Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 161
febbraio 1989


Rivista Anarchica Online

Chicago story
di Alfred Embid

In un quartiere di Chicago, un gruppo di cittadini si organizza per affrontare in modo nuovo tutta una serie di problemi di ordine sanitario, sociale, urbanistico. Ne nascono idee, proposte, pratiche di vita e di lotta che portano ad un netto miglioramento della qualità della vita, al di fuori delle consuete (e paralizzanti) pratiche istituzionali

Nella maggior parte dei paesi industrializzati le spese destinate alla sanità crescono più rapidamente del Prodotto Nazionale Lordo, sebbene non per questo la salute degli abitanti salga in misura progressiva.
La tendenza a collocare maggiori capitali nel settore dei servizi e in special modo nella sanità serve a creare artificialmente delle necessità che consentano di superare la crisi generale del sistema. Maggiori investimenti in salute non corrispondono ad una migliore salute, ma all'espandersi dell'industria medica e all'industrializzazione delle miserie che essa stessa crea. Aumentare gli investimenti nella sanità significa aumentare la medicalizzazione di tutti gli aspetti della vita umana e incrementare la dipendenza degli individui verso il complesso industriale delle cure mediche.
Perché questa strategia dia i suoi frutti è necessario che la gente confidi ciecamente nei professionisti e nei politici che la determinano. È necessario che si ignori come la salute dipenda molto poco dalla medicina e che per migliorarla occorre impegnarsi per modificare a fondo l'ambiente di vita, che risulta peraltro anche più economico. Per migliorare questo ambiente non si può che sperare di giungere alla rivoluzione, ma nel frattempo è possibile ed imprescindibile iniziare il cambiamento qui ed ora.
Queste tesi, difficilmente accettabili solo alcuni anni fa, sono oggi messe in pratica in numerose località per singole esperienze, unite tra loro da un filo conduttore comune: la conquista dell'autonomia (1). Valentina Borremans (2), collaboratrice di Ivan Illich, ci ha recentemente inviato un testo, elaborato da John Michel Knight, su una interessante esperienza realizzatasi in un quartiere nero di Chicago (3).
Si tratta di un quartiere di 60.000 abitanti situato nella zona ovest di Chicago, dove vive una popolazione prevalentemente povera. Esiste una organizzazione volontaria della comunità, che abbraccia un'area nella quale operano due ospedali.

Il linguaggio della medicina
Inizialmente il quartiere era abitato prevalentemente da bianchi, ma durante gli anni Sessanta si verificarono alcuni mutamenti radicali e, nel corso di pochi anni, il quartiere divenne a maggioranza nera. I due ospedali continuarono ad operare prestando assistenza ai vecchi abitanti bianchi del quartiere e la popolazione nera dovette lottare per ottenere l'accesso ai servizi sanitari del complesso ospedaliero. Queste lotte convinsero la direzione dei due ospedali ad assistere sotto il profilo sanitario la popolazione nera allo stesso modo di quella bianca.
Dopo alcuni anni l'organizzazione comunitaria decise che era giunto il momento di fare il punto sullo stato della salute nella comunità. I risultati dell'indagine rivelarono come, dopo l'apertura dei servizi ospedalieri alla comunità nera, non si fossero verificati significativi miglioramenti nelle condizioni di salute dei cittadini di colore.
L'organizzazione entrò allora in contatto con il Centro per gli Affari Urbani dove lavoro. Ci chiesero un aiuto per cercare di capire perché la salute non fosse migliorata con l'attività terapeutica dei due ospedali.
Si decise di analizzare i registri dei due complessi ospedalieri per rilevare quali fossero le ragioni per le quali la gente di rivolgeva ai servizi sanitari. Il lavoro di rilevazione consentì di classificare le ospedalizzazioni in sette categorie principali e di ordinarle secondo la loro maggiore frequenza:
1) incidenti automobilistici,
2) violenze interpersonali,
3) incidenti (non automobilistici),
4) malattie bronchiali,
5) alcolismo,
6) problemi di droga (somministrate dai medici o no),
7) morsicature di cani.
I membri dell'organizzazione comunitaria rimasero molto sorpresi da questi risultati. Il linguaggio della medicina si concentra sulla malattia e, nonostante ciò, i problemi identificati avevano molto poco a che vedere con essa.
La medicalizzazione della salute li aveva portati a credere che fosse la "malattia" il problema che portava al ricovero ospedaliero, ma i membri dell'organizzazione scoprirono invece che gli ospedali si stavano occupando di fatti ben diversi. Un passo importante verso un aumento della coscienza sociale fu quello di riconoscere come i moderni sistemi medici hanno più a che fare con i problemi sociali che con le malattie, e i problemi sociali sono di competenza dei cittadini e delle organizzazioni comunitarie. Dopo avere esaminato la lista, i membri dell'organizzazione comunitaria decisero che potevano affrontare le questioni che sottendevano le sette cause di ospedalizzazione.
Come buoni strateghi politici decisero di occuparsi di un problema che pensavano di poter risolvere: era infatti inutile impegnarsi in imprese destinate ad una sicura sconfitta. Fu così che, scorrendo la lista, videro che le morsicature di cani provocavano il 4% delle visite al pronto soccorso, con un costo medio di 185 dollari. Come poteva essere meglio affrontato il problema? Il governo della città offriva un servizio per la cattura dei cani randagi, ma l'organizzazione decise di non entrare in contatto con le autorità municipali.
Venne invece deciso di raccogliere una piccola quantità di denaro e creare un fondo da destinare a una sorta di "gratifica canina". Bisogna sapere che, per il periodo di un mese, in un'area di un miglio quadrato, vennero distribuiti cinque dollari per ogni cane randagio consegnato o segnalato all'organizzazione comunitaria. Nel quartiere, infatti, gruppi di cani semi-selvaggi avevano assalito molte persone. I bambini dell'area interessata, dal canto loro, pensarono che cacciare cani fosse una grande idea, così si impegnarono a fondo nell'opera di identificazione. In un mese furono catturati 160 cani e, di conseguenza, negli ospedali diminuirono i casi di morsicature.

