Rocker e di molti militanti della Freie Arbeiter Union, contribuirono a rafforzare l'Associazione che solo il nazifascismo e la guerra riuscirono ad indebolire.
Questo periodo è fruttuoso anche per Rocker che oltre al lavoro sindacale continuò la sua attività di scrittore e stabilì nuovi e proficui rapporti con rifugiati e militanti libertari di ogni paese. In quegli anni furono pubblicati: Der Bankerotte des Russischen StaatsKommunismus, Berlino, l921; Artistas y rebeldes. Escritos literarios y sociales, Buenos Aires, 1922; Johann Most, das Leben eines Rebellen, Berlino, 1924; Ideologia y tactica del proletariado moderno, Barcellona, 1928.
Questa vasta produzione letteraria culminò nella grande opera di filosofia politica Nazionalismo e cultura, che Albert Einstein qualificò "straordinariamente istruttiva", Thomas Mann "libro profondo e altamente spirituale" e Bertrand Russell "una brillante critica del culto dello Stato, la dominante e più nociva superstizione del nostro tempo" (42).
La propaganda attraverso gli scritti non gli fece dimenticare le sue buone qualità di oratore per cui continuò a tenere decine di conferenze e dibattiti sia in Germania che in altri paesi europei. Nel giugno 1929 fu in Svezia su invito della Sveriges Arbetares Centralorganisation e nel 193l partecipò al IV Congresso dell'A.I.T. che ebbe luogo a Madrid. Nell'agosto di quello stesso anno tornò in Olanda per assistere all'inaugurazione del monumento eretto in Amsterdam a Domela Nieuwenhuis. Ma la Germania correva ormai inesorabilmente verso il nazismo.

Di nuovo in esilio
Dopo l'incendio del Reichstag e i primi arresti che si abbatterono sul movimento operaio tedesco, Rocker, Milly e i loro figli Rudolf e Firmin, lasciarono la Germania attraverso la frontiera svizzera sull'ultimo treno non controllato dalle camicie brune. Da Zurigo dove si intrattiene con il vecchio pensatore socialista Fritz Brupbacker, entra illegalmente in Francia ed è ospite per alcune settimane di Emma Goldman nella sua casa di Saint-Tropez. Raggiunta ben presto Parigi, si sforzò attraverso conferenze e incontri personali di far comprendere al movimento operaio e socialista e a tutte le forze sinceramente democratiche il grave pericolo che incombeva minaccioso sull'Europa intera in seguito alla presa del potere da parte di Hitler. Ma ad eccezione dell'economista olandese Christian Cornelissen, furono pochi coloro che avvertirono la gravità del momento.
Dalla Francia Rocker e la famiglia si trasferirono in Inghilterra accolti affettuosamente dai parenti di Milly e da una moltitudine di vecchi militanti del movimento anarchico ebraico. Dopo essere rimasti presso gli amici inglesi per alcuni mesi, il 27 agosto 1933 si imbarcarono a Southampton diretti negli Stati Uniti.
In America Rocker non rinunciò alla sua attività intellettuale e alla sua militanza libertaria (43). All'ombra della statua della libertà organizzò nuovi tours di conferenze, riallacciò vecchi contatti e compì "uno sforzo gigantesco per far conoscere al pubblico americano e in special modo agli intellettuali liberal, che avevano una visione distorta e ingenua della situazione politica europea, la barbarie che avrebbe rappresentato il nazionalsocialismo trionfante per il mondo intero" (44). Infine durante la guerra civile spagnola si impegnò con il vigore che l'aveva sempre contraddistinto nella campagna di solidarietà con le forze antifasciste che lottavano contro la cospirazione clerico-militare guidata dal generalissimo Francisco Franco.
Nel 1937 Rocker e la moglie si stabilirono a Crompond, in una casetta donata loro dagli anarchici ebrei, situata nella colonia fondata da Herry Kelly sulle sponde del lago Mohegan dove non cessò mai il suo proficuo lavoro di scrittore. Oltre a rivedere il suo capolavoro Nazionalismo e cultura, pubblicato nel 1937 negli Stati Uniti dalla casa editrice Covici-Friede di New York, scrisse diversi libri e opuscoli sulla guerra civile spagnola, sui problemi del socialismo e dell'anarchismo e sulla storia delle idee libertarie. A tutta questa produzione letteraria, di cui non si deve dimenticare il suo articolo settimanale per il "Freie Arbeiter Stimme", va aggiunta la sua monumentale autobiografia che decise di scrivere su consiglio insistente di Max Nettlau. Questo lavoro che consiste in tre volumi, fu pubblicato a Buenos Aires tra il 1947 e il 1952. Il secondo volume fu tradotto in yiddish e in inglese con il titolo The London Years e fu commentato favorevolmente dalla stampa anglo-americana (45). Un accenno merita l'opuscolo Zur Betrachtung der Lage in Deutschland pubblicato nel 1947 a Stoccolma grazie al contributo finanziario di amici e militanti americani, inglesi e svedesi. Di fronte alla complessa e tragica situazione tedesca dell'immediato dopoguerra, Rocker richiamava il movimento anarchico ad una politica costruttiva e immediatamente realizzabile. Purtroppo però egli non poté contribuire alla ricostruzione del movimento operaio tedesco, le autorità di occupazione gli vietarono il ritorno in patria. Restò dunque negli Stati Uniti fino alla sua morte avvenuta a New York il 10 settembre 1958 (46).
Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento il mondo occidentale visse un periodo di grandi trasformazioni, che minarono le convinzioni politiche, morali e artistiche delle generazioni passate.

