Rivista Anarchica Online
Letti e riletti
di Paolo Finzi
Dopo una sospensione di vari mesi, dovuta alla difficile
situazione in cui versava la precedente redazione di Calolziocorte
(Bg) e coincisa con la montante canea militarista ed autoritaria in
occasione della guerra del Golfo ha ripreso le pubblicazioni con il
n. 53 - datato "maggio/giugno 1991" - Senza patria
(sottotitolo: "per lo sviluppo della lotta antimilitarista
e antiautoritaria"). Nell'editoriale la nuova redazione
salentina si presenta con chiarezza d'intenti:
Senzapatria sarà (...) uno strumento di dibattito,
come proiezione di un progetto politico all'interno del quale
l'antimilitarismo è solo un segmento, sicuramente il più
importante ed agguerrito, di una più generale concezione del
mondo e dei rapporti tra gli uomini. Il militarismo, in pratica, non
è più il semplice fatto militare: bisogna cominciare a
pensare ad esso come ad una cultura fondata sulla subordinazione,
sull'obbedienza, sulla sopraffazione, sulla violenza, che informa di
sé tutto il corpo sociale (...) Ed è a questa
cultura che bisogna trovare l'antidoto; è questa filosofia di
vita che bisogna neutralizzare al più presto , inserendo
negli interstizi della cultura dominante meccanismi capaci di far
esplodere le sue contraddizioni e di trasformarla
radicalmente. Ottimo, in particolare, mi sembra l'articolo
("Welcome home") di Agostino Manni, relativo alla retorica
del ritorno dal fronte di Bellini, Cocciolone e in genere dei
"nostri ragazzi": assassini in divisa, precisa già
l'occhiello. Un altro periodico anarchico che riprende le
pubblicazioni dopo qualche mese di sospensione è il mensile
di piccolo formato Seme anarchico, sempre edito a Brescia: la
gestione redazionale è passata da Ivan Guerrini a Franco
Buncuga (che fa anche parte del collettivo redazionale di
"Volontà"). Abbiamo bisogno di consigli di
collaborazione scrive tra l'altro Buncuga - per rinnovare il
giornale che da settembre avrà una nuova veste grafica che
verrà discussa dall'assemblea dei soci fondatori e
collaboratori alla fine dell'estate. Chiediamo per intanto ai
collaboratori di spedire possibilmente testi chiari e comprensibili
in armonia con l'esigenza di propaganda spicciola del giornale
(...).
Una volta all'anno, in coincidenza con il 1° maggio (ma qualche
volta è uscito anche in altre occasioni e c'è chi
vorrebbe intensificarne la periodicità), esce a Trieste
Germinal. Il n. 56, uscito quest'anno, ha sedici pagine e
comprende articoli su Ungheria, guerra alla guerra, immigrazione,
nazionalismo in Jugoslavia, obiezione fiscale al militarismo e alla
Chiesa, animalismo, ecologia, recensioni, articoli dal Friuli e dal
Veneto, ecc... Interessante iniziativa quella intrapresa dalla
Biblioteca Labronica di Livorno, che al n. 3 della collana Studi e
testi ha appena pubblicato la traduzione di una ricerca storica
compiuta una decina di anni fa da un giovane ricercatore storico
inglese. "Sovversivi" e fascisti a Livorno (1918-1922)
è il titolo del volume di oltre 270 pagine, Tobias Abse ne è
l'autore. Si tratta di una ricostruzione accurata del clima e delle
vicende politico-sociali in una delle città italiane in cui
più forte è sempre stata la combattiva presenza del
movimento operaio e socialista (in senso lato) - in particolare in
quell'epoca - del movimento anarchico e sindacalista rivoluzionario.
Nelle pagine di Abse inevitabilmente si incrociano numerosi
militanti anarchici e dell'Unione Sindacale italiana, dai più
noti (come Errico Malatesta, Armando Borghi e Amedeo Boschi) ad
alcuni dei tanti meno noti che - nell'insieme - hanno contribuito a
lasciare un segno libertario tanto profondo e così radicato
da intrecciarsi ancor oggi con il carattere di fondo - ribelle,
blasfemo, irriverente - della sua popolazione. Da Livorno a Pisa
il passo è breve: segnaliamo lo studio di Alessandro
Marianelli Movimento operaio, forme di propaganda e cultura
sovversiva a Pisa tra '800 e '900, edito già da
qualche mese dalla Biblioteca "Franco Serantini"
animata dagli anarchici pisani. Si tratta di uno studio più
modesto nelle dimensioni, ma altrettanto interessante soprattutto
perché punta la propria attenzione più che sui
"grandi" avvenimenti politico-sociali, sulla dimensione
quotidiana della "militanza", sui movimenti conviviali,
sulle svariate modalità attraverso cui avveniva la
propaganda, sul pathos che animava l'ambiente sovversivo pisano.
Meritano di essere ricordati altri due contributi alla storiografia
pisana sempre editi dalla Biblioteca "Franco Serantini":
"Anarchismo e lotte sociali a Pisa 1871-1901,
dall'Internazionale alla Camera del Lavoro", di Franco
Bertolucci e, sempre curato da Bertolucci, "La Camera del
Lavoro di Pisa 1896-1922, atti e documenti"
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