L'informazione liberata
L'esito felice di questa esperienza provocò due cambiamenti importanti nella vita del quartiere. La gente cominciò a capire che era la sua azione, più che l'ospedale, ad essere determinante per la salute, inoltre l'organizzazione comunitaria si arricchì grazie all'inserimento dei bambini come membri attivi della comunità.
La seconda tappa dell'azione comunitaria prevedeva il confronto con una questione molto più complessa: gli incidenti automobilistici. "Come possiamo agire se non sappiamo nemmeno dove hanno luogo questi incidenti?". Ci chiesero quindi di raccogliere le informazioni necessarie ad affrontare questo problema, ma ci risultò molto difficile individuare quando, dove e come accadevano gli incidenti automobilistici.
Decidemmo di rivolgerci agli ospedali per sapere, attraverso l'esame dei registri, che tipo di incidente portava un ferito in ospedale. Se la medicina si rappresenta come un sistema legato alle possibilità di azione comunitaria, questa ricerca avrebbe dovuto essere possibile, mentre in realtà non fu affatto così.
Il registro dell'ospedale non diceva "una persona x è stata investita da un'automobile, alle sei di sera, il 3 di gennaio, all'angolo tra Madison e Kedsie".
Alcune volte i registri non specificavano nemmeno che la causa del ferimento era un incidente automobilistico. Si limitavano per esempio a dire che una persona "aveva una tibia fratturata".
Decidemmo allora di cercare tra le fonti di dati usati dai macropianificatori per la loro attività, sino a quando ci imbattemmo finalmente nelle informazioni che cercavamo. Si trattava di dati relativi alla tipologia degli incidenti automobilistici nella città, utilizzati da un gruppo di macropianificazione che aveva il compito di trovare soluzioni... per rendere più scorrevole il traffico automobilistico! Tutti i dati raccolti vennero trasferiti in una pianta topografica del quartiere che segnalava dove avevano avuto luogo gli incidenti. Nei punti in cui la gente rimaneva ferita veniva tracciata una X rossa.
Venne quindi deciso di evidenziare in questo modo tutti gli incidenti stradali occorsi in un periodo di tre mesi.
Nell'arco di tempo esaminato si erano verificati circa un migliaio di incidenti nel quartiere, che, come abbiamo detto, era formato da 60.000 abitanti. Grazie alla mappa la gente verificò, ad esempio, come negli ultimi tre mesi sei persone erano rimaste ferite ed una era morta in un'area di soli 7 metri quadrati. Il luogo degli incidenti fu immediatamente individuato all'entrata del parcheggio di un negozio. L'azione comunitaria successiva, più che alla richiesta di aiuti dall'alto, si risolse con un intervento diretto sul problema, attraverso l'accordo con il padrone del negozio per l'eliminazione delle cause degli incidenti.
L'informazione era stata "liberata" dallo stato di cattività in cui si trovava per l'azione congiunta della medicina e dei macropianificatori, per essere consegnata a coloro che potevano farne uso.
L'esperienza della mappa ebbe due conseguenze significative: 1) venne evidenziata la possibilità di inventare modi diversi di affrontare un problema di salute che la gente poteva capire: in questo caso l'organizzazione comunitaria negoziò con il padrone della bottega per costringerlo a cambiare l'ingresso del parcheggio. 2) Emerse l'esistenza di problemi che l'organizzazione comunitaria non era in grado di risolvere da sola. Per esempio: una delle ragioni principali dell'alto numero di incidenti era da ricercarsi in alcune decisioni sulla viabilità prese ad alto livello dalle autorità municipali, che consistevano nella trasformazione a traffico veloce di alcune strade che attraversano il quartiere, dove si verificava il maggior numero di incidenti. Se un intervento dell'organizzazione comunitaria del quartiere non era sufficiente ad imporre cambiamenti di così vasta portata, l'unione con altri organismi della comunità venne individuata quindi come necessaria per affrontare le autorità anche rispetto a questioni più complesse.