Socialismo contro totalitarismo
Trent'anni d'espansionismo imperiale, il dinamismo dei moderni stati industriali, il nuovo universo meccanizzato conseguenza del trionfo della tecnica, la violenta impennata dell'attività rivoluzionaria con il collegamento fra sindacati operai e azione di massa, contribuirono a stimolare maggiormente il bisogno psicologico di un nuovo ordine sociale e morale. Ma le grandi speranze di una palingenesi totale dell'ordine costituito furono ben presto frustrate dallo scoppio della prima guerra mondiale e svanirono definitivamente in seguito al fallimento della rivoluzione in Europa, dalla svolta autoritaria del nuovo governo bolscevico ed infine dall'affermazione del fascismo in Italia e successivamente del nazismo in Germania. Questi avvenimenti, e la constatazione che rivoluzione sociale comunista e rivoluzione nazionale fascista davano luogo in pratica a strutture politiche identiche, segnarono una svolta decisiva nel pensiero di Rocker. Di fronte alla brutalità del potere rosso e alla devastante e inarrestabile prepotenza nazista, una prepotenza questa vissuta e subita in prima persona, giunse alla conclusione che i regimi totalitari scaturiti da quelle esperienze erano di natura del tutto diversa rispetto alle precedenti forme di governo, anche le più autoritarie, del sistema capitalista. Il totalitarismo era qualcosa di assolutamente nuovo nella storia, non era il prodotto diretto della civiltà borghese e liberale. Questa convinzione, come scrive giustamente Nico Berti, lo portò a ritenere che gli anni '20 e '30 del nostro secolo segnassero una svolta storica irreversibile, poiché erano testimoni di una lotta mortale fra la civiltà e la barbarie.
La civiltà era rappresentata dalle originarie conquiste liberali e democratiche, la barbarie da tutto ciò che si andava aggregando attorno alle forze tese all'abbattimento di queste conquiste (47). Una simile riflessione apriva naturalmente un capitolo interessante della storia del pensiero anarchico perché poneva il problema della natura ideologica dell'anarchismo quale "sintesi logica di liberalismo e di socialismo, più qualcos'altro" (48).
Il socialismo non era per Rocker un semplice problema di "pancia piena", ma un problema culturale che avrebbe dovuto favorire il massimo sviluppo della personalità e della libera iniziativa degli individui. Il socialismo insomma non poteva che essere il completamento e la continuazione naturale del liberalismo che teorizzava una società di uomini liberi dove l'individuo fosse criterio di tutto. "Il socialismo moderno - scriveva Rocker - non è, in fondo, se non la continuazione naturale delle grandi correnti liberali dei secoli XVII e XVIII. Fu il liberalismo che assestò il primo colpo mortale al sistema assolutistico dei principi, aprendo nello stesso tempo, nuove vie alla vita sociale. I suoi rappresentanti intellettuali, che videro nella massima libertà personale la leva di ogni riforma culturale, riducendo le attività dello Stato al minimo indispensabile, aprirono prospettive completamente nuove in relazione allo sviluppo futuro dell'umanità, sviluppo che, forzatamente, porterà al superamento di ogni tendenza assolutistica, così come ad una organizzazione razionale nell'amministrazione dei beni sociali, se le sue concezioni sull'economia avanzeranno allo stesso passo delle sue concezioni politico sociali" (49).
Quanto scritto sopra spiega esaurientemente il tentativo di Rocker di scindere le responsabilità storiche del capitalismo dalle originarie premesse liberali e democratiche in opposizione alla interpretazione marxista che vincola il liberalismo con la libera impresa e la Scuola di Manchester. Il capitalismo non sarebbe stato che la creazione economica della coscienza assolutistica a cui il liberalismo si sarebbe sempre opposto. Se quest'ultimo infatti fosse stato interamente conseguente dalle sue premesse non avrebbe potuto che essere anticapitalista e pertanto socialista. In sostanza per Rocker il capitalismo avrebbe tradito le originarie ed autentiche indicazioni date dall'ideologia liberale e democratica. Il capitalismo sarebbe dunque la negazione storica del liberalismo e del radicalismo, o per lo meno di un certo "liberalismo" e di un certo "radicalismo" (50). Rocker riconosceva che molti pensatori libertari come Godwin, Thomson, Proudhon, Pisacane, avevano considerato giustamente il socialismo come la conclusione economica delle promesse politiche del liberalismo, ma la maggioranza dei socialisti avevano finito per porre l'uno contro l'altro e nella loro lotta contro l'oppressione capitalistica avevano fatto ricorso al vecchio arsenale dell'assolutismo: in primo luogo la filosofia hegeliana con la sua concezione dello Stato e in secondo luogo il centralismo esasperato e la concezione della élite rivoluzionaria tipiche del giacobinismo. Anche Marx aveva attinto a queste fonti per giustificare la sua teoria della dittatura del proletariato e della pretesa "missione storica" della classe operaia destinata a trasformarsi in "becchino della borghesia".
Per Rocker l'idea marxiana di classe era un'idea astratta, nel migliore dei casi un concetto di classificazione sociale, che poteva non essere valido in determinate circostanze tanto che né Marx né altri erano stati capaci di tracciarne un limite fisso dandogli una definizione esatta. Succedeva con le classi quello che accadeva con le razze: nessuno sa dove termina una e dove comincia l'altra (51). Secondariamente attribuire ad una classe determinati compiti storici lo trovava in palese contrasto con l'esperienza così come considerava una mera speculazione presupporre che la storia progredisse secondo un processo naturale che si sviluppa indipendentemente dalla volontà umana.

