Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 161
febbraio 1989


Rivista Anarchica Online

In lotta per il verde
di Comitato di lotta per la difesa dell'area del Sieroterapico

Il quartiere Ticinese, da tempo oggetto di un intenso progetto di ristrutturazione teso a modificarne il tessuto abitativo e sociale a favore degli interessi della speculazione edilizia e commerciale, è di nuovo obbiettivo di un ampio programma di intervento che intaccherebbe ulteriormente la qualità insediativa e ambientale della zona. Infatti l'area compresa tra via Argelati, via Segantini e viale Liguria sta per essere completamente modificata e riedificata per far posto ad un nuovo quartiere residenziale di lusso che si sovrapporrebbe all'attuale aspetto dell'area cancellandone completamente i caratteri presenti.
Quest'ampia zona è di proprietà dell'Istituto Sieroterapico "S. Belfanti", ente di definizione istituzionale "morale" e che fruisce di considerevoli finanziamenti pubblici.
Al suo interno è presente un vasto territorio verde che avrebbe dovuto essere adibito a parco pubblico già da tempo, stando ai programmi urbanistici del Comune di Milano.
Adiacente ad esso è presente una zona di antica utilizzazione produttiva ora inutilizzata visto il venir meno della sua precedente funzione e che, comunque, contiene strutture di notevole interesse storico e valevoli di attenzione conservativa.
Tutta questa zona deve essere ora ceduta dal Sieroterapico agli interessi dell'edilizia residenziale privata per risanare un inspiegabile deficit di decine di miliardi, (circa 50), che l'Istituto avrebbe contratto nel corso degli anni passati in seguito ad una gestione amministrativa che lo stesso Consiglio di Zona 5 (Verbale della seduta del 23/3/88) ebbe a definire "incapace". Il tutto supportato dalla compiacenza e dal favoreggiamento della Pubblica Amministrazione.
Il Comune di Milano, infatti, tramite un'integrazione alla variante al Piano Regolatore Generale approvata dal Consiglio Comunale nel febbraio del 1985, ha destinato la zona prospiciente sul lato ovest la via Segantini, ad uso residenziale.
Successivamente l'area oggetto di intervento edilizio è stata progressivamente allargata fino ad assumere, oggi, proporzioni che rischiano di compromettere l'esistenza stessa del verde che si estende tra viale Liguria e via Argelati. In pratica è previsto un incremento di almeno 5.000 abitanti che popolerebbero un nuovo quartiere alto-borghese interno alla zona di via Segantini e la finalizzazione del vicino spazio verde a ricreazione privata di questi novelli abitanti del ticinese.
I nuovi alloggi, se la convenzione su tale argomento sarà stipulata, saranno per il 25% dell'Istituto Sieroterapico e per la quasi restante percentuale della Società Edilvest che si occuperebbe dell'intero lavoro di ricostruzione. Chiaramente i profitti derivanti dall'intera operazione compresa la vendita delle abitazioni ad alti prezzi saranno enormi.
Al Comune di Milano resterebbe una porzione esigua di tutto il costruito, evidentemente insufficiente a portare avanti seriamente una politica che volesse far fronte all'emergenza casa che ogni giorno è più presente, mentre il risultato finale sarà un'ennesima sudditanza alle manovre più o meno pulite delle grandi imprese edilizie ed immobiliari e alla cattiva gestione dei finanziamenti pubblici. Inoltre la zona verde, che già da anni avrebbe dovuto ospitare un parco pubblico, ma che mai ha visto la ben minima manutenzione necessaria a conservare le caratteristiche ambientali, subirebbe un'ancor più grande svalorizzazione.
Attualmente la zona è composta da circa 350.000 mq. di ex terreno agricolo e boschivo e costituisce l'unica autentica oasi verde rimasta intatta all'interno della cosiddetta "Fascia Centrale Urbana Intermedia". Essa è percorsa dalla Roggia Bonforti, uno dei pochi corsi d'acqua ancora esistenti del reticolo di vie d'acqua che un tempo percorrevano Milano.
La Roggia è ora ridotta pressapoco ad una discarica abusiva, tuttavia ha contribuito per anni ad alimentare e a conformare il particolare equilibrio ecologico del luogo. Nell'area, inoltre, sulla via Segantini, è rimasta una grande cascina ottocentesca pressoché intatta che, nei progetti comunali, dovrebbe essere ristrutturata per servizi di ricreazione, e diversi percorsi carrozzabili sempre del secolo scorso.
Il nuovo complesso residenziale altererebbe irrimediabilmente queste caratteristiche ambientali (che comprendono anche la presenza di particolari tipi arborei e faunistici unici nell'area milanese) e storici.
Inoltre i lotti che dovrebbero essere rasi al suolo contengono attualmente strutture industriali del secolo scorso degne di essere tutelate per il valore di testimonianza all'interno di un discorso di archeologia industriale o che, comunque, dovrebbero essere oggetto di una considerazione ben più attenta che non la demolizione indiscriminata che si sta per attuare.
Il progetto in atto, dunque, comporterà incisive modifiche sulla attuale struttura di tutto il quartiere, che, tra l'altro è uno dei più densamente popolati del Comune di Milano.
Inoltre è previsto l'abbattimento della Scuola Superiore "Giorgi" per far posto ad una struttura di servizi al terziario e la realizzazione di un cavalcavia stradale sul Naviglio Pavese tra via Pavia e via Borsi che dovrebbe agevolare al massimo l'area di nuova costruzione.
E ancora una volta, quindi, un'ampia porzione di spazio urbano e di verde verrebbe sottratta a chi legittimamente ne dovrebbe fruire in quanto abitante in una città che dovrebbe garantire una propria qualificante vivibilità a tutti, ma che in realtà privilegia i ceti più abbienti e favorisce la commercializzazione imprenditoriale e finanziaria del suolo pubblico.
Noi proponiamo un'intransigente opposizione alla privatizzazione del patrimonio pubblico e di un deciso no alle espropriazioni di ambienti territoriali che potrebbero essere adibiti ad una migliore qualità del vivere sociale urbano.
Con il progetto in atto sull'area di competenza dell'Istituto Sieroterapico è per l'ennesima volta visibile la reale motivazione che spinge grandi immobiliari e politica comunale ad una precisa connivenza e coincidenza di interessi sulla base della speculazione edilizia e ristrutturazione metropolitana al di sopra delle esigenze sociali ed ambientali di chi non partecipa a questi programmi di larghi profitti economici.
E ancora una volta è verificabile come la disgregazione ambientale e l'inquinamento siano strettamente connessi ai piani di chi gestisce e legittima la manovre del profitto immobiliare.
Per questo ci proponiamo di impedire una ulteriore forma di speculazione edilizia nel ticinese; di salvaguardare e promuovere la fruibilità del verde pubblico e organizzare forme di utilizzazione sociale del territorio da sottrarre alle mani dell'imprenditoria privata.