Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 175
estate 1990


Rivista Anarchica Online

Altri signornò
di Pasquale Ambrosino

Si allunga la lista dei giovani che rifiutano di svolgere il servizio militare e, al contempo, non intendono presentare la domanda alle autorità militari per essere ammessi all'eventuale servizio civile alternativo alla naja. Sono attualmente (circa) una decina. Uno di loro - Pasquale Ambrosino, di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) - ha scritto questo testo.

"Il pensiero è senza legami: vive di incontri e muore di solitudine"

E. Jabes

"L'immaginazione ha i suoi limiti: i limiti di una realtà eccessiva"

E. Jabes

Recinto di filo spinato: economia del potere. Tutte le gabbie hanno un prezzo e sono comunque necessarie per chi le domina... Barriere del pensiero.
E l'esercito è la realtà eccessiva di una realtà eccessiva di per sé: il vivere sociale.
Esercito, fabbrica e ritmo di una produzione radioattiva, videogame concreto dove si rappresentano combattimenti e morte, atto di forza, eroismo, bandiere, parate, punizioni, medaglie e cibi marci, tutto in nome di una giustificazione sospetta di arroganza e di imbroglio : patria, fascismo, democrazia, "comunismo", dio, organizzazione dei bisogni e "libertà".
Il bambino non vota, non produce, non partecipa e non decide; è solo merce da addomesticare per il mondo del "tutto è in regola".
Il bambino, come il soldato, il cittadino, l'uomo, la donna, la giostra del mondo: si chinano davanti alle loro coscienze, che risultano essere segrete e distanti dalla pratica della vita. La pratica è fatta di altro...e l'umiliazione non riesce a trasformarsi in ribellione.
Mi sono chiesto per tanto tempo se millenni di guerre avessero insegnato qualcosa, se ci si fosse stancati della nostra stessa tirannide, ma manca sempre una verifica: immaginare un rapporto tra uomini e donne e tra essi e la natura ha i suoi limiti e sono i limiti di una realtà eccessiva fatta di violenza legalizzata che lascia poco spazio ad un vivere altro.
Ed ecco che un giorno mi arriva a casa una cartolina che mi obbliga a presentarmi il 10 luglio 1990 presso una caserma militare, una "scuola" di truppe corazzate, dove dovrebbero "insegnarmi" a manovrare stupide macchine da guerra, io soldato che preme pulsanti ed obbedisce a capi dal cervello distorto? E' un altro recinto di filo spinato, dai costi eccessivi e dai distintivi di latta... ma dicono loro necessario...
E' uno dei tanti legami, vincolanti, con un modo di vivere che non riesco a pensare come mio.
Io non voto, non produco, non partecipo e non decido del potere su altri uomini; mi rifiuto di essere merce da addomesticare per il mondo del "tutto è in regola".
So che il potere è una dimensione troppo forte e radicata, difficile da superare, ma il mio rifiuto di esso è la mia storia forse contraddittoria, ma significativa, è quella sottile differenza (tra me e il potere) che mi porta a pensare che non mi presenterò per svolgere il servizio militare e nemmeno quello sostitutivo civile. Senza valutazioni politiche, tatticismi di sorta, illusioni di cambiare il mondo, ma solo per confermare quella sottile differenza che per me significa già cambiare qualcosa.