La lezione del bolscevismo
L'errore fondamentale del materialismo storico consisteva per lui nel considerare gli avvenimenti sociali al pari di fenomeni fisici: "La scienza - scriveva - si occupa esclusivamente dei fenomeni che si mostrano nel gran quadro che chiamiamo natura, i quali sono perciò vincolati allo spazio ed al tempo e riconducibili ai calcoli del pensiero umano. Il regno della natura è infatti un mondo di necessità meccaniche e di connessioni interiori in cui ciascun evento accade secondo leggi di causa ed effetto. In questo mondo niente è casuale, qualsiasi atto arbitrario riesce impensabile. La scienza si limita perciò a trattare esclusivamente dei fatti, ed un unico fatto che contraddica gli esperimenti da cui è stato preceduto e non si integri con la teoria già formulata può gettare all'aria la più ingegnosa dottrina... Proprio questo manifestarsi di una legge ferrea nello svolgimento eterno degli eventi cosmici e fisici suggerì a diversi pensatori l'idea che anche gli eventi della vita sociale umana fossero soggetti alla stessa ferrea necessità e potessero quindi calcolarsi e spiegarsi con metodi scientifici. La maggior parte delle teorie storiche sono ancorate a questo erroneo concetto, che poteva essere ammesso dalla mente umana solo ponendo sullo stesso piano le leggi proprie dell'esistenza fisica ed i desideri e i fini degli uomini, i quali invece possono considerarsi come risultati del loro pensiero (52). Questo non significava che anche nella storia come nella natura non si verificassero fenomeni di causa ed effetto, ma negli eventi sociali le cause stavano sempre nei desideri umani, mentre nella natura si avevano sempre cause di necessità fisica. Queste ultime operano al di fuori di ogni azione umana mentre le prime sono solo manifestazioni della volontà umana. Le idee religiose e politiche, le forme di produzione e della proprietà non erano necessità implicite della nostra esistenza fisica, ma solo i risultati del nostro desiderio di riuscire a realizzare scopi precedentemente ipotizzati (53). Questa credenza "dello sviluppo meccanico di ogni accadimento storico sulla base di un processo inevitabile, che tiene il suo fondamento nella natura delle cose, è ciò che ha fatto più danno al socialismo, perché ha distrutto tutte le premesse etiche, imprescindibili per l'idea socialista..." (54) .
Da questo preteso determinismo derivava anche la teoria della dittatura del proletariato, il periodo di transizione necessario secondo Marx per passare dalla società capitalista ad una società senza classi, ma "l'esperimento del bolscevismo in Russia ha dimostrato chiaramente, scriveva Rocker, che per mezzo della dittatura si può arrivare al massimo ad un capitalismo di Stato, non al socialismo. Anche una società senza proprietà privata può schiavizzare un popolo. La dittatura può sopprimere una vecchia classe, però si troverà sempre obbligata ad accudire ad una casta di governo formata dai suoi propri sostenitori, conferendo loro privilegi che il popolo non avrà. La dittatura come "movimento di liberazione", è spinta dalla logica delle circostanze ad essere uno strumento di oppressione, sostituendo una forma antica di schiavitù con una nuova. Anche la cosiddetta "dittatura del proletariato" non è in realtà, se non una dittatura sul proletariato, anche se immaginata come temporanea, come periodo di transizione. Perché ogni governo provvisorio mostra la tendenza a convertirsi in permanente come sostenne Proudhon" (55). Senza la libertà il socialismo avrebbe condotto solamente a un tetro capitalismo di Stato che avrebbe sacrificato tutti gli interessi individuali ad un fittizio interesse collettivo. Il comunismo autoritario marxista era dunque in antitesi al liberalismo, spettava ai veri rivoluzionari opporsi fermamente al "socialismo di Stato"'e rivendicare parte dell'originario pensiero liberale perché una vera società libertaria ed egualitaria non poteva non prescindere dalla realizzazione effettiva della piena autonomia di ogni individuo nella libertà e nella piena autonomia di tutti gli altri.
L'opposizione al comunismo autoritario non aveva naturalmente fatto passare in secondo piano la lotta contro il fascismo. A differenza di coloro che fra le due guerre mondiali non avevano ancora capito niente del fenomeno totalitario, Rocker aveva prontamente identificato bolscevismo e fascismo come due correnti antitetiche della medesima idea dello Stato nate da una unica fonte e disposte entrambe a sacrificare al Moloch di una macchina statale onnipotente ogni diritto personale, ogni conquista libertaria del passato. Di tutte le tirannie il fascismo era comunque la peggiore perché le reazioni spirituali che generava erano fra le più pericolose e le più inumane, in quanto aspirava a fare delle barbarie una condizione permanente, distruggendo ogni diritto, ogni libertà conquistata lentamente con secoli e secoli di lotte.

