Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 144
marzo 1987


Rivista Anarchica Online

Brrr!... che freddino

Cari compagni,
mi è piaciuto molto l'articolo di Andrea Papi Un po' di chiarezza, apparso su "A" 142. Lo trovo sensato e intelligente. Non voglio aggiungere altro a quello che è stato scritto nell'articolo, tranne che sono perfettamente d'accordo.
Il Dossier Arte & Anarchia... brrr! è un po' freddino (vabbé che l'artista non vive solo di emozioni). Forse le domande erano troppo vaghe, e certi interventi erano poco scorrevoli, con un linguaggio non sempre comprensibile (scusate l'ignoranza!).
Riprendo in parte la risposta di A. Bonalumi La dittatura della parola, che mi sembra più vicina al problema che mi assilla in questo periodo, ossia la necessità di creare delle immagini perfettamente in grado di commentarsi da sole. Cioè con un livello di intensità che esprima il mio stato mentale ed emotivo, senza aggiungere altri supporti. È vero che la parola è indispensabile per comprendersi, ma la mia simpatia va spontaneamente al linguaggio visivo, che soprattutto nella politica è stato sottomesso a quello verbale.
Penso che in una società dove le immagini invadono sempre di più la nostra vita sia molto importante saper usare questo mezzo di comunicazione e farlo nostro, altrimenti si rischia di continuare a fare un sacco di bei discorsi mentre si perde il treno.
Per la mia esperienza personale, sto cominciando a slegarmi da un modo di dipingere accademico perché voglio cominciare a fare cose molto più forti. Voglio dipingere ad esempio una serie di quadri sulla violenza e ne sto facendo uno sull'omicidio di Malik Oussekine, con colori sul bianco, rosso e blu (un po' per caso un po' per ironia). Voglio anche usare la mia pittura come strumento poetico, ad esempio dipingendo striscioni per le manifestazioni, con le sole immagini, ecc...
Non è assolutamente facile dire qualcosa di forte con le immagini, siamo talmente sommersi da scabrosità, telegiornali truculenti, video fabbricati in serie, pubblicità sempre più raffinate... Da una parte le parole servono a creare il consenso, dall'altra le immagini completano il gioco, perché oggi è il cervello che deve rimanere schiavo, e le immagini ti arrivano direttamente nell'inconscio spalancando porte che le parole non riescono ad aprire. Sono immagini sempre più vuote, sempre più fasulle...
A fatica, senza una equipe di psicologi che lavorino alle mie dipendenze, sto cercando di creare qualcosa di mio. Non riesco a stare neutrale in questa schifosissima "guerra delle immagini", dove ti bombardano in continuazione di donne bellissime (e magre), di machi perfetti, di volti senza rughe e senza lacrime.
Ho bisogno di cercare una bellezza autentica, che sappia urlare.
E poi quando attorno a te vedi tante meschinità, persone uccise solo perché hanno la pelle nera, o perché fanno l'amore allora ti chiedi: "Questi occhi mi servono solo per vedere la bottiglia con le tre arance?".
Un abbraccio fraterno.

Patrizia Diamante (Firenze)