La serra sul tetto
La terza esperienza di azione comunitaria si realizzò in relazione al problema delle malattie bronchiali. Assodato che un'alimentazione equilibrata rappresenta una condizione indispensabile alla buona salute, i membri della comunità verificarono che non si faceva uso di frutta e verdura sufficienti ad una sana nutrizione. Si trattava di alimenti molto costosi, in modo particolare durante l'inverno.
Si pensò allora alla possibilità di coltivare in proprio questi alimenti, ma un rapido giro intorno alla città rivelò la mancanza di un sito adatto allo scopo. Qualcuno segnalò allora che le loro case erano appartamenti di due stanze con il tetto piano, proponendo di realizzare una serra in uno dei tetti, a titolo sperimentale. L'idea venne subito considerata affascinante, la serra fu costruita, un problema importante di salute sembrava aver trovato soluzione.
Inoltre, quasi immediatamente si verificò che la serra rappresentava anche un vantaggio dal punto di vista economico. La serra rappresentava una soluzione al problema di una alimentazione adeguata e costituiva anche una realizzazione adeguata per il quartiere, che la gente poteva avere ed usare per migliorare la propria salute.
Più avanti emerse un altro uso importante delle serre. I costi dell'energia sono negli Usa molto alti e rappresentano un peso rilevante per la gente povera. I tetti delle case sono uno dei luoghi principali della perdita di calore e quindi di aumento dei costi energetici. L'idea della serra aveva quindi trasformato la perdita in un vantaggio. Il calore che fuoriusciva dal tetto venne utilizzato per la serra in modo che essa stessa divenne uno strumento per la conservazione dell'energia.
Un uso ulteriore delle serre si sviluppò quasi per caso. L'organizzazione comunitaria possedeva un ospizio per anziani e uno degli ospiti, un giorno, scoprì l'esistenza delle serre e decise di lavorare un po' mettendo ordine tra le piantine.
Una volta tornato all'ospizio, raccontò la cosa agli altri anziani i quali cominciarono subito a recarsi ogni giorno nelle serre per dare una mano nella cura delle piante. La direzione dell'ospizio verificò come l'attività nelle serre aveva provocato un vero e proprio entusiasmo tra gli anziani, che avevano scoperto uno scopo per le loro giornate. Le serre si erano quindi trasformate anche in un mezzo di riabilitazione e di riaggregazione per persone isolate dalla sfera produttiva e sociale.
La gente cominciò a scoprire cose sulla tecnologia di cui non aveva mai tenuto conto: una struttura semplice, una serra, che poteva essere costruita ed usata localmente contribuendo a migliorare la salute, lo sviluppo economico, la conservazione dell'energia, la possibilità per gli anziani di essere e sentirsi utili. Una semplice serra aveva prodotto risultati multipli, con pochissimi effetti negativi collaterali.
Consentitemi di sviluppare questo concetto con un esempio.
Noi possiamo acquistare bauxite dalla Giamaica, rame dal Cile, caucciù dall'Indonesia, petrolio dall'Arabia Saudita, legno dal Canada e forza lavoro da tutti questi paesi; possiamo quindi organizzare queste risorse in una corporation statunitense che utilizza operai specializzati e tecnici per produrre, ad esempio, uno spazzolino da denti elettrico. Se uno strumento deve essere, principalmente, un manufatto che sviluppa lavoro, allora lo spazzolino elettrico è un anti-strumento. Se sommiamo tutto il lavoro che è stato necessario per la sua produzione abbiamo come risultato un livello infinitamente maggiore di quello sviluppato nel suo uso. Lo spazzolino elettrico e i sistemi utilizzati per produrlo rappresentano l'essenza dell'errore tecnologico. La serra rappresenta invece l'essenza della possibilità tecnologica. Lo spazzolino elettrico è uno strumento che inibisce le capacità della gente e favorisce lo sfruttamento; la serra è uno strumento che contrasta lo sfruttamento e consente l'azione comunitaria.
Utilizzata in questo modo la serra crea azione cittadina e migliora la salute. La medicalizzazione esasperata del problema della salute inabilita le capacità autonome della comunità, concentrandosi in strumenti tecnici e terapeutici che necessitano di enormi investimenti in termini di lavoro e di energia, con vantaggi limitati nel miglioramento della salute.