Contro le barbarie nazista
Quando nel 1933 anche la Germania si arrese alla violenza nazista, cosciente del pericolo che correva la civiltà umana, Rocker delineò una scala gerarchica di priorità ponendo al primo posto la vittoria sul totalitarismo. La convinzione dl questa necessità, che dominava ogni altra preoccupazione, è evidente nella posizione assunta di fronte alla seconda guerra mondiale. Pur essendo sempre stato ostile all'attuale ordine sociale di cose e sempre avversario deciso della guerra, ciò non gli impedì di considerare i criminali del Terzo Reich come i veri ed unici responsabili del conflitto: "Non si può parlare in alcun modo di una distribuzione di colpevolezza, poiché i fatti sopravvenuti sono tanto chiari che chiunque non sia cieco deve ammettere che gli assassini e gli incendiari del "Terzo Reich" hanno pensato con freddo calcolo e cinica brutalità a questa guerra, l'hanno preparata e portata ad esecuzione, dopo che Hitler si coprì le spalle mediante il patto con Stalin. E' stato Hitler ad inaugurare in Europa il "periodo delle sorprese" come cinicamente egli stesso lo chiamò. Il suo intervento e quello di Mussolini nella guerra civile spagnola fu il primo passo per una nuova catastrofe mondiale" (56).
Addebitare esclusivamente ai nazisti la volontà di scatenare la guerra non significa che Rocker assolvesse le potenze occidentali dalle loro responsabilità storiche, anzi la debolezza diplomatica dimostrata di fronte alla prepotenza hitleriana rappresentano caso mai una colpa in più: "Nessuno, scrive, può sostenere che l'Inghilterra, la Francia, la Polonia e gli Stati Uniti hanno voluto la guerra, che fu loro imposta direttamente dalla continua rapacità d'una banda di "gangster politici". Se si può parlare di una colpa qualunque, essa esiste solo nel fatto che Inghilterra e Francia acconsentirono tranquillamente che Hitler rompesse uno dopo l'altro gli accordi del Trattato di Versailles, che abbandonassero senza resistere l'Austria e la Cecoslovacchia alla barbarie nazista, non impedissero che i Trusts capitalistici, preoccupati solo dei loro guadagni, consegnassero a Hitler durante anni e anni, materie prime ed altre cose che gli occorrevano per i suoi preparativi bellici" (57). Tuttavia queste considerazioni non potevano assolutamente spostare la priorità dell'abbattimento del nazismo, uno dei regimi più brutali che l'umanità avesse conosciuto. Anche in una serie di scritti pubblicati nel giornale anarchico di Buenos Aires "La protesta", più tardi raccolti in volume sotto il titolo La segunda guerra mundial: Interpretaciones y ensayos de un hombre libre (58), Rocker ribadiva questo suo punto di vista in merito agli avvenimenti dell'ultimo conflitto mondiale. Quello che gli premeva rilevare era che in gioco non vi fosse solamente la sconfitta militare di questo o quello schieramento, bensì la distruzione di ogni conquista spirituale e culturale che lentamente si erano andate affermando in Europa nel corso di molti secoli . I nazisti avevano già distrutto intenzionalmente tutto il patrimonio culturale della comunità tedesca e strappato violentemente la Germania dal consesso delle nazioni civili. Non si poteva rimanere indifferenti, era necessario spezzare con ogni mezzo l'avanzata del nazismo che stava per soffocare tutta l'Europa e il mondo; la guerra al nazismo andava combattuta fino in fondo senza tentennamenti e reticenze. Le critiche di altri anarchici che lo accusarono di essere un guerrafondaio al servizio di governi imperialisti, non gli fecero mutare questa posizione attiva nella lotta contro il nazi-fascismo. Le motivazioni ideali che lo spingevano in questa battaglia erano le stesse che lo avevano sempre mosso contro l'autoritarismo, contro il totalitarismo di qualunque forma e colore: "Mai in vita mia sono stato fermamente persuaso come lo sono oggi della esattezza eterna delle nostre concezioni. proprio per questo, quando un nuovo assolutismo brutale del pensiero minaccia di avvelenare tutti gli aspetti della vita sociale, è necessario difendere con tutte le forze il grande tesoro ideale dei nostri precursori... applicando ad ogni nuovo problema dell'era nuovissima la filosofia della libertà e cercando per essa una realizzazione pratica. L'anarchismo non è un sistema di idee chiuso ma una interpretazione del pensiero che si trova in continua circolazione, che non si può racchiudere in una cornice fissa, se non si vuole rinunciare ad esso" (59).

