Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Controlled Bleeding
Ecco un lavoro di musica
quasi-elettronica, piuttosto oscura ed anche un po' "cattiva"
(non in senso di qualità, s'intende...). È
un disco abbastanza pesante, opprimente e tetro. Non però come
quei dischi che si facevano una volta, quando erano brividi di
dis/piacere quelli che correvano giù per la schiena alla
notizia dell'uscita di un nuovo album dei Throbbing Gristle o dei
primi vecchi Clock DVA.
Ecco la ragione per cui, ora, ho
cercato di attutire gli aggettivi.
Sono cambiati i tempi, e logicamente
cambiati i gusti e gli orientamenti, ma la scena rumoristica è
rimasta sempre più wild-and-extreme. Il tutto rigorosamente
underground, per non dissolverne il fascino. "Songs from the
grinding wall" è l'album con cui i CONTROLLED BLEEDING,
dalla East Coast statunitense, si fanno meglio conoscere sia in casa
che al di qua dell'oceano (l'album è diffuso in Inghilterra a
cura di Southern Distribution).
Dopo aver pubblicato altro materiale,
rimasto per scelta e per forza di cose sepolto nel circuito
underground, eccoli alle prese con un vero contratto discografico:
hanno firmato per la Wax Trax! di Chicago, etichetta indipendente di
dimensioni medio-piccole ma già molto solida, che ha già
all'attivo una serie di uscite elettroniche e sperimentali che vanno
dall'insopportabile al ballabile-con-attenzione.
Tanto per fare dei nomi e dei paragoni,
visto che questo giornale per ora "non suona", penso
potremmo mettere questo disco accanto a certe cose dei tedeschi
Einsturzende Neubauten o degli inglesi Nocturnal Emissions, certo con
il dovuto rispetto per tutt'e tre.
Resta il fatto che, pur non essendoci
affinità esplicite, non si può non avvertire una comune
tendenza allo studio del rapporto arcano tra ritmo, rumore e
progresso/decadimento tecnologico. Comune è pure
l'autocompiacimento per i risultati, che zampilla anche dalla bella
copertina. Dunque, in questo lp ci sono quattro composizioni
piuttosto lunghe e tirate, molte buone intuizioni realizzate in
maniera pressoché ottima e con un discreto spiegamento di
mezzi in studio.
A quanto ho saputo, si tratta di
materiale composto quasi tre anni fa, e rappresenta solo in parte gli
attuali orientamenti del gruppo. Wax Trax! dovrebbe pubblicare tra
poco un loro nuovo album, intitolato "Tridge", contenente
alcune tra le composizioni più recenti: ho appena ricevuto un
demo-tape, sinceramente ottimo.
Queste musiche, come scritto sulla
copertina, vanno ascoltate ad alto volume. Fatelo sudare, il vostro
amplificatore! Date fastidio ai vicini! L'effetto è
assicurato: "Songs from the grinding wall" è
un'opera deviante, ma con educazione; cerebrale, eppure del tutto
accessibile, anche se qualche sforzo lo si deve fare...
A piccole dosi, si potrebbe anche
danzare al ritmo di questo muro che si sgretola sotto i colpi
perversi di Paul Lemos (chitarre e tastiere, rumori e "mente"
della formazione, nonché collaboratore giornalistico delle
migliori testate indipendenti statunitensi in campo musicale
alternativo). Se questo genere caso mai diventasse di moda (…
e dopo l'acid house ed il wild rap non si può mai dire!),
prepariamoci a trapani da dentista, schiacciasassi e porte (blindate,
pero!) che sbattono in tempi dispari. Da comprare, almeno per avere
un'idea di come andranno le cose dopodomani. Tentate nei negozi che
trattano materiale d'importazione.
Negazione
Premessa. Dopo aver scritto questa
segnalazione, l'ho riletta e mi sono accorto che potrebbe essere
facilmente fraintesa.
Vendere dei dischi non è una
brutta cosa. Cambiare idea, cambiare opinioni, cambiare vita, non è
sbagliato. Le cose non vanno meglio se c'è un punk in più,
o un metallaro in meno.
Non considero i Negazione i "pentiti"
del punk nazionale, ma gente che si dà da fare come meglio
crede, in maniera onesta e tutto sommato inoffensiva. Non è il
caso di tirar fuori l'integralismo punk, adesso. Non è il caso
di starsene qui a fare i ciellini. In fin dei conti i Negazione sono
liberi di fare le scelte che ritengono più giuste. Certo,
storco il naso nel vederli coccolati dalle riviste metalliche più
sciocche, ma a un certo punto è questione di scelte anche per
me. Attenzione, dunque. Questi ragazzi stanno solo suonando. Forse il
problema è altrove.
Proseguendo sulla strada intrapresa con
"Little dreamer", il loro lp dell'anno scorso, i NEGAZIONE
di Torino perdono sì un batterista per la strada, ma
guadagnano potenzialmente in audience. Nel senso che, da gruppo
dell'hardcore nazionale, si sono orientati verso un genere più
appetibile e, diciamocelo francamente, commerciabile. I risultati
possono essere letti da angolazioni diversissime. A un certo punto è
solo questione di preferire un tipo di trattenimento ad un altro. Non
mettiamo di mezzo filosofia, politica, dichiarazioni, il passato, il
futuro... Recentemente i Negazione hanno dato alle stampe, complice
ancora una volta la tedesca We Bite Records, un 7" con due
canzoni in italiano e un 12" con quattro pezzi in inglese.
Entrambi contengono tutto materiale nuovo, suonato bene e realizzato
con un certo buon gusto, com'è del resto politica del nuovo
corso del gruppo. Alle perplessità per gli arrangiamenti,
sempre più metallosi e sempre più digeribili, si
aggiungono quelle per i testi, instancabilmente fedeli alla linea.
Anche i trash-metallari hanno un cuore.
No dreams, no future: tutta roba
vecchia. Divertitevi, il tempo passa. Serve loro augurare buona
fortuna, dopo le diecimila copie vendute del disco precedente?
Panico
Sembra esista ancora qualcuno che
invece non ha intenzione di suonare e basta. È
una specie in rapida via di estinzione (anche i Conflict hanno i loro
problemi: sembra che le loro apparizioni dal vivo siano state vietate
in tutto il Regno Unito...), che comunque ha la pelle dura e poca
voglia di morire. Una segnalazione per questi Supereroi
dell'antagonismo nazionale va dunque fatta. Mi riferisco al debutto
su cassetta di una nuova formazione, fondata da un paio di veterani
del controrock nazionale, e Sergio Tosato ex-Contrazione, che assieme
a Walter e a Fabrizio hanno formato PANICO. Sin dall'inizio dello
scorso anno attorno ai quattro si sono costruite e smontate numerose
attività, un progetto impegnativo e non-solo-musicale aperto a
contatti, collaborazioni e scambi. La cassetta dura una cinquantina
di minuti ed è da ascoltare con attenzione estrema.
La confezione è completata da un
libretto pieno di immagini, parole, riflessioni, poesia, ricordi,
attimi.
Tanta passione, tanta energia, tanta
intelligenza, tanto e tanto amore. Uno dei casi emblematici in cui i
gusti musicali personali sono scavalcati, se non addirittura travolti
e spazzati via, da un torrente di sentimento ed emozione.
Nonostante la registrazione un po'
troppo casereccia (i nastri non sono come le tagliatelle...)
sono cinquemila lire spese bene. Scrivete a Nautilus, casella postale
1311 , 10100 Torino. E fatevi mandare il loro catalogo.
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