Demedicalizzare la salute
Possiamo riassumere in cinque punti le conclusioni da trarre da questa esperienza di azione comunitaria.
1) Il miglioramento della salute è oggi un argomento riservato ai tecnici e agli specialisti ma nel quartiere di Chicago fu preso in mano dagli interessati.
2) La salute degli abitanti del quartiere migliorò grazie all'utilizzo di risorse locali, ma furono individuati i limiti dell'azione collettiva di fronte a forze esterne alla comunità che erano responsabili del cattivo stato di salute della gente. Un esempio è quello della strada a scorrimento veloce che attraversava il quartiere.
3) L'azione comunitaria sviluppò l'autonomia delle persone, che aumentarono il controllo sulle cause che producevano la malattia.
4) Come conseguenza di questi provvedimenti si verificò nel quartiere una riduzione nell'utilizzo dell'assistenza sanitaria, cosa che secondo gli economisti ufficiali equivale a un impoverimento della collettività. Nonostante il fatto che la gente non sia più morsa dai cani, abbia meno incidenti automobilistici, sia meno soggetta alle patologie respiratorie, nelle loro analisi emerge solo la riduzione nel consumo dei medicinali e il calo degli interventi chirurgici.
Tutto ciò implica una discesa dei consumi e, di conseguenza, una riduzione del Prodotto Nazionale Lordo (PNL). Se seguiamo fino in fondo questo tipo di analisi risulterà una constatazione paradossale: identificando gli indici del PNL come quelli del benessere collettivo, bisogna convenire che meno teste rotte contro i parabrezza, meno morsicature di cani e un minor numero di bronchiti corrispondono a uno stato generale di disgrazia. Noi siamo comunque sicuri che gli abitanti del quartiere di Chicago non sono dello stesso parere. Probabilmente avranno compreso che la loro salute migliorerà quando smetteranno di essere semplici consumatori di atti medici per reclamare quel denaro che serve oggi ai professionisti della sanità per non migliorare la loro salute.
5) Il miglioramento dello stato di salute degli anziani ricoverati nell'ospizio derivava dalla partecipazione al lavoro nelle serre. Si tratta di un fenomeno registrato anche in altri studi e ricerche sulla situazione della terza età.
Tra i fattori studiati nelle comunità che detengono i livelli più elevanti nella speranza di vita, una grande importanza è stata assegnata al grado di partecipazione dei cittadini agli affari comunitari. Scrive Leaf: "Una caratteristica comune a tutte le regioni da me visitate è la coincidenza tra il livello di partecipazione attiva e produttiva dei membri anziani della società con il mantenimento di uno stato non degradato della personalità"(4). Questo ed altri studi ci fanno concludere che un fattore importante di salute e di longevità è, senza dubbio, l'essere membro attivo e motivato del gruppo sociale, così come rimanere integrato socialmente in comunità con un elevato grado di mutuo appoggio e sviluppare in esse attività produttive interessanti.(5)
Naturalmente la società industriale ci offre una prospettiva diametralmente opposta. L'obiettivo fondamentale del sistema produttivo è quello di liberarsi al più presto delle persone anziane. Le attività autonome più frequentemente praticate consistono nello spostarsi col telecomando da un canale all'altro della televisione, solo per accorgersi che il programma è lo stesso. L'integrazione comunitaria degli individui si realizza solo con la scolarizzazione obbligatoria e riducendo la partecipazione degli individui agli affari comunitari ad un'escursione alle urne ogni cinque anni. (...)
La salute, se intendiamo migliorarla, deve essere demedicalizzata, perché dipende meno dalla medicina quanto dalle relazioni delle persone con il loro ambiente di vita e con la comunità di cui sono membri.

(traduzione di Giuseppe Gessa dal periodico anarcosindacalista spagnolo CNT)



(1) Medicinas blandas y antimedicina. Las mil y una ediciones, Madrid.

(2) Valentina Borremans. Apartado 479, Cuernavaca, Messico.

(3) John Mc Knight, Salute comunitaria in un quartiere di Chicago, seminari su un altro sviluppo della salute, Uppsala (Svezia), 1977.

(4) Citato da Pelletier in Holistic health, Edizioni Rocher, Monaco.

(5) Vedere il mio articolo Conoscete la differenza tra un imbecille, la pensione e il paradiso?, Rivista della U.D.D., n° 68.