1) D.A. De Santillan, Introducion, in R. Rocker, La segunda guerra mundial. Interpretacion y ensayos de un hombre libre, Buenos Aires, 1943, p. 9.

2) C. Ward, People and ideas: Rudolf Rocker, 1873-1958, "Freedom", 27 settembre 1958.

3) H. Becker, Escales à Paris, "Itineraire", n.4, 1988, p. 9.

4) R. Rocker, La juventud de un rebelde, Buenos Aires, 1947 , p. 126.

5) C. Ward, op. cit.

6) La presenza di questa opposizione in seno al partito socialdemocratico tedesco permise al movimento anarchico all'epoca decisamente minoritario di mettere radici anche in Germania e di non rappresentare solo un ideale. Gli Jugen erano forti numericamente a Berlino, Magdeburgo e Dresda; nel 1891 lasciarono definitivamente il partito e fondarono il Verein Unabhangiger Sozialisten. Il loro organo di stampa ufficiale fu il giornale "Der Sozialist" che dal 1893 fu diretto da Gustav Landauer. Il giornale pubblicò articoli di Landauer e traduzioni di testi dei maggiori teorici dell'anarchismo.
Sugli Jugen si veda:
1. FETSCHER, Bernestei e la sfida all'ortodossia in Storia del marxismo.
2. Il marxismo nell'età della II lnternazionale, Torino, 1979, p. 237-274.
Sulla storia della socialdemocrazia tedesca si veda:
G.D.H. COLE, Storia del pensiero socialista, Bari, 1967, 5 voll.,
Sull'anarchismo tedesco si veda:
M. NETTLAU, Breve storia dell'anarchismo, Cesena, 1964, p. 57-59 e p.229-233;
M. NETTLAU, Bibliographie de l'anarchie, New York, 1968, p. 156-166;
G. WOODOOCK, L'anarchia. Storia delle idee e dei movimenti libertari, Milano, 1966, p. 377-383.

7) Gustav Landauer (1870-1919) filosofo e saggista tedesco esercitò una grande influenza sul movimento operaio tedesco e sul movimento "spartachista". Nel 1919 prese parte alla Repubblica dei consigli di Baviera e fu commissario per l'istruzione pubblica. Tra le sue iniziative quella dell'apertura delle Università a chiunque avesse compiuto diciotto anni, la soppressione degli esami e la riduzione dei titoli universitari. Durante la repressione del movimento comunista bavarese, Landauer fu assassinato dai soldati mandati da Berlino. Il responsabile del suo assassinio era un aristocratico Junker, Il maggiore barone Von Gagern che non fu mai punito e neppure processato.
Johann Most (1846-1906), come Rocker, rilegatore di libri, fu membro del Reichstag ma nel 1878 si convertì all'anarchismo. Espulso dal partito socialdemocratico nel 1880, già nel 1879 aveva fondato a Londra un suo giornale "Die Freiheit" il primo giornale anarchico pubblicato sul suolo inglese che influenzerà fino alla fine del secolo i socialisti più rivoluzionari sia in Germania che all'estero. Costretto ben presto a lasciare l'Inghilterra agli inizi del 1882 era in America con il suo " Freiheit" che continuerà a pubblicare fino alla sua morte.

8) Al congresso di Bruxelles gli anarchici non erano stati invitati. Durante i lavori congressuali gli anarchici presenti furono espulsi. L'unico che poté restare in aula fu D.Nieuwenhuis che sebbene continuamente interrotto dai delegati marxisti cercò di mettere all'ordine del giorno gli scottanti problemi del parlamentarismo e del suffragio universale. Il rivoluzionario olandese fu il primo a porre con vigore anche il problema dell'atteggiamento da tenere in caso di guerra, proponendo, se fosse stata dichiarata, di rispondere con lo sciopero generale. La proposta venne respinta dalla maggioranza marxista.
Cfr. D. TARIZZO, L'anarchia. Storia dei movimenti libertari nel mondo, Milano, 1976, p. 202 e G. WOODCOCK, Op. cit., p. 384-387.

9) R. ROCKER , La juventud de un rebelde, Buenos Aires, 1947, p. 234. Grazie a Lambert nel gennaio 1892 Rocker pubblicò sul giornale "Autonomie" di Londra il suo primo articolo sulla stampa anarchica.

10) T. PORRE' , Rudolf Rocker. Theoricien et homme d'action, "Itineraire", op. cit., p. 5.

11) Durante una manifestazione organizzata da Rocker si verificarono degli incidenti provocati da Sepp Oerter (1870-1928) che fu arrestato e condannato a otto anni di prigione. Suo fratello Fritz Oerter (1869-1935) che aveva cercato di strapparlo dalle mani della polizia fu condannato a 18 mesi di prigione. Al fine di evitare l'arresto Rocker fuggiva dalla Germania. In seguito mentre Fritz Oerter resterà anarchico per tutta la vita, il fratello diverrà primo ministro di Brunswich e successivamente si convertì al nazismo. Cfr. H. BECKER, op. cit., p. 9.

12) U. FEDELI, Rudolf Rocker. La sua opera il suo pensiero, "Volontà", 1953-54, p. 594.

13) H. BECKER, op. cit., p.6.

14) T. PORRE', op. cit., p.6.

15) R. ROCKER, La juventud de un rebelde, op. cit., p. 315 e ss. AN-SKI (1863-1920), nato a Witbesk è autore del famoso romanzo Dibbu'q.

16) R. ROCKER, En la borrasca, Buenos Aires, 1949, p. 1 87.

17) Sul movimento anarchico francese si veda:
J. MAITRON, Le mouvement anarchiste in France, Paris, 1983, 2 voll.
Rocker aveva subito un procedimento di espulsione in data 30 novembre 1893, ma non essendogli stato notificato personalmente poiché assente al domicilio l'atto non aveva avuto luogo.

18) I principali fondatori del Communistische Arbeiter Bildungs Verein furono il tipografo Schapper, il calzolaio Heinrich Bauer, il sarto Eccarius e l'orologiaio Joseph Moll.
Cfr. E. DOLLEANS, Storia del movimento operaio. I. (1530-1871), Roma, 1946, p. 187.
E' frequentando i locali di questa associazione che Rocker conobbe Louise Michel, Errico Malatesta, Pietro Gori. Della prima dirà: "...possedeva il carattere di un apostolo, profondamente persuasa della giustezza della sua causa che non poteva adattarsi alla minima ingiustizia".
R.ROCKER En la borrasca, op. cit., p. 34-35. Del secondo scriverà: "...Me lo ero immaginato sempre un uomo gigantesco come Bakunin. La mia sorpresa non fu piccola quando vidi di fronte a me un uomo basso, un po' magro, la cui presenza fisica non corrispondeva in alcun modo ai miei presentimenti. Anche se Malatesta non era il gigante che avevo immaginato, il suo volto gentile, espressivo, provocò in me una profonda impressione. Il capo superbo con i capelli neri ricciuti e gli occhi vivi...dai quali irradiava tanta bontà di cuore e una energia indomabile...Il viso pallido, la cui espressione virile era esaltata da una corta e fitta barba, mostrava una tranquilla decisione e una ricca vita spirituale interiore. Si sentiva a prima vista l'energia segreta di una personalità di grande talento, che non si perdeva in questioni secondarie e teneva sempre in vista un grande obiettivo".
R. ROCKER, En la borrasca, op. cit., p. 45.
Di Pietro Gori affermerà che ...era senza dubbio uno degli oratori più poderosi che ha prodotto l'Italia" e che ...il suo fine talento poetico gli permetteva di formare un incanto irresistibile che si incidevano profondamente nell'anima".
R. ROCKER, En la borrasca, op. cit., p. 51.

19) ibid, p. 31 .

20) ibid, p. 57-58. Sull'East End si veda: W.J. FISHMAN, East End 1888, London, 1988;
W.J. FISHMAN - N. BREACH , The street of East London, London, 1987.
Sull'emigrazione ebraica a Londra si veda: L.P. GARTNER, The Jewish Immigrant in England 1870-1914, London, 1960.

21) Sul movimento anarchico ebraico si veda: N. WEINSTOCK, Le pain de misere. Histoire de mouvement ouvrier juif en Europe. II. L'Europe centrale et occidentale jusq'en 1914, Paris, 1984; N. WEINSTOCK, Le mouvement anarchiste juif, "Point Critiques" 1988;
W.J. FISHMAN, East End Radicals. 1875-1914, London, 1975;
W.J. FISHMAN, Rudolf Rocker: Anarchist Missionary (1873-l958), "History Today", gennaio 1966.

22) Su Milly Witkop si veda: R. ROCKER, Milly Witkop Rocker, Berkeley, 1956.

23) N. WEINSTOCK, op. cit., p. 100, e G. WOODCOCK, op. cit., p. 394.
In una lettera inviata a Ugo Fedeli, Rocker ricordava così i primi tempi della sua permanenza in Inghilterra: "Ho conosciuto per la prima volta nel 1892 a Parigi dei compagni yiddish provenienti dalla Russia, dalla Polonia, dalla Romania ecc., ed ho avuto contatti più tardi con loro a Londra, e là ho imparato la loro lingua. Nell'estate del 1898 sono divenuto redattore del giornale yiddish "Dos Fraye Vort" a Liverpool del quale sono usciti solamente otto numeri perché i compagni yiddish mi invitarono a Londra alla redazione del giornale "Arbeiter Freund" che ho compilato dal novembre del 1898 al dicembre 1914". U. FEDELI, op. cit., p. 345.

24) N. WEINSTOCK, op. cit., p.101.

25) Come spesso accade, uno dei militanti, precisamente il cassiere del gruppo, aveva sottratto ingenti somme dalle casse del periodico, di conseguenza non fu più possibile pagare i conti che si credeva già saldati da lungo tempo.
Cfr. HERZKOVITSKY, Années d'exil. Au service des tailleurs, op. cit., p. 15.

26) R. ROCKER, En la borrasca, op. cit., p. 288-289.

27) W.J. FISHMAN, op. cit., p.248.

28) N. WEINSTOCK, op. cit., p.101.

29) Sul pogrom di Kinishev si veda:
L. POLIAKOV, Storia dell'antisemitismo. IV. L'Europa suicida, 1870-1933, Firenze 1990, p. 140 e ss.
Sulla manifestazione si veda:
R. ROCKER, Peter Kropotkin and the yiddish worker's movement in Peter Kropotkin. The Rebel, Thinker and Humanitarian, Berkeley, 1923.

30) N. WEINSTOCK, op. cit., p. 103.

31) ibid, p. 103. Vedi anche J. JOLL, Gli anarchici, Milano, 1976, p.230-231 .

32) R. ROCKER, En la borrasca, op. cit., p. 640.
Alla sua morte il "Jewish Chronicle" scriveva che Rocker era stato "l'uomo che aveva ispirato, organizzato e guidato il grande sciopero dei tessili ebrei nel 1912, che pose termine allo sweating system" ora cit. in C.Ward, op. cit..

33) E. COLOMBO, L'AIT: L'Alternative libertaire, "Itineraire", op. cit., p.26-27.

34) A.J. CAPPELLETTI, Rudolf Rocker: El socialismo como anti-absolutismo, " Ruta", 1 dicembre 1977, p. 11-12.

35) D. TARIZZO, op. cit., p. 203, G. WOODCOCK, op. cit., p.382.

36) Prima del congresso si era tenuta nel settembre 1919 a Dusseldorf una riunione di tutte le associazioni operaie che difendevano posizioni sindacaliste e federaliste. In quella sede si propose il cambiamento del nome che fu poi ratificato dal Congresso di Berlino.

37) Oltre a "Der Syndicalist", la FAUD pubblicava fogli regionali come "Die Arbeiterborse", mensili come "Arbeiterecho'" "Die Internationale", "Der Bauabeiter". La FAUD aveva anche una associazione giovanile la Syndikalistische anarchistische jugend Deutschlands (SAJD) che pubblicava il giornale "Jugen Anarchisten".

38) Erich Muhsan (1878-1934), nacque a Berlino in una famiglia ebraica di tendenze nazional-liberali. Cacciato da scuola a 17 anni per atteggiamenti socialisti apprese il mestiere di farmacista, poi decise di vivere scrivendo. Allontanandosi dagli ambienti socialdemocratici si avvicinò agli anarchici e strinse amicizia con G. Landauer. Nel 1909 fondava il gruppo Tat federato al Sozialistischer Bund e nel 1911 pubblicava il suo primo giornale "Kain". Dopo la prima guerra mondiale si legò agli spartachisti senza abbandonare le sue posizioni libertarie e partecipò accanto a Landauer e Ernest Toller alla Repubblica dei consigli di Baviera, ciò che gli valse 15 anni di reclusione. Amnistiato nel 1924 si trasferì a Berlino e aderì all'Unione anarchica di Berlino nata da una scissione della Federazione comunista anarchica tedesca. Dal 1926 al 1931 pubblicò "Fanal". Nel 1932 dava alle stampe la sua opera più importante: Befreiung der Gesellschaft vom Staat. Il 28 febbraio 1934 fu arrestato dalle SA e internato nel campo di concentramento di Oranienburg dove morì il 10 luglio di quello stesso anno.

39) A.J. CAPPELLETTI, op. cit., p,13.
Ernst Toller (1893-1939) figlio di commercianti ebrei nacque a Samotschin nella Polonia annessa alla Prussia. Ardente antimilitarista nel 1919 partecipa alla Repubblica dei consigli di Baviera come membro del governo rivoluzionario. Condannato a morte dopo il soffocamento della repubblica, la condanna fu commutata in 5 anni di fortezza grazie ad un forte movimento internazionale di protesta. E' in questo momento che inizia la sua attività di scrittore. Quattro drammi espressionisti rappresentano l'essenziale della sua opera: Die Wandlung; Der Masse-Mensch; Der Deutsche Hinkemann; Hoppla, wir leben!. Fuggito dalla Germania dopo l'avvento del nazismo proseguì la sua attività antifascista in Spagna. Rifugiatosi negli Stati Uniti si impiccò in una camera d'albergo di New York nel maggio 1939 dopo aver appreso la caduta della Cecoslovacchia.

40) Nell'articolo Rocker sostiene che soviet e dittatura sono "due nozioni differenti che, invece di completarsi, si escludono reciprocamente". Così la parola d'ordine degli anarchici doveva essere "Tutto per i consigli! Nessun potere al di sopra di essi! e questa parola d'ordine sarà nello stesso tempo quella della rivoluzione sociale".
L'articolo fu tradotto e pubblicato su "Les Temps Nouveaux" del 15 agosto e 15 settembre 1920. Cfr. J. MAITRON, op. cit., p. 45.
Sulla situazione dell'anarchismo in Russia dopo la Rivoluzione di ottobre si veda:
P. AVRICH, L'altra anima della rivoluzione, Milano, 1972;
P. AVRICH, Gli anarchici nella rivoluzione russa, Milano, 1976;
B. VOLIN, La rivoluzione sconosciuta, Carrara, 1976, 2 voll.

41) Al congresso parteciparono le seguenti associazioni nazionali:
Argentina: Federacion Obrera Regional Argentina;
Cile: Industrial Worker of the World;
Danimarca: Asociation de Propagande Syndacaliste ;
Germania: Freie Arbeiter Union;
Olanda: National Arbeids Secretariaat;
Italia: Unione Sindacale Italiana;
Mexico: Confederacion General de Trabajadores;
Portogallo: Confederacao General de Travalho;
Norvegia: Norks Syndikalistisk Federation;
Svezia: Sveriges Arbetares Centralorganisation;
Spagna: Confederacion Nacional del Trabajo.
Al congresso parteciparono anche le seguenti organizzazioni:
Germania: ALLgemeine Arbeiter-Union ; Anarchosyndikalistische Jugend;
Francia: Comité de Défense Syndacaliste Révolutionnaire (questa organizzazione rappresentava l'opposizione interna alla CGTU costituitasi dopo che questa aveva aderito alla lnternazionale dei sindacati rossi); Fédération du Batiment; Fédération des Jaunnesses de la Seine.
R. ROCKER, Revolucion y regresion, Buenos Aires, 1952, p.140-14

42) Nazionalismo e cultura fu pubblicato inizialmente in spagnolo in tre volumi: Las raices de la autoritad (1935); Teologia politica (1936); Economia sin capitalismo y sociedad sin estado (1937),
per conto delle edizioni Tierra y Libertad di Barcellona.
La versione definitiva fu pubblicata a Amburgo in lingua tedesca presso l'editore Friedrich Oetinger nel 1949 con il titolo: Die Eutscheidung des Abendlandes. Il titolo dell'opera avrebbe dovuto essere nelle intenzioni di Rocker Nazionalismus und cultur ma l'editore tedesco lo modificò a sua insaputa.

43) V. ISCA, Ricordi su Rudolf Rocker, "Controcorrente", settembre-ottobre 1958.

44) A.J. CAPPELLETTI, op. cit., p. 17.

45) Negli Stati Uniti pubblicò: The Truth about Spain, Freie Arbeiter Stimme, New York, 1936; The Tragedy of Spain, Freie Arbeiter Stimme, New York, 1937;
Anarcho-syndacalism: theory and practice, Secker & Warburg, Londra, 1938;
Pioneers of American Freedom, Rocker Pubblications Committee, Los Angeles, 1944;
La influencia de las ideas absolutistas en el socialismo, Estudios Sociales, Mexico, 1945;
Fermin Salvochea, editorial Tierra Y Libertad, Paris et Bordeaux, 1945;
Michael Bakunin and his time, Rand School, New York, 1946;
i tre volumi delle sue memorie: La juventud de un rebelde; En la borrasca; Revolucion y regresion,
1918-195l
, editorial Tupac, éditorial Americalee, 1947-1952; Der Leidensweg von Zeusl Muhsam, verlag Die Freie Gesellschaft, Darmstadt, 1949; Max Nettlau, el herodoto del anarquia, Ediciones Estela, Mexico, 1950.

46) Milly Witkop era deceduta nel 1954, su di lei si veda il già citato R. ROCKER, Milly Witkop Rocker, Berkeley, 1956.

47) N. BERTI, Presentazione dell'edizione italiana in ROCKER, Pionieri della libertà, Milano, 1982, p. 11.

48) ibid, p.12.

49)R. ROCKER, As ideias absolutistas no socialismo, Sao Paulo, 1946, p. 9.

50) N. BERTI, op. cit., p.12.

51) R. ROCKER, As ideias..., op. cit., p. 10.

52) R. ROCKER, Nazionalismo e cultura, Catania, 1977 , p.22-23.

53) ibid, p. 23.

54) R. ROCKER, As ideias..., op. cit., p. 12.

55) ibid, p. 53-54.

56) R. ROCKER, Revolucion y regresion, op. cit., p. 144.

57) ibid, p.414.

58) Il libro fu pubblicato a Buenos Aires nel 1943 per i tipi dell'Editorial Americalee. Le posizioni espresse dal Rocker nel volume furono oggetto di critica da parte di molti militanti anarchici, in proposito si veda: A.P., Rudolf Rocker et la position anarchiste devant la guerre, opuscoli de "Le Réveil"- Il Risveglio", n. 130, Ginevra, febbraio 1945.

59) Citato in U. FEDELI, op. cit., p. 176.